II Capitolo
Harry aveva passato il succo di zucca
a Hermione con un sorrisone stampato in faccia: a Draco non era affatto sfuggito quel particolare.
Ragion per cui non aveva ancora toccato cibo, nonostante avesse la forchetta in
mano da parecchi minuti.
Spesso la gelosia non è che un presentimento.
Non riusciva a staccare gli occhi da quei due, come se fosse sicuro che da un
momento all’altro avrebbe avuto la prova schiacciante che i suoi sospetti
fossero fondati.
Sospetti che avevano messo radici dentro di lui e si nutrivano delle sue
insicurezze.
«Secondo me stanno insieme» commentò Pansy
all’improvviso, sporgendosi verso Draco che, poiché
stava ancora fissando il tavolo dei Grifondoro con
uno sguardo pensieroso, sobbalzò, preso alla sprovvista.
«Co-come?» riuscì solamente ad esclamare, confuso.
Pansy mandò giù una forchettata di bistecca in tutta
tranquillità.
«Potter e la Granger» gettò un’occhiata di sfuggita
ai diretti interessati, disgustata.
«Cosa te lo fa pensare?» Draco cercò di assumere il
tono più disinteressato che avesse.
Mettendo a tacere le mille voci nella sua testa che gli rimembravano quanto
fosse cieco e ingenuo.
«Li ho visti a Hogsmeade la scorsa settimana. C’è
troppa intimità nel loro rapporto per trattarsi solamente d’amicizia.
Dovevi vedere come lei pendeva dalle sue labbra, e tutti quegli abbracci
sdolcinati poi … » spiegò con fare ovvio e piuttosto persuasivo.
Draco lanciò bruscamente la forchetta dentro il
piatto, facendo voltare buona parte dei compagni seduti al tavolo.
«Cosa diavolo vuoi che me ne importi di Potty e la Granger, Pansy?» ruggì, nervoso.
Pansy simulò perplessità a quella reazione, celando
la soddisfazione che provava in realtà per esser riuscita nel suo sporco
intento.
«Nulla, stavo solo spettegolando. Non ti scaldare» fece spallucce, riprendendo
a mangiare.
Daphne intercettò lo sguardo di Pansy,
un sorrisetto compiaciuto incurvava le labbra carnose: stava andando tutto
secondo i piani.
VVV
«Cosa c’è tra te e Potter?».
La gelosia è dura come l’inferno.
Draco l’aveva afferrata per il polso e spinta in un’aula vuota, nell’intervallo
previsto tra la lezione di Pozioni e quella di Erbologia.
Hermione lo guardò come se fosse impazzito, sconvolta
da una tale domanda e ancor di più furiosa che fosse proprio lui a porla.
«Prego?»
«Hai sentito benissimo» era una scarica di nervi, talmente intensa che Hermione temette per un momento di sentirne la scossa sulle
proprie mani.
«Non ho tempo di stare a sentire le tue paranoie, farò tardi a lezione» tremò
di rabbia, coi pugni chiusi lungo i fianchi.
Gli diede le spalle con l’intenzione di andarsene, ma Draco
la trattenne per le braccia, obbligandola a guardarlo.
«Hai approfittato del fatto che avessi la febbre per passeggiare a Hogsmeade con Potter mano nella mano?» insinuò, graffiante.
Hermione si portò una mano al cuore, i cui pezzi
l’avevano trafitta come mille aghi avvelenati. Costrinse se stessa a non
piangere, anche se gli occhi le bruciavano terribilmente.
Un pugnale in pieno petto avrebbe fatto meno male.
«Non meriti risposta, Draco» non riuscì a
trattenerle, le lacrime inumidirono le guance, ormai scarlatte di collera. In
bocca solamente il sapore amaro della delusione.
VVV
Lavanda Brown era una biondina senza cervello,
civettuola e smorfiosa: Daphne non avrebbe potuto
trovare una sciocca migliore da manipolare a suo piacimento.
Era stato facile convincerla a rovistare tra le cose di Hermione
e rubarle il fazzoletto di Draco, facendo leva
sull’antipatia che le due Grifondoro provavano
reciprocamente.
