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Autore: 9Pepe4    12/08/2012    2 recensioni
Anche Tiberio, il secondo imperatore, è stato un bambino.
Un bambino che detesta il suo patrigno, e che ha un fratello minore a cui vuole sin troppo bene.
Un bambino inadeguato.
Per lui, gli incontri con le altre persone non sono mai contatti e basta. Sono dei veri e propri urti, che lo scuotono sin nel profondo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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Collidere

Prima parte – 32 a.C.

There’s something deep inside
That keeps my faith alive

Tiberio respira affannosamente.
Ha i capelli neri appiccicati alla fronte, i piedi nudi sporchi di terra.
Se ne sta seduto sul prato, nascosto dietro l’angolo della casa, e ascolta gli strilli gioiosi e infantili che scoppiano più in là.
Ottaviano sta giocando con i più piccoli: con sua figlia Giulia, con sua nipotina Antonia e con il fratello di Tiberio, Druso.
Forse non avrebbe cacciato nemmeno il primogenito di Livia, ma è stato Tiberio ad andarsene, a scappare via mentre il suo fratellino correva incontro al marito della loro madre.
E ora siede lì, con la schiena contro il muro. Ha caldo, un caldo insopportabile, perché il sole batte proprio contro di lui. Sente rivoli di sudore sotto la tunica, ma non può muoversi.
Restando lì, riesce a sentire la voce di Druso, a riconoscere le sue urla estatiche in mezzo a quelle delle due bambine. Anche se non può vederlo, capisce quando il fratello è più vicino a Ottaviano, o quando bisticcia con Giulia per chi deve farsi lanciare in aria dall’uomo.
Improvvisamente, poi, le grida festanti si interrompono, sostituite da qualche mormorio deluso e dai capricci di Giulia.
Tiberio storce le labbra, mentre immagina la ragazzina bionda che si aggrappa alla tunica del padre, piagnucolando perché non vuole che se ne vada.
Però, dopo qualche momento, anche quei suoni cessano.
Tiberio capisce che Ottaviano deve essersene andato, e respira forte, dal naso.
Da quando ha memoria, non ha mai potuto soffrire il secondo marito di sua madre, e anche se l’uomo non l’ha mai maltrattato, sa bene che l’antipatia è reciproca. Grattando le dita contro la terra, Tiberio si chiede perché. Forse perché lui somiglia così tanto a suo padre, Tiberio Claudio Nerone, l’uomo a cui Ottaviano ha portato via la sposa?
Se l’è domandato spesso, ma ancora non ha deciso se è l’ipotesi giusta.
Scrolla la testa, infastidito dal sudore, e improvvisamente si immobilizza, mentre il cuore comincia a battergli più forte.
Adesso gli altri bambini non stanno più strillando. Mentre lui era immerso nei propri pensieri, si è persa anche la voce di Druso, e Tiberio non ha più modo di sapere dove si trovi suo fratello.
Quella semplice constatazione lo fa raggelare. Per un momento, nonostante il caldo intorpidisca i suoi sensi, viene assalito dal panico.
Fa un goffo tentativo di rialzarsi, ma è talmente agitato che incespica ancor prima di tendere del tutto le gambe, e crolla di nuovo – rovinosamente – a sedere.
Si passa una mano sul collo per asciugare il sudore, e in quel momento dei passi svoltano l’angolo, e una voce lo chiama: «Tiberio?»
Lui sbatte le palpebre.
Di colpo, la sua agitazione svanisce, e si sente un po’ sciocco per essersi allarmato così tanto. Se ne vergogna persino un po’, ma anche l’imbarazzo perde presto importanza.
Perché ad averlo raggiunto, ad aver pronunciato il suo nome, è Druso.
Adesso il suo fratellino e lì, a pochi passi da lui, e lo fissa con espressione perplessa. «Stai bene?» domanda, prima di avvicinarsi.
Tiberio incrocia le gambe e fa un respiro profondo. «Sì» replica.
Druso gli regala un gran sorriso, prima di sedersi vicino a lui. «C’è caldo, qui» osserva, scoccando un’occhiata al viso sudato del fratello.
Tiberio si passa una mano sulla fronte. «Sì» dice di nuovo.
Il suo fratellino lo guarda, inclinando appena il capo. Sembra dubbioso. «Allora spostiamoci».
Tiberio sa che è una buona idea, ma per un momento non riesce a capire quanto lo è. Adesso che Druso è con lui, infatti, persino quel caldo umido e soffocante sembra essersi fatto sopportabile.
«Dove vuoi andare?» gli domanda.
Druso ci pensa un istante, poi si tira su. «Vieni» lo invita.
Tiberio si alza a propria volta, pulendosi le mani sulla tunica.
Mentre iniziano a camminare, Druso gli domanda in tono candido: «Perché sei andato via subito, quando è arrivato Ottaviano?»
Tiberio scrolla le spalle. «Non mi andava di giocare» mente.
A Druso, Ottaviano sta simpatico, e l’ultima cosa di cui Tiberio ha voglia è scivolare in una discussione sul loro patrigno.
Non ora che finalmente ha il suo fratellino tutto per sé, e possono star bene insieme come non sanno sentirsi sereni con nessun altro.
Druso sembra accettare la risposta di Tiberio, anche se gli lancia un’occhiata in tralice. Senza dir nulla, guida il fratello all’interno della loro casa.
Tiberio lo segue senza domandare niente, perché probabilmente Druso è la sola persona a cui metterebbe in mano la sua stessa vita, e ben presto sbucano nel peristilio.
Sempre in silenzio, Druso prende la mano di Tiberio – quella del maggiore è calda, quella del minore è fresca e pulita – e lo guida sino all’impluvio, la vasca che raccoglie l’acqua piovana.
Prima che Tiberio possa domandare alcunché, poi, il fratellino gli dà un improvviso spintone, facendolo capitombolare nella vasca.
Questa non è troppo fonda, ma Tiberio riemerge sputacchiando dappertutto, col viso paonazzo. Non se lo aspettava.
«Ehi!» protesta, scrollando la testa come un cane bagnato.
Druso, dal canto suo, sembra trovare la scena molto divertente. «Ho avuto una bella idea, vero?» domanda, con gli occhi che brillano.
Tiberio non perde tempo a rispondere: allunga svelto una mano, acchiappa la caviglia del fratellino, e dà uno strattone deciso. Druso perde l’equilibrio, e casca nell’impluvio col fratello.
Per un istante, finisce sott’acqua con la testa, e quando riemerge emette degli strani suoni singhiozzanti, e sussulta tutto.
Per un solo secondo, Tiberio si irrigidisce, chiedendosi se ha fatto piangere suo fratello. Però, non appena incrocia gli occhi di Druso – ora bagnato come lui dalla testa ai piedi –, tutto si fa più chiaro, e Tiberio respira sollevato.
Druso non sta piangendo, sta ridendo, così forte che sembra debba mancargli il fiato.
«Be’, è divertente, non trovi?» domanda, quando riesce a riprendersi, sguazzando un po’. «Dopo tutto quel caldo…»
Tiberio gli sorride. «È un bel cambiamento» concorda, anche se si chiede cosa dirà loro madre quando li vedrà bagnati fradici, vestiti compresi.
Druso deve intuire il suo pensiero, perché si mette a ridere sottovoce.
Ed è in quel momento che Tiberio lo fa, senza neanche spiegarsi il perché. Non è il gesto di un amico, tanto meno di un amante, è solo il disperato bisogno di affermare che quel bambino gli appartiene almeno un po’, di togliersi dalla testa che Druso non abbia bisogno di lui nemmeno la metà di quanto lui ha bisogno di Druso. Si avvicina al fratello e si tende verso di lui.
Dopodiché, solo per un attimo, le sue labbra sfiorano quelle di Druso.
Il più piccolo continua a ridere silenziosamente anche durante quell’ombra di un bacio, ma Tiberio si ritira di scatto, confuso e timoroso di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Ma poi Druso esce dalla vasca, e tende la mano per prendere quella del fratello e tirare fuori anche lui.
I suoi occhi sono luminosi come sempre, e non c’è paura né smarrimento nel modo in cui si rivolge a Tiberio.
C’è solo l’affetto di tutti i giorni.
«Se andiamo al sole, scommetto che i vestiti si asciugheranno subito» profetizza, tranquillo.
Tiberio annuisce, immensamente sollevato.









