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Autore: LADY ROSIEL    09/08/2012    1 recensioni
{ JOON/MIR }
"Mir aveva da sempre mostrato un certo interesse per le donne, o almeno era cresciuto credendo nei valori di una famiglia formata da uomo e donna, ma non era un ragazzo così all’antica da precludersi in simili schematizzazioni tanto fervide. Sapeva per certo che nella vita niente era impossibile, di conseguenza anche l’innamorarsi, o quanto meno l’ammirare un altro ragazzo, non era un’ipotesi da scartare a priori. E con decisione poteva affermare che Joon fosse l’uomo più erotico che i suoi occhi avessero mai visto!"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Lee Joon, Mir
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Attrazione

joomir2 attrazione rev

La popolarità di Lee Joon era sempre più in ascesa, e questo ormai era un dato di fatto per chiunque in Corea. In verità la maggior parte delle band sia femminili che maschili godevano di una notevole popolarità fra la popolazione del Paese, soprattutto nella fascia più giovane di essa. Tuttavia Lee Joon era un caso a parte. Non era solo un cantante di successo ed un ottimo ballerino degli MBLAQ, lui era uno dei nuovi pilastri della seduzione Asiatica.

Probabilmente, quel suo viso dai lineamenti maschili ben proporzionati, le sue labbra carnose, i suoi occhi scuri ma sempre luminosi e quel suo sorriso che sfoggiava continuamente con il pubblico, erano stati la vera chiave del successo.

Il suo talento musicale non era certo in discussione, ma non si poteva certo dire che quel giovane ragazzo appena ventiquattr’enne, non avesse una certa dose di fortuna nella sua vita. Nascere talentuosi era già un miracolo, tanto più, essere anche maledettamente affascinanti era da considerarsi un doppio ed irripetibile miracolo.

La bellezza era una virtù notevole sotto molti punti di vista, e lo sapevano bene quelle persone che si consideravano del tutto comuni e mediocri. Essere avvenenti poteva farti entrare nelle grazie di chiunque,  seppur spesso e volentieri questo venisse associato ad una personalità vagamente stupida o lenta di apprendimento.
Era innegabile che, meritocrazia a parte, molte di queste personalità sfavillanti raggiungessero le vette più alte in un lasso di tempo davvero molto ridotto rispetto alle altre.
E Lee Joon, come molte altre persone, si era spesso trovato nella condizione di dover far valere le sue ragioni o il suo talento musicale  contrapponendolo alla sua sensualità di giovane uomo ammaliatore.

Entrare negli MBLAQ era stata la sua vera svolta.
In quel gruppo di giovani ragazzi, nonché coetanei, poteva far valere il suo talento senza mai rinunciare a quel lato gentile e un po’ immaturo che lo contraddistinguevano.
Mir dal canto suo amava quel lato infantile di Joon, così simile al suo da essere quasi sempre in sintonia, anche al di fuori di quell’immagine prestabilita che dovevano portare all’interno del gruppo una volta che si concedevano alle telecamere. E nonostante non lo desse a vedere, Mir era stato attratto da Joon al primo sguardo.
Non che solitamente fosse attratto dagli uomini, anzi, non aveva mai nemmeno colto una tale remota possibilità, almeno sino a quando non l’aveva conosciuto.
Dopotutto era un giovane adolescente a cui piaceva essere considerato ancora un bambino in determinate circostante, per poi tornare a risplendere di nuova vita ogni qual volta i suoi ormoni impazziti ne chiedevano il tacito assenso.

Aveva da sempre mostrato un certo interesse per le donne, o almeno era cresciuto credendo nei valori di una famiglia formata da uomo e donna, ma dopotutto Mir non era un ragazzo così all’antica da precludersi in simili schematizzazioni tanto fervide. Sapeva per certo che nella vita niente era impossibile, di conseguenza anche l’innamorarsi, o quanto meno l’ammirare un altro ragazzo, un uomo, non era un’ipotesi da scartare a priori. E si convinse del potere di questa sua teoria il giorno stesso che incontrò Joon. All’epoca non aveva mai incrociato lo sguardo con qualcuno che avesse un potenziale di seduzione tale da farlo  dubitare di se stesso.