Hermione lo aveva incantato appositamente affinché
sembrasse un qualsiasi fazzoletto verde, privo dello stemma della famiglia Black. Daphne aveva capito che le
era stato donato da Draco un giorno che l’aveva
incrociata nel cortile con quello in mano, intenta ad ammirarlo, e le era
sembrato troppo familiare, nonché pregiato, per appartenere a una sudicia Sanguesporco. I ricami d’argento e la lucente seta erano stati la prova inconfutabile.
«Calì, hai visto un fazzoletto verde per caso?» Hermione aveva rovesciato tutti i suoi cassetti e
sparpagliato vestiti dovunque nel disperato tentativo di trovarlo.
Alla risposta negativa della compagna Hermione ebbe
un ennesimo tuffo al cuore.
Si lasciò cadere seduta sul letto, esausta, amareggiata di aver perso l’unica
cosa che lui le avesse mai regalato.
Soprattutto adesso che tra loro era finita.
Gli aveva parlato chiaramente, mantenendo un tono severo e pacato, anche se
avrebbe preferito urlare ed esplodere in un pianto liberatorio. “Non ce la
faccio più. Tu continui a non fidarti di me, nonostante ti abbia dimostrato più
e più volte che ti amo. Non posso sopportare la tua gelosia immotivata, questa
possessione malata che provi nei miei confronti. Non ce la faccio, Draco”. Il pugno che aveva inferto a Harry negli
spogliatoi, seguito da una folle scenata, dopo la partita di Quidditch, era stata la goccia che aveva fatto traboccare
il vaso.
Sentiva le ginocchia cedere ogni volta che incrociava i suoi occhi glaciali,
pieni di disprezzo, per i corridoi del castello; lottava con se stessa per non
correre da lui e gettargli le braccia al collo. Gli mancava da impazzire.
Quante volte avrebbe voluto parlargli, solamente per sentire il suono della sua
voce o sfiorarlo per bearsi del suo odore. E allo stesso tempo lo odiava.
Odiava la sua gelosia, la colpevole di tutto, l’ostacolo invalicabile che gli
impediva di stare con lui serenamente.
Perché doveva finire così? Per delle stupide invenzioni della sua mente? Non
riusciva a rassegnarsi, ad andare avanti con la sua vita, a respirare ogni
volta che se lo trovava di fronte. I M.A.G.O erano
sempre più vicini, così come lo era la fine della scuola. Sarebbero scesi dal
treno e ognuno avrebbe preso la sua strada? Come se non si fossero mai amati?
Era davvero questo il loro destino?
VVV
«Hermione
non lo vuole più» Harry scagliò il fazzoletto di malo modo a Draco, che lo raccolse tra le sue mani.
Gli allenamenti di Serpeverde erano terminati da
alcune ore e Draco si era attardato per ultimo negli
spogliatoi, in modo da poter fare una doccia lunga, in pace, come desiderava.
Harry Potter era entrato all’improvviso, mentre si stava rivestendo, con il
fazzoletto che lui aveva regalato a Hermione. In viso
aveva un’espressione trionfante.
Draco lo stropicciò nel pugno, tremante di collera.
«Chi te lo ha dato?» sibilò a un centimetro dal suo viso, minaccioso.
«Le è caduto dalla borsa dei libri ieri notte. Mi ha detto che potevo farne ciò
che volevo, a lei non interessa più averlo» lo informò atono, pronto a girare i
tacchi.
Draco gli sbarrò la strada, piazzandosi di fronte
l’uscita.
L’altro non ebbe il tempo di difendersi: fu preso per il colletto e sbattuto
contro il muro.
«Che diavolo è successo ieri notte?! Parla!» urlò, sgomento, scuotendolo.
Harry scoppiò a ridergli in faccia. Lo guardò come se fosse patetico.
«Non l’hai ancora capito? Hermione ti ha lasciato
perché ama me. Era da tempo che voleva farlo. Tutte le volte che arrivava tardi
ai vostri appuntamenti si giustificava dicendo che doveva aiutarmi coi compiti,
non è così?» .
Draco rimase impietrito; il mondo gli era crollato
addosso nel giro di pochi secondi e non era certo di respirare ancora.
La gelosia
si nutre di sospetti, e si trasforma in furia o muore nel momento in cui il
sospetto si tramuta in certezza.
