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Autore: lasuen    16/08/2012    1 recensioni
Il primo incontro di Remus e Sirius.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Sirius
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Titolo: Un vero amico (Лучший друг)

L'originale si trova su: http://www.fanfics.ru/read.php?id=494

Scrittrice: Anatolia

Traduttrice: LaSuen

Beta: Giuls94

Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono a JK Rowling.

Un Vero Amico


Come il più prezioso dei tesori, Remus teneva caro il ricordo di quel giorno di autunno, quando si recò alla piattaforma 9 e ¾ per la prima volta.

Il mantello rattoppato, i capelli biondi arruffati... in una mano teneva una grossa borsa a quadri, nell'altra una gabbia per gufi. Muoveva le gambe ansioso e si guardava intorno: qua e là gruppi di ragazzi e ragazze affollavano la stazione – giovani maghi e streghe. Le loro risate riecheggiavano nell'aria chiara d'autunno e tutto intorno era un ronzio di voci, schiamazzi, urla... Remus si sentiva smarrito in quel mare di gente sconosciuta. Tutti i ragazzi parevano già essere migliori amici, conoscersi da sempre... e ciò non faceva altro che aumentare il suo imbarazzo.

Le sue braccia cominciavano ad essere leggermente indolenzite, ma Remus non aveva il coraggio di posare a terra il suo misero bagaglio. Doveva prima avvicinarsi a qualcuno, dire qualcosa...

Ogni secondo sembrava durare un'eternità, mentre lui restava immobile.

A un tratto una mano gli batté sulla spalla e Remus sentì un respiro caldo sulla guancia destra. Si voltò e incontrò lo sguardo di un ragazzo piuttosto alto, con gli occhi blu; non lesse sul suo viso né disgusto, né paura.
 
"Sono Sirius," disse semplicemente lo sconosciuto.

'Sirius...' Il nome gli scivolò nell'orecchia, come una goccia di rugiada scivola su una foglia.

"E tu, piccolo, come ti chiami?"

La faccia di Remus si accese di un rosso brillante, per la rabbia. "Non sono piccolo, ho già undici anni e mez—" balbettava, e incespicò sulle sue stesse parole.

Ma le labbra strette di Sirius irruppero in un sorriso lieve e Remus non fece in tempo a dir nulla che si trovò circondato da due braccia possenti, Sirius lo attirò a sé e lo tenne stretto, accarezzandolo leggero sulla testa e sulla schiena. Grazie a quella inaspettata cordialità, il groppo alla gola di Remus svanì e il ragazzo si divincolò facilmente dall'abbraccio.

Portò una ciocca di capelli chiari dietro l'orecchia destra e rispose. "Io sono Remus, ma papà mi chiama Loony," aggiunse senza motivo. Subito si morse la lingua.

"Vabbè, Loony. Loony... come mai? Ah, lo so. C'è la luce della luna nei tuoi occhi."

Nessuno prima d'allora aveva mai parlato a Remus dei suoi occhi. In più... non con quella voce... Improvvisamente, sentì che era pronto a fare di tutto per quel ragazzo. Non solo... avrebbe voluto essere suo amico. Ma lui, lui l'avrebbe voluto?

Al pensiero di un rifiuto, Remus sentì una stretta al cuore. Nessuno aveva mai voluto giocare con lui, vi erano dicerie che di notte Remus si trasformasse in una bestia feroce e attaccasse la gente. Nessuno, addirittura, gli si avvicinava, avevano paura.

Ma grazie a quel ragazzo, chissà perchè, Remus si rallegrò. La voce di Sirius troncò le sue tristi riflessioni.

"Nel mio scompartimento, andiamo?!"

Nel suo scompartimento? Gli chiedeva di andare con lui?

Per quella inaspettata felicità, le guance di Remus divennero tutte rosse.

"Certo, Sirius."

Appena furono seduti sui comodi sedili, a bere succo di zucca, Remus sentì un picchiettare delicato alla porta.

"Entrate," disse Sirius con voce piatta.

La porta si aprì e nel vano apparve una faccia sveglia, incorniciata da capelli neri… gli occhiali, gli occhi, scuri e luminosi... Dietro quella testa ne apparve un'altra, castana. Apparteneva ad un secondo ragazzo, più basso.

"Sono James, lui è Peter. E' permesso?"

'No!' Voleva strillare Remus. 'Non abbiamo bisogno di nessuno!'

Ma lì comandava Sirius.

"Sì, accomodatevi. Di fronte a me."

Per il resto del viaggio, Remus tacque, facendo finta di non sentire le domande o le battute. Poiché non poteva parlare con Sirius da uomo a uomo si chiuse in sé stesso. Quei ragazzi sconosciuti avevano rubato tutta l'attenzione di Sirius. Il trio rideva, James faceva battutine e sembrava terribilmente intelligente. Remus cominciava già ad odiarlo. Non teneva conto di Peter, che era timido e taciturno, solo i suoi occhi si muovevano, da cantuccio a cantuccio, in maniera svelta e avveduta.

Il viaggio si stava tirando per le lunghe, pareva quasi non finire più. Le conversazioni erano cessate, i suoi compagni sonnecchiavano, le loro teste chine sulle ginocchia, venivano cullati dai movimentidel treno.

Nell'afa torrida dell'autunno, Remus era tirato all'indietro sul sedile. Ma non dormiva. Attraverso le palpebre chiuse guardava Sirius, che sedeva accanto a lui. La frangetta folta gli copriva la fronte, un respiro regolare usciva dalla sua bocca. Le labbra si alzarono in un sorriso... il cuore di Remus si strinse. Guardava e guardava, incredulo della sua felicità.

Amico. Il suo amico.

  
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