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Autore: Tods    08/08/2012    6 recensioni
-Chi è la più odiata della scuola?-mormorai tra me e me.-“Ko-rey-Ann!”-tipo coretti da stadio.-Chi se ne frega? “Nessuno”. Chi è la più sexy della scuola? “Ko-rey-Ann!” Chi se ne frega? “Tutti”.
Pura e semplice verità.
Rimase in silenzio, ed io mi alzai, spingendo indietro la sedia.
-Vede? È una perdita di tempo.-mi leccai le labbra con la lingua.-Sono irrecuperabile, e non mi serve un’analista.-indicai il cacatua sulla mensola-Lei, piuttosto…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In love.'
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Jar of Hearts 

-Mrs. Alexander, ho raccolto informazioni su di lei, qui a scuola, vuole sentire cosa hanno da dire le persone che conosce?-strinse gli occhi dietro le lenti.
Sapevo sarebbe stata una perdita di tempo, ma non credevo sarebbe stato davvero così inutile.
Aveva tutta l’aria di essere una domanda retorica, e la cosa mi innervosì. Mi mossi inquieta sulla sedia di metallo e plastica.
-Onestamente? No. Non m’interessa.-era come aver sbagliato risposta. Come se avessi schiacciato il pulsante errato e la camera si fosse riempita con il rumore assordante di una sirena.
L’uomo aggrottò le sopracciglia al di là dei suoi occhialetti neri squadrati.
-“KoreyAnn? KoreyAnn è una stronza”-cominciò a leggere, con coinvolgimento. Sembrava quasi che lo pensasse anche lui. Le sue parole trasudavano odio.-“KoreyAnn la conoscono tutti, qui. E’ uscita con ogni singolo ragazzo della scuola. E si è comportata con tutti allo stesso modo. Le si può dire tutto ma non è incoerente. Lei è coerentissima. Fa la troia con tutti”.
Durante la breve pausa, l’uomo alzò gli occhi per cercare di scorgere qualche lacrimuccia, ma mi trovò gelida come un iceberg. Accavallai le gambe seccata, e cominciai a tamburellare con il piede sul pavimento, senza smettere di fissarlo, con aria di sfida.
-“KoreyAnn non ha amici. I ragazzi vorrebbero solo palpare il suo culo. E le ragazze vorrebbero solo avere il suo culo. Non so se mi spiego.”-mi lanciò un’altra breve occhiatina-“Alle medie ha fatto piangere uno di prima, si chiamava Trevor. Lui le aveva chiesto di uscire, e lei aveva detto di sì, ma poi gli aveva dato buca ed era uscita con uno di terza, Tyler. Due giorni dopo dovevano vedersi da Starbucks, ma lei ci era andata con Buck, il migliore amico di Tyler. Lui li aveva visti, ma a lei non sembrava importare. Anzi, credo che lei ci sperasse.”  
Mi ricordavo di Trevor. Mi ricordavo i suoi occhi azzurri e le sue fossette. Era davvero carino, per essere di prima. Tutte le ragazze stravedevano per lui.
Ma io avevo scelto Tyler. E poi Buck. E poi Chris, Richard, Vincent, Aaron, Eric…
Ridacchiai piano, stringendo appena un po’ gli occhi.
L’uomo sembrò innervosito dal mio comportamento, cosa che mi fece ridere ancora di più.-“Ho sentito che ha saltato un’intera settimana di scuola per passarla con Rich, un ragazzo senegalese dell’ultimo anno.. si dice che girino alcuni video piuttosto interessanti su You Porn…”
Risi ancora di più. Falso.
-Non le da fastidio che la odino così tanto?
Metà di quelle cose è falsa. Avrei voluto dirgli. Ma l’altra metà è vera. Mi dicevo.
Per la prima volta da quando ero entrata lì, nello studio dello psicologo della scuola, distolsi lo sguardo. Lasciai che i miei occhi vagassero per la stanza, alla ricerca di qualcosa che non fossero quegli occhietti intimidatori.
Gli risposi mentre guardavo un cacatua impagliato posato su una mensola. Chiunque imbalsami animali non è nella condizione di decidere se nella mia testa ci sia qualcosa che non va.
-No.-dissi, scuotendo le spalle. Lui sembrò voler obiettare, ma lo precedetti.
-Chi è la più odiata della scuola?-mormorai tra me e me.-“Ko-rey-Ann!”-tipo coretti da stadio.-Chi se ne frega? “Nessuno”. Chi è la più sexy della scuola? “Ko-rey-Ann!” Chi se ne frega? “Tutti”.
Pura e semplice verità.
Rimase in silenzio, ed io mi alzai, spingendo indietro la sedia.