«Invece facevamo l’amore, come pazzi. Sei stato un piacevole passatempo, ma
stava con te solo perché le facevi pena. I tuoi genitori ti odiano, sei un
vigliacco, un fallito. Lo zimbello dei Serpeverde.
Credevi davvero che lei ti amasse? Passiamo il tempo a ridere di te, dopo che
abbiamo finito. Si diverte a raccontarmi tutte le cazzate che facevi, sai.
Anche che non la soddisfacevi per niente a letto» aggiunse in tono sprezzante.
Le mani di Draco si strinsero attorno al suo collo,
guidate da un pilota automatico.
Harry soffocò lentamente, sotto i suoi occhi assenti, presi da chissà quale
furore immaginario.
VVV
Quando Daphne
giunse negli spogliatoi rimase a bocca aperta: sul pavimento giaceva il
cadavere di Harry Potter, i cui occhi sbarrati, rivolti al tetto, mettevano i
brividi. Accanto a lui c’era un’impaurita Pansy,
scossa dai singhiozzi, che non voleva credere ai suoi occhi.
«L’ha ucciso! Daphne, l’ha ucciso, mio Dio! Io non
volevo!» si coprì il viso con le mani, lasciando cadere la bacchetta per terra.
Daphne la guardò con disgusto: non aveva mai
sopportato i piagnoni. Talmente deboli e patetici.
«Smettila di piangere. Sei ridicola» la rimproverò, irritata.
«È morto per colpa nostra! Abbiamo ucciso una persona!» l’indifferenza della
compagna la sconvolse. Soltanto adesso si era resa conto di quello che aveva
fatto. Non avrebbe dovuto accettare di prendere parte a quella follia.
«Non nostra, tua, Pansy. Sei stata tu a
lanciargli l’Imperio».
VVV
A mezzanotte. Nei sotterranei.
Portami il fazzoletto.
D.M
Aveva riletto quel bigliettino
centinaia di volte. Le mani erano intrise di sudore e ansia.
Voleva che glielo restituisse, era comprensibile. Non poteva permettere certo
che un oggetto a lui così caro restasse nelle mani di una Sanguesporco
che aveva avuto l’ardire di lasciarlo.
Che reazione avrebbe avuto nello scoprire che lei l’aveva perso? La risposta a
quella domanda la agitava non poco. D’altra parte, sapeva che doveva
affrontarlo.
Ignorare il biglietto e mancare all’appuntamento sarebbe stato peggio.
Così si presentò nel luogo stabilito a mezzanotte in punto. Lui era già lì,
inghiottito dall’oscurità. Eccezion fatta per gli occhi, l’unica parte del
corpo riconoscibile.
Draco fece apparire la porta della Stanza delle
Necessità e la invitò ad entrare.
«Hai portato il fazzoletto?» disse freddamente.
«L’ho perso. L’ho cercato dappertutto, ma non sono riuscita a trovarlo. Mi
dispiace» sospirò, contrita.
Le spalle di Draco si irrigidirono. Per quanto ancora
avrebbe avuto la faccia tosta di mentirgli in quel modo spudorato?
Aveva una tremenda voglia di piangere, non voleva fare quello che la voce nella
sua testa gli ordinava.
In quel modo, però, sarebbe stata sua per l’eternità.
«Vorrei che finisse in un altro modo, credimi» le cinse i fianchi con le
braccia e la attirò dolcemente a sé.
Hermione fraintese il significato di quella
frase, ignara di quello che sarebbe successo di lì a poco.
«Anche io, Draco. Non sai quanto … » trattenne a
stento una lacrima, che si depositò sul mento. Lo abbracciò intensamente,
respirando il profumo acre del suo collo.
L’ultimo bacio, per l’ultima volta.
«Ti ho amata
troppo. Questa è stata la mia condanna».
Hermione sbatté gli occhi, confusa.
«Somnus Perpetuus».
La ragazza gli svenne addosso, caduta in un sonno profondo; la adagiò sul
letto, quello dove si erano tanto amati, cullandola tra le proprie braccia.
Gocce di lacrime bagnarono il viso addormentato di Hermione,
che venne repentinamente asciugato con cura quasi maniacale.
