Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: LeAliDelCigno    10/08/2012    1 recensioni
Ciao a tutti cari lettori,
questa è la mia prima fanfiction,
che era iniziata come una one short che più avanti si è evoluta a ciò.
Essa è basata inizialmente sul silenzio e sulla routine. Ma più avanti ci sarà un avvenimento che spezzerà questa monotonia e renderà la vita del nostro giovane protagonista qualcosa di speciale.
Il personaggio principale è un ragazzo di sedici anni di nome Stefano e attraverso lui e i suoi occhi si narra questa storia (ora potete capire il significato del titolo).
Vi prego vivamente di recensire così potrò capire cosa ne pernsate e se ci sono cose che non vi piacciono o dove posso migliorarmi, dopotutto sono qui per questo :). Spero solo che questa storia sia di vosto gradimento; detto ciò vi auguro una buona lettura.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Ghiaccio

 

 

 
Si dice che si incontrano tante difficoltà mentre si percorre una “strada” vuol dire che è quella giusta, ma Stefano non sapeva più quanto crederci. La spiegazione è semplice dato che qualsiasi qualcosa facesse per avvicinarsi a Rose poco dopo accadeva qualcos’altro che lo riportava al punto di partenza o anche più in dietro! Erick a differenza sua sembrava sempre più vicino a lei. Senza contare che ora era praticamente stato messo fuori gioco per colpa delle punizioni dei suoi genitori.
Rose, intanto, restava lì; metaforicamente irraggiungibile nella sua bellezza, lontana  tanto quanto la voglia e il desiderio di volerla accanto.
 
Era ormai passata più di una settimana da quella notte ma tutto, dalle sensazioni ai ricordi, era ancora vivido nella pelle del ragazzo come un marchio impossibile da rimuovere. Quella sera tutto cambiò aprendo alcune porte apparentemente sigillate e chiudendone definitivamente altre. Ma ogni cosa sembrava essersi fermato a quel giorno anche se tutto lentamente continuava e Stefano sempre di più rischiava di rimanere indietro (cosa che in parte era già successa). Questa cosa preoccupò molto Ilaria che in tutti i modi cercò di spronarlo a fare qualcosa per riprendersi o a parlare con lei, però i suoi sforzi furono vani. Povera ragazza, non sapeva più cosa fare e dopo un po’, in preda alla disperazione e al dolore, decise di aspettare che fosse lui a venire da lei senza forzarlo a fare qualcosa che non voleva. Fortunatamente questo accadde qualche giorno dopo.
 
Quando accadde, Ilaria se lo ricordava bene, era marzo inoltrato e già si poteva iniziare a sentire un clima primaverile: i primi fiori sbocciati, le varie anche se rade foglioline sugli alberi, i dolci cinguettii… Insomma, tutto questo faceva pensare a una giornata perfetta, piena di divertimento, una giornata da vivere a pieno e col sorriso. Non per Stefano. Spesso nella vita reale il tempo non rispecchia il nostro stato d’animo o ciò che dobbiamo fare: quel giorno, infatti, bisognava raccontare e di far fronte alla dura verità.
Decise di affrontare l’argomento a casa di Ilaria, nel tempo previsto al “corso di recupero” fatto dall’amica stessa. Quelli erano gli unici momenti in cui Stefano riusciva a stare da solo con lei. Sapeva che non poteva più rimandare la cosa ma nonostante questa consapevolezza la prima volta non riuscì a dire nulla.
La seconda volta andò un po’ meglio anche se alla fine il ragazzo non riuscì a concludere gran che. Andò proprio così :
« Ilaria, devo dirti parlarti… » disse lui a mezza voce
« Dimmi » rispose lei dopo averlo guardato con una faccia su cui leggeva un grande punto interrogativo.
Il silenzio prese il sopravvento nella conversazione, l’agitazione si impossessò del ragazzo che esitò. Alla fine chiese tutto d’un fiato: « Ehm… Mi potresti rispiegare il nuovo argomento di filosofia che abbiano fatto oggi? … »
« Certamente, mi avevi fatto pendere uno spavento! Scemo! » rispose energica lei anche se non era convinta che quello fosse ciò che voleva veramente dirle e subito dopo si mise a spiegare l’argomento richiesto.
 
