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Autore: vento di luce    13/08/2012    12 recensioni
Osservo la vita scorrere dietro la finestra,
un mondo che non voglio conoscere, che non mi sento di conoscere dopo quel terribile giorno,
fino a quando sei arrivata tu ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Questi personaggi non sono miei ma appartengono a Kyoko mizuky,Yumiko Igarashi ed alla Toei animation.


Un saluto a chi leggerà questa storia.
 


*********
 


È quasi sera, la neve cade abbondante mentre il fuoco, che arde nel camino del soggiorno, riscalda questo appartamento a me sconosciuto. Estraneo come quella stanza d’ospedale dalle mura fradicie, come quel letto dalle lenzuola logore, fino a quando sei arrivata tu.

Osservo la vita scorrere dietro la finestra, uomini, donne, bambini, macchine lussuose affollano le strade di Chicago, antichi palazzi si ergono maestosi. Un mondo che non voglio conoscere, che non mi sento di conoscere dopo quel terribile giorno.

Ancora rimbomba nella mia testa il rumore assordante di quell’esplosione, quella tragica esplosione che ha raso al suolo ogni cosa e che, rubando i miei ricordi, ha gettato la mia anima nel vuoto.
Ma questo è il mio Paese e questa è la mia casa, da quando abbiamo cominciato a vivere insieme.

Tu, che con il tuo affetto mi stai aiutando piano piano a superare le mie insicurezze, che con la tua dedizione mi stai donando una speranza che ormai credevo perduta.

Sì, proprio tu, ragazza dal viso cosparso di lentiggini e dai grandi occhi verdi che, sono sicuro, mi ricordano quelli di una persona tanto amata, forse una donna.

Adesso stai riposando in camera tua, in attesa della cena. Una collega ti ha chiesto un cambio di turno e, come tuo solito, non hai saputo rifiutare.

Non ti stanchi mai e un caldo sorriso splende sempre sulle tue labbra, anche nei momenti più difficili eppure lo sento che hai sofferto, almeno quanto me.

Affronti ogni giorno la vita con coraggio e non smetterò mai di ringraziarti per tutto  quello che stai facendo. Hai accolto un uomo senza passato e senza futuro, perché è questo che sono.

Una persona dalla lunga barba e dagli occhi celati da lenti scure, che amava vivere in libertà, che dormiva sotto le stelle e che si prendeva cura degli animali indifesi.
Un amico che compariva sempre nel momento del bisogno per consolarti, asciugando le lacrime che scendevano copiose sul tuo viso. Un amico che ti stringeva forte tra le sue braccia, mentre affondavi la tua testa dai boccoli dorati nel suo petto.

Questo mi hai detto ma, se guardo la mia immagine riflessa nel vetro di questa finestra, scorgo solamente  una persona sofferente, che ha conosciuto la vita nei suoi aspetti più crudeli. Londra, l'Africa, Chicago. Da dove provengo? Chi ero, chi sono veramente?

Questo piccolo animale, che adesso mi solletica il viso con la sua lingua umida e che non mi abbandona nemmeno per un istante, è l’unico legame con il mio passato.

Vorrei poter ricordare, cerco disperatamente di ricordare. Vago in questo buio che mi pervade e, fugaci frammenti, si conficcano come schegge aguzze nel mio cervello.
La testa mi rimbomba, la stringo fra le mani e mi rimbomba ancora di più, un dolore lancinante, insopportabile.

Mi accascio a terra impotente all'ennesima crisi che sopraggiunge ormai sempre più spesso, togliendomi energie e facendomi sprofondare nello sconforto.

Ma devo reagire, devo farlo per te, sì, solo per te Candy.

Ed ecco la tua voce entusiasta che, chiamando il mio nome, mi ridesta da queste malinconie e da questi pensieri oscuri.  Albert, il nome di un povero vagabondo.

Con fare curioso ti avvicini ai fornelli e alzi il coperchio della pentola per annusare quello che sto cucinando, rischiando anche di scottarti. Sei una simpatica pasticciona e, al mio invito di lavarti le mani prima di metterti a tavola, rispondi sempre con un'adorabile linguaccia.

Ami scherzare, sai farmi sorridere e, più ti guardo, più ammiro la tua bellezza. Sei meravigliosa nella tua spontaneità ma tu, forse, non te ne rendi nemmeno conto.


