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Autore: Saffo_00    16/08/2012    0 recensioni
Cameron agisce stranamente e Sarah prova a scoprire perché. Piccola one-shot. Sarah/Cameron
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sarah osservò Cameron dalla finestra della cucina. Era immobile come una statua e fissava l'erba. Questo era il suo modo per sottolineare che era arrabbiata. Già, un Terminator arrabbiato. Avrebbe riso anche Sarah se non fosse stata proprio lei al centro della furia di Cameron e non ne avesse quasi toccato con mano gli effetti.

 

Fortunatamente la Macchina se l'era presa soltanto con una porta e il telecomando della televisione.

 

Sarah distolse lo sguardo dal Terminator imbronciato quando la caffettiera automatica annunciò con un bip che il caffè era pronto. Al diavolo, pensò. Versò il liquido nero in una tazza che poggiò accanto al piatto che conteneva la sua frittata e si sedette in modo da dare le spalle alla finestra, per evitare di tornare con lo sguardo a...

 

Cameron.

 

Anche se gli occhi non potevano seguirla, la sua mente non pensava ad altro. Era da circa un mese che il Terminator sedeva con lei ogni mattina. Delle volte avevano chiacchierato di frivolezze senza nessuna traccia di disagio, come Sarah si era aspettata, e delle altre volte erano semplicemente rimaste in un silenzio confortante.

 

Ed adesso Sarah non poteva fare a meno di sbirciare il posto vuoto accanto a lei e provare un pizzico di nostalgia. Sembrava così dannatamente giusto che Cameron sedesse lì. La donna fissò la sua colazione per qualche secondo prima di lasciare il tavolo e dirigersi fuori. Dannato Terminator.

 

Allora Tin-Miss adesso mi dici che cosa c'è che non va” il tono di Sarah non ammetteva scuse ma il Terminator non aprì bocca. E tanto meno diede segni di aver registrato la presenza di Sarah.

 

Avevi detto che non potevi sederti con me questa mattina perché avevi da fare... beh che diavolo stai facendo qui?” Sarah provò di nuovo, e impiegò una quantità considerevole di autocontrollo per non lasciar trasparire nella sua voce la sua disperazione.

 

Ancora niente.

 

Sarah deglutì, e un gesto così semplice le risultò difficile. La gola era secca e il cuore le batteva un po' troppo forte. Sapeva che andava chiesto, ma non era sicura di voler sentire la risposta.

 

Stai funzionando male di nuovo, Cameron?”

 

Il Terminator sembrò svegliarsi dal suo torpore e fissò Sarah qualche secondo prima di tornare all'erba.

 

I miei sistemi funzionano correttamente. E' solo che... non mi piace” La donna sospirò in sollievo prima di rendersi completamente conto di quello che aveva detto il Terminator. “Non ti piace? Farmi compagni la mattina non ti piace?” questa volta Sarah non riuscì a nascondere la delusione e Cameron scattò immediatamente, scuotendo la testa un paio di volte prima di parlare. Sembrava... a disagio e spaventata. “Non quello. Non mi piace quando sei vicina alle altre persone”

 

La donna impiegò un po' a capire a cosa si riferisse il Terminator. “E' per quel uomo che mi ha aiutata con la spesa?”

 

Cameron annuì senza alzare lo sguardo. Sapeva di aver attraversato un confine con Sarah, e sapeva di non aver alcun diritto di sentirsi... beh come si sentiva. Non le era chiaro, i suoi sistemi stavano andando in tilt. Tutto quello di cui era certa era che se avesse incontrato di nuovo quel uomo lo avrebbe ucciso.

 

Cameron.. voleva solo essere gentile, non era una minaccia”

 

Sarah non stava capendo e il Terminator valutò la possibilità di far cadere l'argomento senza dare alcuna spiegazione. Il ragazzo non era stato assolutamente una minaccia. Ma lui e Sarah avevano condiviso strani sorrisi e strani sguardi nel poco tempo impiegato per arrivare all'auto con le buste.

 

Si era offerto volontario per aiutare due “Bellissime fanciulle”, e Cameron si era accorta subito che i suoi occhi erano solo per Sarah. Sarah, da parte sua, aveva sorriso, sbattuto le ciglia un paio di volte con fare strano e quando lui le aveva chiesto un appuntamento, dicendo di aver notato la mancanza dell'anello al dito, gli aveva semplicemente detto che se si fossero incontrati ancora allora magari avrebbe accettato. Infine l'uomo le aveva lasciate promettendo di frequentare solo e soltanto quel supermercato da quel momento in poi.

 

Il ricordo di come Sarah aveva continuato a sorridere anche dopo aver messo in moto l'auto, provocò una strana fitta al petto del Terminator. Se fosse stata umana, sarebbe riuscita a tradurre il dolore in modo da scoprirne la causa e bloccarlo. Ma lei era un Terminator, e tutto quello che aveva per capire le proprie emozioni erano dei dati raccolti su internet. Ma questi sembravano non avvicinarsi mai a quello che provava.

