“Auguri sensei buongiorno!”
Questo fu il coro di voci che trovò Ranma la mattina dei
suoi venticinque anni
entrando nel dojo.
Una ventina di
familiari facce
sorridenti l’avevano
sorpreso
lasciandolo un po’ in imbarazzo. Gli anni passavano,
l’adolescenza era solo un
ricordo, ma l’indole riservata era sempre parte di lui.
“Ehi che ci fate tutti qui riuniti? Chi ha fatto la
spia?” esclamò mentre
cercava di coprire il lieve rossore passandosi una mano davanti al viso.
“Io!!” e in un attimo vide solo l’ombra
di un pigiamino con i soli e dei
capelli neri svolazzanti lanciarglisi addosso. “Anche se me
lo ha detto la
mamma.” dichiarò
l’indossatrice del
pigiamino appena sistemata meglio fra le braccia paterne con un sorriso
capace
di sciogliere la pietra.
Shizuka Saotome, chiamata
così quasi
quattro anni prima per augurarle una vita più tranquilla di
quella del suo
caotico padre, pareva soddisfatta della sua entrata in scena, ma
sembrava
mancarle qualcosa. “Ah!” disse battendo una manina
sul palmo. “Auguri papà!” e
lo baciò su una guancia.
Tutti i studenti del dojo assisterono a quella scena sorridendo
dolcemente.
Non era proprio dal loro burbero maestro mostrarsi così!
Ogni tanto si
scordavano che il loro fortissimo sensei, quello che li incoraggiava,
li sgridava
e li guidava ogni giorno era solo un
ragazzo di venticinque anni.
“Oh no sono arrivata tardi!” tutti si voltarono
verso la moglie del maestro, la
fortunata signora Saotome, secondo tutte le allieve innamorate
silenziosamente
del maestro, e la bellissima signora Saotome, stando alla popolazione
maschile dei
frequentatori del dojo. Il pensiero unanime che però
dilagò fra tutti nel
momento in cui video l’enorme torta di compleanno fra le
braccia di Akane fu
“Ora si che ne vedremo delle belle!”. Qualcuno
cominciò a coprirsi già la bocca
con una mano.
Akane con grazia appoggiò la torta su un tavolo appoggiato
per l’occasione
contro il muro e poi volò a salutare il marito.
“Auguri Ranma! Ti piace la
sorpresa che ti abbiamo preparato tutti insieme?”
l’ espressione dolce di sua
moglie poteva anche ingannare la masnada di ragazzini in rivoluzione
ormonale
che frequentavano la palestra, ma di certo, dopo quasi dieci anni, non
lui.
Deglutì silenziosamente diventando vagamente di un colorito
blu pensando alla
torta che aveva visto mentre entrava. “Certo Akane, sono
molto contento grazie,
grazie a tutti!” e lo era, ma ancora una volta , il pensiero
della torta lo
atterrì profondamente.
“Shizuka-chan e io ti abbiamo fatto questa torta con tanto
amore!” indicò Akane
la fonte delle sue preoccupazioni.
In realtà la fonte di tutti i maligni pensieri era molto
più carina di quanto
si sarebbe aspettato. Le decorazioni per una volta pendevano solo da un
lato e
le fragole erano disposte in maniera randomica solo in una
metà della torta. La
scritta “Auguri Ranma-sensei” invece pareva fatta
da qualcuno che sapeva il
fatto suo. “Io e mamma l’abbiamo decorata
insieme!” Ranma non ebbe dubbi che la
parte riuscita meglio fosse opera di sua figlia di quattro anni
“E ci ha dato
una mano a farla zia Kasumi! Anche la scritta l’ha fatta
lei!”
Allora era mangiabile. Grazie a dio era mangiabile. Non avrebbe
avvelenato lui
e la sua ventina di affezionati allievi causando un mal di pancia
generale e il
fallimento di una giornata di allenamento.