“Joon era una creatura ancestrale. Era un angelo tentatore!” Dovevano essere proprio queste, o qualcosa di simile, le parole che la sua mente riuscì a concepire, perdendosi negli occhi castani dell’altro, per la prima volta. Ogni volta che Joon saliva sul palcoscenico o nel mentre posava come modello, inspiegabilmente cambiava. Non era più solo il buffo e ridanciano amico che condivideva con lui e con il resto della band quel sogno avveratosi, di essere un cantante professionista, era anche una macchina della seduzione. Gli bastava solo qualche mossa più accentuata, un sospiro più profondo, una ritrovata fiducia in se stesso e riusciva a stuzzicare le fantasie represse e i desideri più reconditi nell’animo di ogni persona che gli era accanto.

Agli occhi di Mir, Joon era come i due lati di una medaglia: da una parte era il fratello maggiore che sempre aveva desiderato, dall’altra era il re incontrastato della tentazione.
Difficilmente però, a sua detta, Joon avrebbe vinto in un confronto contro l’impareggiabile nonché amatissimo JaeJoong  dei Dong Bang Shin Ki. Seppur ai giorni d’oggi  era attualmente fuori dalla formazione principale della sua pop-band, insieme a Yoochun e Junsu, ai ferri corti con la loro casa discografica. Questioni che in quel medesimo istante non aveva voglia di soffermarvisi. In realtà JaeJoong aveva quello charme innato nel saper fare qualunque cosa, dalla più complessa alla più semplice, con una sensualità del tutto naturale. Spesso era riuscito a stendere milioni di fan sfegatate anche solo sfoggiando uno dei suoi caldi e rassicuranti sorrisi. Uno di quei sorrisi che provenivano dal cuore, dall’anima. La sua era una sensualità mai marcata all’inverosimile  con la quale spesso, nemmeno si accorgeva di mandare in visibilio la folla con i suoi semplici gesti.

Se a quella sensualità sovrapponeva quella di Joon, la differenza era notevole, sebbene il risultato era lo stesso: una folla urlante pronta a sbavare e con gli occhi a cuorino!
A volte gli sembrava di far parte di uno shojo manga!
L’unico punto debole di Joon, secondo lui, era quel suo lato un po’ troppo egocentrico e soprattutto quelle sue manie narcisiste!
Ecco, doveva dirlo!
Di certo non voleva far un torto al suo migliore amico, ma vederlo rispecchiarsi decine di volte la mattina presto quando si preparava lo mandava quasi in bestia! Anche se, doveva ammettere, che il testosterone e gli ormoni di Joon avrebbero fatto invidia a tutti gli attori del porno esistenti sull’intero pianeta! Ok, forse stava esagerando un pochino, tuttavia poteva affermare con decisione che Joon fosse l’uomo più erotico che i suoi occhi avessero mai visto! E sui film porno lui la sapeva lunga.
Seppur il suo volto angelico dicesse proprio il contrario.

L’erotismo e l’attrazione che Joon regalava ai suoi seguaci era del tutto fisica, così diversa da quella calda e composta di JaeJoong. Eppure, così dannatamente fatale e così bollente da annientare ogni freno inibitore.

Si sedette sul divano sorseggiando gazzosa, fingendo di leggere riviste sportive mentre la sua mente fantasticava senza permesso sull’amico.
Da quel che aveva potuto ben vedere,  Joon aveva un corpo che definire “scolpito” era un vero e proprio eufemismo!
E quando lo vedeva vagare per l’appartamento con solo i boxer addosso, gli era davvero molto complicato trattenere lo sgomento nel mentre lo scrutava con cura e attenzione, soffermandosi sui suoi pettorali, sul suo ventre a tartaruga, sulle sue possenti braccia...
Ne era sicuro, Joon discendeva dagli Dei!
A volte la sua fantasia rasentava limiti inimmaginabili tali da spingerlo persino ad adocchiare il suo bel fondoschiena e le sue zone erogene. Al pensiero, Mir sprofondò nel divano per l’imbarazzo – Ora era appurato: Era un pervertito senza ritegno!