 

Andresti con lui ad un appuntamento?” le chiese.

 

Sarah riconobbe improvvisamente il problema del Terminator e sgranò gli occhi. Era così semplice. Cameron era gelosa. Di lei. La prospettiva di avere un Terminator geloso non era delle migliori però. Soprattutto considerando che Cameron avrebbe potuto fracassare il cranio di una persona come se questo fosse fatto di carta. Il pensiero bastò per farle gelare il sangue.

 

Cameron sei gelosa?”

 

Il Terminator valutò la domanda di Sarah. GELOSÌA - STATO D'ANIMO PROPRIO DI CHI DUBITA DELL'AMORE E DELLA FEDELTÀ DELLA PERSONA AMATA, O SA DI AVERNE PERDUTO I FAVORI A VANTAGGIO DI ALTRI. Il vocabolario sembrava non riportare alcuna voglia quasi incontrollabile di uccidere chiunque si avvicinasse a Sarah però. E comunque Cameron non aveva prove sufficienti per dire di amare l'umana.

 

Non credo di essere gelosa”

 

Sarah non ne era affatto convinta. “Però ti dispiacerebbe se accettassi l'invito?”

Doveva essere una domanda, ma sembrava più un'affermazione.

 

Cameron provò ad immaginare Sarah ad un appuntamento, e la fitta al petto tornò più forte di prima. “No, non mi dispiacerebbe. Ma farebbe male qui”

 

Sarah osservò la mano del Terminator indicare il petto e provò pena per lei. Stava cercando di capire e ordinare le sue emozioni, ovviamente con scarsi risultati. Quando avevano scoperto l'evoluzione emotiva della macchina, Cameron le aveva detto che dentro di lei, dove prima regnava l'ordine, si era scatenato il caos e che ne era spaventata.

 

Non ci sarei andata ad un appuntamento con lui. Neanche mi piaceva. E' solo che.. Sai, ho 34 anni, è ancora bello sentirsi corteggiate”

 

Sarah si vergognò un po' per l'improvvisa confessione. Le era scivolata tra le labbra ancor prima di poter pensare, ma non se ne pentì. Sentiva che Cameron non l'avrebbe giudicata, qualsiasi cosa le avesse detto.

 

A 34 anni sei ancora una bellissima donna. Gli uomini e anche alcune donne ti guardano spesso”

 

Sarah arrossì un po' per l'inaspettato complimento del Terminator e finse di interessarsi improvvisamente all'erba. Avrebbe voluto dirle che anche Cameron per essere un robot non era affatto male. Ma cacciò indietro l'idea. Era ridicola.

 

Uhm.. grazie” la donna pensò di tornare dentro e recuperare la sua tazza di caffè prima che questo diventasse troppo freddo per essere considerato bevibile. La conversazione con Cameron era diventata troppo intensa e comunque sembrava finita.

 

Volevo ucciderlo, ho sentito il bisogno di ucciderlo. Ma sapevo che non era una minaccia. Non ho individuato cosa mi spingesse a farlo.. ho solo avuto l'impressione che poi mi sarei sentita meglio”

 

Sarah alzò di scatto la testa, e notò che Cameron sembrava dispiaciuta. La sua affermazione le aveva ricordato che lei era un Terminator, ed era stata creata per uccidere. Indipendentemente dal fatto che la copia futura di suo figlio l'avesse dotata di sentimenti, Sarah avrebbe dovuto allontanarsi, o meglio ancora, disattivarla e bruciarne l'endoscheletro.

 

Ma la confusione, lo smarrimento e la paura che poteva leggere in quegli occhi color cioccolato, le facevano solo venire voglia di consolare Cameron. Voleva che smettesse di soffrire per colpe che in fondo non aveva. In quel momento, se il futuro John fosse stato lì, lo avrebbe picchiato. Leader dell'umanità o meno, era pur sempre suo figlio e il Terminator con sentimenti che stava avendo attacchi di gelosia appena controllati era una sua responsabilità.

 

Così, senza pensarci troppo, Sarah raggiunse la mano di Cameron e la strinse nella sua.

 

Il Terminator guardò in confusione la donna. Gli occhi pieni di domande che sapeva, se espresse, avrebbero fatto scappare via Sarah. E lei non lo voleva. Il contatto la faceva sentire incredibilmente bene, e il dolore al petto era cessato.

 

Sarah sentì lo sguardo del Terminator addosso, ma evitò di incontrare le due pozze color cioccolato. Ci sarebbe stato tempo per tutto dopo. Tempo per aver paura di quanto le piacesse tenere la mano di Cameron nella sua, tempo per trovare una spiegazione alle farfalle nello stomaco, e tempo per acquistare una nuova maniglia e un nuovo telecomando.

 

In quel momento, tutto quello che voleva era godersi la vicinanza di Cameron.

 

 

 

 

THE END

 

 

Questa è solo una piccola One-Shot scritta parecchio tempo fa che ho deciso di pubblicare solo ora, fatemi sapere se vi piace o meno! 

  
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