- Tornai a casa,
appena aprii la porta i miei due bellissimi cani vennero a salutarmi.
Uno era un pastore tedesco di nome Fox e l'altro un cane lupo di nome Artù.
Mio padre me li regalò al mio diciottesimo compleanno, era da molto che li desideravo e lui mi accontentò. - Per un po' sono
stati a Newar con i miei genitori, purtroppo non potevo dargli molte
attenzioni a causa del mio lavoro, ma qualche tempo dopo ricevetti una
chiamata da mia madre dove mi comunicava che Fox e Artù non
stavano bene, sentivano la mia mancanza.
Erano
sempre abbattuti e non mangiavano quasi niente, si stavano ammalando ed
io non me la sentivo di lasciarli così. Subito dopo la
chiamata corsi all'aereoporto e comprai un biglietto andata e ritorno
dalla California al New Jersey per prendermi cura dei miei adoratissimi
cagnoloni.
-
- Mi ero tolta il
completo sporco di terra, foglie, polvere, escrementi e quant'altro per
andare a fare una doccia quando, con un tempismo aldilà che
perfetto mi chiamò John.
Voleva sapere com'era andata l'intervista e perché non ero ancora al giornale. - - E' successo un guaio...-
- spiegai con un
tono scocciato.
Gli raccontai tutto lo sgradevole episodio e lui si mise le mani nei capelli. Rimase letteralmente sconvolto e sorpreso dal fatto che fossi ancora viva. - In effetti, sono stata proprio fortunata, non tutti quelli che vagano per il bosco e si addormentano in casa di uno sconosciuto hanno il privilegio di raccontarlo.
- -Bene, allora riprenditi, cambiati e vieni al giornale... abbiamo bisogno di quell'intervista!-
- -D'accordo d'accordo, va bene ho capito, farò il più in fretta possibile!-
- Staccai la chiamata e mi catapultai nella doccia, mi diedi una grandissima ripulita, corsi nella camera da letto e in me che non si dica avevo in dosso un nuovo completo, pulito, stirato e simile all'altro... di diverso c'era il colore, anziché blu\grigio era beige.
- Arrivai alla porta d'ingresso dove c'erano appese le chiavi della macchina, le presi, salutai i miei due bei cuccioloni e me ne andai.
- -Maledizione, anche il traffico!-
- Tra nottataccia, vestiti rovinati, ritardo al giornale e traffico la giornata era iniziata davvero male, non poteva andare peggio di così giusto? e invece no, mi sbagliavo, il peggio doveva ancora arrivare.
- -John, la macchina mi si è fermata.-
- -Cosa?! Sammy, fai sul serio?-
- -Ti sembra che si possa giocare su un qualcosa del genere?-
- -No no, hai ragione... tra quanto tempo sarà riparata?-
- -Il meccanico dice che posso venire a ritirarla domani in mattinata, non è nulla di grave, si è soltanto guastato il motore.-
- -Bene, allora aspettami lì, vengo a prenderti... per il resto della giornata userai la mia macchina.-
- -Ti fidi davvero così tanto?-
- ovviamente lo dissi scherzando, ero e sono una persona abbastanza affidabile e responsabile, non avrei fatto accadere nulla alla sua macchina.
- -Sammy smettila! non mi sembra il momento di scherzare, dobbiamo muoverci, anzi... devi! Adesso stacco così vengo a prenderti.-
- Passarono neanche quindici minuti che John era già arrivato, per fortuna l'officina si trovava poco distante dalla redazione.
- Tra me e lui si
era creato una specie di legame di amicizia e di confidenza
assolutamente magnifico, quando ero in sua compagnia mi divertivo
tantissimo e sentivo di potergli raccontare qualsiasi cosa.
Gli impiegati al giornale sparlavano spesso di noi, dicevano che prima o poi ci saremmo frequentati, che saremmo diventati più che amici ma il nostro rapporto si fermava lì, un'amicizia semplice e reale... la cosa non era fattibile, almeno per me.
Finalmente riuscimmo ad arrivare in ufficio, tutto era tornato alla normalità e sembrava che la giornata stesse migliorando, non mi restava che tornare da Thomas Moore per quella benedettissima intervista anche se, qualcosa mi diceva che sarebbe andata male come il giorno prima. Non so perché ma ogni volta che il mio istinto "parla" si avvera sempre tutto. - -Ti sei degnata di arrivare eh?!-
- Era Ross, una
persona alquanto solare, sempre allegra e socievole con tutti, amante
della vita e del suo lavoro, aveva sempre la battuta pronta, era un
tipo molto sveglio e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno,
neanche dal suo capo. Il suo vero nome è Rossana e in
ufficio la ritenevano la più simpatica, tanto da
soprannominarla "raggio di sole".
Aveva i capelli molto ricci, di un castano che si avvicinava al cioccolato, non era molto alta, insomma era quanto me. Il fisico era quello di un'altleta, non muscolso intendiamoci, ma era magra al punto giusto anche se lei non faceva che autocommiserarsi. Oltre tutto ciò, era anche la mia migliore amica. - -Ehi Ross, mi hai spaventata! perché sbuchi sempre così all'improvviso?-
- -Non cambiare discorso, dove sei stata? e perché sei venuta in ufficio con Thompson?-
- -Sempre ad intendere male tu! mi si è fermata la macchina a causa del motore, ho chiamato John per avvisarlo che avrei fatto più tardi e lui si è offerto di darmi un passaggio fino a qui e di prestarmi la macchina fino a domani mattina-
- -Oh che galanteria... gli piaci!-
- Arrossii all'istante e non conoscevo il motivo, insomma, io e lui eravamo soltanto buoni amici, no che non gli piacevo!
- -Tu sei impazzita! mai possibile che dobbiate pensare sempre lo stesso!?, è galante e quindi? siamo amici, buoni amici!-
- -Come vuoi Sam. Adesso sarebbe il caso che tu vada ad intervistare quel cantante, altrimenti la rivista non uscirà in tempo.-
- -Forse hai ragione, a dopo Ross!-
- Andai verso John per farmi dare le chiavi della macchina e poi uscii dalla redazione. Aveva un fuoristrada grigio metallizzato, uno di quelli tipicamente americani, era davvero bello ma per me, difficile da guidare.