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Autore: _Aras_    13/08/2012    22 recensioni
Questa fanfiction racconta il primo giorno di Darcy ed Elizabeth come marito e moglie, a partire dal risveglio dopo la prima notte di nozze.
"Mi dispiace di avervi svegliato," mormorò, osservandola sorridere.
"Non potete iniziare la giornata con delle scuse," lo rimproverò lei.
"Posso iniziarla con un bacio?" domandò, avvicinandosi alle sue labbra.
"Sì."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy, Georgiana Darcy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Loving Darcy & Elizabeth'
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Mrs Darcy's First Day

Titolo: Mrs Darcy's First Day
Tipologia
: Raccolta di 26 drabble
Note: Questa raccolta racconta il primo giorno di matrimonio di Elizabeth e Darcy. E’ ambientata a Pemberley, ed è presente anche Georgiana. So che vi sembrerà che i due sposini passino il tempo solo a sorridere e a baciarsi ma, ehi!, si sono appena sposati.
Credits: la drabble sulla lettera S è ispirata alla scena finale del film del 2005, purtroppo tagliata in Italia. Trafalgar è invece un personaggio introdotto da Pamela Aidan nella sua Trilogia di romanzi su Darcy, così come il soprannome “Bestiaccia”.

 



 

 


A
All'alba del giorno dopo, Darcy era già sveglio. Poco importava che le ultime ore fossero state così emozionanti e che la notte fosse stata così corta. Si svegliò presto, come al solito, ma questa volta non era solo. Vicino a lui c'era sua moglie, Mrs Darcy, Elizabeth, ancora addormentata. Lui si mosse appena, temendo di svegliarla, e si soffermò ad osservarla. Era così bella. Non poteva vedere quei meravigliosi occhi scuri che l'avevano catturato, ma i lineamenti rilassati del suo viso erano così dolci che lo facevano innamorare sempre più di lei, anche se sentiva di amarla già immensamente.


B
Baciandole dolcemente la guancia, Darcy la svegliò. Si sentiva sul punto di esplodere, così pieno di energia e di felicità. Aveva deciso di andare a fare una cavalcata, per sfogare tutta quella carica che percepiva dentro di sé e riassumere il controllo delle sue azioni. Tuttavia, quando Elizabeth si mosse contro il suo fianco - Darcy non avrebbe saputo dire quanto inconsapevole fosse stato quel movimento - tale progetto fu subito dimenticato.
"Mi dispiace di avervi svegliato," mormorò, osservandola sorridere.
"Non potete iniziare la giornata con delle scuse," lo rimproverò lei.
"Posso iniziarla con un bacio?" domandò, avvicinandosi alle sue labbra.
"Sì." 


C
“Cosa abbiamo in programma oggi?” domandò Elizabeth, sistemandosi sul cuscino e fissandolo negli occhi.  Attese che Darcy riordinasse le idee e, vedendo il suo viso così sereno, si rese conto che da quando aveva accettato di sposarlo erano stati davvero pochi i momenti in cui non sorrideva. Probabilmente era proprio l’assenza di un amore intenso come il loro ad averlo mantenuto così serio fino a pochi mesi prima.
“Che ne dite di un giro del parco e della casa? Ci sono ancora così tante cose che dovete vedere… voglio che conosciate ogni angolo di Pemberley, voglio che vi sentiate a casa vostra, Elizabeth.” 


D
"Ditemi, signor Darcy, quando avete deciso di svegliarmi all'alba avevate anche previsto cosa avremmo fatto per occupare il tempo?”
"Non era mia intenzione svegliarvi."
"Di certo non possiamo alzarci ora, o i domestici penseranno che abbiamo già litigato se mostriamo tutta questa fretta di separarci," osservò lei. "Di solito cosa fate la mattina?"
"Mi occupo dei miei affari o vado a fare una cavalcata. Temo però che nessuna delle due alternative sia adatta al nostro caso."
"Suppongo che dovremmo starcene qui seduti a constatare l'ovvio, allora," disse Elizabeth, guardandolo.
"Potete anche sdraiarvi, signora Darcy. E magari troveremo argomenti più interessanti," concluse, rubandole un bacio a fior di labbra. 