In fin dei conti però, la colpa non era certo sua, se la convivenza forzata con  un ‘homme fatal’ del suo calibro lo deviava  verso pensieri poco innocenti.
Era Joon il colpevole!
Era lui il diavolo tentatore che si divertiva a sedurre ed ad ingannare quel piccolo angioletto curioso quale era Mir!

 «Che stai facendo di così divertente da riuscire a sognare ad occhi aperti?» Quella voce alle sue spalle lo fece sussultare per lo spavento e, prontamente, seppur ancora scosso, tentò di rispondere alla meno peggio. «Sto leggendo, non si vede?»
«Ah,  ma davvero? –, ironizzò, – Quindi non ti sembrerà così bizzarro se ti faccio notare che hai la rivista sottosopra!», lo canzonò poi con un’implacabile stoccata.
«Deve essere davvero molto interessante quella lettura.», aggiunse poi, terminando l’attacco.
«Lo è invece!» Si affrettò a controbattere per poi vacillare, sapendo di essere stato preso in contropiede. « E’ solo che…»
«E’ solo che cosa?» Domandò l’altro, d’un tratto afferrandolo per le mani.

L’incredulità colse Mir ancora una volta impreparato e, senza lasciarsi sfuggire l’occasione,  gli precluse ogni via di fuga, lasciandolo in balia degli occhi di Joon.
Di quegli occhi agognanti di passione.
Bastò uno sguardo, uno soltanto, affinché le gote di Mir s’imporporassero d’imbarazzo e forse anche di un sentimento mai realmente espresso.

«Joonie…» 
Una voce esitante, colma di meraviglia. Le grandi mani di Joon s’avvicinarono verso la pelle del viso di Mir, mentre i suoi occhi pragmatici continuavano a sedurlo, inconsapevoli di aver accelerato i battiti del suo cuore.
«Joon, cosa…» le parole gli morirono in gola in un sussurro rauco.
Una lieve distanza fra i loro corpi, così minima da essere quasi invisibile.
In quell’istante poteva sentirlo distintamente il respiro profondo di Joon, così calmo e regolare, seguito a ruota dal trotto ininterrotto del suo cuore tremante.
Una leggera carezza sul volto che scivolò nell’aria e poi nuovamente le sue mani si mossero, ma questa volta verso una meta precisa.
«Lo sapevo che non sai resistere quanto ti faccio il solletico!», esclamò divertito Joon, muovendo freneticamente le mani sui fianchi di Mir in modo da titillare quella pelle così sensibile.
«Maledetto! Ahahah, ti prego smettila!», lo supplicò l’altro, cercando di mantenere  un minimo di contegno.

Era successo ancora, di nuovo.
Per l’ennesima volta Joon l’aveva sedotto senza nemmeno rendersi conto di quali sconcertanti verità si celassero nella mente di Mir, probabilmente si stava solo divertendo a punzecchiarlo qua e là, ignaro dei sentimenti e soprattutto delle fantasie dell’amico.
Lo aveva attratto a sé con una semplicità schiacciante,  proprio come un campo magnetico con il ferro.
Lo aveva sedotto e tormentato, una delle strategie più usate nel galateo di Joon e lui per l’ennesima volta ci era caduto in pieno in quella sua trappola, eppure non gli era affatto dispiaciuto. Sorrise.
Ora che entrambi erano riversi nel divano, l’uno sopra l’altro a giocare come teneri poppanti a quel gioco tanto innocuo quanto pericoloso, Mir era al settimo cielo e glorificava se stesso per essere stato così stupido da cadere nella sua trappola.
Non si sarebbe sottratto da quel gioco, amava sentirsi in trappola.
E amava che fosse Joon ad adescarlo.

   
 
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