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Autore: SeaLight    12/08/2012    3 recensioni
Ma il sollievo per la salvezza dell’amico fu sostituito immediatamente da una terribile consapevolezza che come una doccia gelida avvolse Tenshinhan da capo a piedi, privandolo del respiro e impossessandosi fulminea di ogni cellula del suo corpo.
Perché non sarò contenta finché non avrò inondato il fandom di Ten/Lunch.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiaozi, Tenshinhan | Coppie: Lunch/Tenshinhan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sì. Dunque. Eccomi qua. E ovviamente, con Tenshinhan. Naturale. Credo che non smetterò di ingrossare le fila delle fanfiction sul mio treocchi preferito finché non farò venire la nausea a tutto EFP. E la domanda spontanea è: perché devi romperci le sfere del drago fuori dalla raccolta Due cuori, tre occhi e uno starnuto? La risposta è: perché questa one-shot è ANGST. Tanto, taaaaanto angst, lo so, sono uno bastarda sadica perversa e faccio soffrire Ten ogni volta che posso. E' che guardando la puntata in cui Majin Bu fa allegramente fuori tutti gli abitanti della Terra - sì, era un sacco di tempo fa. Lo so. Ci ho messo un sacco di tempo per finirla - mi è venuto spontaneo pensare a questa cosa, ecco. Non è facilissimo per me conciliare il carattere di Tenshinhan con l'amore per Lunch, ho sempre paura di farlo troppo freddo o troppo... uhm, caldo, LOL, e se vi sembra OOC ditemelo all'istante!
E quindi, sperando che vi piaccia e che non sia una schifezzina totale, vi saluto. Spero anche che vorrete lasciarmi un parere, così che possa migliorarmi in questo genere. Alla prosssima! :D
SeaLight


 

Vivo in mezzo ai morti.



Come fuochi d’artificio, meteore d’intensa luce rosa erano piovute improvvisamente dal cielo, avvicinandosi al terreno a velocità impressionante. Ma erano tutto tranne fuochi d’artificio. Emanavano un’aura talmente negativa che Tenshinhan stentò a crederci. E prima che potessero fare qualunque cosa, piombarono sopra di loro, accerchiandoli da tutte la parti senza dar loro un attimo di respiro.
- Oh, Tenshinhan! - gridò Jiaozi, che cercava in ogni modo di schivarli aiutandosi con la sua piccola mole.
- Sta’ attento, Jiaozi!
Erano ovunque. La loro potenza era parecchio elevata, e di sicuro colui che aveva lanciato quel colpo aveva un’energia pressoché immensa, ma facendo ricorso a tutta l’agilità che possedevano riuscirono ad evitarli, seppur con una certa difficoltà. Stava indubbiamente accadendo qualcosa di strano al loro pianeta, da tempo fenomeni anormali ne sconvolgevano l’equilibrio. La Terra era nuovamente minacciata. Un cattivo presentimento, un sentore di morte, albergava nei cuori dei due guerrieri, scossi da quell’incredibile dimostrazione di potenza - e di crudeltà, perché quei colpi energetici, ne erano certi, erano arrivati sin lì apposta per ucciderli. E avrebbero scommesso la testa che quei due tizi apparsi nella loro mente qualche giorno prima, il mago secco e mingherlino e quell’enorme mostro rosa, ne fossero la causa.
- Dannazione, quanto darei per sapere cosa sta succedendo...
- Ten, stai bene?
- Jiaozi, grazie al cielo!
Ma il sollievo per la salvezza dell’amico fu sostituito immediatamente da una terribile consapevolezza che come una doccia gelida avvolse Tenshinhan da capo a piedi, privandolo del respiro e impossessandosi fulminea di ogni cellula del suo corpo. Come se tutti i suoi organi interni fossero stati brutalmente estratti e sostituiti con blocchi di ghiaccio. Senza dire una parola, si voltò di scatto e si alzò in volo quanto più veloce il suo fisico gli consentisse, ansimando, un enorme macigno a opprimergli l’anima.
Un orrendo spettacolo gli si presentò davanti. La casa tonda marchiata Capsule era stata completamente distrutta, ridotta a nient’altro che un cumulo di macerie. Si precipitò fra i resti, concentrandosi al massimo per cogliere anche solo un minimo sentore di vita. Invano.

