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Autore: Christine23    08/08/2012    10 recensioni
Si disse che Draco Malfoy fosse finito ad Azkaban perché colpevole di aver amato troppo. Di un amore malato e lancinante. Di quelli che ti logorano e ti consumano lentamente il cuore fino a lacerare la tua stessa essenza.
Altri, per lo più, si limitarono a dire che il giovane Malfoy avesse perso la ragione.
Vi furono anche quelli che mostrarono sentimenti di pietà verso il folle: i più spregevoli.
Vittima tra le vittime. Era questo Draco Malfoy.
Una pedina, un burattino del destino, manipolato e comandato da una mano invisibile, che aveva messo in scena la più grande tragedia di tutti i tempi.
Di cui l’indiscutibile protagonista altra non era stata che l’impietosa gelosia.
Seconda classificata al Contest "I'm forever yours, FAITHFULLY" indetto da Psiche_ sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Harry Potter, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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II Capitolo



Harry aveva passato il succo di zucca a Hermione con un sorrisone stampato in faccia: a Draco non era affatto sfuggito quel particolare.
Ragion per cui non aveva ancora toccato cibo, nonostante avesse la forchetta in mano da parecchi minuti.
Spesso la gelosia non è che un presentimento.
Non riusciva a staccare gli occhi da quei due, come se fosse sicuro che da un momento all’altro avrebbe avuto la prova schiacciante che i suoi sospetti fossero fondati.
Sospetti che avevano messo radici dentro di lui e si nutrivano delle sue insicurezze.
«Secondo me stanno insieme» commentò Pansy all’improvviso, sporgendosi verso Draco che, poiché stava ancora fissando il tavolo dei Grifondoro con uno sguardo pensieroso, sobbalzò, preso alla sprovvista.
«Co-come?» riuscì solamente ad esclamare, confuso.
Pansy mandò giù una forchettata di bistecca in tutta tranquillità.
«Potter e la Granger» gettò un’occhiata di sfuggita ai diretti interessati, disgustata.
«Cosa te lo fa pensare?» Draco cercò di assumere il tono più disinteressato che avesse.
Mettendo a tacere le mille voci nella sua testa che gli rimembravano quanto fosse cieco e ingenuo.
«Li ho visti a Hogsmeade la scorsa settimana. C’è troppa intimità nel loro rapporto per trattarsi solamente d’amicizia.  Dovevi vedere come lei pendeva dalle sue labbra, e tutti quegli abbracci sdolcinati poi … » spiegò con fare ovvio e piuttosto persuasivo.
Draco lanciò bruscamente la forchetta dentro il piatto, facendo voltare buona parte dei compagni seduti al tavolo.
«Cosa diavolo vuoi che me ne importi di Potty e la Granger, Pansy?» ruggì, nervoso.
Pansy simulò perplessità a quella reazione, celando la soddisfazione che provava in realtà per esser riuscita nel suo sporco intento.
«Nulla, stavo solo spettegolando. Non ti scaldare» fece spallucce, riprendendo a mangiare.
Daphne intercettò lo sguardo di Pansy, un sorrisetto compiaciuto incurvava le labbra carnose: stava andando tutto secondo i piani.


 

 

 

VVV

 

 

«Cosa c’è tra te e Potter?».
La gelosia è dura come l’inferno.
Draco l’aveva afferrata per il polso e spinta in un’aula vuota, nell’intervallo previsto tra la lezione di Pozioni e quella di Erbologia.
Hermione lo guardò come se fosse impazzito, sconvolta da una tale domanda e ancor di più furiosa che fosse proprio lui a porla.
«Prego?»
«Hai sentito benissimo» era una scarica di nervi, talmente intensa che Hermione temette per un momento di sentirne la scossa sulle proprie mani.
«Non ho tempo di stare a sentire le tue paranoie, farò tardi a lezione» tremò di rabbia, coi pugni chiusi lungo i fianchi.
Gli diede le spalle con l’intenzione di andarsene, ma Draco la trattenne per le braccia, obbligandola a guardarlo.
«Hai approfittato del fatto che avessi la febbre per passeggiare a Hogsmeade con Potter mano nella mano?» insinuò, graffiante.
Hermione si portò una mano al cuore, i cui pezzi l’avevano trafitta come mille aghi avvelenati. Costrinse se stessa a non piangere, anche se gli occhi le bruciavano terribilmente.