Il terzo giorno Stefano si fece forza e dopo aver fatto due profondi respiri le disse prima di iniziare la lezione: « Senti… Devo raccontarti una cosa… Ho bisogno di te »
Ilaria non credeva alle sue orecchie, non avrebbe mai pensato di sentire quelle quattro parole uscire dalla bocca di quel ragazzo! Ma, nonostante l’avvenimento degno di nota e festeggiamento annuale ( manco fosse un compleanno), la ragazza si mise silenziosamente all’ascolto seppur consapevole che le sue preoccupazioni del giorno precedente si sarebbero presto avverate.
Allora lui le raccontò tutto ma non la guardò in faccia per non bloccarsi: le disse di quella sera, di cosa era successo, di ciò che aveva sentito e provato, continuò fino a parlarle di quando tutte le cose precipitarono, speranze comprese, in mezzo ad altri mille problemi e divieti. Infine le spiegò la sua difficoltà nel capire cosa volesse veramente dire corteggiare e di quanto odiasse il fatto che Erick riuscisse a farlo così bene ed avvicinarsi sempre di più a Rose.
 
Il ragazzo continuò a parlare per un tempo interminabile dove si sfogò completamente, ma lei non osò proferir parola per tutta la durata del racconto. Una volta finito ci furono pochi attimi di silenzio assoluto. Subito dopo Stefano alzò finalmente lo sguardo verso la sua silenziosa ascoltatrice e la guardò agli occhi, quegli occhi che lo avevano sempre amato in segreto senza che lui si accorgesse di nulla, quegli occhi che anche ora soffrivano ma nascondevano le lacrima dietro un sorriso, quegli stessi occhi che ora facevano sentire Stefano piccolo e terribilmente in colpa.
“ Ilaria, devi avere veramente una forza bestiale… Quante lacrime avrà versato per me? Nonostante tutto lei è ancora qui… Sempre e comunque…” pensava tra se e se il ragazzo.
 
« Beh, tu non sei capace di corteggiare una ragazza… » disse lei rompendo finalmente quel silenzio tedioso « Ma sotto quel muso c’è una persona fantastica, quindi il mio consiglio è: sii te stesso… Non c’è modo migliore per conquistare una persona che essere se stessi, poi se ci sei riuscito con me ci riuscirai anche con lei! »
In questa ultima frase la voce di Ilaria vacillò e, accortasi di ciò, cercò di camuffarla con una risata incerta. Prima che però Stefano potesse dire o fare qualcosa lei lo prese per mano e lo accompagno alla porta d’entrata.
« Va da lei e dille tutto ciò che hai detto a me. I  tuoi sono convinti che tu sia qui da me quindi non sospetteranno nulla, ma fa attenzione… Va e prendi il tuo amore. » detto questo lo spinse fuori di casa e chiuse la porta.
Ilaria aspettò di sentire i passi allontanarsi da casa sua, aspetto qualche istante ancora fino a quando non rimase sola con il suo dolore e il macabro abbraccio del silenzio. Si sedette per terra con le spalle contro la porta e pianse. Pianse come mai aveva fatto in vita sua. Un dolore di una forza incredibile le stava squarciando il petto. Le lascive continuavano a sgorgare copiose e non davano alcun cenno di cedimento. Allora Ilaria si prese il viso tra le mani come a volersi nascondere dalla presenza di quel silenzio opprimente rotto solo dai suoi singhiozzi e che imperterrito continuava a fissarla, ad avvolgerla, a scrutarla con superiorità.
“ E’ questo il risultato di essere buoni? Perché devo soffrire così? Cosa ho fatto di sbagliato o di male per meritarmi questo?” si chiedeva ma il silenzio non fu capace di darle una risposta e tantomeno di consolarla.
Ad ogni minuto il dolore aumentava diventando più insistente e Ilaria non riusciva a fare nulla per diminuirlo. Le lacrime continuavano a scendere rigando e bagnando il suo volto. Ma nulla era lì per aiutarla, tantomeno il silenzio che continuava a guardare questa scena con la freddezza e l’indifferenza di un Big Brother¹.
 
