Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: ShimizuBookman_    11/08/2012    1 recensioni
Strani incubi, sogni ricorrenti di oscurità. Cosa sta accadendo a Sara? Sono solamente cicatrici frutto della sua immaginazione, o qualcosa di più? Sarebbe stato piacevole, lasciarsi trasportare dalla tentazione più grande? Cos'avrebbe deciso, dunque?
{ Seconda ff Sara x Sebastian Michaelis, una specie di continuazione alla prima, dedicata ad una mia cara amica, ciau carissima! :3 }
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le lenzuola erano impregnate di sudore, il calore passava attraverso il sottile strato di velo, Sara si sentiva appiccicata e confusa, in quelle strane emozioni che la stavano attraversando.
Le pareti parevano sciogliersi sotto il proprio incubo, il nero stava tingendo il tappeto, il letto, le pareti e tutto attorno a lei pareva oscurarsi.
" Ojou sama? Ojou sama.."
Una voce calda come la stessa oscurità, capace di rapirla. 
"Lasciami stare!"
In pochi secondi, estrasse la pistola da sotto il cuscino e si mise a sedere, puntandola contro chi si fosse avvicinato a lei.
Con stupore notò che il proprio maggiordomo era chino sul letto, con una mano protesa verso di lei. E lei gli stava puntando contro l'arma, sfiorando la sua fronte.
- Ojou sama? Stava urlando nel sonno..
Con una mano strinse alcune delle proprie ciocche scure e percorse il proprio occhio destro con la punta delle dita, guardandosi davanti allo specchio, posto frontalmente al letto. Il marchio era ancora ben impresso nell'iride, e sospirò sollevata nel vedere che era ancora al suo posto, anzi, più brillante di prima.
- Va tutto bene, Sebastian, è tutto..
Cadde sul morbido guanciale e tossì appena, guardandosi la mano che ora presentava un taglio sul dorso.
- Questi sogni che sembrano reali continuano, eh? Forse dovrei operare la scelta di dormire sempre con voi.
- Mi ferisco nel sonno, ma non provo dolore.. è come se fosse, un'illusione.
Scosse la testa, mettendola a sedere e rimuovendo con lentezza la camicia bianca in seta da notte, con un piccolo imbarazzo da parte di lei.
Sfiorò la sua pelle candida con la punta delle dita affusolate, facendola rabbrividire e scostandosi appena dal suo tocco.
- Posso farcela da sola, Sebastian, grazie.
- Da quando sono tornato dall'incarico che mi è stato affibiato dal lord è cambiata, non sorride più.. forse dovrebbe imparare nuovamente come si fa.
E detto questo allargò un sorriso aperto, socchiudendo le palpebre e facendo brillare le iridi rosse.

"La perfezione in un corpo demoniaco, la tentazione e l'oscurità che l'attirava così tanto, la faceva sprofondare in un pozzo senza fondo"

