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Autore: phoenix_esmeralda    13/08/2012    4 recensioni
“ - “Bella mascherata” – mi dice lui, ricambiando la mia occhiata con un’altra occhiata ironica rivolta al mio aspetto. Il suo sorriso sarcastico sembra sottolineare la sobrietà del mio abbigliamento e la severità della crocchia in cui ho racchiuso i miei riccioli dorati. – “Suppongo che la tua padrona si sia fatta trarre in inganno!”
Stringo le palpebre e mi mordo un labbro per trattenere la rabbia. Mi sta insultando come se non fosse lui quello colto in fallo e incatenato a un muro.
- “Ti consiglio di moderare la lingua Terence! Io e te abbiamo un conto in sospeso!”
Quarta classificata al contest "Un giorno lo incontrerai" di Medusa Noir.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Jordiana, questa mattina sono scomparsi altri rubini! Si aggira un Alych dalle nostre parti, senza dubbio. Devi stare attenta a non lasciare aperta nessuna porta! Tremo solo al pensiero che uno di quei selvaggi abbia messo piede in questa casa!

- Certamente, signora.

Alzo gli occhi dallo scialle che sto rammendando per incontrare lo sguardo ansioso della padrona. Gli Alych la spaventano come poco altro riesce a fare. Il fatto che siano una popolazione in minoranza, che vivano nascosti - da fuggitivi - per evitare lo sterminio messo in atto da gente come lei, non sembra influire in alcun modo sulle sue angosce. L’unico elemento su cui si basa nei suoi giudizi è la necessità degli Alych di procurarsi in continuazione rubini, materia prima da cui traggono energia. È una caratteristica dovuta alle terre in cui sono nati, un dettaglio che potrebbe fin apparire trascurabile, eppure questo agli occhi della padrona non li rende umani. Non li rende umani agli occhi di quasi nessuno, per dirla tutta.

- Ho perso una collana e due bracciali in una settimana! – la sento dire allontanandosi – Tutti i rubini che ho ereditato da mia madre se ne stanno andando uno alla volta!

Chino nuovamente la testa sullo scialle e continuo a lavorare.

 

Entro nella stalla con il piccolo Milky: ultimamente sta manifestando una vera passione per i cavalli e portarlo nelle scuderie aiuta a trascorrere la mattinata più rapidamente.

Spero di non trovare lo stalliere, ma lo vedo subito, appena conduco il piccolo padroncino attraverso la porta. Ha il forcone in mano e sta sistemando il fieno in una pila ordinata. Quando ci sente entrare, si volta e ci lancia uno sguardo di ghiaccio.

- Il signorino vorrebbe vedere i cavalli – spiego, spingendo delicatamente in avanti Milky. Sto gettando la responsabilità sulle spalle di un bambino di cinque anni.

- Non potete stare qui, agitate le bestie – risponde lui, seccamente. È molto alto, la sua figura imponente basta a farmi sentire sgradita in quello spazio.

- Faremo piano, non le disturberemo. Sono abituata a trattare con gli animali.

- Oh, davvero? - occhi azzurri che mi perforano irriverenti –Avrei detto che fossero altre le vostre compagnie! Pensavo preferiste alzare la gonna di fronte agli uomini, piuttosto che occuparvi di cavalli!

La sua è una cattiveria bella e buona. Non può avermi visto con nessun uomo, semplicemente perché da quando lavoro in questa casa non ne ho mai avuto uno. Arrossisco di imbarazzo e di rabbia e copro le orecchie a Milky. Non voglio che senta questa conversazione.

- Siete un bastardo – sibilo – Forse la vostra cattiveria deriva dal fatto che non vi intrattenete con una donna da secoli, cosa che, dato il vostro carattere, non potrà migliorare!

- No, non migliorerà se voi siete l’unica giovane donna a disposizione in questa casa, credetemi – i suoi occhi azzurri mi osservano sarcastici – E ora portate il moccioso fuori di qui. Vi do un minuto!

Per qualche secondo penso che lo sfiderò apertamente e non muoverò un passo. Poi il buon senso ha la meglio e conduco fuori Milky proponendogli una visita al pollaio.

 

- L’anello deve essergli caduto senza che se ne accorgesse. Era un rubino piuttosto grosso, l’abbiamo trovato nei pressi della stalla. Mio marito ha immediatamente preso il bastone d’ametista e l’ha usato su di lui. È un Alych!

