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Autore: vul95    08/08/2012    6 recensioni
"Tradimento." gli gridava il suo cervello mentre correva verso i suoi compagni, che ansimando continuavano a combattere.
-Il re è caduto!- gli urlò Ichirouta, e finalmente potè udirlo chiaramente.
"Tradimento!" la parola gli rimbalzava in testa, mentre gocce di sudore freddo gli scivolavano giù per il collo, dentro l'armatura argentata "Tradimento! Tradimento! Tradimento!"

Era solo l'inizio del Quinto Impero.
3. Hikaru:
La nave fu sbalzata nuovamente dalla corrente, e rovinarono entrambi a terra. Intorno a loro, un caos di marinai che gridavano e pochi passeggeri che fissavano terrorizzati il loro lavoro. Non sarebbe servito a nulla tirare corde, ammainare le vele, spiegarle o qualsiasi altra cosa. La nave sarebbe affondata senza ombra di dubbio.
Hikaru non pensava sarebbe morto così presto. In fondo, aveva solo sedici anni, e così tante cose da fare.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
IL QUINTO IMPERO

PROLOGO



Kazuya non capiva niente.
Guardava gente muoversi, spintonarsi. Mantelli che vorticavano sulle spalle di persone a lui conosciute e non che correvano per i corridoi urlando ordini, chiamando nomi, mentre lui rimaneva impalato di fronte la porta delle sue stanze.
Il cozzare del metallo gli rimbombava nelle orecchie, rintronandolo.
E ancora gemiti, risate sguaiate, ansiti, grida.
Sentiva voci contorcersi, mescolarsi, avvilupparsi nel suo cevello, ma non riusciva a tornare presente a sè stesso, come se quello che accadeva non fosse reale.
La spallata di qualche uomo in corsa lo riscosse per un momento. Inquadrò Ichirouta a qualche metro da lui, che incrociava la spada con una Guardia. La coda con cui di solito legava i suoi capelli turchesi era sciolta, e ciocche scomposte gli ricadevano sugli occhi color nocciola, impedendogli la visuale.
Lo vide muovere velocemente le mani, mandare al tappeto il suo avversario, procedere con il successivo che si stava già avventando su di lui.
"Cosa succede?" continuava a chiedersi.
Era uscito dalle sue stanze, attirato dai fin troppo familiari rumori di battaglia, ed aveva trovato una mischia di uomini che si battevano in nome di non aveva nemmeno fatto in tempo a chiedersi chi o cosa.
"Cosa succede?" non fece in tempo a cercare una risposta, che si ritrovò a schivare un fendente che, se l'avesse colpito, l'avrebbe probabilmente squarciato dall'inguine alla spalla.
Tirò fuori la spada che teneva al fianco e parò il colpo successivo, accorgendosi che anche il suo avversario era una Guardia, il mantello rosso che ondeggiava ai movimenti. Disarmò l'avversario ed indietreggiò, un'espressione angosciata sul colorito terreo.
Lui era un Cavaliere del Re, non aveva motivo di uccidere una Guardia della Corona. Erano entrambi sotto gli ordini dello stesso sovrano, al servizio dello stesso re. L'avevano giurato al cospetto del sole nascente, l'avevano giurato sulla propria vita, sulla propria spada.
Perchè lo stavano attaccando?
"Tradimento." scosse la testa.
Lo sguardo vagò ancora per il corridoio, e con orrore si accorse che il tappeto di velluto rosso sul pavimento era dipinto di macchie più scure. Guardie si aggrappavano ferite alla parete, altre giacevano a terra, altre si davano battaglia tra loro.
Ichirouta continuava a menare fendenti e ad esercitare il proprio dominio di Maestro. Lo vide generare onde d'urto, piccoli tornadi, sferzate d'aria che allontanavano chiunque cercasse di raggiungerlo.
Shinichi era poco avanti al Cavaliere dai capelli turchesi, e come lui combatteva con le sue lame, incrociandole con quelle dei nemici.
I suoni giungevano ovattati alle orecchie di Kazuya.
Vedeva i due Cavalieri suoi compagni urlargli qualcosa, ma non riusciva a comprendere cosa gli stessero dicendo.
Si ritrovò a schivare una compatta palla di fuoco, e finì con le spalle al muro battendo la testa, mentre una Guardia dominatore del fuoco utilizzava le fiamme delle lanterne del corridoio per sferrare i propri attacchi.
Oramai conscio del pericolo, Kazuya bloccò il braccio dell'avversario, la testa che gli girava appena, non temendo le fiamme, che anzi rivoltò contro di lui. Parte furono assorbite dalla sua spada, parte le dissolse con un semplice movimento delle dita, mentre la Guardia si accorgeva con orrore di avere davanti il Maestro del Fuoco a capo dei Cavalieri del Re e tentava di fuggire.
Prima di riuscirci cadde a terra svenuto grazie a un pugno ben assestato sul naso da parte del Cavaliere, che sentiva l'adrenalina circolargli in corpo, i muscoli tesi nei movimenti.
"Tradimento." gli gridava il suo cervello mentre correva verso i suoi compagni, che ansimando continuavano a combattere.
-Il re è caduto!- gli urlò Ichirouta, e finalmente potè udirlo chiaramente.