Un pugnale in pieno petto avrebbe fatto meno male.
«Non meriti risposta, Draco» non riuscì a trattenerle, le lacrime inumidirono le guance, ormai scarlatte di collera. In bocca solamente il sapore amaro della delusione.



 

 

VVV






Lavanda Brown era una biondina senza cervello, civettuola e smorfiosa: Daphne non avrebbe potuto trovare una sciocca migliore da manipolare a suo piacimento.
Era stato facile convincerla a rovistare tra le cose di Hermione e rubarle il fazzoletto di Draco, facendo leva sull’antipatia che le due Grifondoro provavano reciprocamente.
Hermione lo aveva incantato appositamente affinché sembrasse un qualsiasi fazzoletto verde, privo dello stemma della famiglia Black. Daphne aveva capito che le era stato donato da Draco un giorno che l’aveva incrociata nel cortile con quello in mano, intenta ad ammirarlo, e le era sembrato troppo familiare, nonché pregiato, per appartenere a una sudicia Sanguesporco. I ricami d’argento e la lucente seta erano stati la prova inconfutabile.   
«Calì, hai visto un fazzoletto verde per caso?» Hermione aveva rovesciato tutti i suoi cassetti e sparpagliato vestiti dovunque nel disperato tentativo di trovarlo.
Alla risposta negativa della compagna Hermione ebbe un ennesimo tuffo al cuore.
Si lasciò cadere seduta sul letto, esausta, amareggiata di aver perso l’unica cosa che lui le avesse mai regalato.
Soprattutto adesso che tra loro era finita.
Gli aveva parlato chiaramente, mantenendo un tono severo e pacato, anche se avrebbe preferito urlare ed esplodere in un pianto liberatorio. “Non ce la faccio più. Tu continui a non fidarti di me, nonostante ti abbia dimostrato più e più volte che ti amo. Non posso sopportare la tua gelosia immotivata, questa possessione malata che provi nei miei confronti. Non ce la faccio, Draco”. Il pugno che aveva inferto a Harry negli spogliatoi, seguito da una folle scenata, dopo la partita di Quidditch, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Sentiva le ginocchia cedere ogni volta che incrociava i suoi occhi glaciali, pieni di disprezzo, per i corridoi del castello; lottava con se stessa per non correre da lui e gettargli le braccia al collo. Gli mancava da impazzire. Quante volte avrebbe voluto parlargli, solamente per sentire il suono della sua voce o sfiorarlo per bearsi del suo odore. E allo stesso tempo lo odiava. Odiava la sua gelosia, la colpevole di tutto, l’ostacolo invalicabile che gli impediva di stare con lui serenamente.
Perché doveva finire così? Per delle stupide invenzioni della sua mente? Non riusciva a rassegnarsi, ad andare avanti con la sua vita, a respirare ogni volta che se lo trovava di fronte. I M.A.G.O erano sempre più vicini, così come lo era la fine della scuola. Sarebbero scesi dal treno e ognuno avrebbe preso la sua strada? Come se non si fossero mai amati? Era davvero questo il loro destino?

 

VVV

 

«Hermione non lo vuole più» Harry scagliò il fazzoletto di malo modo a Draco, che lo raccolse tra le sue mani.
Gli allenamenti di Serpeverde erano terminati da alcune ore e Draco si era attardato per ultimo negli spogliatoi, in modo da poter fare una doccia lunga, in pace, come desiderava.
Harry Potter era entrato all’improvviso, mentre si stava rivestendo, con il fazzoletto che lui aveva regalato a Hermione. In viso aveva un’espressione trionfante.
Draco lo stropicciò nel pugno, tremante di collera.
«Chi te lo ha dato?» sibilò a un centimetro dal suo viso, minaccioso.
«Le è caduto dalla borsa dei libri ieri notte. Mi ha detto che potevo farne ciò che volevo, a lei non interessa più averlo» lo informò atono, pronto a girare i tacchi.
Draco gli sbarrò la strada, piazzandosi di fronte l’uscita.
L’altro non ebbe il tempo di difendersi: fu preso per il colletto e sbattuto contro il muro.
«Che diavolo è successo ieri notte?! Parla!» urlò, sgomento, scuotendolo.
Harry scoppiò a ridergli in faccia. Lo guardò come se fosse patetico.
«Non l’hai ancora capito? Hermione ti ha lasciato perché ama me. Era da tempo che voleva farlo. Tutte le volte che arrivava tardi ai vostri appuntamenti si giustificava dicendo che doveva aiutarmi coi compiti, non è così?» .
Draco rimase impietrito; il mondo gli era crollato addosso nel giro di pochi secondi  e non era certo di respirare ancora.

