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Autore: HandfulOfDust    17/08/2012    1 recensioni
- Siamo scandalosi.
- Decisamente sì.
- Però, farei notare che sei tu quello che mi rincorre per il palco per baciarmi.
- Eh certo, se ti facessi baciare e basta non dovrei farlo!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Titolo: In hotel rooms collecting page six lovers

Genere: Slash
Pairing: Ryden & Joncer :ebete:
Prompt:
Tutto nacque quando vidi un video ambientato fuori da un albergo nonmiricordodove nel lontano 2010
Disclaimer: Non è vero niente u.u E invece sì, tutto vero!
Note: Potrebbe esserci del porno. Leggero.

~ In hotel rooms collecting page six lovers


- Siamo scandalosi.

- Decisamente sì.

Distesi sul letto della stanza d'albergo con un portatile di fronte, Ryan e Brendon riguardano le registrazioni del concerto di qualche sera prima e battibeccano commentandolo, come due ragazzine che, cocciute, difendono la propria posizione con le unghie e con i denti.

- Però, farei notare che sei tu quello che mi rincorre per il palco per baciarmi.

- Eh certo, se ti facessi baciare e basta non dovrei farlo!

Ryan lancia un cuscino all'altro. - Santo Cielo, ma un minimo di contegno adesso che siamo famosi non farebbe male sai?

- E tu un minimo di spensieratezza! Hai vent'anni, se non ti diverti ora quando hai intenzione di farlo?

Il chitarrista non fa in tempo a rispondere perché è interrotto da qualcuno che bussa alla porta.

- Hey, state ancora discutendo se sia giusto o meno fare i gay sul palco ragazzi?

Arriva un cuscino anche a Jon. - Taci! Tu e Spencer non vi farete notare, ma è palese che ci sia qualcosa tra di voi! E non come tra me e questo cretino.

Stavolta il cuscino arriva a Ryan da un Brendon che diventa violento e Jon non riesce a pronunciare altro se non parole random del tipo “Spencer deve sempre parlare con la migliore amica” o “Che tu sia sempre maledetto, Ross”. La scena procede fino a quando Spencer, guardato in cagnesco dall'adorato JWalk, arriva con Zack, annunciando che devono andare a prepararsi che nel giro di pochi minuti sarebbero partiti, diretti all'auditorium.

Pronti a partire per un altro scandaloso concerto.


 

Il Fillmore non è tanto distante in bus, ma nel breve tempo del tragitto, la primadonna che è in Ryan esplode in una delle sue crisi. Beh, mettetevi nei suoi panni. Manca poco ad un concerto importante, che sarà registrato per un dvd, se tutto andrà bene ed ha passato il pomeriggio a litigare col cantante figo che tutte le sere prova ad attentare alla sua sessualità. Sì, figo, questo Ryan non può negarlo. Se poi aggiungete Brendon che saltella per il bus battendo le mani perché “ora che fanno un dvd tutti potranno rivedere i loro concerti scandalosi comodamente da casa”, Spencer che lancia occhiate ammalianti a Jon e quest'ultimo fa finta di niente leggendo un libro, beh. L'isteria è il minimo in questi casi.

- Eddai, possibile che non sei un minimo esaltato, Ryan? Non ci credo!

- Sta zitto Brendon, per litigare con te per le tue sciocchezza non ho nemmeno pensato a come truccarmi stasera!

- Ah. L'eye liner è più importante di me, capisco.

Con un'espressione corrucciata, Brendon si sistema in un angolo del bus e improvvisamente si zittisce. Ryan lo guarda, gli sembra un bambino, nel senso buono del termine. Per un momento si chiede se sia ammutolito a causa della sua risposta, se è perché c'è un fondo di verità in quel rincorrersi davanti ad un pubblico. Manca poco allo show, Ryan non può mettersi a ragionare sul cose del genere col rischio di diventare matto. E perciò, comincia a pensare davvero a ombretti e matite.

