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Autore: ToraStrife    10/08/2012    5 recensioni
Per una ragazza girare di notte non è mai consigliabile: figurarsi quando ad inseguirla ci si mettono vampiri, licantropi o zombie.
Ma sono proprio i mostri il vero pericolo?
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I mostri Notte nebbiosa  nella periferia di un vecchio quartiere popolare, situato in una sconosciuta città.
Una ragazza stava correndo a perdifiato per i vicoli, con un'aria evidentemente terrorizzata.
- Aiuto! - riuscì a gridare tra un'ansimata e l'altra - Qualcuno mi aiuti! -
Il silenzio era, regolarmente, l'unica risposta che otteneva. Ma lei non desisteva, così come non desisteva dalla sua fuga.
Alla fine il debito di ossigeno fu troppo grande anche per lei, e dovette fermarsi per una pausa, appoggiata alla parete di un vicolo.
Ebbe uno scatto di paura che la fece  balzare all'indietro, nell'accorgersi che non era sola.
A fianco a lei vi era un vecchio signore, con indosso un grosso cappotto che lo proteggeva dall'umidità di quella sera. Era in piedi, leggermente chinato in avanti, con entrambe le mani appoggiate a un logoro bastone da passeggio.
La ragazza lo guardò da capo a piedi, e poi tirò un sospiro di sollievo: non si trattava del suo inseguitore.
I baffi bianchi del signore si mossero, bofonchiando la prevedibile domanda:
- Ti vedo agitata, signorinella. E'  successo qualcosa? -
Al che la ragazza, disperata, si aggrappò al soprabito del vecchio.
- La prego, signore, mi aiuti! Sono inseguita da un vampiro! -
Il signore, imperturbabile, guardò poco lontano da lei, e alzò un braccio per indicare.
- Si tratta per caso di quello laggiù? -
La signorina si voltò e rabbrividì. Il vampiro, un individuo pallido, la bocca aperta dalla quale si intravedevano i canini luccicanti, si stava avvicinando con passo lento e calmo.
- E' lui! Il mostro! La prego signore, mi aiuti! Mi vuole uccidere! -
Il signore rimase imperturbabile, anzi, a dispetto di quanto si aspettasse la donna, abbozzò flemmaticamente un sorriso.
- Ma lui è solo un uomo che è stato ucciso e trasformato in una creatura della notte, e adesso può solo girare di notte perché il sole lo incenerirebbe. E in fondo ha solo bisogno di un po' di sangue per vivere. Non deve per forza uccidere -
La ragazza lo guardò sconcertata. Che cosa diavolo stava dicendo quel signore? Ma non c'era rimasto più tempo: il vampiro si stava avvicinando.
Decise di
continuare la fuga e lasciare il vecchio al suo destino.
Tutto ciò non aveva senso.  Va beh, per quel che importava: non si sarebbe assunta alcuna responsabilità sulla sorte di quell'anziano. Si poteva già immaginare le urla di quel matto senile mentre cadeva vittima del letale abbraccio del mostro, mentre questi lo mordeva sul collo e lo dissanguava lentamente.


La ragazza stava continuando a correre, ma stavolta per motivi diversi.
Quella era una notte da pazzi, davvero. Poco prima era scampata all'aggressione di un autentico vampiro, e in che cosa si doveva imbattere?
Un autentico lupo mannaro.
Dopo altri intensi minuti di corsa, il bisogno di ossigeno tornò a farsi imperante, insieme a una seconda pausa.
Per poco non le venne un colpo, quando a fianco a lei vi era di nuovo il vecchio, imperturbabile, vivo e completamente illeso.
- Ma che ci fa lei qui? E il vampiro? -
Il vecchio assunse un'espressione divertita.
- Ma te l'ho detto che non c'era nulla da temere! -
Un raggelante ululato interruppe la breve conversazione tra i due.
- Il licantropo! - gridò la poverina, stropicciando nuovamente il povero cappotto del vecchio.
- E' venuto qui per farmi a pezzi. Mi aiuti, la prego! -
Il vecchio
anche stavolta non si scompose.
- Chi, lui? Ma lui è solo un pover'uomo che è stato morso, e ora ogni luna piena si trasforma in un mezzo lupo. Ma in fondo è solo nervoso perché ha un pò fame. -
La ragazza stava cominciando a sentirsi presa in giro.
- Beh, se lei ci tiene a sfamarlo con la sua carcassa, faccia pure! Io mi metto in salvo! -
E per la seconda volta la ragazza continuò la fuga, lasciando il vecchio al suo destino.