La gelosia si nutre di sospetti, e si trasforma in furia o muore nel momento in cui il sospetto si tramuta in certezza.
«Invece facevamo l’amore, come pazzi. Sei stato un piacevole passatempo, ma stava con te solo perché le facevi pena. I tuoi genitori ti odiano, sei un vigliacco, un fallito. Lo zimbello dei Serpeverde. Credevi davvero che lei ti amasse? Passiamo il tempo a ridere di te, dopo che abbiamo finito. Si diverte a raccontarmi tutte le cazzate che facevi, sai. Anche che non la soddisfacevi per niente a letto» aggiunse in tono sprezzante.
Le mani di Draco si strinsero attorno al suo collo, guidate da un pilota automatico.
Harry soffocò lentamente, sotto i suoi occhi assenti, presi da chissà quale furore immaginario.

 

 

VVV

 

 

Quando Daphne giunse negli spogliatoi rimase a bocca aperta: sul pavimento giaceva il cadavere di Harry Potter, i cui occhi sbarrati, rivolti al tetto, mettevano i brividi. Accanto a lui c’era un’impaurita Pansy, scossa dai singhiozzi, che non voleva credere ai suoi occhi.
«L’ha ucciso! Daphne, l’ha ucciso, mio Dio! Io non volevo!» si coprì il viso con le mani, lasciando cadere la bacchetta per terra.
Daphne la guardò con disgusto: non aveva mai sopportato i piagnoni. Talmente deboli e patetici.
«Smettila di piangere. Sei ridicola» la rimproverò, irritata.
«È morto per colpa nostra! Abbiamo ucciso una persona!» l’indifferenza della compagna la sconvolse. Soltanto adesso si era resa conto di quello che aveva fatto. Non avrebbe dovuto accettare di prendere parte a  quella follia.
«Non nostra, tua, Pansy. Sei stata tu a lanciargli l’Imperio».

                                                      

 

 

VVV

A mezzanotte. Nei sotterranei.
Portami il fazzoletto.

D.M

 

 

Aveva riletto quel bigliettino centinaia di volte. Le mani erano intrise di sudore e ansia.
Voleva che glielo restituisse, era comprensibile. Non poteva permettere certo che un oggetto a lui così caro restasse nelle mani di una Sanguesporco che aveva avuto l’ardire di lasciarlo.
Che reazione avrebbe avuto nello scoprire che lei l’aveva perso? La risposta a quella domanda la agitava non poco. D’altra parte, sapeva che doveva affrontarlo.
Ignorare il biglietto e mancare all’appuntamento sarebbe stato peggio.
Così si presentò nel luogo stabilito a mezzanotte in punto. Lui era già lì, inghiottito dall’oscurità. Eccezion fatta per gli occhi, l’unica parte del corpo riconoscibile.
Draco fece apparire la porta della Stanza delle Necessità e la invitò ad entrare.
«Hai portato il fazzoletto?» disse freddamente.
«L’ho perso. L’ho cercato dappertutto, ma non sono riuscita a trovarlo. Mi dispiace» sospirò, contrita.
Le spalle di Draco si irrigidirono. Per quanto ancora avrebbe avuto la faccia tosta di mentirgli in quel modo spudorato?
Aveva una tremenda voglia di piangere, non voleva fare quello che la voce nella sua testa gli ordinava.
In quel modo, però, sarebbe
stata sua per l’eternità.
«Vorrei che finisse in un altro modo, credimi» le cinse i fianchi con le braccia e la attirò dolcemente a sé.
Hermione fraintese il significato di quella frase, ignara di quello che sarebbe successo di lì a poco.
«Anche io, Draco. Non sai quanto … » trattenne a stento una lacrima, che si depositò sul mento. Lo abbracciò intensamente, respirando il profumo acre del suo collo.
L’ultimo bacio, per l’ultima volta.

