Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: VeroJonasLover    14/08/2012    17 recensioni
- Hai in mente la carta trasparente che metti sopra la ciotola di insalata di riso, prima di metterla in frigo? - dice ridendo e accarezzandomi il palmo della mano.
- S..sì. - affermo, indecisa.
- Ecco. Tu sei l'involucro che mi protegge, sei la protezione che tiene racchiusa all'interno la parte più buona di me. - ribatte, guardandomi fisso.
- Come l'insalata di riso? - dico, scoppiando in una fragorosa risata.
- Stavo provando a far emergere il mio romanticismo, Ronnie. - dice serio, tirandomi un buffetto sul naso. - e poi boh, volevo dirti che.. oggi c'è una bella giornata, che potremmo portare fuori Elvis..- prosegue - ..che dovresti chiamare tua mamma per ringraziarla della cena di ieri sera, che ti amo, che oggi splende il sole..-
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! so cosa vi state chiedendo, e no no e no, non vi ho abbandonate.  Solo che non ho avuto tempo per continuare la FF, ma ora eccomi qui con il nuovo capitolo. L'ultima parte mi ha fatto emozionare, sono letteralmente scoppiata a piangere mentre la scrivevo, perché ciò che ho scritto lo penso sul serio. Domani è il compleanno di quella meraviglia di Joe, e questo è il mio modo di fargli gli auguri (:
Con tutte queste novità, tra married to jonas e il nuovo album dei jonas non so dove sbattere la testa casbcghasvcgsvah mi sono già innamorata di quei 3 secondi di 'meet you in paris'. ahahaahah dopo questa luunga introduzione, vi lascio al capitolo. E' CORTO, LO SO, ma per favore non mi sgridate!
Ci tengo a ringraziarvi tutti, uno ad uno, per seguirmi sempre, vi voglio tanto bene. 
Leggete e fatemi sapere che ne pensate, come al solito. 
Passate bene queste ultime vacanze, spero a presto! ♥

Joє'ѕ мυffιи



Alzo lo sguardo, come ripresa dopo quella ‘visione’.
- Sì Joseph, ne sono certa. Sam ti ama. – dico, stavolta guardandolo torva in viso.
- Amare è una parola grossa Ronnie. Probabilmente è attratta da me nello stesso modo nel quale io sono attratto da te. – sorride, solleticandomi il collo.
- Smettila. – ribatto, celando un lieve sorriso. – Sei sicuro di non provare lo stesso per lei? Non lo so, non so cosa fare, non so cosa pensare. –
- Non ti fidi di me? – parla serio, sembra quasi arrabbiato.
- Parli come se ti conoscessi da una vita. Da quanto tempo era che non ci vedevamo? La fiducia non si acquista così presto Joe, dovresti già saperlo. – rispondo, seriamente confusa sulla situazione.
- Io ho chiuso con Sam il giorno in cui è finito il liceo. E poi ci conosciamo da molto tempo, abbiamo passato il liceo praticamente assieme.  – alza entrambe le sopracciglia velocemente, come per confermarmi che ciò che dice è vero.
- Non siamo mai usciti assieme al liceo Joe. E non mi pare nemmeno di essere andata oltre il ‘ciao’, con te. -
– Dimmi la verità Veronica. Cos’hai provato quando ci siamo baciati, due secondi fa? –
Resto in silenzio per qualche secondo, non so cosa dire. Indubbiamente mi è piaciuto, e anche tanto.
- Ho sentito una confusione in testa, piacevole però. Una cosa che non provavo da tanto tempo. Tu invece? – percorro su e giù le mie braccia per riscaldarmi.
- E’ stato il miglior bacio di sempre. – afferma, e una nuvoletta bianca gli esce dalla bocca mentre parla, il freddo si sta intensificando, anche se non è nemmeno passata la mezzanotte.
Arrossisco, improvvisamente. Lui se ne accorge, purtroppo, e con il pollice accarezza le mie guance in fiamme, aumentando ancora di più il rossore di queste.
La confusione in testa sta aumentando, ho quasi la sicurezza che è sincero, lo si vede da come mi guarda e da come mi parla, ma sono sempre stata scettica in campo di ragazzi, e tutta questa faccenda ancora mi sembra difficile da considerare reale.
- In ogni caso non sarà facile.  Anche se Sam un po’ di tempo fa è venuta a casa mia con l’intento di scusarsi, non sono sicura che la prenderà bene. Anzi, non la prenderà bene sicuramente. E’ intestardita, e sa diventare davvero aggressiva. – dico, preoccupata.
- Non mi spaventa Sam. Lei può dire o fare tutto quello che vuole, i miei sentimenti per te non cambieranno. –
Lo guardo senza rispondere, ho bisogno di tempo per riflettere. Scuoto energicamente la testa: riflettere su che cosa poi? In effetti non ho nulla su cui pensare. Joe mi piace, è un dato di fatto e non ci posso fare nulla.
A differenza sua però, io temo il confronto con Sam. Non perché io abbia paura di lei o sia spaventata dalla sua superiorità infima, ma perché ho avuto l’occasione e il modo di osservarla da vicino per molti anni, e so cos’è capace di fare.
Mi alzo e dico a Joe che è ora di andare a casa, lui annuisce e mi accompagna sin davanti all’uscio, poi rimane impalato davanti a me e mi fissa, senza dire una parola.
- Cosa c’è? – sibilo.
- Sei bellissima, lo sai? –
- Hai bevuto troppo. Torna a casa che è tardi. – Il complimento mi ha lusingato, cerco di mascherare il rossore sulle guance approfittando di trovarmi per metà al buio.
- No, non credo. Posso baciarti? – chiede. Si avvicina furtivamente a me, aspettando una risposta.
- Perché me lo chiedi? – rispondo, avvicinandomi anche io.
- Boh, magari non ti va. – dice, sorridendo.
 Siamo naso contro naso, il suo calore mi sta pervadendo.
- Sì che voglio. – questa volta lo bacio io: lentamente, con calma, come se il mondo si fosse fermato per noi, come se non m’importasse nulla del resto.
 E’ paradossale.  Nonostante tutte le mie esitazioni e le mie preoccupazioni, sono già dipendente da quelle labbra, rosee e come candide, mi viene un nodo allo stomaco al solo pensiero di doverle abbandonare.
E dipendente dai suoi occhi, così espressivi e allo stesso tempo così celati, pare che si trovino in un mondo fatto su misura per loro.
E attratta da quelle sopracciglia, così folte e confusionarie, che si alzano a dismisura in determinati momenti.
Incuriosita da quelle mani, così grandi, forti e possenti. Mani che ispirano fiducia e confidenza, mani che alcune volte usa per gesticolare, altre per sistemarsi i capelli arruffati.
E quella voce, così squillante e allo stesso tempo profonda. Voce che cambia di tono quando è arrabbiato, e che si rivela così ipnotica il resto del tempo.
 
Mi congedo, sparendo nell’oscurità e oltrepassando il portone. Così, in silenzio, precludendo una nottata di quelle in cui sono sicura che non dormirò.
 
   
 
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