Quella notte la sfortuna nera sembrava aver preso di mira la povera donna.
Prima un vampiro. Poi un licantropo! Volevate che ci mancasse lo zombie?
Infatti!
Lei continuava a correre, ma quegli odiosi gemiti la informavano costantemente che l'inseguitore, lento e innarrestabile, non mollava le sue tracce. Quando decise di essere a distanza sufficiente per un'altra pausa di fiato, si fermò.
Non si stupì quasi più quando, di fianco a lei, sbucò dal nulla la consueta figura del vecchio signore.
- Guardi, io non so chi è lei, - cominciò a sfogarsi  - Né come ha fatto a sopravvivere agli altri mostri! -
Intanto i gemiti del morto vivente cominciavano a sentirsi più distinti. Quindi la donna venne al punto.
- Non mi venga a dire che anche quello schifo putrefatto è inoffensivo! -
Il signore non tradì la sua espressione rilassata.
- Quello? Quello è solo un cadavere che hanno resuscitato dalla tomba. E mi creda, vorrebbe solo tornare a dormire. Nemmeno a lei piacerebbe essere svegliata in piena notte, dico bene? -
- Ma insomma, chi è lei, per poter dire che un vampiro, un lupo mannaro e uno zombie non sono pericolosi? Mi fa venire il dubbio che non è umano neppure lei! -
- In effetti, su questo devo darti ragione, cara. - confermò il signore.
Dopo una piccola pausa, sempre senza scomporsi, confessò:
- Io sono un angelo della morte. -
La ragazza indietreggiò, sbiancata in volto.
- Come, scusi? -
- Mi hai sentito benissimo. - confermò il vecchio, mantenendo la sua usuale espressione, come se quanto confessato fosse la cosa più naturale del mondo.
La fuggitiva non era dello stesso parere: si mise le mani sulla testa e si accovacciò.
- Questo è un incubo! Non può essere reale! - piagnucolò.
- Come, ti sembra incredibile, nonostante tutti gli incontri di stanotte? - domandò  l'anziano, con una punta di ironia.
I gemiti dell'altra creatura ricordarono alla donna che vi era più di un pericolo a cui tenere conto. Ma vi era un dubbio che doveva assolutamente sciogliere.
- E' un angelo della morte, ha detto? E' venuto per me? -
- In un certo senso. -
- Nooo! Stia lontano! Vuole uccidermi anche lei, come gli altri! -
Per la prima volta il signore assunse un'espressione seria. La quale, tuttavia, non nascondeva nulla di minaccioso.
- No, signorinella! Noi angeli non.... - tentò di spiegare, distogliendo una mano dal pomolo per indirizzarla nella sua direzione.
- Nooooo! -  fu tutto ciò che poté urlare la ragazza, prima di scuotere la testa e scappare via in preda al panico.
Il signore vide la donna allontanarsi di corsa. Abbassò il braccio e si abbandonò a un mesto sospiro.
Mentre lo zombie avanzava, il vecchio, incurante, si limitò a scuotere la testa.


- Qualcuno mi aiuti! C'é nessuno? - gridava la ragazza, mentre continuava la sua fuga.
Da quanto tempo stava scappando, ormai? Non si sentiva quasi più le gambe. Tanto che una di esse fece lo scherzetto di cedere e farle perdere l'equilibrio, trascinando il suo corpo per terra con un grosso ruzzolone.
Approfittò della pausa forzata lper spalancare la bocca ed aspirare ingenti quantità d'aria necessaria ai polmoni bisognosi.
Temeva che il cuore le sarebbe scoppiato per lo sforzo eccessivo, mentre con lo sguardo fissava la nuda terra che stava tenendo a distanza con le braccia tese e tremanti.
Mentre il battito rallentava e il respiro tornava regolare, la donna passò lunghi attimi immobile nella sua posizione, quasi nel tentativo di evadere un attimo da quell'incubo di realtà che stava vivendo.
Il contatto di una mano sulla spalla sinistra la fece sobbalzare d'impulso, mentre si lasciò sfuggire un grido che fece indietreggiare la figura davanti a lei: un uomo di mezz'età, con un impermeabile logoro che gli conferiva l'aspetto di uno di quelli degli investigatori delle storie hard boiled, il tutto accompagnato da un volto dipinto con un'espressione confusa e anche un pò turbata.
Sia ringraziato il cielo, pensò la donna, finalmente un essere umano!
- Chiedo scusa! L'ho spaventata? - fu le prime parole che sentì.
La ragazza che scosse la testa per negare fu il segnale che permise all'uomo di avvicinarsi e prestare soccorso.
La donna si aggrappò al signore e cominciò a sussurrare suppliche.
- La prego, mi aiuti! Vogliono uccidermi! -
Il signore tentò di calmarla, mentre chiedeva spiegazioni.
- Cos'é successo? Chi è che vuole ucciderla? -
- Mostri... mostri.... -
- Non capisco, in che senso mostri? -
- Vampiri...morti viventi... lupi mannari... -
- Che cosa? -
Dopo quella domanda dal tono incredulo, la donna sentì su di sé lo sguardo dell'uomo. Doveva averla presa per una matta. Scosse la testa, nel tentativo di raccogliere le idee.
- Beh, insomma, non erano umani, ecco. Esseri umani come io e lei... un momento! -
La donna ebbe un attimo di paranoia, e si ritrasse nel tentativo di guardare meglio l'uomo.
- Lei è un uomo... vero? -
L'uomo fece una smorfia.
- Certo che sono un uomo! Che razza di domande sono? -
La donna si sentiva una stupida. Stava facendo la figura della visionaria. D'altronde, come spiegare a un normale essere umano qualcosa di cui avrebbe riso lei stessa solo qualche ora prima?
Non sapendo che fare, si mise a singhiozzare, mentre l'uomo le si avvicinò per abbracciarla e calmarla.
- Senta signorina, non so cosa le sia successo per averla sconvolta così tanto, ma le assicuro che io sono un uomo, in carne e ossa! -
La donna, non sapendo cosa rispondere, preferì silenziosamente abbandonarsi nel caldo abbraccio del signore. Dopo tutte quelle disavventure, quel calore era decisamente una sensazione confortante.
Una piccola fitta poco sotto il torace: sentì qualcosa di metallico penetrarle la carne.
Con gli occhi strabuzzanti dall'incredulità, guardò dapprima in basso, per vedere la lama di un coltellino che veniva copiosamente sporcato da un rivolo rosso, e poi verso la faccia del signore, che stava sfoggiando un gran sorriso... di quelli distorti,  come quelli che vedi negli ospedali psichiatrici o nei volti dei maniaci assassini. Che le ripeté un'ultima volta.
- Io sono un uomo! -