«Ti ho amata troppo. Questa è stata la mia condanna».
Hermione sbatté gli occhi, confusa.
«Somnus Perpetuus».
La ragazza gli svenne addosso, caduta in un sonno profondo; la adagiò sul letto, quello dove si erano tanto amati, cullandola tra le proprie braccia.
Gocce di lacrime bagnarono il viso addormentato di Hermione, che venne repentinamente asciugato con cura quasi maniacale.
«Adesso nessuno potrà più portarti via da me, amore mio. Staremo insieme per sempre»  le promise, gemendo.
Poi pronunciò le parole senza perdono.
«Avada Kedavra».
Draco era certo che fosse morto un Unicorno in quello stesso momento.

 

 

 

 

 

VVV




Duplice omicidio, dissero in tribunale. Draco avrebbe voluto correggerlo in triplice, ma nessuno si sarebbe fermato ad ascoltarlo. Perché aveva ucciso anche se stesso.
«Mi dispiace, Draco! Mi dispiace! È stata Daphne, ha architettato tutto lei! Mi dispiace!» gli aveva urlato a squarciagola Pansy con la voce rotta dal pianto, nel momento in cui era stato rinchiuso per sempre in quella che sarebbe stata la sua dimora d’ora in avanti.
In cerca di un perdono che non sarebbe mai arrivato.
Nessuno seppe più nulla di Draco Malfoy, da quel giorno. Alcuni credevano che fosse morto di solitudine, tra le sudice mura della prigione; altri erano certi che presto avrebbe ricevuto il bacio del Dissennatore.
Invece era lì, stranamente vivo, con una nuova luce negli occhi: la luce della vendetta.
Aveva trovato uno scopo, dopo tanto tempo, uno scopo per dare senso alla sua vita e a ciò che aveva fatto.
«Accetto la tua proposta, Greengrass».
Daphne capì di aver ottenuto quello che aveva sempre desiderato  nel momento stesso in cui la guardia la chiamò da Azkaban per conto di Draco.
Aveva vinto. Draco era suo. La sua fatale ossessione.

 

                                                              

 

 

VVV

 

Non ci fu dolcezza, e nemmeno passione. Squallido sesso senza emozioni.
Daphne dormiva con un’espressione beata a illuminarle il volto. Draco non voleva assolutamente riservarle una dolce morte. Doveva soffrire, sbarrare gli occhi e gridare nel più atroce dolore.
«Crucio» Daphne si svegliò di soprassalto, colpita da spasmi violentissimi; la carne si aprì in diversi squarci, da cui il sangue iniziò a scendere copioso.
I suoi gemiti disperati non intenerirono per niente il ragazzo che le stava infliggendo tanto dolore.
La vendetta, la più cara delle amiche, lo aiutò ad arrivare alla conclusione di quello scellerato piano.
Fu lei che accarezzò la sua mano, quando impugnò il coltello che aveva segretamente nascosto nel lembo dello stivale.
La infilzò senza pietà. Dritto al cuore. Se mai quell’essere ignobile ne aveva mai davvero posseduto uno.
«Tu marcirai all’inferno con me».
Diede un ultimo sguardo disgustato al corpo privo di vita e insanguinato del demonio che l’aveva condotto a uccidere la creatura più pura del mondo.
«Per sempre, Hermione» e poi sorrise di follia, puntandosi la bacchetta contro.

Nel maniero dei Greengrass furono ritrovati due corpi. Nessuno seppe mai quello che accadde quella notte. Si pensò a un delitto passionale, nulla fu più diverso dalla verità.
Fu ritrovato anche un foglio di pergamena accanto al cadavere di Draco Malfoy. Scritto di fretta, forse col sangue.

Dovrete dire allora di uno che amò senza saggezza, ma con troppo amore, di uno non facile alla gelosia, ma che istigato, giunse alla follia estrema.
Draco Malfoy morì con la speranza che, in quel momento, un Unicorno stesse nascendo in qualche parte del mondo.


 

 

 

 

 

 

 

Citazioni.

- “Spesso la gelosia non è che un presentimento”di Gervaso.

- “La gelosia è dura come l’inferno”  Cantico dei cantici 8,6.

- “La gelosia si nutre di sospetti, e si trasforma in furia o muore nel momento in cui il sospetto si tramuta in certezza” di Maksim Gorkij

Angolo dell’autrice

 

Si conclude così questa Long. L’inizio preannunciava già che questa storia non avrebbe avuto un lieto fine. Spero che l’abbiate apprezzata, personalmente  è quella che preferisco di più, tra tutte quelle che ho scritto- ho un animo sanguinario e angst, in fondo. Ad ogni modo, io sono soddisfatta di ciò che ho scritto, perciò, non ho rimpianti. Ringrazio le persone che hanno recensito e che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/da ricordare.