«Adesso nessuno potrà più portarti via da me, amore mio. Staremo insieme per
sempre» le promise, gemendo.
Poi pronunciò le parole senza perdono.
«Avada Kedavra».
Draco era certo che fosse morto un Unicorno in quello
stesso momento.
VVV
Duplice omicidio, dissero in
tribunale. Draco avrebbe voluto correggerlo in
triplice, ma nessuno si sarebbe fermato ad ascoltarlo. Perché aveva
ucciso anche se stesso.
«Mi dispiace, Draco! Mi dispiace! È stata Daphne, ha architettato tutto lei! Mi dispiace!» gli aveva
urlato a squarciagola Pansy con la voce rotta dal
pianto, nel momento in cui era stato rinchiuso per sempre in quella che sarebbe
stata la sua dimora d’ora in avanti.
In cerca di un perdono che non sarebbe mai arrivato.
Nessuno seppe più nulla di Draco Malfoy,
da quel giorno. Alcuni credevano che fosse morto di solitudine, tra le sudice
mura della prigione; altri erano certi che presto avrebbe ricevuto il bacio del
Dissennatore.
Invece era lì, stranamente vivo, con una nuova luce negli occhi: la luce della
vendetta.
Aveva trovato uno scopo, dopo tanto tempo, uno scopo per dare senso alla sua
vita e a ciò che aveva fatto.
«Accetto la
tua proposta, Greengrass».
Daphne capì di aver ottenuto quello che aveva sempre desiderato nel momento
stesso in cui la guardia la chiamò da Azkaban per
conto di Draco.
Aveva vinto. Draco era suo. La sua fatale ossessione.
VVV
Non ci fu dolcezza, e nemmeno
passione. Squallido sesso senza emozioni.
Daphne dormiva con un’espressione beata a illuminarle
il volto. Draco non voleva assolutamente riservarle
una dolce morte. Doveva soffrire, sbarrare gli occhi e gridare nel più
atroce dolore.
«Crucio» Daphne si svegliò
di soprassalto, colpita da spasmi violentissimi; la carne si aprì in diversi
squarci, da cui il sangue iniziò a scendere copioso.
I suoi gemiti disperati non intenerirono per niente il ragazzo che le stava
infliggendo tanto dolore.
La vendetta, la più cara delle amiche, lo aiutò ad arrivare alla conclusione di
quello scellerato piano.
Fu lei che accarezzò la sua mano, quando impugnò il coltello che aveva
segretamente nascosto nel lembo dello stivale.
La infilzò senza pietà. Dritto al cuore. Se mai quell’essere ignobile ne aveva
mai davvero posseduto uno.
«Tu marcirai all’inferno con me».
Diede un ultimo sguardo disgustato al corpo privo di vita e insanguinato del
demonio che l’aveva condotto a uccidere la creatura più pura del mondo.
«Per sempre, Hermione» e poi sorrise di follia,
puntandosi la bacchetta contro.
Nel maniero
dei Greengrass furono ritrovati due corpi. Nessuno
seppe mai quello che accadde quella notte. Si pensò a un delitto passionale,
nulla fu più diverso dalla verità.
Fu ritrovato anche un foglio di pergamena accanto al cadavere di Draco Malfoy. Scritto di fretta,
forse col sangue.
Dovrete dire allora di uno che amò senza saggezza, ma con troppo amore, di
uno non facile alla gelosia, ma che istigato, giunse alla follia estrema.
Draco Malfoy
morì con la speranza che, in quel momento, un Unicorno stesse nascendo in
qualche parte del mondo.
Citazioni.
- “Spesso la gelosia
non è che un presentimento”di Gervaso.
- “La gelosia è dura
come l’inferno” Cantico dei cantici 8,6.
- “La gelosia si nutre di sospetti, e si trasforma in furia
o muore nel momento in cui il sospetto si tramuta in certezza” di Maksim Gorkij
Angolo dell’autrice
Si
conclude così questa Long. L’inizio preannunciava già che questa storia non
avrebbe avuto un lieto fine. Spero che l’abbiate apprezzata, personalmente è quella che preferisco di più, tra tutte
quelle che ho scritto- ho un animo sanguinario e angst,
in fondo. Ad ogni modo, io sono soddisfatta
di ciò che ho scritto, perciò, non ho rimpianti. Ringrazio le persone che hanno
recensito e che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/da ricordare.
