- Ed eccoci arrivati alla tappa finale del nostro giro nel castello. – Lisa sospirò di sollievo. Si era sempre annoiata alle visite guidate. Cazzo, aveva 21 anni! Che senso aveva essere costretta a seguire ancora i genitori in gite così stupide e noiose? E per di più, quell’uomo aveva un modo di spiegare così patetico! - Vi avevo promesso una storia di fantasmi, no? Ebbene, eccola! Questo è il cortile in cui, esattamente 640 anni fa, il 21 giugno del 1375, la piccola Guendalina Malatesta, detta Azzurrina ha giocato a palla per l’ultima volta. Azzurrina era figlia del signore locale, Ugolinuccio Malatesta. – qualcuno, nella calca di gente che ascoltava, ridacchiò – sì, lo so – continuò la guida, con l’aria di aver sentito la quella reazione centinaia di migliaia di volte – il nome del signore era alquanto buffo. Ad ogni modo, la bambina era affetta da albinismo. E suo padre faceva di tutto per proteggerla.
- Proteggerla? Perché? – domandò una signora anziana.
- Beh, dai raggi solari, no? – intervenne un anziano a fianco a lei.
- No, no, no! – esclamò la guida - Cioè, sì, anche, ma il motivo principale era un altro: vedete, gli albini erano molto temuti, nel medioevo. Nessuno conosceva le ragioni mediche di questo particolare difetto genetico, sapevano soltanto che ogni tanto qualcuno nasceva con i capelli bianchi e gli occhi rossi. E il fatto che la loro pelle si scottasse alla luce del sole fece sì che gli albini venissero visti come figli di Satana molto più facilmente rispetto a una persona normale. Così Malatesta e sua moglie fecero in modo di proteggere la piccola Guendalina come meglio poterono. La moglie, in particolare, cominciò a tingere i capelli con varie tinte naturali. Ma la tinta, naturale o meno, non attacca sul capello di un albino. Il massimo che la donna riuscì a ottenere con quell’espediente fu un riflesso azzurro sulla chioma della bambina, riflesso che le valse il soprannome di Azzurrina. Ma torniamo a quel giorno – la guida si spostò al certo del cortile – Azzurrina si trovava proprio qui, in questo punto preciso. Era tenuta sotto stretto controllo da due armigeri. All’improvviso… beh, non possiamo sapere esattamente cosa accadde, possiamo solo fare ipotesi. Forse la palla le era sfuggita di mano. Fatto sta, che entrò nella ghiacciaia, e non ne uscì più.
- Come, non ne uscì più? Vuole dire che entrò e non fu più in grado di uscirne? – chiese Lisa, alzando la mano.
- Oh, no, signorina. La bambina scomparve. Pare che i due armigeri avessero sentito un urlo provenire dalla ghiacciaia oltre al corridoio lì in fondo. – indicò un punto alle spalle del gruppo. – andarono a vedere cosa fosse successo alla bambina, ma non la trovarono mai. Era scomparsa nel nulla.
- Scomparsa nel nulla? – la voce di Lisa si era fatta molto scettica.
- Scomparsa nel nulla.
- Com’è possibile? Magari era scappata! – Lisa ormai era decisamente polemica. Sua madre le tirò una gomitata nelle costole.
- Non c’erano altre uscite, come vedrete fra poco.
- Perché? Cosa vedremo fra poco? – intervenne nuovamente la signora anziana di poco prima.
- Vedremo il luogo in cui la piccola scomparve senza lasciare traccia.
- Ma andiamo! – sbottò Lisa, ignorando i sibili minacciosi di sua madre e la piccola folla che nel frattempo si era girata a guardarla. Un bambino biondo, di circa cinque anni, fece per parlare, ma sua madre, una donna alquanto giovane con una maglietta rossa, gli tappò la bocca con la mano – non vorrà mica dirmi che lei crede a questa sciocchezza! Probabilmente è stato un infanticidio commissionato dalla Chiesa o da qualche signorotto avversario, che ha messo in circolo la voce che la bambina… puff!!! Magia!
- Signorina – la guida si voltò verso di lei, lo sguardo gelido. Lisa rabbrividì impercettibilmente – capisco pienamente il suo punto di vista, ma il mio scopo è rendere questa gita interessante. – si rivolse anche al resto del gruppo - E converrete tutti con me che se mi mettessi a parlare di infanticidi commissionati da persone reali, il tour sarebbe molto meno interessante, non vi pare? – annuirono tutti, e si levò una lieve risatina.
- Ad ogni modo – continuò allegramente la guida, come se non fosse mai stato interrotto – il mistero non è certo finito con la scomparsa di Azzurrina! Dovete sapere che dal 21 giugno 1375, ogni 5 anni esatti, una voce di bambina si leva dalla ghiacciaia. Una voce impaurita che chiama la mamma.
- Ogni 5 anni esatti? – domandò la madre di Lisa.
- Esattamente.
- Quindi oggi si sentirebbe quella voce?
- Se siamo fortunati, sì! Se volete seguirmi…
- Cosa vorrebbe dire? – rispose la guida, guardandola.
- Andiamo, si sentiva chiaramente che era una voce registrata! C’era persino il ronzio delle casse! – rise di gusto.
- Ne sei così sicura?
- Mi scusi, signore? – la donna con la maglietta rossa si avvicinò alla guida con aria preoccupata.
- Mi dica – rispose lui.
- Non trovo più mio figlio.
- Come si chiama?
- Gianluca.
- È quel grazioso bambino biondo, vero?
- Sì. Non capisco, era a fianco a me, ma quando siamo rientrati in cortile non c’era più. Non è da lui.
- Non si preoccupi, signora, vedrà che lo ritroveremo. Probabilmente se n’è andato a esplorare qualche stanza da solo.