E
Ebbra di gioia, la risata di Elizabeth riempì la stanza mentre le dita di Darcy le disegnavano il profilo del viso. Si soffermarono su quella bocca aperta e Darcy, quasi incantato, si chinò per sfiorarle le labbra con le sue. Rialzandosi, riportò l'indice della mano sinistra sul suo volto e proseguì il suo cammino, dirigendosi verso il mento e scendendo lentamente lungo il collo, scatenandole una lunga serie di brividi. Elizabeth fremette di piacere e d'impazienza quando la sua mano si posò a palmo aperto sulla scollatura, e quando Darcy cominciò a giocare con l'orlo della camicia da notte non resistette più, e lo baciò. 


F
"Forse ora dovremmo alzarci," sussurrò Elizabeth, stesa sul corpo di Darcy, le braccia incrociate sul suo petto.
"Siete sicura che sia trascorso abbastanza tempo?”
"Il sole è alto ormai, e non voglio rubarvi a vostra sorella."
"Georgiana non se la prenderebbe: vi adora, lo sapete," la rassicurò lui.
"E io adoro lei, ma questa non è una buona ragione per restare a letto tutto il giorno."
"Avete ragione. Prima, però, venite qui," mormorò, aiutandola a scivolare più in alto sul suo corpo. Le prese il viso tra le mani, ammirando ancora una volta la bellezza di quegli occhi che l'avevano fatto innamorare, poi la baciò. "Vi amo, Elizabeth Darcy."


G
Georgiana li stava aspettando nella sala della colazione, sorseggiando un succo d’arancia, quando Darcy ed Elizabeth comparvero insieme. Si accomodarono a tavola con i volti sorridenti, ma era chiaro l’imbarazzo che aleggiava nella stanza. Non si erano mai trovati così: loro tre, soli. Nessuno sapeva cosa dire, come comportarsi. Alla fine, Georgiana si ritrovò a considerare, quasi inconsapevolmente: “Quanto sembrava contenta vostra sorella Jane, ieri. Sono sicura che con Bingley sia immensamente felice.”
“Lo è davvero. Ritengo che poche coppie al mondo possano affermare sinceramente di essere altrettanto felici,” rispose lei, mentre i suoi occhi si spostavano inevitabilmente sul marito. 


H
“Hai qualche impegno per oggi, Georgiana?” domandò Darcy, osservando la sorella.
“No, non abbiamo ospiti e non devo far visita a nessuno. Perché me lo chiedi?”
“Vorrei che ti unissi a noi quando, questo pomeriggio, mostrerò la tenuta ad Elizabeth. Sono certo che ci siano molti dettagli in questo posto che solo la mente femminile può cogliere, e tu sarai perfettamente in grado di rivelarli.”
“Oh,” Georgiana abbassò il capo, arrossendo appena. “Non volete che vi lasci soli?” chiese, puntando poi lo sguardò sulla finestra.
Elizabeth rise a quell’osservazione, e nemmeno Darcy poté reprimere un sorriso. “Saremmo felice se venissi anche tu.”


I
"I quadri finiranno a breve. Che ne dite di fare una passeggiata dopo?" sussurrò Darcy, approfittando della distrazione di Georgiana.
"Certo, ma perchè parlate così piano?" domandò Elizabeth, a voce altrettanto bassa.
"Non voglio che Georgiana si senta esclusa quando noi due ce ne andremo da soli," spiegò, lanciando un'occhiata alla sorella.
"E perchè volete evitare la sua compagnia? O forse volete sgridarmi e non volete che nessun altro senta?" continuò Elizabeth con voce divertita.
"Desidero passare del tempo con mia moglie. Non mi pare ci sia nulla di immorale in questo," osservò Darcy, le labbra piegate in un sorriso e gli occhi brillanti. 


J
"Jane Darcy." Elizabeth lesse il nome scritto sotto al quadro di una bambina dai capelli scuri e la pelle candida.
"Era la sorella di mio padre. Una malattia se la portò via quando aveva appena otto anni, era sempre stata molto delicata," le raccontò il marito, affiancandosi a lei.
"Che ingiustizia! I bambini non dovrebbero essere vittime della morte," protestò la donna, fissando gli occhi chiari di Jane. "Vorrei chiamare Jane la nostra seconda figlia, come lei e mia sorella," annunciò infine.
"La seconda?"
"Non volete che la prima abbia il nome di vostra madre: Anne?" domandò, voltandosi a guardarlo.
"Certamente," rispose lui, sorridendo.