Nello stesso momento, Jon legge senza riuscire a concentrarsi, perchè si sente leggermente osservato. Spence fa finta di niente, ascolta la musica con l'i-pod, ma in realtà fissa il finestrino. O meglio, l'immagine di Jon riflessa sul finestrino. Il quale, perfettamente conscio, non ha la più pallida idea di quello che deve fare. Grazie a Dio la strada è poca.


 

Ryan ha deciso come truccarsi e ha optato di mettersi il rosevest, deve essere magnifico stasera, tutti devono esserlo. Ma sente che Brendon non è su di giri come sempre, dopo lo scambio di battute in bus e pensa di dover fare qualcosa, qualsiasi cosa per rivederlo sorridere. Non solo per il concerto.

Quel sorriso è qualcosa di eccezionale. E' stupendo a vedersi ed è impossibile non addolcirsi di fronte ad esso. Anche se Ryan sembra sempre scontroso e pronto a maltrattarlo, ama vedere Brendon sorridere e stavolta si sente davvero in colpa. Sono da soli nel camerino, è il momento di agire.

- Hey Bren.

- Mh.

- Prima non volevo essere così brusco. Sai come sono no, quando vado in crisi?

- Ormai sì. - Il ragazzo sorride, anche se lo sguardo è ancora triste e Ryan si avvicina per dargli un bacio sulla guancia.

- Incantali tutti stasera.

Brendon rimane solo. A quanto pare è lui l'unico ad essere incantato.


 

Jon esce dal bagno e si trova Spencer di fronte, e per poco non gli prende un colpo.

- Devi..devi andare in bagno?

- No, ti stavo solo pedinando.

Il bassista strabuzza gli occhi e stenta a credere alle sue orecchie.

- Certo che devo andare in bagno, che domande fai?

Fiuuu. Sospiro di sollievo. Però qualche curiosità è rimasta.

- Oh, certo. Però in bus non facevi altro che fissarmi, se non sbaglio.

- Non sbagli.

- Ah. E come mai?

- Perché sono un amante del bello. - Il batterista si avvicina sogghignando. - Ricordati dove sto io durante i concerti, Walker.

Jon fugge via, va a prendere il suo basso. La sensazione di essere osservato non sarebbe dunque cessata presto. Non poteva dare la colpa a Spencer, dati i comportamenti delle dive del gruppo, ovvero quelli di Brendon in pubblico e lo starci-non starci di Ryan, era logico che lui si ispirasse ad essi. E a volte non poteva biasimare Brent per essersi allontanato da quella gabbia di matti.

Mannaggia a me che sono bello, allora.”


 

Esilaranti. Ecco come sono i concerti dei Panic. Non c'è una band che riesca ad eguagliarli in fatto di originalità, sia nelle canzoni e sia nello spettacolo in sé. La scenografia continua a illuminare l'auditorium anche dopo la fine di Build God then we'll talk, canzone di chiusura, e nel frattempo i fan escono cercando di attardarsi. Ogni sera è davvero qualcosa di grandioso per chi li vede e chiunque vorrebbe che la magia creatasi durasse in eterno. Quando la grande scritta rossa Panic! At the disco e il mulino si spengono, non c'è più nessuno. Nel silenzio che è sceso dove fino a poco prima vi era il delirio si sente soltanto una cosa: la risata di Brendon che risuona dai camerini.

- Siamo stati grandiosi! Fantastici! Sublimi! Ohhh, era un segno del destino che ci registrassero qui! Awwwww!

Sì, Brendon ha ritrovato l'entusiasmo e zompetta per i camerini battendo le mani e gridando quanto siano stati superbi. Anche Spencer ride senza controllo e si appoggia al migliore amico, che ha ancora il trucco di scena ed un espressione compiaciuta e come al solito si rende conto che le sue crisi pre-concerto sono alquanto inutili. Jon dopo un po' si fa prendere dall'entusiasmo e si rende conto che in fondo, per quanto folli possano essere, quei ragazzi sono anche un gruppo di amici di cui è felice di essere entrato a farne parte.

Terminate le risatine Brendon diventa serio da un momento all'altro.

- Ragazzi..andiamo a festeggiare per bene..andiamo a bere, no? - e scoppia di nuovo a ridere.