-Vede? È una perdita di tempo.-mi leccai le labbra con la lingua.-Sono irrecuperabile, e non mi serve un’analista.-indicai il cacatua sulla mensola-Lei, piuttosto…
Uscii dallo studio sprezzante, sbattendo la porta con decisione.
Feci per andarmene, ma la segretaria mi bloccò.
-Deve aspettare qui, Mrs. Alexander. Sua madre verrà a prelevarla tra poco.-la guardai dall’alto in basso, soffermandomi sul vestito nero a fiori vecchio e consunto, e sui capelli striati di bianco e grigio, unti e bisunti.
-Posso andare a casa da sola, non sono una bambina.-arricciai le labbra.
-Lei è minorenne.-poi ripetè con fare tutt’altro che gentile.-Sua madre verrà a prelevarla tra poco.
Alzai gli occhi al cielo e mi abbandonai sulla panca di legno nel corridoio.
Presi a giocherellare con la punta dei capelli, arrotolandola attorno all’indice. Mi dava un’aria così snob, così… facile.
Dicono che tutti abbiano bisogno di uno psicologo, un qualcuno che li capisca perfino più di sé stessi. Quel idiota lì dentro non aveva capito un bel niente di me. Si era fermato all’apparenza, alla facciata, ai giudizi dei miei compagni! Pensa tu che stupido.
Ma dove l’hai trovata la laurea, amico? Nei cereali?
-Ciao.
Alzai lo sguardo confusa. Chi mi chiamava? Nessuno mi aveva mai detto “Ciao”. Assurdo, ma vero. Nessuno mi rivolgeva mai la parola, se non per chiedermi di uscire, o di scopare, o roba così.
Seduto esattamente di fronte a me, sul lato opposto del corridoio, c’era un ragazzo che non avevo mai visto. Biondo, occhi azzurri , con una macchia violacea sulla faccia. Picchiato. Ecco, cominciamo bene. Uno sfigato. Mi ha detto “ciao” solo perché spera di uscire con me. Il mio entusiasmo si estinse tutto assieme.
-Ciao.-sfoderai il mio tono da gatta-morta-femme-fatale.
-Come mai qui?-pura e semplice curiosità. Mi colpì come un pugno, quell’assenza di malizia e secondi fini.
-Sono cattiva. Tutti mi odiano. Roba così.-mi morsi la lingua. Il mio tono avrebbe dovuto essere più languido, invece era stranamente lamentoso.
-I miei divorziano, ho appena cambiato scuola, mi hanno fatto un occhio nero, ma forse te ne eri accorta già da sola.-fece spallucce e si stravaccò sulla panca. Era carino, però.
Mi sporsi verso di lui, poggiando il mento sul dorso della mano, cosa che mandava alle stelle gli ormoni di tutti i ragazzi con i quali ero uscita. Lui rimase impassibile.
-Mm, primo giorno?
Scosse la testa:-Sono qui da una settimana.
Come avevo fatto a non accorgermi di lui? Oh, forse ero troppo impegnata a fare la stupida con Alex, o forse era con Mark? Mah.
-Allora devi aver sentito parlare per forza di me.-ridacchiai, senza allegria.-Sono KoreyAnn Alexander, …la troia, la stronza, insomma, quella lì.
Il ragazzo strinse gli occhi, due piccoli pezzi di cielo, e disse in un soffio:-Niall.
Per un po’ ci fu silenzio, e ripresi a giocherellare con i miei capelli, sotto lo sguardo di Niall, che mi perforava. Mi stiracchiai ed allungai le gambe lungo la panca, sfilandomi le scarpe. Portare i tacchi tutto il giorno tutti i giorni non era cosa da poco. Mi stava uccidendo, sissignore.
-Non ci credo.
Mi tirai su di scatto. Eh?
-Come,  scusa?-mi difesi come una bambina.
-Non ci credo.-ripetè Niall, scuotendo la testa.-Tu non sei così.
Un altro che crede di sapere come sono. Niall, Niall, Niall, ci conosciamo solo da dieci minuti, come pretendi di capire? Come?
Risi forte, gettando indietro la testa. I ragazzi trovavano la mia risata così sexy… Alex veniva solo a sentirla.
Mi alzai, e mi avvicinai a lui. Gli presi il mento con due dita, e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
-Ah, sì?-mi sedetti a cavalcioni su di lui.-E come sarei, scusa?
Sentivo il cuore battermi all’impazzata. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena. Niall si liberò il mento con dolcezza.
-Non sei così.-ripetè, e io mi leccai le labbra, come per dimostrargli che si sbagliava. Io sono così, Niall. Sono così da sempre. Ma non ci credevo nemmeno io. Non più.
Mi avvicinai ancora di più a lui, fino a che i nostri nasi non si sfiorarono.