K
“Kelly, è già andata a prendermi gli spartiti: voglio esercitarmi a suonare quella melodia che ho sentito dalla signorina Ruth a Londra, era davvero splendida. Voi andate pure a fare una passeggiata,” disse Georgiana, salutandoli con un piccolo inchino e avvicinandosi al pianoforte. I due sposini si avviarono così all’aria aperta, con passo tranquillo e rilassato. Non c’era nessuna fretta: erano a casa loro, senza parenti innopportuni e vicini impiccioni. Avevano tutto il tempo del mondo, e non volevano sprecarne nemmeno una goccia. Ora che erano finalmente insieme, felici, liberi… Ora nulla avrebbe potuto togliere loro il sorriso.  


L
“La settimana prossima vorrei scrivere a Bingley per invitare lui e Jane a stare da noi per un po’,” disse Darcy, accarezzando quasi inconsciamente la mano di Elizabeth appoggiata sul suo braccio.
“Oh, sarebbe magnifico! E sono certa che saranno felicissimi di allontanarsi da Longbourn e da mia madre.”
Elizabeth era entusiasta dell’idea e la sua mente era già piena di fantasie e progetti per il soggiorno dei loro ospiti. Poi, però, la rapidità dell’invito le sembrò quasi inadeguata.
“È un’idea splendida, ma non sarà troppo presto? Dopotutto, ci siamo appena sposati.”
Darcy sorrise, alzando la mano della moglie per lasciarvi un bacio. “No, non sarà troppo presto.” 


M
“Mi spiegate perché? Voglio dire, se devo essere una brava moglie devo imparare queste cose. Come sapete che non sarà troppo presto?” Insistettè lei, lasciando una leggera carezza sulla guancia di Darcy.
“Voi siete già una splendida moglie.”
“Non avete risposto!”
Darcy sospirò, risistemò la mano di Elizabeth sul suo braccio e riprese a camminare. “Quando scriverò loro sarà già passata una settimana dal matrimonio, e ne servirà almeno un’altra per accordarsi sul giorno d’arrivo e per i preparativi: passeranno così almeno due settimane. È vero che alcune persone lo troveranno comunque un tempo troppo breve, ma non devo rispondere a nessuno a proposito della gestione di Pemberley.” 


N
“Non intendete certo vostra zia?” chiese Elizabeth con ironia.
“Intendo proprio lei. Non vedo cosa ci sia di male nell’ospitare degli amici, offrendo a loro e a noi stessi delle settimane di pura gioia.”
“Quindi non sono sufficiente, io, a darvi settimane di pura gioia?” lo punzecchiò, puntando gli occhi in quelli di lui.
“Voi, amore mio, siete l’unica che possa rendere la mia vita completa e felice come non mai,” disse, prendendole il volto tra le mani e abbassandosi, cosìcche solo pochi centimetri dividessero le loro labbra. “Voi, amore mio, siete l’unico motivo per cui la mattina mi sveglio con il sorriso.” 


O
"Oh," sospirò Elizabeth, alzandosi in punta di piedi per baciarlo. "Siete così dolce," sussurrò, accarezzandogli le guance.
"Siete così bella," replicò lui, stringendola tra le braccia. Elizabeth si appoggiò al suo petto, chiudendo gli occhi, colma di gioia.
"Sapete," mormorò, intrecciando le mani dietro la schiena di lui. "Se qualcuno ci vedesse così potrebbe pensare che siamo troppo sfacciati."
"Vorrà dire che, se la mattina ci alzeremo troppo presto, potremo rimediare nel pomeriggio," commentò Darcy, lasciandole un bacio tra i capelli. "Ci siamo sposati ieri, possiamo permetterci di fare ciò che vogliamo."
"Ma ci sono dei limiti."
"Solo se vogliamo che ci siano."