"Tradimento!" la parola gli rimbalzava in testa, mentre gocce di sudore freddo gli scivolavano giù per il collo, dentro l'armatura argentata "Tradimento! Tradimento! Tradimento!"
Ignorò le altre urla che lo chiamavano mentre superava i Cavalieri e svoltava al primo corridoio, le gambe che gli dolevano per la corsa esageratamente veloce.
Si fermò quando arrivò ad un bivio, e un pensiero gli balenò in testa.
Lei. Lei dov'era? Stava bene?
La tentazione di cambiare direzione gli bruciò nello stomaco, la preoccupazione gli attanagliò le viscere.
Fu un attimo. Poi scosse la testa e continuò per la sua strada, i denti digrignati.
Salì scale, schivò lame, oltrepassò camere.
La Sala del Trono.
Lì doveva arrivare.
Doveva proteggere il suo re. A costo della sua stessa vita. Lo aveva giurato.
L'ultima rampa di scale si estese di fronte i suoi occhi proprio mentre sentiva le caviglie cedergli. Saltò i gradini a due, a tre alla volta, mentre vampate di fuoco scaturivano dai palmi delle sue mani ogni qualvolta qualcuno tentava di fermarlo, in una danza bruciante e mortale.
Fu la vista di Asuka a farlo indugiare.
Il Cavaliere era abbandonato sugli scalini, il capo basso, la mano a tenersi la pelle sotto la stoffa e la cotta di maglia di ferro lacerate, che gocciolavano sangue. Il suo mantello blu era bruciato e strappato in più punti.
Chiamò il suo nome con disperazione, rinfoderando la spada, e si accovacciò di fianco a lui, scuotendolo per le spalle.
Gli sollevò la mano dalla ferita e represse un gemito nel constatare quanto fosse profonda e slabbrata, irregolare.
Il Cavaliere di fronte a lui alzò lo sguardo sbiadito, liquido su di lui -Comandante.- mugolò, la voce comunque ferma -Non sono riuscito... Non ho...- un accesso di tosse lo piegò in due, mentre altro sangue sgorgava dalla ferita al suo fianco.
Kazuya lo pregò di non parlare altrimenti e strinse la mano tra le sue.
-Il re...- sussurrò come se non lo avesse sentito il Cavaliere. Il suo secondo. Il suo migliore amico -E così ho fallito anche questa volta.- una risata rantolante faticò ad uscire dalle sue labbra.
I suoi capelli grigiastri erano appiccicosi di sangue, il suo volto appariva più magro del solito.
Kazuya voleva dirgli che non aveva fallito, che tutto quello che stava succedendo non aveva senso. Ma non riuscì a dire nulla, mentre sentiva le mani tremargli in preda a spasmi che non riusciva a controllare.
Il colorito di Asuka era sempre più pallido. Respirava a fatica -Non rimanere qui.- tossì ancora, e strinse impercettibilmente la mano tremante dell'altro -Non ha senso... Il re...- ripetè, ed ammiccò debolmente alle scale, alla porta oltre le scale, alla Sala del Trono -Io... sto bene.- un piccolo sorriso si allargò sulle sue labbra.
Con gli occhi che gli pizzicavano terribilmente e un groppo in gola che lo dilaniava, Kazuya posò un lieve bacio sulla fronte dell'amico e si alzò, i pugni stretti, il mento alto.
Lo guardò per istanti che parvero interminabili, dicendogli con gli occhi tutto quello che non riusciva ad esprimere a parole, perchè sapeva che se solo avesse aperto bocca sarebbe scoppiato a piangere e sarebbe rimasto a morire lì con lui.
-Proteggila.- riuscì a dire Asuka prima di abbandonare il capo alla parete -Promettimelo.-
Il Comandante dei Cavalieri del Re non ebbe bisogno di chiedere chi dovesse proteggere. Lo capì all'istante. E promise.
"Addio, amico mio." lo salutò, mentre quello gli ammiccava e tornava a distendere un sorriso sul volto. Poi, tornò ad avanzare, lasciandolo dietro di lui.
La Guardia lo prese alle spalle. Doveva essere un dominatore dell'aria, perchè non l'aveva sentito arrivare.
Se ne accorse a sue spese, mentre ormai la pesante porta d'acciaio della Sala del Trono si mostrava di fronte ai suoi occhi: una lama gli incise la coscia destra in profondità.
Cadde in avanti, pervaso da un dolore lancinante che gli pulsava dalla gamba e gli risaliva a martellargli in testa.
Si costrinse a rotolare su di un fianco e ad estrarre nuovamente la spada, mentre schivava il fendente che incastrò la lama avversaria a terra, affondata nello spesso tappeto di velluto rosso.
Approfittò di quel momento per atterrare l'avversario con una stoccata al petto e successivamente un colpo di piatto all'elmo. Impresse tanta forza da far cadere la Guardia all'indietro, a rotolare giù per le scale.
Stringendo i denti ed alzandosi a fatica, si trascinò per le ultime scale tenendosi alla parete, la gamba che gli mandava stilettate di dolore ad ogni movimento e gli faceva vedere nero.
Doveva arrivare fino in fondo. Capire di più. Proteggere il re ed il regno. Vendicare Asuka. La testa gli doleva, ma strinse i denti.
"Tradimento!"
Arrivò alla porta, priva di controllo, che ansimava.
Ed entrò.