“Bene ragazzi, vogliamo spegnere le candeline? Non pensate
che oggi sia festa
solo perché è il mio compleanno! Dopo la torta vi
voglio vedere andare a
smaltirla facendovi venti giri intorno alla casa.”
“Nooooo! Sensei ma lei è tremendooo!”
“Non mangerò la torta allora!!”
“Non ce la posso fare sono le dieci del mattino di agosto!Si
muore di caldo!”
I vari cori di disappunto lasciarono indifferente Ranma che si
avvicinò alla
torta guardando sua moglie mentre Shizuka andava a farsi coccolare da
tutti i
suoi allievi, essendo la piccola mascotte del dojo.
“Akane, non stai cercando di uccidermi vero?”
sussurrò in modo che solo lei potesse sentirlo.
“Smettila di dire fesserie! Auguri, scemo.” rispose
lei fra i denti continuando
a sorridere.
“Lo so che sei arrabbiata per ieri!” perse la
pazienza scaldandosi un po’.
“Oggi è il tuo compleanno e ti
abbuonerò il fatto che ieri ti sei rifiutato di
mangiare la cena solo perché per una volta non mi ha aiutato
Kasumi. Sono
diventata bravissima Ranma, dovresti provare!”
Ranma si avvicinò ad Akane e la prese per la vita
avvicinandola a sé con un
espressione dolce e romantica con
tanto
di fiori di sottofondo, mentre con un dito le sollevava il mento
“Akane, posso
dire che in questi anni hai fatto moltissime cose belle…
come farti ricrescere
i capelli e darmi dei figli meravigliosi…ma la
cucina…dovresti rinunciare
amore, sul serio. Mi piaci per il maschiaccio negato che sei.”
“NON CERCARE DI ABBINDOLARMI CON LE TUE CHIACCHIERE MENTRE MI
DICI CHE NON SO
CUCINAREEEEEEEEEEEEE!” e
con un calcio
lo frullò via dal dojo, per l’ilarità
dei presenti.
“Signora Saotome sono passati solo 4 minuti, credevo che oggi
avrebbe resistito
di più!, in fondo è il compleanno del
maestro!” azzardò l’allievo
più
compagnone, Kazuo, causando le risate di tutti e l’arrossire
della sempre impulsiva
Akane.
“Non ha neanche spento le candeline poverino!”
Yoko, del partito “che fortunata
la signora Saotome” , guardò in alto nel cielo con
una mano sulla fronte.
“Avete ragione ragazzi! Oggi avrei potuto resistere una
ventina di minuti!”
ammise stringendo le spalle. Tutti risero ancora di
più.
Quei due erano famosi in tutto il quartiere:
i giovani sposini proprietari di un dojo che si
comportavano come
una coppia di vecchietti sposati da sessant’anni. Andare
lì era sempre uno spasso.
Shizuka si avvicinò alla mamma “Tra quanto torna
papà? Deve spegnere le
candeline!!”
Akane la prese in braccio. “Presto amore, come al
solito.” La bambina sembrava
soddisfatta della spiegazione, segno che ci era abituata.
“Ayaaaa! Siamo in ritardo?” una voce femminile
dallo spiccato accento cinese, e soprattutto il rumore causato dallo stridio di freni di una biciletta,
attirarono l’attenzione verso l’ingresso,
facendo tutti voltare verso la nuova
arrivata, ben nota ai frequentatori abituali del dojo.
Si sapeva, grazie alla sorella più grande della signora
Saotome, che quella
ragazza dai capelli viola e lo sguardo felino era stata una decina di
anni
prima un’accanita corteggiatrice del loro sensei. Sempre
grazie alle informazioni divulgate dalla signora Nabiki, i battibecchi
con suo marito,sceso con grazia dalla bicicletta guidata dalla ragazza
e che si stava riavviando i lunghi capelli neri, erano
divertenti
quasi quanto quelli dei loro maestri.
