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Autore: gattapelosa    12/08/2012    21 recensioni
Mi chiamo Camillia Silvereel, ho dodici anni e avrei dovuto vincere i sessantunesimi Hunger Games. Invece Capitol City ha preferito vedermi morire.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OMBRE DI UNA STORIA INFINITA






Mi chiamo Camillia Silvereel, ho dodici anni e sto per vincere la sessantunesima edizione degli Hunger Games.

 

Rimaniamo solo io e Oliver Jackson, tributo del Distretto 2. 

Come Arena gli Strateghi hanno ben pensato di mandarci nel tetro castello di un ricco omicida scomparso. Un omicida amante del collezionismo: conservava cadaveri, appendendone le teste e nascondendone i corpi.

Me ne sto nascosta quatta quatta sotto il peso di una trave caduta. Aspetto.

Oliver passerà di qui, lo so. E allora - zap! - Morto.

Ho predisposto una trappola particolarmente accurata: un’intricata rete di cavi e pesi. Sarò io a vincere la sessantunesima edizione. Io. E sarò la vincitrice più giovane della storia.

Nessuno si sarebbe mai aspettato un simile successo da me: Oliver Jackson è stato dato come super favorito dai pronostici a inizio giochi, io come spacciata già alla Cornucopia. E più andavo avanti meno persone credevano in me.

Anche ora, scommetto quel che volete, nessuno darebbe un centesimo sulla mia vittoria. Men che meno gli Strateghi, che hanno cercato di farmi fuori a inizio giochi.

Ammetto che forse lo scherzetto all’esame non sia stato proprio un’idea così geniale. Se si fosse venuto a sapere in giro quel che ho fatto…beh, lasciamo perdere.

Però ce l’ho fatta comunque! Io –ce – l’ho – fatta - comunque. 

Sono qui, appiattita contro il pavimento, con una trave a gravarmi sulle spalle.

Sento i passi di Oliver farsi sempre più vicini. Vedo i suoi stivali, vedo lo strappo dei pantaloni.

S’avvicina inutilmente cauto: non riuscirà mai a scorgere quel filo, ci inciamperà sopra e per lui sarà la fine.

Manca poco, manca pochissimo!

Ancora due passi, ancora uno… sento già il sapore di casa. L’abbraccio di mia madre. Il sorriso della mia migliore amica.

Ancora un passo, uno soltanto.

 

E invece Capitol City non gliel’ha voluto far fare, quel passo.

 

Da una tana che prima non c’era compare un topo che non s’è mai visto. Corre veloce, supera Oliver e calpesta quel filo.

La trappola scatta a vuoto, il tributo indietreggia.

Il topo corre verso di me, mi prende alla sprovvista: mi morde.

Io grido di riflesso, sollevandomi di colpo rovesciando la trave.

Sono faccia a faccia con Oliver Jackson, il ragazzo su cui tutti hanno scommesso, che non ha fatto infuriare gli Strateghi, che Capitol City vuole come vincitore.

Non scappo, non ne vale la pena: ho perso. A Oliver basta un lancio e il suo coltello mi trapassa il fegato. Crollo in ginocchio. Sento il sangue scorrermi copioso lungo il vestito, denso, appiccicoso.

Vedo Oliver fissare atterrito la trappola. Ha capito.

Non sarebbe stato lui a dover vincere.

Sarei stata io.

 

Mi chiamo Camillia Silvereel, ho dodici anni e avrei dovuto vincere i sessantunesimi Hunger Games. Invece Capitol City ha preferito vedermi morire.

 

Siamo pedine nelle loro mani, non basta essere i più forti per emergere.

Non conta chi siamo o cosa facciamo, non conta quanto impegno ci mettiamo, brilla il tributo che Capitol City vuole illuminare.

Gli altri sono solo ombre di una storia infinita. 



 

Bacheca dell'autrice


Veloce sclero estivo, qualcosa di semplice semplice. 
Spero possa comunque interessarvi! 

Camillia è solo di passaggio, è nata per esprimere un concetto che la Collins ribadisce spesso. Qualsiasi tributo, qualsiasi ragazzo, non è altro che l'ennesima pedina di un gioco più grande. Un gioco che non termina con la fine degli Hunger Games.

Beh, rendiamo omaggio a questa bambina. Grazie, Camillia. 

  
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