Il vecchio signore era poco lontano, appoggiato come suo solito al bastone, in visibile attesa. Quando si accorse di qualcuno che si avvicinava, alzò gli occhi nella sua direzione.
- Finalmente sei qui. -
- Sì, vecchio. E ora so tutto -
Era la ragazza. Cioè, non proprio lei, quanto piuttosto la sua immagine speculare, trasparente ed evanescente. Per essere nuova dell'esperienza, aveva più un'aria scocciata che altro.
Il vecchio alzò il bastone e lo batté sul terreno, forse come segno di frustrazione, forse come segno di scuse.
Anche se in fondo aveva già capito la risposta, la ragazza sentì lo stesso il bisogno di chiedere.
- Quindi un angelo della morte appare quando sta per morire qualcuno, ci ho preso? -
- Sì - annuì lentamente il signore - ma io mi limito ad accompagnare le persone già morte nell'aldilà. Non uccido proprio nessuno! -
- E quindi tu sapevi che sarei morta non per il morso di un vampiro, uno zombie o un lupo mannaro, ma proprio per la mano di un uomo. anzi di un maniaco omicida... -
Si girò per vedere il suo assassino, e fece una lunga smorfia di disgusto.
- Nooo! Mi viene da vomitare! Che cosa sta facendo al mio povero corpo? -
- Ooh! - commentò l'anziano, con aria imbarazzata. - Si direbbe anche un necrofilo. -
Il fantasma preferì distogliere lo sguardo dal disgustoso scempio libidinoso che stava subendo il suo ex-involucro.
- Ma allora, i mostri che mi stavano inseguendo? -
- Ci crederesti, se ti dicessi che volevano semplicemente avvertirti di quel pericolo? Intendo quello reale? E che tu sei fuggita prima che chiunque di loro potesse farlo? -
- Mi prende in giro, vero?  - lo guardò scettica l'anima vagante.
- Chissà! - rispose il vecchietto, sfoggiando un sorriso enigmatico.
- Non è carino, da parte sua. Sono una giovane fanciulla appena morta, dovrebbe essere più gentile! -
Il vecchietto educatamente fece le proprie scuse, anche se l'espressione divertita dipinta sul volto faceva dubitare sulla loro sincerità. 
L'urletto eccitato del maniaco 
poco lontano, in preda a un orgasmo, irritò non poco la ragazza, che con fare sbrigativo si rivolse al signore.
- Non rimaniamo qui, vecchio! Se proprio devi fare il tuo lavoro, accompagnami dove devi e facciamola finita! -
- Sei pronta? - chiese l'angelo, - non hai rimpianti? -
- In effetti, uno sì... - Rispose la donna voltandosi un attimo in direzione del suo carnefice.
- Non si può proprio fare nulla per quello? Cioè, così, impunito... -
- Ma io non mi preoccuperei. - rispose
l'angelo con una strizzata d'occhio , mentre con un braccio cinse le spalle alla ragazza, invitandola a incamminarsi.
- Non dimenticare che questa notte in giro ci sono un pericoloso vampiro assetato di sangue, un terribile lupo famelico pronto a sbranare, e un minaccioso zombie affamato di carne e cervella! -
E si avviarono insieme nel viaggio verso l'aldilà.


- Posso almeno vedere come lo fanno a pezzi? -

- Dai, cammina! -



  
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