Per qualsiasi cosa, potete trovarmi qui: https://www.facebook.com/groups/743382319038740/

A presto,

Labyrinthum

II CLASSIFICATA

"Revenge" di Christine23

Grammatica: 8,7/10
Stile e forma: 8/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Utilizzo del pacchetto: 10/10
Gradimento personale: 15/15
Grafica: 3/5

Totale: 64,7/70

Grammatica:

“«Preferirei baciare il Dissennatore piuttosto che venire a letto con te»” - sarebbe stato più corretto scrivere: preferirei baciare un Dissennatore etc etc.

“La Serpeverde sembrò non aver sentito la sua voce, continuava a fissare, incantata, l’orologio magico appeso alla parete.” - dopo voce avrei inserito il punto e virgola (;) o il punto (.)

“in giro c’erano solo un paio del settimo anno che fumavano, stravaccati, sul divano.” - avrei tolto le due virgole, che ritengo superflue.

“solamente per il sentire il suo della sua voce” - errore di battitura.

Stile e forma: come ho fatto notare ad un'altra ragazza, nell'Universo Potter, paragoni che comprendono Satana, demonio e quant'altro sono un tantino inappropriati. È questo il primo “errore” stilistico che mi è saltato agli occhi. Per non parlare poi della “sigaretta odorosa di cannella”. Se già il fatto che Draco Malfoy fumi è un tantino fuori dall'IC, quell'odorosa proprio non mi è piaciuta. In linea di massima, tuttavia, lo stile della storia è davvero molto curato. Mi è piaciuto molto l'alternarsi del discorso diretto e frasi sulla gelosia. Complimenti!

Originalità: la tua storia, nell'ambito dell'originalità, è un'arma a doppio taglio. Draco geloso di Harry l'abbiamo letto parecchie volte, così come Daphne o Pansy che, anch'essa affetta da gelosia malata, fa sì che i due si lascino. La parte nuova, e del tutto sorprendente, sta nel fatto che Draco arriva persino ad uccidere la purezza di un Unicorno (perdona la metafora fuori luogo, ma qualcosa mi spingeva a scriverla). Per non parlare del fatto che la voglia di vendetta lo mantenga lucido in quel di Azkaban, dove ogni emozione buona viene mangiata viva. Ma forse è proprio perché la vendetta non è un sentimento positivo, che Draco riesce a rimuginare e giunge alla concretizzazione del “piano perfetto”.

Caratterizzazione dei personaggi: la storia è incentrata soprattutto su Draco, sulla sua gelosia pazza, ossessiva e malata. Hermione, in alcune parti, è addirittura marginale ma non per questo mal caratterizzata. Difatti, la signorina Granger non sopporterebbe mai tali manifestazioni di possessività ingiustificata, lasciandole oltretutto impunite. Sono molto felice di come hai dato spazio all'introspezione di ogni personaggio, facendoci percepire la loro essenza con poche parole: Pansy, ad esempio, la vedo ingenua (come tu stessa hai detto) e troppo egoista per pensare alle conseguenze delle sue azioni, pronta a tutto per salvare il suo “amore segreto”.

Utilizzo del pacchetto: nel tuo caso, il punteggio pieno è d'obbligo. Hai utilizzato alla perfezione – quasi avessi percepito cosa intendevo quando ho scritto i pacchetti – tutti e tre gli elementi. Di Lucius Malfoy, nella tua storia, non vi è neppure l'ombra. La morte è quasi una costante nell'arco di tutta la storia e la frase è inserita alla perfezione nel contesto. Complimenti!

Gradimento personale: ho letteralmente (quasi) pianto quando ho letto per la prima volta “Revenge”. È una storia assolutamente magnifica, a mio avviso, e anche se – come hai precisato nell'introduzione – non dà messaggi positivi, è una perla da tenere stretta nella lista delle fanfiction più deliziose mai lette. Sarà che adoro l'angst ma non ne so narrare, sarà che il modo in cui scrivi – lasciando sempre spazio a parentesi che ognuno colma con la propria immaginazione –, sarà che la trama è di per sé già meravigliosa. Bravissima!


   
 
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