Rosso e oro. Colori così belli, così gioiosi insieme nel periodo natalizio. Così terribili ai suoi occhi, mentre stringeva con mani tremanti i capelli dorati di Lunch, macchiati del suo sangue. Perché lui ce l’aveva fatta a scampare a quello che - lo sentiva - era stato uno sterminio. Ma Lunch no. Il suo corpo giaceva sotto le rovine, schiacciato dal loro peso, un enorme buco nel petto da cui sgorgava ininterrotto un flusso scarlatto. Gli occhi smeraldo sbarrati, la bocca spalancata e grondante sangue, come se avesse tentato di chiamarlo un’ultima volta, mentre la morte la circondava e la ghermiva nei suoi freddi artigli.
Le membra di Tenshinhan tremavano incontrollate, e lacrime di rabbia e dolore sfuggirono, traditrici, al suo controllo. Contrasse il volto in una smorfia, nel vano tentativo di reprimerle. Si sentì totalmente, completamente inutile. Sconfitto. Ancora una volta, non era stato in grado di proteggere le persone a lui care. Con delicatezza, prese la donna fra le braccia, le chiuse le palpebre, e la fissò inerme per un tempo che gli parve infinito.
- Ten, che cosa succede? Ten?
Sollevò lo sguardo al cielo, rivolgendo il suo dolore al vento, e parlò all’amico con voce roca.
- Sta succedendo qualcosa, Jiaozi. Credo che la Terra sia... sia di nuovo in pericolo.
Il piccolo la vide. Si bloccò immediatamente a mezz’aria, cercando di assimilare il fatto che colei che l’altro reggeva era Lunch. Ed era morta.
- Oh no... Lunch...
Un umido velo lucido ne offuscò i grandi e dolci occhi, e calde lacrime scivolarono sulle sue guance. L’altro guerriero, dandogli le spalle, si allontanò di qualche passo. Posò la compagna priva di vita a terra, accucciandosi, e le pulì il viso con un lembo della sua maglietta - Dio, quant’era bella anche in quel momento, vederla faceva male. E infine, proprio affianco a lei, affondò le mani nel terreno e cominciò a scavare. A mani nude, una manciata di terra per volta. Lo sguardo spento, apatico, perso nel nulla. Jiaozi lo guardava scavare, immobile, senza osare intromettersi né fiatare. Lo conosceva meglio di chiunque altro, eppure non riusciva minimamente a prevedere come avrebbe reagito. Pareva un’altra persona, così spento, svuotato, non sembrava più lui.

Lunch fu sollevata dalle sue forti braccia, e adagiata lentamente nella buca; una buca poco profonda, appena sufficiente a contenerla, il più vicino possibile alla superficie. Si riempì le mani del terreno che aveva rimosso, ogni pugno di terra una spina, che dolorosa gli trafiggeva il petto. In breve non rimase scoperto che il volto di lei. Sembrava che stesse dormendo, e che da un momento all’altro si sarebbe svegliata cercando il suo fucile e sbraitandogli contro come suo solito per poi finire immancabilmente a baciarlo, solo perché ne aveva voglia. E invece l’invincibile Lunch non avrebbe più aperto quegli occhi verdi e blu, non avrebbe più storto il naso prima di uno starnuto, non sarebbe più stata il terrore dei poliziotti, non avrebbe più sorriso senza alcun motivo - gli illuminava la giornata, uno solo di quei sorrisi. Niente più sfuriate all’ora di cena, niente più strilli ogni volta che lui tornava con qualche ferita, niente più abbracci inaspettati, niente più minacce a mano armata, niente più Lunch. Non resistette al desiderio di sfiorarla ancora una volta, di accarezzarle il viso, prima che altra terra lo nascondesse alla sua vista. Alzò appena lo sguardo intorno, scorgendo una sagoma familiare. E conficcò il mitra di Lunch a poca distanza dalla sua testa.
E poi si allontanò, dandole la schiena. Una rabbia sorda e muta stava montando nell’animo del guerriero, che, a capo chino, continuava a non dire una sola parola, ma incrementava sempre di più la propria aura in un crescendo lento ma incessante. Rabbia e rancore scorrevano nelle sue vene, mentre digrignava furioso i denti, lasciando gocciolare le lacrime a terra senza più badarvi.
- Tenshinhan... - solo la voce di Jiaozi riuscì a placarlo. Si voltò a guardarlo, piano. L’accecante luce bianca che lo circondava si dissolse all’istante, e accolse l’amico fra le sue braccia, cullandolo con dolcezza.
- Su, Jiaozi. Concentrati. Senti? Non c’è più anima viva sulla Terra. Sono certo che le sfere del Drago risolveranno tutto anche questa volta.
Forse.
- E’ inutile stare qui a far nulla. Cercherò di andare a vedere cos’è successo, anche se immagino che non potrò far molto. Ma tu non seguirmi per nessun motivo. Intesi?
Il piccolo tirò su col naso, strofinandosi il volto con un braccio. Sapeva che non avrebbe cambiato idea.
- Sta’ attento, Ten!

E Tenshinhan s’alzò in volo, diretto chissà dove, consapevole che il suo aiuto sarebbe servito a poco, ma incurante del pericolo mortale che s’apprestava a correre. Che diritto aveva, lui, d’esser vivo in mezzo ai morti?




 

   
 
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