La proposta è accolta positivamente, nonostante Jon sia un po' titubante.

- Ehm, qui l'unico che potrebbe bere sarei io, vero?

- E' anche per questo che sei nella band, JWalk! Non è un bel compito?

No che non lo è, vorrebbe ribattere a quel sovreccitato del cantante, ma Jon si limita ad annuire convinto mentre gli altri si accingono a prepararsi per uscire. Spence gli scivola accanto.

- La serata è solo agli inizi, sappilo.

Ecco, un avvertimento del genere serviva al bassista per tornare sull'attenti.


 

- Perché stiamo ritornando in albergo? Niente alcoooool?

La voce spaventata di Brendon al pensiero di una serata senza alcool metteva un po' di malinconia a Ryan, ma sapeva che in fin dei conti, per quanto esaurito e iperattivo fosse quel ragazzo, era abbastanza responsabile, non com molti altri diciannovenni suoi coetanei.

- Tranquillo, siamo al Ritz, uno degli hotel più lussuosi al mondo, il bar è ben fornito, immagino.

- Ahhh, d'accordo.

Brendon si accoccola al braccio dell'amico, il quale senza pensare, si abbandona sulla spalla dell'altro.

E dietro di loro, Spence si avvicina a Jon.

- Mhh, secondo te quei due ce la raccontano giusta?

- Non ne ho idea, tu invece..me la racconti giusta?

- Io? - il ragazzo spalanca gli occhioni azzurri.

- Sai, sto parlando con te.

- Io non ti racconto un bel niente. A te l'interpretazione.

E il batterista, come il cantante, sia accoccola al braccio del vicino.


 

- Come mi sei mancatooooooo!

Brendon si protende verso il mojito che porta il cameriere emettendo urletti isterici, ma grazie al cielo Ryan, in previsione di tutto ciò aveva prenotato il bar per loro e per il loro staff.

- Sta davvero parlando con un cocktail?

Jon non sa mai quando smettere con Brendon, mentre gli altri ci hanno fatto l'abitudine.

- Mah, questo è il meno. Ma dato che domani ripartiamo non credo che darà il peggio di sé stasera.

- Ryaaaaaaaaaan, eddai, bisogna festeggiare! Non vorrai fermarmi al primo piccolo bicchiere! E rilassati un po' una volta tanto!

- Sì, come vuoi. - Il chitarrista inizia a sorseggiare un Daiquiri, mentre osserva il suo amico ingurgitare vari cocktail con la stessa facilità con cui un normale essere umano berrebbe acqua. H2O, non alcool etilico.

Spencer segue bene l'esempio del presunto alcolizzato del gruppo, e quando entrambi iniziano vagamente a vaneggiare, tocca a Ryan e Jon riportarli sani e salvi nelle rispettive camere.

- Oh ciao Ryan, dove stiamo andando?

- A dormire, Brendon.

- A dormire?? Che noia, speravo facessimo qualcosa di più divertente!

- Santo Cielo. Jon, puoi pensare tu a Spence?

No, ti prego, facciamo scambio, con quell'arrapato no!”

- Certo Ryan, non preoccuparti.

Tutti sono usciti dalla sala, tranne Spence che sta tranquillamente seduto su un divanetto e sembra essersi acquietato, ma questa calma improvvisa non convince Jon.

- Cos'è, no Brendon no party? Senza di lui smetti di sclerare?

- Devi ammettere che quando c'è lui è difficile essere seri, soprattutto subito dopo un bel bicchiere di vodka.

- Sì. Quindi la mia tesi viene confermata, no Brendon no party. O c'è altro?

- Beh, poi tu mi infondi tranquillità.

- Io cosa?

- Sì dai. Sei sempre in disparte e non perché sei l'ultimo arrivato. Sei più grande e probabilmente un po' più maturo di noi. E sinceramente mi infondi tranquillità, mi sento sicuro quando sei vicino a me.

Jon si aspettava di essere assalito, di essere stuprato o qualsiasi altra cosa, ma non si immaginava di sentire una cosa del genere.

- Mh, pensavo fossi un amante del bello.

- Oh, sicuramente anche quello.

