Elisa, un orfana. lei e i suoi "fratelli" hanno sempre avuto una sola speranza... poter incontrare Peter Pan e diventare finalmente bambini sperduti...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Era arrivato il momento che tutti preferivano, avevano già preparato il cuscino davanti la finestra.
-forza Elisa!!- esclamò il piccolo Eric strattonandomi verso il cuscino.
-ok, ok va bene! Ma siete sicuri di voler ascoltare le storie di quel buffo ragazzino?- chiesi storcendo il naso, ma in realtà amavo raccontare di lui, e loro amavano ascoltarmi.
-si!!- esclamarono, seduti formando un semicerchio nella camerata aspettavano impazienti. Guardai per un po’ il cielo, assorta nei miei pensieri, poi mi voltai a guardarli e cominciai a raccontare...
Dopo una buona mezz’ora arrivai alla mia parte preferita,
“-morirai solo, e senz’amore!- Esclamò Uncino scagliandolo a terra, poi gli puntò la spada contro...” i bambini come stregati portarono le mani alla bocca all’unisono, sorrisi.
“-come me... -sussurrò poi. Nessun pensiero felice, nessuno, provava capitan Uncino in quel momento... Wendy si buttò al fianco di Peter,
-cosa stai facendo?- esclamò Uncino, preoccupato,
-è solo un ditale...- si giustificò la ragazza, poi si avvicinò a Peter Pan...” rimasi un attimo in silenzio, mi stupivo sempre, i bambini pendevano dalle mie labbra come se stesse realmente succedendo, mi rilassai, sentivo l’odore del mare, la tensione dei bambini sperduti...
“lo baciò.” I bambini si portarono nuovamente le mani alla bocca.
“in quel momento Peter Pan ritrovò i suoi pensieri felici...” una donna ruppe l’atmosfera.
-filate tutti a letto! E chiudete quella finestra!- ordinò, i piccoli, tristi,
si alzarono e andarono verso i loro letti. Sapevamo tutti che con Miss London non si discuteva...
-possiamo lasciare la finestra aperta sta’ notte? Non c’è freddo!- supplicò una bambina appena salita sul suo letto.
-non se ne parla!- esclamò, ma su quello neanche con noi si discuteva,
-per favore! per favore!- urlammo all’unisono, la donna cedette.
Questo si ripeteva ogni sera, in quell’ orfanotrofio nelle periferie di Londra tutti i bambini credevano a Peter Pan. E in fondo era colpa mia, quando avevo la loro età un ragazzo di diciassette anni mi raccontava di Peter Pan e i bambini sperduti. Poi quando ne compì diciotto andò per la sua strada, e io continuai a raccontare le sue storie ai bimbi più piccoli. Ma il ragazzo che non sarebbe mai cresciuto ci faceva invidia, aveva avuto una famiglia, e aveva deciso di abbandonarla, poi aveva incontrato una fatina e con lei andò nell’ isola che non c’è... tutti noi sognavamo di fare lo stesso un giorno.
-Elisa... ho fatto un brutto sogno...- sussurrò una bambina con gli occhi lucidi distogliendomi dai miei pensieri. Era una cosa normale, tutti i “piccoli orfani” facevano brutti sogni, e c’era sempre almeno un “grande” a consolarli.
-vuoi raccontarmelo?- la bambina negò, era troppo spaventata, allora la feci sdraiare con me nel letto vicino la finestra.
-sapevi che Capitan Uncino all’ inizio era il nostromo di Barbanera? Ed è l'unico uomo che Long John Silver ha mai temuto?- lei scosse la testa interessata,
-il nome completo è capitan James Hook, alcuni invece lo chiamano Giacomo Uncino...- sorrisi complice,
-mentre Peter... lo chiama UNCINO IL BACCALA’- la piccola rise...
A parte quei pochi momenti non avevamo mai tempo di rilassarci o di essere felici, i più pessimisti e soprattutto i più grandi la nostra situazione la descrivevano in una sola frase... “qui i vivi invidiano i morti”.
Ma in quella notte tutto cambiò….