Lui rimase impassibile. Pezzi di cielo riflessi in altri pezzi di cielo.
E così, crollai.
-Hai ragione.-le lacrime cominciarono a rigarmi il volto.-Io sono molto meno di così. Io non sono niente. Io non valgo, niente.
Il mio respiro si fece affannoso, le lacrime mi sciolsero il trucco, soffocare i singhiozzi divenne sempre più difficile.
Chi sei, tu? Chi sei tu, ragazzo? Cosa mi hai fatto? Ero così sicura di me, ero così sicura che la mia bellezza mi avrebbe salvata. Ero così sicura che se mi fossi comportata da troia non mi sarei mai innamorata. Ero così sicura che se avessi cambiato ragazzo ogni volta che qualcuno cominciava a piacermi non mi sarei mai presa un impegno serio.
Perché? Perché mi hai fatta crollare? Perché non mi hai semplicemente chiesto di uscire? Di scopare? Ti avrei detto di no. Ti avrei fatto perdere la testa. Ti avrei eccitato all’inverosimile ma non sarei mai andata più in là. Perché lo faccio sempre.
Perché sono vergine.
Come puoi raccontare la storia della tua vita ad un ragazzo che non conosci? Come puoi?
Ma lui sembrava conoscermi. Sembrava guardarmi dentro.
Niall era l’unico ragazzo che conoscessi da più di mezzo secondo che non si fosse soffermato sul mio seno, o sul mio culo, o che non fosse impazzito per le mie mossette da quattro soldi.
Niall era l’unico ragazzo che, mentre era a mezzo centimetro dalla mia bocca mi aveva fatta piangere, e poi mi aveva abbracciata. Abbracciata davvero. Non mi aveva stretta a sé per portarmi a letto, mi aveva stretta a sé per consolarmi.
-Tu sei molto meglio di così. – mi corresse, con un piccolo sorriso.
Mi accoccolai contro il suo petto, continuando a piangere, e a raccontagli tutte le mie storie disastrate. Tutti i ragazzi che avevo fatto soffrire.
Gli dissi di Trevor, di Tyler, di Buck. Gli dissi di mia madre, che mi aveva detto che la bellezza sarebbe stata un’arma per me, l’unica arma per sopravvivere. Gli dissi di mio padre che aveva promesso di uccidere tutti i miei fidanzati, uno alla volta. Gli dissi di tutti. Di tutti quanti.
E lui ascoltò.
Credevo che i ragazzi non sapessero farlo. Credevo che nessuno sapesse farlo.
-Shh.-mormorò, e mi accarezzò i capelli. Fui scossa da un brivido, ed il mio cuore moltiplicò i battiti. Strinsi gli occhi e quando gli riaprii, mi ritrovai di fronte di nuovo il suo viso perfetto.
Gli accarezzai la chiazza viola con la punta dell’indice, seguendone i contorni.
-Chi sei tu?-bella domanda.
-Tu sei un angelo, questo è sicuro.
Niall rise, e il suo sorriso mi illuminò.
-Un’ora fa ti avrei risposto: “La ragazza più sexy che tu abbia mai incontrato
Mi allontanò i capelli con un gesto delicato. Sì, tu sei un angelo sul serio, caro Niall.
-E adesso?
La segretaria si affacciò sul corridoio.
Ragazza vestita da troia, senza scarpe semi distesa su ragazzo. Andiamo, fraintenderebbero pure le ragazze di Jersey Shore.
-Mrs. Alexan…-sgranò gli occhi.-Ragazzi, ma cosa combinate? Mrs. Alexander se vuole tenere la condotta che ha, è pregata di non farlo negli ambienti scolastici!-aveva un tono perentorio e parecchio irato.
Non provai nemmeno a giustificarmi. Ero abituata. Succedeva sempre, quando mi beccavano a limonare in bagno o nell’aula di scenografia.
Mi alzai e mi infilai di nuovo le scarpe.
-Adesso sono solo KoreyAnn.-seguii la segretaria verso l’uscita, dove mia madre mi aspettava piuttosto corrucciata.
-Allora ciao, KoreyAnn.
-Ciao.

*
Spazio autrice (lol)
Eccomi alla fine della mia prima One-Shot.
Onestamente speravo venisse meglio, 
ma alla fine sono abbastanza soddisfatta.
Voi cosa ne pensate?
La mia idea è la seguente:
vorrei fare una specie di raccolta/serie
di One Shot,
tutte dedicate a ragazze diverse.
Al contrario del solito questa storia finisce drasticamente,
all'improvviso, senza preavviso.
Sono proprio cattiva eh?
Recensite :)
voglio sapere se vi piace anche questo genere uu 

Tod

  
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