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Autore: WellBeAlright    12/08/2012    2 recensioni
Inconrtiamoci alla stazione ferroviaria alle 11.00.
Eravamo decisi a farlo, io lo ero, ma lei non rispondeva a quel dannato telefono. Alle undici lei non era li.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 AS LONG AS YOU LOVE ME
 
Sembrava collaborativo, calmo ma ero comunque intimorito. E' un uomo robusto, alto, potente.
-Senti ragazzo.
Diceva con la sua voce rauca. Intimorito ascoltavo parola per parola attentamente.
-Mia figlia è . . . tutto. Lei ha bisogno di me, quando io ho bisogno di lei. Questo significa che un giorno dovrò lasciarla andare e quando lo farò, avrà bisogno di stare con un uomo. Non un ragazzo, che è quello che sei !
Mi accusava d'essere un ragazzo, come se non lo fosse mai stato, come se non avesse provato l'amore, che va oltre ogni età, ogni numero.
-Io la amo.
Ribattei. Cosa potevo dire d'altro ? La amo.
La tensione divenne palpabile.
-Si, certo, l'ami !
Era infastidito, dopo un respiro riprese a parole amare.
-Sai che tipo di ragazzo sei ? Ancora una volta la stessa cosa, tu sai cosa significa ? 
Non osavo rispondere, sapevo che avrebbe fatto da sè, infatti continuò.
-Significa che un giorno la lascerai per un'altra e le spezzerai il cuore e questo non può succedere.
Lui non sa, non sa l'amore, non lo conosce, lui non ci conosce. Ero pronto a sputargli questa verità in faccia.
-Lei non ci conosce.
-Io non voglio ! Io non voglio conoscervi. prendi la tua macchina, parti e non tornare indietro, perchè se non lo fai, per te le cose non si metteranno bene.
Minacciava. Non voleva conoscerci per il semplice fatto che avrebbe capito che la sua adorata bambina oramai era cresciuta, che poteva e doveva, aveva il diritto, di amare. Lui la voleva per se, così mi minacciò d'andarmene o sarebbero stati guai.
-Cosa faresti ?
Chiesi.
Non rispose alla domanda.
-Lasciala !
Diceva di non voler che le spezzassi il cuore ma voleva che la lasciassi e così facendo avrebbe causato con le sue stesse mani le sofferenze di sua figlia.
La chiamavo e richiamavo dal telefono pubblico della stazione, lei non rispondeva, il mio cuore era in frantumi.
Iniziai a ricordare di quando a cavalcioni su di lei mi avvicinavo per assaggiare le sue delicate labbra mentre lei mi passava la mano tra i capelli. Quando di nascosto ci vedevamo, ci tenevamo per mano pedalando per le strade della città, con me era felice. Odiavo quando aveva dei momenti di debolezza, era grata che suo padre si prendesse cura di lei, ma non la lascia vivere e soprattutto non la lasciava amare. 
Morii dentro quando un giorno ci incontrammo, la baciai come se fosse l'ultima volta per poter ricordarle la fimma di passione e amore che ci legava, ci allontanammo e ci guardammo negli occhi, i suoi erano umidi. Si abbandonò alle mie braccia e incominciò a piangere, presi ad accarezzarle i capelli sul mio petto mentre il mio cuore era intrappolato in una morsa mortale. Vedere il suo dolore ne causava il doppio a me.
Ci divertivamo semplicemente con un pennarello a scriverci addosso parole romantiche, quando le scrissi quella frase che avrebbe deciso il nostro futuro. 
'Scappa con me.'
Poi le lasciai un biglietto.
Inconrtiamoci alla stazione ferroviaria alle 11.00.
Eravamo decisi a farlo, io lo ero, ma lei non rispondeva a quel dannato telefono. Alle undici lei non era li.
Saltai in macchina, arrivai a casa sua, l'imponente villa del signor Eric Adler. Come d'abitudine sgattaiolai tra le piante calpestando l'erba del giardino, m'arrampicai fino alla finestra della camera della ragazza che possiede il mio cuore. Isabella Adler.
La mia mano incontrò la sua al di là del vetro. Aprì la portafinestra, era decisa a fuggire con me.
'La nostra fuga d'amore'.
Così la chiamavamo.
L'aiutai a ripercorrere la strada tra gli alberi del suo giardino, a salire in fretta sulla mia macchina prima che Eric ci trovasse. Salii al posto del guidatore.
-Sei sicura di volerlo fare ?
-Si.
Rispose con la sua voce vellutata.
Eravamo su quella macchina, diretti alla stazione da solo dieci minuti, quando vidi i fari di un'altra macchina. Era buio, non distinguevo l'uomo che stava scendendo dall'auto sbattendo violentemente la portiera. Sapevo che era lui, lo sapevo con certezza.
-Resta qui.
Dissi alla mia amata. Non potevo lasciare che le succedesse qualcosa, perchè qualunque cosa fosse sarebbe stata peggio del mio dolore.
Scesi dalla macchina pronto ad affrontare o subire ciò che mi aspettava.
Si avvicinò a me con prepotenza mentre facevo passi in avanti verso di lui. 
Le sue rigide nocche colpirono la mia guancia sinistra. Poi la destra. Ancora ed ancora. Il dolore fisico per me in quel momento non aveva importanza perchè stavo provando il vero e puro dolore, quello dell'amore.
Isabella scese dall'auto, tentai di farla rimanere indietro quando mi colpì di nuovo, il sangue caldo iniziava a scendermi da non so quale parte del viso. Ero addolorato ovunque, ma non avrei lasciato che mi portasse via l'unica cosa per la quale vivo. Cercavo di difendermi invano.
Isabella gridava e gridava parole inutili a suo padre, non era deciso a fermarsi e io mi accasciai a terra sull'asfalto caldo dopo esser scaraventato al cofano dell'auto.
Mi rialzai sputando sangue con gli occhi di quell'uomo colmo di rabbia addosso, andai di nuovo verso di lui ma le sue nocche ebbero il sopravvento sul mio viso, caddi.
Isabbella andò da suo padre, cercava di spingerlo via. Il dolore aumentava. Ero incapace di rialzarmi vedendo l'amore della mia vita allontanarsi un'ultima volta da me.





Salve bella cente c:

E' la prima One-Shot che pubblico, spero vi piaccia.
Che ne dite di lasciare una recensione ?
Grazie in anticipo.



As long as you love me, we could be starving, we could be homeless, we could be broke,
as long as you love me i'll be your platinum, i'll be your silver, i'll be your gold.
 

   
 
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