Sentiva il mantello blu appartenente al suo ordine di Cavaliere ondeggiare appena dietro alle sue spalle.
I corridoi erano nuovamente silenziosi, i tappeti di velluto erano stati rimossi, ed ora a terra non c'era che il nudo pavimento.
Zoppicava visibilmente, ma si costrinse a non chiedere aiuto a nessuno, nè a reggersi alla parete, e proseguì, a testa alta, l'elmo sotto un braccio, la spada nell'altra mano.
Salire nuovamente la rampa di scale che portava alla Sala del Trono fu una sofferenza, continuava a sentire la ferita pulsare sotto le bende, circondata dalla morsa dell'armatura d'argento.
Oltrepassò la spessa porta ed avanzò per l'enorme sala, vuota anch'essa dei tappeti e degli arazzi che sempre aveva visto alle pareti, dirigendosi verso il fondo.
Il trono era in penombra, e ai suoi lati vi erano una Guardia e un uomo dai capelli rossicci legati in una coda bassa. In mezzo a loro, seduto sull'altro scranno, gambe accavallate e sorriso talmente bianco da vedersi attraverso le tenebre, il re.
L'Imperatore.
Kazuya si inchinò, la testa bassa, ed il movimento gli procurò un'ondata di dolore lancinante -Mio Sovrano.- la sua voce riecheggiò nel­la grande stanza -Tu sei il mio re; il mio Imperatore. Lo giurai davanti al sole e ribadisco la mia promessa: il mio elmo è nelle tue mani- poggiò l'oggetto di fronte a lui -e la mia spada al tuo servizio.- prese la lama tra le mani e, lentamente, la sistemò di fronte l'elmo.
Il sangue aveva lasciato tracce visibili sull'acciaio.
Alzò lo sguardo ed incrociò solo l'ombra che oscurava il volto del nuovo sovrano. Ancora una volta, notò solo il suo sorriso scintillante.
Lo vide sistemarsi meglio sullo scranno, poi schioccare le dita -E' bene, Cavaliere.- disse. La sua voce era bassa, ma tra quelle mura pareva roboante -Tuo compito è proteggere il re, e in caso esso muoia, il re dopo di lui, fino alla tua morte.- il suo tono pareva quasi irrisorio -Mi compiaccio che tu sia rimasto per dare onore alla tua promessa.- il sorriso si allargò -E voglio sperare che tu me l'abbia dimostrato anche con i fatti, Cavaliere.- Kazuya fu sicuro che lo sguardo dell'uomo si fosse posato sulla sua lama insanguinata -E' il sangue dell'Erede?- chiese l'Imperatore, una vena di impaziente trepidazione nella voce.
"Tradimento!"
Kazuya chinò nuovamente il capo, talmente tanto da toccare terra.
Ora aveva un nuovo Sovrano. Non importava chi fosse, come agisse, perchè lui l'avrebbe protetto a costo della vita. E qualsiasi cosa gli avesse chiesto di fare, lui avrebbe eseguito, perchè così doveva essere.
Lo aveva giurato.
"Tradimento."
Il suo sguardo si piantò sul pavimento di pietra grigio scuro.
-Come lei ha chiesto, Mio Sovrano, si.- la sua voce era piatta ma ferma.
Rimase con il capo chino -L'ho ucciso con le mie mani, Grande Imperatore.-
"Tradimento..."
Ma oramai non era che un flebile sussurro nella sua testa.