Per
qualsiasi cosa, potete trovarmi qui: https://www.facebook.com/groups/743382319038740/
A
presto,
Labyrinthum
II CLASSIFICATA
"Revenge" di Christine23
Grammatica: 8,7/10
Stile e forma: 8/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Utilizzo del pacchetto: 10/10
Gradimento personale: 15/15
Grafica: 3/5
Totale: 64,7/70
Grammatica:
“«Preferirei baciare il Dissennatore piuttosto che venire a letto con te»” - sarebbe stato più corretto scrivere: preferirei baciare un Dissennatore etc etc.
“La Serpeverde sembrò non aver sentito la sua voce, continuava a fissare, incantata, l’orologio magico appeso alla parete.” - dopo voce avrei inserito il punto e virgola (;) o il punto (.)
“in giro c’erano solo un paio del settimo anno che fumavano, stravaccati, sul divano.” - avrei tolto le due virgole, che ritengo superflue.
“solamente per il sentire il suo della sua voce” - errore di battitura.
Stile e forma: come ho fatto notare ad un'altra ragazza, nell'Universo Potter, paragoni che comprendono Satana, demonio e quant'altro sono un tantino inappropriati. È questo il primo “errore” stilistico che mi è saltato agli occhi. Per non parlare poi della “sigaretta odorosa di cannella”. Se già il fatto che Draco Malfoy fumi è un tantino fuori dall'IC, quell'odorosa proprio non mi è piaciuta. In linea di massima, tuttavia, lo stile della storia è davvero molto curato. Mi è piaciuto molto l'alternarsi del discorso diretto e frasi sulla gelosia. Complimenti!
Originalità: la tua storia, nell'ambito dell'originalità, è un'arma a doppio taglio. Draco geloso di Harry l'abbiamo letto parecchie volte, così come Daphne o Pansy che, anch'essa affetta da gelosia malata, fa sì che i due si lascino. La parte nuova, e del tutto sorprendente, sta nel fatto che Draco arriva persino ad uccidere la purezza di un Unicorno (perdona la metafora fuori luogo, ma qualcosa mi spingeva a scriverla). Per non parlare del fatto che la voglia di vendetta lo mantenga lucido in quel di Azkaban, dove ogni emozione buona viene mangiata viva. Ma forse è proprio perché la vendetta non è un sentimento positivo, che Draco riesce a rimuginare e giunge alla concretizzazione del “piano perfetto”.
Caratterizzazione dei personaggi: la storia è incentrata soprattutto su Draco, sulla sua gelosia pazza, ossessiva e malata. Hermione, in alcune parti, è addirittura marginale ma non per questo mal caratterizzata. Difatti, la signorina Granger non sopporterebbe mai tali manifestazioni di possessività ingiustificata, lasciandole oltretutto impunite. Sono molto felice di come hai dato spazio all'introspezione di ogni personaggio, facendoci percepire la loro essenza con poche parole: Pansy, ad esempio, la vedo ingenua (come tu stessa hai detto) e troppo egoista per pensare alle conseguenze delle sue azioni, pronta a tutto per salvare il suo “amore segreto”.
Utilizzo del pacchetto: nel tuo caso, il punteggio pieno è d'obbligo. Hai utilizzato alla perfezione – quasi avessi percepito cosa intendevo quando ho scritto i pacchetti – tutti e tre gli elementi. Di Lucius Malfoy, nella tua storia, non vi è neppure l'ombra. La morte è quasi una costante nell'arco di tutta la storia e la frase è inserita alla perfezione nel contesto. Complimenti!
Gradimento personale: ho letteralmente (quasi) pianto quando ho letto per la prima volta “Revenge”. È una storia assolutamente magnifica, a mio avviso, e anche se – come hai precisato nell'introduzione – non dà messaggi positivi, è una perla da tenere stretta nella lista delle fanfiction più deliziose mai lette. Sarà che adoro l'angst ma non ne so narrare, sarà che il modo in cui scrivi – lasciando sempre spazio a parentesi che ognuno colma con la propria immaginazione –, sarà che la trama è di per sé già meravigliosa. Bravissima!