Note:
Okay, non so di preciso cosa scrivere, se non che vi ringrazio per essere arrivati fin qui.
Spero la lettura non sia stata pesante o spiacevole.
Le frasi in corsivo in alto a destra vengono dal ritornello della canzone “Collide” degli Skillet (canzone da cui viene anche il titolo della storia).

Infine, per quanto riguarda questa prima parte, ci sono alcuni punti che vorrei chiarire, a scanso di equivoci:

Il bacio. Per me, non era un vero e proprio accenno all’incesto. Non voleva implicare che Tiberio fosse innamorato del fratello o che provasse desiderio nei suoi confronti o cose del genere. Più che altro stava a sottolineare che il loro rapporto è sbilanciato, perché il maggiore sente di aver bisogno del minore molto più di quanto il minore abbia bisogno di lui, e volevo che questo disagio si mostrasse in un gesto inconsueto. Alla fin fine, però, interpretatelo come vi pare, morte dell’autore e tutto il resto XD

Livia. La madre di Tiberio e Druso, la terza moglie di Ottaviano.

Ottaviano. Augusto, il primo imperatore. Secondo marito di Livia, patrigno di Tiberio.

Giulia. La figlia che Ottaviano ha avuto dalla sua seconda moglie Scribonia.

Antonia. È Antonia minore, la figlia più piccola di Ottavia (la sorella di Ottaviano).
  
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