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Autore: Katherine percy    14/08/2012    4 recensioni
Il suo nome è Nathan,tutti pensano che sia un ragazzo pervertito,coglione,superficiale. Ma si scoprirà che lui non è realmente cosi♥
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era un di quelle giornate fredde e nebbiose classiche nell’estate a San Francisco.
Il vento sferzava la baia a forme di mezzaluna e sollevava in aria una nuvola di sabbia finissima .
In certe giornate faceva un gran caldo e il sole batteva torrido sulla spiaggia. Ma non era sempre così.
Quando calava la nebbia sembrava che il tempo fosse diventato rigido ,freddo.
Passeggiavo tranquillo sulla spiaggia cercando di scacciare dalla  testa il pensiero che tra non meno di quattro giorni avrei dovuto varcare la porta del centro dei servizi sociali.
Avevo combinato un bel casino,ma ero fatto così.
Il mio nome è Nathan.
Sono stato messo dentro per aver rubato delle caramelle ,ma non è ridicolo?
Avevo passato quasi tutta le settimana a pensare a quel stramaledetto posto in cui avrei dovuto passare i miei prossimi tre mesi,ma non mi pentivo di ciò che avevo fatto.
Maledizione siamo ragazzi,è normale che vogliamo divertirci,fare cazzate,ubriacarsi ,drogarsi al tal punto da farci venire l’overdose, e credo che non sono l’unico a pensarlo.
I grandi ci vedono come una specie di minaccia da cui bisogna nascondersi,non abbiamo bisogno di andare in un posto simile,tanto non impareremo mai a comportarci educatamente.
Siamo dei fottuti criminali,e niente potrà mai cambiarlo.
Tornai a casa,e vidi il compagno di mia madre sgattaiolare dalla finestra,già mia madre e mio padre hanno divorziato un paio di anni fa,il motivo mi è ancora del tutto sconosciuto.
Sarà perché mio padre è un gran cazzone,tuttavia mia madre sta con un altro .
Ogni anno  cambiava ragazzo e ogni anno gli facevo scappare,non mi va di vedere mia madre con qualcuno,ma se devo essere sincero tutti gli altri erano migliori di quest’ imbranato che vive a casa mia,non si sa neanche aprire un barattolo.
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<< La vuoi finire ,lui è il mio ragazzo ora che ti piaccia o no,e questa volta non rovinerai tutto >> .
Mi gridò lei furiosa.
Lasciai perdere la conversazione e andai di sopra a stendermi sul letto,vi è mai capitato di pensare alla vostra morte? Come sarebbe stata? Se saresti mancato a qualcuno? Bhè io credo per quanto io sia un coglione che non sarei mancato proprio a nessuno se il mio corpo ora starebbe in una bara nera ,neanche a mia madre,figuriamoci a mio padre.
Chiusi lentamente gli occhi,e caddi in un sonno profondo ,ma non durò a lungo.Mi sveglia di scatto ,cercando di ricordare il sogno strano che avevo appena fatto.
Scesi di sotto per bere qualcosa,non era da me fare sogni e non ricordarmeli,aprì il frigo per prendere del thè fresco,quando lessi su un pacchetto ,tempesta.
Ecco cosa avevo sognato.. Il cielo che si apriva e dava spazio a grandi nuvoloni neri dai quali cadevano pezzi enormi di ghiaccio,e dei fulmini,uno di questi mi colpi,il sogno finì con il mio risveglio. Scaccia il ricordo del sogno dalla mia testa e andai a fare una passeggiata sulla spiaggia come era mio solito fare.
Da quando mio padre se ne andato,ha lasciato un vuoto dentro me e questo mi ha portato a far vedere agli altri un altro carattere e non quello che sono realmente.
La gente pensa che io sia solo un pervertito che pensa solo a drogarsi ,fare feste,e combinare qualche casino di qua e di là,si è quello che voglio far credere alle persone,ma se davvero mi capissero vedrebbero che fingo. Mi piace il carattere che ho messo agli occhi della gente,sempre sicuro di me.
La spiaggia era quasi deserta,e come ieri il tempo non era dei migliori,rientrai a casa verso le otto giusto per l’ora di cena.
Mia madre era distrutta ,sicuramente aveva di nuovo litigato con il suo compagno,io me ne sbattevo,affari suoi. Mangiai e corsi di sopra ,la tv era rotta quindi non mi rimaneva che dormire,nonostante fosse presto nella speranza di non fare qualche altro strano sogno,domani sarebbe stato l’inizio dell’incubo.
Maledizione ai servizi sociali.
  
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