Era solo l'inizio del Quinto Impero.

*

Ok. Ho preso come oro colato il consiglio di Zael ed ho deciso di postare questa fanfiction, per vostra enorme gioia *A*!! *cade*
Il titolo è ovviamente ripreso dal Fifth Sector, visto che la trama si concentrerà sui personaggi del GO, a parte questo Prologo, dove il protagonista è il nostro caro Ichinose. I capitoli non saranno tutti seriosi come questo, però avranno una lunghezza abbastanza notevole (sette, otto pagine di word in Verdana 10, per capirci), e spero davvero che non annoino nessuno. In caso, li accorcerò u.u E mi dispiace per Domon çAç! E' uno dei miei personaggi preferiti, ma-- dovevo! Mi serviva, e-- scusatemi çAç *si inchina*!!
All'interno della fanfiction (ambientata da ora in poi quindici anni dopo il prologo) i personaggi (che saranno chiamati sempre per nome e non per cognome) saranno in grado di dominare i quattro elementi (fuoco, acqua, terra, aria), e questo è l'unico spunto preso dalla serie Avatar, che è una serie meravigliosa, fantastica, che tutti voi dovreste vedere e alla cui io non sto assolutamente facendo pubblicità *svagheggia*.
Il motivo per cui mi è nata l'idea di far muovere i personaggi del GO (che adoro <3) all'interno di un mondo fantasy di quelli tradizionali, dove non mancheranno la magia e le creature sovrannaturali, non posso spiegarlo in questa sede, perchè sarebbe uno spoiler al primo capitolo, quindi rimando le spiegazioni alla prossima volta xD
Posso solo anticipare che ogni capitolo avrà protagonisti diversi, a turno, e che ognuno avrà una situazione diversa da raccontare e, chissà, forse alla fine si incontreranno tutti. Ho bei progettini al riguardo dehe :D
Avverto per la presenza di crack pairing, che non vi anticipo perchè sono curiosa di vedere come ne prenderete alcuni xD
Con gli avvertimenti ho finito. Ho come obiettivo il terminare questa fic, perchè grossomodo ho la storia già tutta in testa. Spero davvero che avrete voglia di seguirmi *inchin* (_ _)
Infine, vorrei ringraziare tantissimo Enrica, che ha ascoltato i miei vaneggiamenti e i miei fangirlamenti campati in aria mentre ideavo la trama e qualche particolare. Grazie davvero <3 E intanto gongolo perchè lo sto facendo online (?) buahahahahahah!!
Detto ciò, visto che come al solito le note stanno diventando più lunghe del capitolo, mi ritiro xD
Alla prossima, grazie mille per aver letto <3 *porge biscotti*

Greta.
  
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