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Autore: Glykeria    14/08/2012    0 recensioni
Raccolta di monologhi che ho ritrovato nei meandri più oscuri del mio computer. Sono di tutti i generi,nella maggior parte dei casi vanno sul malinconico.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qua con quello che reputo l'ultimo monologo degno d'essere pubblicato (eppure sì,ho dovuto fare una scelta tra quelli pubblicabili o meno,e questo risulta l'ultimo).
Bene,sono felice delle due recensioni che ho ricevuto,entrambe nello stesso capitolo,il secondo,quello che reputavo,pensate un po',quello meno adatto e magari un po' stupido. Pensavo che nessuno sarebbe stato in grado di capirne il significato,ed invece ci siete riusciti benissimo.
Spero che questo ultimo capitolo vi piaccia,e spero che vi piaceranno tutte le storie che pubblicherò in futuro.
Nella speranza di risentirvi,
Glykeria.




9 giugno 2012.



Tutto finito.
Un altro foglio sprecato,un altro foglio al vento. Inchiostro nero sprecato su una pagina ingiallita,è andato,ormai.
E’ tutto finito.
Cosa ci avevi mai scritto,poi.
Illusioni. Speranze. Bugie. Promesse mai mantenute. Orgoglio.
Tutto al vento.
Beh,come se fosse una sola pagina. Ormai,in questo turbine perenne,che ti gravita intorno,non smettono di girare e girare,mostrando entrambi i lati,tutte le parole scritte con grafia incerta.
Come se tu avessi saputo che anche quella pagina se ne sarebbe andata.
Per non parlare di questo turbine,un turbine dannatamente bastardo,che non ha le palle di andarsene via,come se volesse dire ‘Ehi,ti ricordi quel giorno,quando ti promise di starti per sempre vicino? Ecco,se ne è andato. Sei una stupida,ancora stai a crederli? Eh? Pensi che ritornerà? Quanto sei ingenua,ragazza. E non piangere,non fare la bambina. Niente ti riporterà a quel passato a cui aspiravi.’
Cavolo,sei un foglio davvero bastardo.
Tutto ciò che dici è presente nella sua mente,non serve che tu lo ripeta ogni singola volta. 
Non serve che tu mi dica di non pensarci più. E’ cocciuta,testarda,stupida.
Non serve nemmeno che tu dica di non piangere,perché solo dirlo la farebbe solo continuare.
E continuare,e continuare,e continuare. Così tanto da non riuscire nemmeno più a piangere,e ti ritrovi come un’idiota stoccafisso in mezzo alla stanza,circondata da fogli svolazzanti e illusioni confuse ad essi,e ti siedi per terra,su quell’umido pavimento,dove mesi e mesi prima magari rotolavi circondata dalle sue braccia,ridendo.
Magari dopo avreste mangiato il vostro piatto preferito,tutti insieme,a tavola,chiedendo ad ognuno come era andata la propria giornata.
E cosa avresti mai detto? Ovviamente era andata bene. Eri andata a comprare la frutta,avevi incontrato quella tua amica che non vedevi da almeno un mese e ci eri andata insieme al bar.
Ah,quel bar. Era dove l’avevi incontrato per la prima volta,vero? Cosa chiese? Un piatto di pasta?
E’ quello che ora ti rifiuti di mangiare? Solo per colpa sua? 
Poi avresti sentito come era andata la sua,di giornata. Logicamente era andata da Dio,come sempre. Tanto gli succedevano sempre le stesse cose,ma non ti saresti mai stancata di vederlo sorridere mentre ti raccontava il solito fatto divertente avvenuto in ufficio.
Avresti sparecchiato e messo i piatti nel lavabo,e li avresti lavati di tutta fretta,solo perché ti aspettava sul divano. Si sarebbe guardata la tv,sì.
Quel divano. Ormai ti siedi in un angolo,un angolo così abbandonato a sé,che non lo avevi nemmeno mai notato prima,che non ha nemmeno l’impronta di qualche dito o una macchia. Lindo e a posto,e ora ci sei tu,accovacciata,e con le gambe strette al petto,e il mento appoggiato ad un ginocchio. Guardi la tv.
Beh,ma è spenta. Tanto se fosse stata accesa nemmeno l’avresti seguita.
Poi sareste andati in giro,giusto per un’ora o due.
No,continuiamo a guardare la tv ancora spenta.
E poi ecco che arriva l’ora di cena. Di nuovo a raccontarsi le proprie ‘avventure’ quotidiane,addentando un po’ di carne ben cotta.
Poi sareste andati in camera. Ah,saltiamo questa parte.
Scuoti la testa,nemmeno riesci a pensarci. Non vuoi,e tantomeno ci riesci. Sei ancora accovacciata per terra,e ti guardi le scarpe,con aria mogia. Anzi,più che mogia,oserei dire apatica.
In lontananza,come un’illusione (beh,alla fine è tutto frutto della propria immaginazione),noti quel quaderno,quello da dove sbucano fuori le bastarde pagine.
Ne vedi alcune vuote.
Oh,perfetto. Quindi ci saranno altre delusioni? Altri rimpianti? Altre lacrime sprecate?
Dannazione,no,chi lo avrebbe mai voluto. Se la vita deve essere così ardua allora è meglio mollare tutto.
Eccola lì,lì accanto,sì,proprio lì,una penna stilografica. Ha l’inchiostro a metà. Altri tristi avvenimenti da scrivere? Perché mischiare questo inchiostro con altre lacrime amare?
Invece no. Assolutamente no!
Chiudi gli occhi,lasciando che la propria schiena tocchi il pavimento.
Dopo un po’,senti il rumore della penna usata,e una risatina. Niente,niente,lasciamo perdere. E’ la stessa risatina che ha un fratello quando legge il diario segreto della sorellina. Forse era un suo fratello,che veniva a conoscenza di quel che le capitava. Loro l’avevano avvisata,e lei aveva seguito il suo istinto,che non l’aveva certo portata verso la retta via.
Cavolo,se li avesse ascoltati!
Però… non sembrava una risata “familiare”. Beh,no,era certamente familiare. L’avevi già sentita.
Apri un occhio,e guardi quella figura che poco prima si era piegata a prendere il quaderno incriminato,e aveva cominciato a cancellare parole,strappare quelle poche pagine scritte che erano rimaste attaccate,e buttarle a terra.
Poi,con un sorriso,dopo averti guardata,comincia a scrivere. Poi,tutto silenzioso,ti porge il quaderno,inginocchiandosi accanto a te. Tu ti siedi per terra,e lo prendi.

“Non ti permetterò di scrivere altre sciocchezze simili a quelle che ho letto nelle pagine precedenti. Con me,scriverai solo di come ti divertirai,e di quanto tu sia felice.”

Ricacci in dentro un sorrisetto,fatto più per gentilezza che per altro. Ma il suo non era poi così tanto fatto per educazione.
Lo guardi,in silenzio.
Com’è che ora senti le labbra scottare?


Di sicuro non stai ricambiando il bacio per educazione.
  
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