P
“Parlate come se potessimo davvero fare ciò che vogliamo. Non dovreste darmi false speranze, Mr Darcy!” lo rimproverò, senza perdere il sorriso.
“Possiamo. Qui, a casa nostra, nessuno potrà criticarci.”
“Vedete, state già ritrattando. Ora avete ristretto lo spazio: la vostra massima si riferisce solo a questo posto.”
“Parola mia, signora, siete incontentabile!”
“Lo ritengo un complimento. Dopotutto, è questo che mi ha portato da voi, no?” rispose Elizabeth, sciogliendo l’abbraccio e riprendendo a camminare, una mano stretta in quella di lui.
“Che volete dire?”
“Se mi fossi accontentata alla prima occasione, in questo momento sarei la signora Collins e non avrei mai saputo come siete davvero.” 


Q
“Questo è lo stesso sentiero che abbiamo percorso durante la mia prima visita, vero?” domandò Elizabeth, riconoscendo gli alberi che già una volta l’avevano vista passeggiare con l’uomo che ora era suo marito.
“È proprio quello. Non pensavo che l’avreste riconosciuto,” ammise Darcy, guardandola con un pizzico di sorpresa.
“Dovreste avere più fiducia in me. Non potrei mai dimenticare quel giorno, nemmeno se lo volessi.”
“Vi ho stupito così tanto?”
“Non ne avete nemmeno idea. Non mi aspettavo un comportamento così gentile da parte vostra, considerando come ci eravamo lasciati.”
“Mi avevate fatto capire i miei errori, e io vi amavo ancora di più per questo.” 


R
“Ricordo la vostra faccia sorpresa quando vi ho presentato i miei zii. Vi siete ricomposto subito, ma non siete riuscito a nascondermela.”
“Ero pieno di pregiudizi, ma sono davvero delle belle persone. Ve l’ho detto, amore mio, e non mi stancherò mai di ripeterlo: voi mi avete fatto diventare un uomo migliore,” dichiarò, fermandosi di nuovo e riprendendole il volto tra le mani.
Elizabeth rise e voltò il capo, per lasciare un bacio sul palmo della sua mano. “Vi rendete conto che, continuando a fermarci, abbiamo percorso solo poche centinaia di metri?”
“Vorrà dire che torneremo anche domani.” 


S
“Sapete, ora che siamo sposati potremmo anche abbandonare questi toni formali, signor Darcy.”
“Siete voi voi che persistete nel chiamarmi signore,” puntualizzò lui.
“E come volete che vi chiami?” domandò, puntando gli occhi nei suoi.
“Scegliete voi. Sono certo che troverete il nome perfetto.”
“Non riuscirei a chiamarvi per nome, per me Fitzwilliam è vostro cugino. Ed è un nome troppo severo, non potrei chiamare così l’uomo che amo.”
“Cosa proponete quindi?” chiese ancora, certo che lei avesse già una risposta.
Darcy, quando saremo in compagnia di parenti spiacevoli,” disse, con un sorriso biricchino. “Mio caro, quando saremo con le persone che amiamo. Tesoro mio, quando saremo soli.” 


T
Tesoro mio è il mio preferito,” commentò Darcy, baciandole la fronte.
“E voi come mi chiamerete?” domandò Elizabeth, curiosa.
“Il vostro nome è bellissimo e lo userò ogni volta che sarà necessario, ma voi siete il mio amore, e ve lo ricorderò sempre, amore mio,” sussurrò, scendendo a baciarle le labbra.
E restarono così, stretti in un abbraccio, nel mezzo del giardino. Era strano come il tempo passasse veloce quando erano insieme, come un'ora sembrasse un minuto. Quant'era stato rapido il sole, quel giorno! L'alba sembrava appena passata, e già lui stava cominciando a tramontare. E la notte si stava avvicinando, sempre più in fretta. 


U
Un latrato li interruppe e Darcy fece appena in tempo a voltarsi verso la fonte di quel rumore prima che Trafalgar gli saltasse addosso, appoggiando le zampe sporche sui suoi pantaloni e porgendo il muso, in cerca di una carezza.
“Non mi presentate il vostro amico, tesoro mio?” domandò Elizabeth, e lui non poté fare a meno di sorridere nell’udire quel nomignolo.
“Lui è Trafalgar, me l’ha regalato Georgiana tre anni fa,” spiegò, abbassandosi per lisciargli il pelo.
“E così avevate una moglie anche prima di conoscere me,” commentò lei, quando Trafalgar cominciò a leccare la guancia di Darcy.
“Sta ferma, Bestiaccia!” lo ammonì lui, senza abbandonare il tono affettuoso. 