********
 
 
Stefano rimase fermo fuori dalla porta di casa dell’amica per un po’ di tempo: che strano comportamento aveva avuto, non gli era mai stato successo di essere sbattuto fuori casa.
Il ragazzo scese le scale con molte domande che gli affollavano la testa, era meglio tornare da Ilaria per vedere se stava bene o sfruttare questa preziosa possibilità? Con un energia a lui estranea, e un piccolo senso di colpa, si incamminò verso casa di Rose che dopotutto era la stessa strada per andare nella sua dimora. Bastarono due minuti d’orologio per far si che Stefano si rendesse conto di ciò che stava accadendo, questa cosa fece riaffiorare un insieme di sentimenti così forti e contrastanti da bloccarlo in mezzo al marciapiede. Come si sarebbe dovuto comportare una volta d’avanti a quella casa? Cosa avrebbe dovuto dire. Per una volta non fu il silenzio a rispondere ma una voce flebile e lontana che gli ricordava Ilaria: “ Sii te stesso… Parlale col cuore, dille ciò che provi… Questo è ciò che devi fare”.
 
In quel preciso istante iniziò lentamente a piovigginare prima piano, poi sempre più forte. Stefano guardò il cielo, era limpido.
“ Che tempo strano…” pensò. Subito prese dal suo zaino un piccolo ombrello che si portava sempre dietro per gli imprevisti come questi. Si mi se a camminare sulla linea discontinua come era solito a fare nei giorni piovosi.
L’incessante pioggia continuava a scendere impetuosa ma Stefano era così immerso nei suoi pensieri che non la sentiva. Più avanti si trovava una pozzanghera. La schivò all’ultimo e subito gli venne spontaneo fare un mezzo sorriso. Per una volta sentiva nella pioggia un complice.
 
D’un tratto tutto fu chiaro, sapeva cosa fare. Accelerò il passo e imboccò delle strade poco frequentate. In pochi attimi fu d’avanti alla porta d’entrata della casa di Rose. La immaginava di già, bellissima come sempre, davanti a lui. Ora però non era tempo di fantasticare e quindi, dopo due profondi respiri, bussò alla porta. Silenzio. Riprovò più forte. Niente. Il suono sordo che aveva emesso bussando alla porta di dissolse nell’aria andando a dissolversi nelle particelle circostanti fino a non essere più udibile.
“ Che siano fuori casa?” pensò Stefano. Provò ad entrare. Era aperto.
Non era mai stato dentro quella casa, era rustica e molto spaziosa. La porta d’ingresso permetteva di accedere subito al salotto molto spazioso: fatto principalmente in legno con molti mobili rustici e storici ( sicuramente molto costosi), un caminetto in pietra, un divano ad angolo e un televisore al plasma. In parte al televisore c’era una porta che portava direttamente alla cucina. Diversamente dall’altra stanza questa era molto moderna ma sempre grande. Qui era tutto molto chiaro e le finestre permettevano di avere una buona luce naturale nella mattina.
Il parquet di legno molto pregato si estendeva anche in questa stanza. In mezzo ad essa giaceva a terra il corpo di Rose in una posa innaturale. Aveva la pelle più chiara del solito.
A quella visone l’agitazione e la paura si insinuarono in Stefano. In pochi secondi si senti gelare le vene del sangue.

 
 
 
¹: Romanzo nel quale si parlava di una grande macchina a forma di occhio che aveva la capacità di vedere all’interno di qualsiasi cosa, comprese le case. Da questo prende il nome il celebre reality show chiamato “ Grande Fratello”



Note:
Eccoci qui con un nuovo capitolo :)
Che ne pensate? Scrivere questo capitolo è stato parecchio impegnativo per me perché ho dovuto inserire tantissime cose ma senza appesantire troppo il testo. Secondo voi ci sono riuscito? Sappiatemi dire :)
Ora vi saluto
Kevs_cun
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LeAliDelCigno