“Zia Shampoo e Zio Mousse!” Shizuka si
fiondò verso il suo zio preferito che la
prese in braccio sorridendo e si guardò intorno.
“Ho visto Ranma volare circa a due metri da qui, forse ha
già spento le
candeline? Scusate, ma stamattina i bambini hanno deciso che non
volevano
svegliarsi.” L’intervento pragmatico del ragazzo
dai lunghi capelli neri assolutamente
non sorpreso dal volo
del loro maestro sollevò
qualche altro sorriso ma Shizuka salvò
dall’imbarazzo la madre.
“Anche Misaki zio…ah questi bambini!” si
lamentò la bimba del fratello minore
di un anno come una piccola signora cresciuta, facendo intenerire i
presenti.
“No tranquilli, è solo andato a farsi un giretto
per schiarirsi le idee”
rassicuro poi i due Akane ringraziando l’intervento
fuorviante della figlia.
“La mamma lo ha lanciato via.” sussurrò
quest'ultima complice ai due “zii” che annuirono
immaginando cosa fosse successo avendo notato la torta della discordia.
Anche altre voci si udirono in avvicinamento richiamando l'attenzione.
“Ehi c’è nessuno??”
“Non è quella dopo?”
“Dolcezza, siamo già davanti al
portone…”
“Papà la so io la strada fatti guidare da
me…”
Altre vecchie conoscenze del dojo entrarono nel giardino. La ragazza
dai
capelli lunghi era la signora Ukyo, un’altra ex spasimante
del loro maestro, nonché
la proprietaria del ristornate di okonomiyaki più buoni di
Nerima, e
l’altro era il suo più acerrimo
rivale…nonché
migliore amico, Ryoga. Il bambino sulle sue spalle era coetaneo della
piccola
Shizuka e si vedevano spesso giocare nei dintorni , mentre si
allenavano.
“Kaitoooo!” Shizuka corse incontro al suo piccolo
amico che diventò tutto
rosso. Era timido proprio come il papà anche se per fortuna
non aveva quel
terribile senso dell’orientamento.
“Prima che uno di voi due lo chieda, Ranma è sulla
via del ritorno” spiegò
Akane lanciando uno sguardò al cielo un po’
stizzita.
“Si l’abbiamo visto mentre
arrivavamo…che ha fatto stavolta?” rispose Ukyo ma
senza darle neanche il tempo di risponderle si girò “Ciao ragazzi,
come va?” disse poi
rivolgendosi ai giovani artisti marziali, molti dei quali frequentatori
dell’Ucchan.
“Bene signora Ukyo” risposero gli affezionati
clienti.
Ryoga fulminò con lo sguardò un paio di allievi
del dojo un po’ troppo
espansivi verso la sua bella mogliettina. “Ciao ragazzi,
tutto bene?” sibilò
mostrando i canini e scrocchiandosi le dita.
“S-si signor Hibiki!” risposero i due
abbracciandosi impauriti e dandosela a
gambe.
“Uh zio Ranma sta tornando!” notò Kaito
indicando Ranma, che andava
trascinandosi con un bastone e con un bernoccolo in testa canticchiando
“Tanti
auguri a me.. tanti auguri a me…”; causando altri
scoppi di risa che però
vennero nascosti, pena l’ira del maestro e conseguenti
cinquanta giri del
quartiere di corsa.
“Vogliamo spegnere le candeline caro?”
suggerì Akane come se nulla fosse
successo urlando.
Ranma la guardò stralunato ma si riprese immediatamente
appena Shizuka lo prese
per mano e cominciò a condurlo vero il tavolo.
“Ehi ragazzi, ci siete tutti!” esclamò
vedendo tutti quanti ad aspettarlo.
“Beh non si fa spesso un quarto di secolo, amico”
esclamò Mousse.
“E poi scusa vorresti negarci la prima sfida del tuo
compleanno?” Ryoga si
sfregò le mani, impaziente.
