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Autore: Anya_BlackAngel    16/08/2012    2 recensioni
Nora è una ragazza di vent'anni che decide di andare in montagna come ogni anno però da sola, senza la famiglia. Sapendo che sua sorella Liz nonostante abbia diciotto anni già compiuti non ha ancora mai interagito con un ragazzo e si sente triste perchè ha paura non trovare mai la sua dolce metà, Nora decide di portarla con sè. Vuole approfittare infatti dell'assenza dei genitori per aiutare la sorella a farsi avanti e a dare il suo primo bacio. Ci riuscirà?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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In Viaggio


- Sicura di sapere la strada?

Fulminai mia sorella con lo sguardo.

- Scusa, dicevo così per dire - borbottò lei.

Il silenzio tornò nell'auto così accesi la radio tanto per colmarlo.

- Io però lo userei il navigatore.

- Va bene ora lo prendo! - sbottai isterica - Malfidata.

Mentre guidavo presi il gps dallo scomparto sotto la radio e lo porsi a Liz.

- Impostalo.

Dopo nemmeno un minuto mi restituìil navigatore che già comincia a rompere con 

la sua vocina meccanica. Lo attaccai al suo supporto e alzai il volume della musica. Non

essendoci nessuna canzone di mio gradimento però, decisi di mettere il mio CD con una 

track list decisamente perfetta.

- Non mi piace questa canzone - disse Liz premendo il tasto "avanti".

Non feci caso a questo suo gesto sperando che avesse il buon senso di non ripeterlo.

- Nemmeno questa.

Lasciai correre nuovamente.

- Uuuh ma che rottura! - mormorò cambiando per la terza volta.

A quel punto non ressi.

- Se ritocchi quel tasto ti butto fuori dall'auto.

- Come sei tragica! E comunque non avevo intenzione di farlo. Questa mi piace.

Sul CD stava passando la canzone "Mama Lover".

Come nel video io e Liz cominciammo a fare le stupide e a mimare le parole con la bocca.

- Mama Lover, Shake Up Shake Up, Mama Lov...

- Tra un chilometro mantenere la sinistra.

La voce meccanica del navigatore interruppe la musica proprio sul ritornello.

Subito l'atmosfera pazzoide di prima si spense.

- Stupido aggeggio.

- L'hai voluto tu.

Un'occhiataccia si posò su di me.

Si prospettava un lungo viaggio.


La coda sembrava interminabile. Le persone arrivavano alla cassa carichi di cibo, anche

quando si trattava di un viaggiatore solitario.

Più che automobilisti diretti in vacanza sembravano maiali diretti al porcile. 

Io, con due semplici buste di patatine e panini e due coche ero in fila da quasi venti minuti 

e Liz non era ancora riemersa dal bagno delle donne. 

Era da tanto che desideravo rimanere bloccata in un autogrill piccolo, pieno di persone che

ti spintonano da ogni lato e soprattutto puzzolente!

Sbuffai guardando le sei persone davanti a me.

- Sei ancora qui?

Mia sorella comparve dal nulla.

- Lasciamo stare.

- Vabè. Io gironzolo.

Prima che potessi dirle qualcosa scomparve tra le cioccolate. Ingorda.

Dopo altri dieci minuti di attesa finalmente arrivai alla cassa, pagai il nostro pranzo e recuperai

mia sorella. 

- Ma che brava bambina! Hai preso quello che piace a me! - urlò assordandomi Liz con la testa nel

sacchetto.

Mentre uscivo dal parcheggio dell'autogrill lei tirò fuori tutto rischando di rovesciare in auto le

patatine. Con le cuffie alle orecchie Liz cominciò a divorare il suo pranzo. Io pescavo dal sacchetto

tra un sorpasso e l'altro. 

Eravamo quasi arrivate, ormai mancava poco.

Tra soste per la colazione, poi per il bagno perchè qualcuno si era dimenticata di andarci alla prima

sosta, tra le code, di nuovo il bagno e la distanza ci avevamo messo un pò più di cinque ore per 

arrivare a destinazione.

Non vedevo l'ora di potermi buttare sul letto e farmi una bella dormita.

Ero distrutta.

- Io mi faccio un pisolino - disse Liz togliendosi le cuffie.

Desiderando essere al suo posto cercai di distrarmi un pò con la musica per non pensarci ma in breve

mia sorella cominciò a russare e ogni tentativo di farla smettere sembrava vano.

Quando però abbandonammo l'autostrada e cominciarono i tornanti sembrava essere tornata più

sveglia che mai.

- Vai piano vai piano vai piano!

- Non urlare! - urlai accellerando un pochino.

Lei  mi guardò arrabbiata.

- Non sei simpatica - sbottò poi si portò una mano allo stomaco e una alla bocca - Odio i tornanti.

Il suo viso cambiò colore e da rosa divenne verde.

- Se devi sentirti male metti la testa fuori dal finestrino. Non su di me, eh!

Incapece di rispondermi mia sorella trattenne a stento un conato. A quel punto mi fermai per farla

riprendere un pò.

- Certo che sei proprio un genio. Dimenticare i braccialetti anti-nausea a casa. Voglio ridere in 

queste due settimane.

- Spiritosa.

- Lo so.

Dopo essermi assicurata che stesse meglio rimontammo in macchina e ripartimmo alla volta del nostro

residence.

  
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