Stai facendo tanto per me, mi stai curando senza risparmiarti e vorrei poter ricambiare, vorrei poterti proteggere come facevo un tempo. Perdonami, perdonami se mi sono ridotto così.

Sono un uomo che ha vissuto la vita nei suoi aspetti più crudeli, mentre tu sei una ragazza con tanti sogni e aspettative.

A volte mi sembra di rubare del tempo prezioso alla tua esistenza ancora acerba ma, quando i miei occhi incontrano i tuoi, così limpidi, non so se voglio riacquistare davvero la memoria. Vorrei che tutto rimanesse così, per sempre. Ma cosa può offrirti uno come me?

Ieri mattina, quando sono uscito per fare la spesa mi sono accorto che degli uomini, con lungo soprabito e occhiali scuri, mi hanno seguito fra i vicoli della città.

Potrei essermi sbagliato, potrebbe però anche accadermi qualcosa. Non sai niente di me, di quello che facevo prima che mi incontrassi qui a Chicago. Potrei essere persino un criminale eppure ti sei fidata, anche se spesso penso sia meglio che me ne vada, che esca per sempre dalla tua vita, così come sono ricomparso.

Ma, ogni volta che possiamo cenare insieme e ti siedi e aspetti che ti serva quello che ho preparato, non penso più a niente se non a quanto mi fai stare bene.

E vorrei che questi momenti non finissero mai.

Mangi per primo lo stufato, che ti piace tanto. Nel guardarti assaporarlo, fino all’ultimo cucchiaio, una sensazione di estasi attanaglia il mio stomaco in una morsa.

Mi guardi con aria interrogativa, prendendomi in giro perché non ho ancora cominciato a mangiare ma non sai, non puoi saperlo.

Qualcosa che non riesco più a controllare sta crescendo, dentro di me, ogni giorno di più.

Questa sera mi racconti di un bambino che è stato male per una grave infezione e di come gli sia stata vicina. La generosità e l’amore verso il prossimo ti appartengono. Quante storie ho ascoltato, hai sempre cercato di fare del tuo meglio per alleviare il dolore delle persone.

Anche questa volta siamo rimasti in soggiorno fino a tardi, ma adesso è diverso.

Guardo la tua valigia vicino alla porta d’ingresso. Domani partirai all'alba per New York.

Sì, per quella città tanto grande dove quel ragazzo dai lunghi capelli castani ti aspetta.

Osservo i suoi occhi, velati di malinconia, nel manifesto appeso alla parete che ogni volta guardi arrossendo. Una sofferenza che lo sta consumando, che vi sta consumando, perché il destino vi ha divisi in modo brutale.

Ma tu sei sempre andata avanti, sperando che un giorno l’avresti rivisto. Parli ancora con me di quanto accaduto in ospedale, del dottor Leonard che ti ha fatta arrabbiare, altri pensieri però ti passano per la testa. Le tue iridi brillano di una luce diversa, la sento la tua emozione, l’attesa per questo incontro.

Rimarrei qui per ore, anche solo per contemplare il tuo viso dai lineamenti delicati, il tuo sguardo però cade sull'orologio appeso alla parete. Ti accorgi che si è fatto tardi e ti alzi di scatto dalla sedia dandoti, con una mano, un colpetto sul capo mentre farfugli qualcosa.
Ti avvicini poi sussurrandomi la buonanotte, mentre mi sfiori una guancia con le labbra. Posso percepire il calore del tuo corpo, il tuo profumo. Vorrei scostare queste ciocche di capelli bionde che mi solleticano la pelle e avvicinare la mia bocca alla tua ma non posso, non posso farlo.

 Sei presa da quel ragazzo di nome Terence e io non posso che farmi da parte.

 Hai appena chiuso la porta della tua stanza, torno alla finestra e calde lacrime rigano il mio volto, lacrime di dolore e di gioia per aver conosciuto una persona come te.

Io ti aspetterò Candy, voglio vedere di nuovo quel sorriso sul tuo volto e, soltanto quando riacquisterò la memoria, potrò finalmente capire che ruolo ho avuto nella tua vita.

Sai, a volte lo sento davvero il profumo delle rose di quel giardino di cui mi hai tanto parlato e un giorno, forse, sbocceranno lungo il cammino della nostra vita.

Arrivederci piccola mia, fai buon viaggio.

Anche se potresti non ritornare mai più.


 
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