“Sei il primo che fa venticinque anni, oggi dobbiamo per
forza festeggiare
tutti insieme!” confermò Ukyo.
“Già siamo venuti pri…presto per farti
subito gli auguri!” Shampoo stava per
svelare la sorpresa del party del pomeriggio dove tutta la famiglia e
il resto
dei loro bambini si sarebbe riunita, ma si salvò in corner.
“Io avrei lezione con questa ventina di ragazzi qui
eh..?” disse indicando la
piccola folla spettatrice coinvolta ormai nella sua vita privata.
“Sensei per
oggi non sia così severo!”
“Su maestro ci possiamo allenare lo stesso..”
“Poi oggi ci sono anche i suoi amici possiamo fare delle
sfide!”
Ranma si riavviò la frangia e si lisciò il
codino. Chissà, avrebbe dovuto
tagliarlo? Ormai era un adulto….
No, era il suo marchio di fabbrica.
“Ho capito, ho capito, oggi festeggiamo!”
assentì ridendo.
Un coro di voci gioiose si levò al cielo.
“Allora tutti insieme..” fece cenno Akane e tutti
partirono mentre Ranma
diventava leggermente rosso. “Poi festeggeremo stasera io e
te, dopo aver fatto
i conti” aggiunse in un sussurro facendolo diventare color
peperone mentre tutti
intonavano “Tanti auguri a te… tanti auguri a te..
tanti auguri Ranmaaaa...
tanti auguri a teeeee!”
Spense le candeline con un desiderio: continuare per sempre quella vita
felice con
gli amori della sua vita, sua moglie e i suoi figli, con gli allievi
che lo
stimavano e lo spronavano a essere un bravo maestro, con i suoi strambi
amici,
che erano ormai parte della sua famiglia.
Venticinque anni, un quarto di secolo, il primo bilancio della sua vita.
Poteva ritenersi molto più che soddisfatto… era
un uomo fortunato.
Spiegazioni: questa one-shot è dedicata al compleanno di
Ranma, molto veloce e di poche pretese, anzi scusate!XD
Ho voluto
immaginarlo come sarebbe secondo me a 25 anni, sulla base della mia
storia/saga
che sto pubblicando e sui pairing che supporto.
In pratica questo
è uno spoiler della
fine XD Fa strano sentirsi rivolgere signora così giovani
vero? Beh, io a quasi
25 anni ci sono già passata troppe volte per i miei gusti
U_U E non sono manco
sposata!!!
L’età media degli allievi è tutta
intorno a 14-18 anni, quindi si rivolgono con
rispetto a Ranma & co. Anche se sono tutti giovani (vero che
sono giovani? Vero?
Vero? *complesso di invecchiamento mode on*)
Comunque, non ho voluto appesantire il tutto stando a mettere sempre i
suffissi
giapponesi tipo –san , ho già abusato mettendo
sensei (maestro) e –chan (suffisso vezzeggiativo)!
Fra l’altro i personaggi di Shizuka, Kaito, Misaki e i figli
di Mousse e
Shampoo (nomi tutt’ora in via di lavorazione) vorrei
veramente usarli per un
futuro seguito incentrato su di loro!
Significato dei nomi:
Shizuka 静華=fiore tranquillo. Come ho detto è stata chiamata
così
per augurarle una vita tranquilla, e il kanji di fiore è per
rimanere collegato
al nome di Akane, rubia.
Misaki 美 咲:
letteralmente: bellezza in
fiore, bellezza rigogliosa. Anche qui ho usato un nome collegato ai
fiori.
Kaito 海 斗: scritto col
kanji di mare e con quello di “utensile”
ma anche (e soprattutto) “costellazione dell’Orsa
Minore”
Ho trovato divertente che una cuoca come Ukyo potesse dare al figlio un
nome
con volendo il significato di attrezzo per misurare il sakè
XD