La padrona rabbrividisce di disgusto mentre mi illustra i fatti.

- Non posso credere che il nostro stalliere fosse uno di quei selvaggi! Jordiana, al solo pensiero mi sento male! Non gli hai mai permesso di avvicinarsi al bambino vero? Non l’avrà contaminato in qualche modo, spero!

- Non credo che gli Alych trasmettano alcun contagio signora. E comunque Milky non ha mai avuto modo di andargli vicino.

- Oh, che sollievo mi dai! Jordiana, sei una delle poche persone di cui mi fidi! Non possiamo lasciare quel... quell’essere da solo, non sappiamo cosa potrebbe fare! Mio marito stanotte andrà a chiedere rinforzi, ma tu dovrai darci il tuo sostegno!

- Ma certo signora, tutto quello che desidera.

 

Mi consegnano il bastone dalla punta d’ametista, mi dicono di restare con lui questa notte e di usare quell’arma per farmi raccontare dove si nascondono gli Alych.

Il pensiero di tormentarlo un po’ mi stuzzica, giusto per fargli comprendere cosa accade quando si dà della puttana a una povera ragazza onesta.

L’ametista è il modo più sicuro di riconoscere un Alych. Così come il rubino dà loro energia, l’ametista li sfianca e li debilita. Il rubino, a contatto con il corpo di un Alych genera guarigione e benessere. L’ametista invece provoca dolore.

Il padrone si allontana nella notte, in cerca di aiuto per gestire questo nemico infiltratosi nella sua stessa casa. La signora si chiude in camera con Milky, decisa a proteggerlo da qualunque pericolo. Più presunto che reale, suppongo.

Io entro nel capanno dove lo stalliere è stato rinchiuso. L’hanno incatenato alla parete a braccia larghe, è senza maglia e sul suo corpo vedo i segni lasciati in precedenza dall’ametista.

Un Alych con un bel corpo, senza ombra di dubbio. L’ultima volta che ci siamo visti, mi ha fatto capire che non avrebbe cercato un contatto con me neppure se fossi rimasta l’unica donna esistente sulla terra.

Beh, caro il mio stalliere Alych, questa notte è tutta per me e te.

 

 

Nonostante non sia nelle condizioni più favorevoli per fare il gradasso, quando si accorge di me sulle sue labbra prende forma un sorriso sarcastico. I capelli castano-ramati gli scendono scompigliati sul viso, un filo di sangue gli si è rappreso tra la  bocca e il mento e sullo zigomo sta prendendo colore un livido bluastro. Ma i suoi occhi azzurri sono mortalmente calmi, canzonatori.

- Guarda un po’, hanno mandato la bambinaia. Non credi di aver sbagliato camera da letto signora?

Quel signora è detto in tono tale da non lasciare dubbi su ciò che pensa di me.

Mi avvicino a lui tenendo in mostra il bastone d’ametista.

- E così sei un Alych! – sussurro, a pochi centimetri dal suo corpo.

- A quanto pare. Questo non ti fa arretrare disgustata, bambinaia? La tua padrona a quest’ora starà disinfettando ogni oggetto passato sotto le mie mani!

Sembra che l’idea lo diverta. Il fatto che un’immagine così bizzarra non si discosti poi del tutto dalla realtà (la padrona farà disinfettare ogni cosa a me probabilmente), non va a favore dei miei datori di lavoro.

Io comunque non arretro. Lo osservo invece da capo a piedi. La bellezza del suo corpo seminudo fa rallentare la corsa del mio sguardo.

- Bella mascherata – mi dice lui, ricambiando la mia occhiata con un’altra ironica rivolta al mio aspetto. Il suo sorriso sarcastico sembra sottolineare la sobrietà del mio abbigliamento e la severità della crocchia in cui ho racchiuso i miei riccioli dorati  – Suppongo che la tua padrona si sia fatta trarre in inganno!

Stringo le palpebre e mi mordo un labbro per trattenere la rabbia. Mi sta insultando come se non fosse lui quello colto in fallo e incatenato a un muro.

- Ti consiglio di moderare la lingua Terence! Io e te abbiamo un conto in sospeso!

 

 

  
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