V
“Vi chiedo perdono, signore, mi è scappato!” si giustificò un domestico, vedendoli tornare con Trafalgar.
“Non preoccuparti, ora però riportalo dentro.”
Darcy si fermò davanti alla scalinata, improvvisamente memore del suo impegno alle scuderie.
“Devo assentarmi per qualche minuto, amore mio. A dopo,” la salutò, per poi svoltare a destra e scomparire dalla sua vista.
Elizabeth decise di andare a cambiarsi, per poi cercare Georgiana ed intrattenersi con lei. Voleva davvero essere come una sorella per quella giovane  e dolce ragazza, e pur avendo la scusante del matrimonio, non le sembrava giusto lasciarla sola così a lungo.


W
“William!” chiamò Darcy, entrando nelle scuderie. Un uomo dai capelli ormai grigi e la pancia non più muscolosa gli si presentò davanti, pulendosi le mani con uno straccio.
“Signor Darcy,” lo salutò, senza accennare ad un inchino: conoscevano il suo giovane padrone da quando era un ragazzino,  non gli erano più richieste quelle formalità.
“Venite, è dentro questo scompartimento,” disse, portandolo in fondo alla stalla. Un cavallo dal pelo bruno e dalla criniera nera era ora dinanzi a lui.
“È molto tranquillo e obbediente, non avrete problemi con lui,” lo rassicurò William, accarezzandogli il muso.
“È perfetto. Assolutamente perfetto,” approvò Darcy, dopo averlo studiato con occhio critico. “Elizabeth l’adorerà.” 


X
“Xavier Zabrak mi ha scritto una lettera, in cui m’informa della sua presenza nel Derbyshire e mi prega di concedergli il permesso di visitare la tenuta, pur sapendo del mio recente matrimonio, perché entro qualche giorno dovrà tornare in città e gli dispiacerebbe molto perdere quest’occasione,” raccontò Darcy. “Tu ne sai niente, Georgiana?” domandò poi, fissando negli occhi la sorella. Lei arrossì, abbassò il capo ed esitò, cercando le parole adatte.
“No, fratello, davvero. Mi ha riservato delle attenzioni durante il nostro ultimo incontro a Londra, dalla signorina Ruth, ma non immaginavo niente di tutto ciò.”
“In ogni caso, ho acconsentito.” 


Y
“Yvonne, sua sorella, è diventata una mia cara amica. Intratteniamo una corrispondenza da quando ci siamo lasciate, sono certa che è lei a voler visitare Permberley,” tentò di spiegare Georgiana.
“Quindi sapevi che si trovavano nel Derbyshire,” constatò Darcy, tentando di reprimere un sorriso. Avrebbe dovuto mostrarsi serio, quasi contrario a quella visita dallo scopo sin troppo chiaro, ma Xavier gli piaceva: era un giovane ragazzo di buona famiglia, con la testa sulle spalle e un profondo rispetto per Georgiana.
“Sì,” ammise lei.
“Spero vorrai intrattenerli tu, io ed Elizabeth saremo impegnati per buona parte del pomeriggio,” l’avvertì. 


Z
“Zabrak,” ripeté Elizabeth, intromettendosi in quella conversazione che sembrava mettere Georgiana sempre più in imbarazzo. “Ho già sentito questo nome, dovrei conoscerlo?”
“La famiglia Zabrak gestisce, tra le loro varie attività, una scuola di scherma vicino alla casa dei vostri zii Gardiner: potreste averlo sentito lì,” spiegò Darcy, allontanando la sua attenzione dalla sorella.
“Mio caro,” lo chiamò ancora lei. “Cosa abbiamo in programma per domani?” domandò, curiosa.
Darcy sorrise, consapevole che sua moglie non l’avrebbe lasciato in pace finché non avesse scoperto cosa l’aspettasse. Tuttavia, sapeva che i suoi tentativi di smascherarlo sarebbero stati tutt’altro che un tormento.
“È una sorpresa, amore mio.”

 

   
 
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