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Autore: ShakyStar24    10/08/2012    1 recensioni
Rosalie, quasi 18 enne frequenta la scuola superiore nella sezione marketing, lui Andrew 22 anni non frequenta la scuola ma bensì la strada.
Lei ragazza di sani principi, lui ragazzo che non riesce a capire il valore della vita.
Lei che cerca di non sbagliare, lui che prende brutte strade.
Ma a volte il destino gioca la sua carta, possono due persone così diverse condividere qualcosa di speciale?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Suona la sveglia, c'è scuola mi alzo dal letto e faccio la mia solita colazione: latte con i biscotti, di conseguenza mi lavo e mi vesto, c'è mio padre che mi accompagna, arrivo davanti al cancello della scuola e saluto le mi compagne di banco Desirè e Angelica, per me loro sono come sorelle, mi capiscono come nessun'altro riesce a fare. Ci avviamo verso la classe e ci accomodiamo ai nostri banchi, iniziamo a raccontarci quello che abbiamo trascorso la sera precedente, se è successo qualcosa e soprattutto l'argomento principale, i ragazzi. Ebbene si, quegli esseri strani e bizzarri che non sanno fare altro che far piangere una ragazza, praticamente essere stupidi secondo il mio parere. Per fortuna fino ad ora non ho trovato nessuno che possa farmi sentire uno straccio. Iniziano le prime ore di lezione, segue la campanella per l'intervallo, un giro nei corridoi non c'è lo toglie nessuno, 'driiin' dobbiamo ritornare in classe, verso l'una si esce da scuola e ognuno alla propria casa. Torno finalmente a casa, accendo il computer e accedo ad una delle più famose chat 'Facebook', avete presente il guastafeste di ogni relazione? Ebbene si, è lui. Controllo la posta, un messaggio. E' Andrew, lui è un mio caro amico praticamente ci siamo cresciuti, anche se seguiamo due strade diverse e soprattutto compagnie diverse. Lui è il classico teppista, io la classica ragazza dalle arie provocatorie ma infondo una santa. Leggo il messaggio, mi saluta e mi chiede come sto. Sono contenta di aver letto ciò e di non aver trovato qualche sorpresa. Sei mesi fa era stato arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti, alla fine lo hanno rilasciato perchè un componente della sua gang si è assunto le responsabilità. Sarà anche un ragazzo disastrato, che non è combina una giusta, eppure gli voglio bene. Sa essere un ottimo amico ed un gran consigliere, peccato che lo sia per gli altri e non per se stesso. Sento la voce di mia madre proveniente dalla cucina, mi avvisa che è pronto a tavola e così corro a tavola e mi accomodo per pranzare. Il pomeriggio vola tra una chiacchiera ed un'altra sia al computer che al cellulare. Così arriva la sera, mi preparo per uscire. Ho anch'io la mia compagnia, una piccola comitiva di amici. Giuliana, Loredana, Marco, Anthony, Chiara e Tony. M'incontro prima con Giuliana, lei è la prima che incontro la sera perchè il resto del gruppo tarda sempre a sbrigarsi. Così ci avviamo al centro della città la così detta 'villa'. Un posto pieno di verde e al centro un piccolo parco per far giocare i bimbi, chioschi per mangiare e bere ad ogni angolo, panchine per accomodarsi e il resto per passeggiare e divertirsi. Ci accomodiamo alla prima panchina che troviamo, iniziamo a parlare del più e del meno. Ad un tratto sento delle mani sul mio volto che coprivano i miei occhi, non dandomi la possibilità di vedere, queste mani provenivano da dietro. Sentivo Giuliana che rideva, era uno scherzo e immagino già chi è, così dico «Andrew sei tu!» finisco tale frase che finalmente mi vengono tolte le mani dal viso, era lui. Jeans larghi, maglietta a maniche corte con una giacca leggera e lunga sopra, pircing al labbro, al naso, al sopracciglio e all'orecchio, collana d'argento e occhi azzurri. Il classico ragazzo bullo, ma che ha sempre qualcosa che attira. I suoi occhi ad esempio, sono qualcosa di magnifico, peccato che il resto dei suoi atteggiamenti negativi siano da scartare. Si accende una sigaretta e inizia a parlarmi della sua giornata pesante che ha dovuto affrontare. Dentro di me penso, non ha un lavoro, non fa niente tutto il giorno e tutto ciò per lui è pesante?. Continuo ad annuire con la testa come se gli stessi dando ragione, peccato che la mia testa pensava tutt'altro. Squilla un cellulare era quello di Giuliana, l'avvisano di un piccolo contrattempo e di raggiungere intanto Chiara. Così si alza, saluta me ed Andrew e se ne và dicendomi che tardava almeno un'ora. Così rimango con lui che mi sorrideva e io non sapevo cosa pensare. Per fortuna è un tipo abbastanza socievole, non ho occasione di sentirmi in imbarazzo per non saper cosa dire. Posso dire che mi sento attratta da lui, non so cosa sia ma a volte sento il desiderio di abbracciarlo, ma poi penso 'è un amico'. Così attacco un discorso io, raccontandogli di un vecchio fatto ridicolo accaduto all'età di sei anni e noto che mentre parlo mi guardava negli occhi senza schiodarli un attimo e sorrideva. Finisco il discorso e lui continuava a tenere gli occhi su di me, incrociando il mio sguardo, io gli sorrido e gli domando cos'aveva da guardare e sorridere. Così sento esprimere dalla sua bocca la frase «sei bella». Rimango in silenzio, vedo che con la mano mi accarezza i capelli l'unica cosa che riesco a fare e guardarlo e sorridergli. Mi sento attratta, ma non riesco a fidarmi. Non contento cerca di farmi uscire qualche parola dalla bocca, ma non ottiene ottimi risultati. Quando rimango impassibile sono una tomba, un vuoto di parole. Ad un tratto sento la sua mano che prende la mia e sorridendomi mi invita ad uscire con lui la sera dopo. Gli sorrido ma rifiuto dicendogli «mi disipiace, ma per me sei solo un amico». Lascia la mia mano e abbassa lo sguardo, accenna un piccolo sorriso sarcastico, ritorna il suo sguardo su di me «tu non vuoi uscire con me perchè sono così, non perchè sono tuo amico» mi dice. Non so cosa rispondere, ha azzeccato in pieno il concetto. Avrei voluto tanto uscire con lui, ma come faccio a fidarmi di un tipo così. L'amicizia è un conto, ma se si và oltre che succede? Così riprende ad accarezzarmi i capelli, sottolineando che non si arrenderà, che riuscirà a convincermi. Per stroncare il discorso lo invito a prendere qualcosa da bere, così ci alziamo e andiamo a farci un giro. Inizia a parlarmi dei problemi che ha avuto negli ultimi giorni con la legge, gli sono arrivate delle carte a casa dove c'è scritto che comunque è sotto controllo. Sembra non fregarsene molto, ma in ogni modo cerco di aprirgli gli occhi, di non essere superficiale perchè potrebbe pentirsene. Camminiamo così a braccetto, io bevo il thè da una lattina e lui tiene in mano una piccola bottiglia di birra. La gente ci vede passare e guarda in una maniera discriminante, me ne frego, gli voglio bene è questo che importa.
  
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