- So che si fa, Sebastian. Non sono completamente fusa. 
Si alzò e indossò solamente dei pantaloncini neri corti, insieme ad una delle camicie che il mero maggiordomo si era dimenticato di rimuovere da camera sua, dopo alcune notti fa. Inspirò profondamente quel profumo di rose e se la mise, dimenticandosi che lui era ancora in quella stanza.
- Mylady? è forse la mia camicia quella?
- N-no! Sbagli! 
L'artigliò con le unghie e se la strinse addosso, indietreggiando velocemente verso le scale.
"Momenti di assoluta formalità fra una lady e il suo maggiordomo, intervallati ad attimi intimi e sensuali della vita di coppia."
- E' impregnata del mio profumo, me lo ricordo benissimo perchè la indossai circa quattro giorni fa.
- E anche se fosse? Ho finito i completi, bisogna lavarli tutti. Preferiresti che girassi nuda, stupido pennuto?
Con un colpo di tosse mandò in avanti delle ciocche corvine, coprendo il rossore che si stava formando sulle sue gote.
- Nuda, dice? Mh. Non sarebbe poi la prima volta che la vedo in quella forma.
- Sarebbe ugualmente imbarazzante, Sebastian. Torna ai tuoi doveri, preparerò il pranzo da me.
- Ma, uno dei miei compiti è proprio assicurarmi di prepararle i pasti, come da lei indicato..
- Oggi non ho molto appetito, preferirò fare qualcosa da me. Sono in grado di cucinare, sai?
Quell'inattesa presa di posizione da parte di lei lo fece sussultare appena, cambiando velocemente espressione da una seria e composta 
a una divertita, mentre, una volta arrivato esattamente davanti a lei e averla bloccata alla porta, posò un braccio al lato della sua testa impedendole ogni via di fuga.
- Sebastian, devo andare a prepararmi il pranzo, o farò tardi con l'incontro con Vincent Phantomhive nel primo pomeriggio. E non mi presenterò certo con la camicia del mio maggiordomo addosso e dei semplici pantaloncini corti.
- Il conte.. verrà qui, questo pomeriggio?
Chiuse la mano in un pugno chiuso e lo assestò esattamente accanto alla sua testa, ringhiando in sottofondo.
Osservò la sua mascella irrigidirsi, le nocche della mano sbiancare.
Portò una mano minuta sulla sua guancia e si alzò in punta di piedi, cercando di arrivare ad essa, con un piccolo saltello.
" Per me rimarrai sempre e solo tu, Sebastian. Se tu non ci sarai tu, chi mi starà accanto fino alla fine?"
- Sei geloso di lui, pennuto?
Nel sentire quel nomignolo che era solita affibiarli, si risvegliò e si calmò, sciogliendo il pugno ed alzandola per un fianco, in modo da facilitarle l'operazione.
- Mentirei se dicessi il contrario. E poi, quell'uomo ha degli interessi che vanno oltre al lavoro, Mylady. L'ho capito da come vi guarda.
- E' un eccellente uomo d'affari, ed è gradevole passare del tempo con lui! 
"Io non amo lui. Io amo te."
- Lo immagino, ma assisterò al vostro incontro per evitare che possa fare azioni sgradite al sottoscritto.
Inarcò un sopracciglio e le catturò il viso fra il pollice e l'indice, poggiando lievemente le labbra contro le sue.
Un vago rossore si espanse sulle guance di Sara, che rispose timidamente a quel gesto, restando contro di lui in punta di piedi.
- Ora sarà meglio che vada a finire i miei lavori, ci vediamo giù all'ora di pranzo. Magari assaggerò una fetta di crostata alle more che mi hai preparato la scorsa settimana. 
Detto questo uscì, lasciandole il tempo per finire di cambiarsi e passarsi il pettine di porcellana fra i capelli, indossando la benda e guardarsi allo specchio.
Scese elegantemente le scale e si diresse in cucina, appoggiando il cambio per il ricevimento sul tavolo del soggiorno, estraendo la crostata e affettandola, mettendo in infusione una bustina di Earl Grey.
Sebastian intanto si era appoggiato allo stipite della porta, e la stava scrutando cucinare, tamburellando le dita sul legno del tavolo.
- Oh, Sebasuchan. Ecco a te, anche se.. non diventerò mai brava come te a cucinare.. 
Prese una forchetta e addentò il dolce, nonostante non glielo avesse chiesto.

" Chissà cosa voleva dire, non mangiare mai. Un demone non aveva bisogno di mangiare, di bere, di nutrirsi, di dormire. Chissà com'era fare una vita così."

- E' squisito. Anche se non posso sentire bene i sapori dei cibi umani, posso dirle che questo è veramente delizioso. 
Allargò un sorriso contento che si spense quando sentì i battenti contro la porta, e osservò fuori dalla finestra il loro arrivato. 
Digrignò i denti e posò la crostata in un angolo del ripiano della cucina, spingendola a cambiarsi.
- Sebastian!
- E' arrivato Lord Phantomhive, vai a renderti presentabile per lui.

"Le sue parole lasciavano intendere una profonda malinconia, nonostante le stesse sorridendo, sapeva che si sentiva trascurato. Infondo, con tutti
gli impegni che aveva avuto in due settimane, avevano avuto poco tempo per stare insieme."


Indossò le calzette e un abito nero con un piccolo fermaglio che bloccava una coppia di piume di corvo, e andò ad aprire la porta.

- Vincent, benvenuto. 
- Lady Phantomhive.
Si inchinò in un breve baciamano, entrando e dando il cappello a Sebastian, che gli rivolse un'occhiata gentile e premurosa. 
- Mentre io preparo la cena, potete accomodarvi nel salottino. Sarò da voi fra poco con il tea di mezzogiorno. 
Anche se le sue parole erano pacate ed accurate come sempre, Sara sapeva che presto ci sarebbero stati guai in vista.

{ Ok, primo cappy dedicato alla mia :3 Mogliettina, per così dire. Io sono il suo Sebastian personale u_u Spero ti sia piaciuto questo primo cappy amor, al prossimo mi impegnerò!}

  
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