No, decisamente Jon non ci può credere. Sta accadendo quello che temeva da un po', ma ora non lo teme più. Potrebbe ribellarsi e fuggire in camera, ma invece rimane lì, vuole restare con Spencer, vuole Spencer.

- Brendon e Ryan saranno anche le dive di questa band, ma essere offuscato da loro non mi interessa particolarmente. Dal momento che sono offuscato insieme a te, Jon.

Spence non riesce a dire nulla di più, quello che pensava non sarebbe mai accaduto si stava avverando. Le labbra dei due non riescono a staccarsi, nemmeno mentre si spogliano, i vestiti sono inutili ormai e finiscono sulle sedie accanto a loro.

E' stranissimo per Jon, ma insieme a Spence sembra la cosa più naturale del mondo. Il più piccolo guida l'altro, gli stringe la mano e lo bacia sul collo, gli sussurra che tutto sarà perfetto e spinge delicatamente. A ogni mugolio di Jon, Spencer si sente in paradiso, quando aumenta il ritmo sente l'altro impazzire impazzisce a sua volta.

Le sue mani sanno cosa fare, senza che lui ne sia così sicuro, è l'istinto a guidarlo, il desiderio di tanti mesi che finalmente diventa realtà.

E quando tutto finisce sembra essere durato così poco, lui che fino a qualche ora prima non l'avrebbe mai detto, accarezzando la guancia dell'altro ora disteso vicino a lui si ritrova a fare proposte indecenti da esaudire a breve termine. E Spencer crede davvero di essere arrivato in paradiso senza rendersene conto.


 

Ryan fatica moltissimo per trascinare Brendon fino alla camera, ma probabilmente è solo perché lui è uno scheletro vivente che cerca di portare una persona mezza ubriaca a dormire sana e salva.

- Eccoci, devi vomitare o pensi di riuscire ad addormentarti senza troppi problemi?

Brendon non risponde, anzi, sembra parecchio angosciato.

- Hey, ci sei?

- Non lo so.

- Che vuoi dire?

- Voglio dire non lo so, non so se è l'alcool che mi sta dando il coraggio necessario, non so se sto incasinando tutto quanto, non so se è la cosa giusta da fare, non lo so!

Ma so che devo dirtelo, perché è uno strazio rimanere in silenzio ancora una volta.

- Brendon, calmati, ti ascolto..

- Ryan, io ti amo. Ecco, ho sganciato la bomba.

Dopo la dichiarazione il tasto play sembra essersi bloccato, ma dopo qualche secondo lungo un'eternità Ryan si avvicina a Brendon, seduto sul letto.

- Io non credevo potesse essere vero.

- E invece lo è.

- Credevo fosse un gioco, pensavo lo facessi per attirare l'attenzione o cose del genere. Oggi pomeriggio quando ti ho abbandonato per pensare al trucco ci sei rimasto malissimo e ho iniziato a pensare che fosse ci sotto qualcosa..beh, sappi che non c'è gilet o eyeliner al mondo che possa essere più importante di te Brendon.

- C..cosa?

- All'inizio avevo paura di quello che provavo, ma solo perché non era mai successo prima. Avrò avuto un sacco di ragazze, ma non sono mai stato davvero innamorato, era un semplice divertimento.

- Ti prego, finisci o mi farai morire.

Ryan sorride.

- Poco alla volta mi sono reso di diverse cose. Amo il tuo sorriso, amo la tua voce, amo come ti comporti, anche se spesso e volentieri sei un esagitato, amo ascoltare i tuoi scleri, amo quando mi tratti anche se spesso non merito tanta bontà..amo te, Brendon Boyd Urie.

- E' tutto quello che ho sempre sognato qualcuno mi dicesse. O meglio, che tu me lo dicessi. Sembra un sogno.

Ryan va a chiudere a chiave la porta della stanza. - Lo è. Basta solo non svegliarsi.


 

Grazie al cielo il Ritz è un hotel con un ottima sicurezza, altrimenti stanotte i paparazzi farebbero un sacco di soldi. Qualcuno griderebbe allo scandalo, altri semplicemente all'amore.

  
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