Film > Disney
Segui la storia  |       
Autore: Kimera_96    18/08/2012    4 recensioni
[Disney]
Questa storia prende liberamente (ma moolto liberamente) dalla trama della famosa favola da cui prende il nome.
Questa Cenerentola vive nella realtà contemporanea, potrebbe essere la tua vicina di casa o una tua compagna di scuola.
Ho cercato di immaginarmi come sarebbero potuti essere ricoperti i personaggi principali di questa storia, spero vi divertirà scoprirlo :)
Consigli e critiche sono bene accette e anzi richieste ^^
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cenerentola, secolo XXI

 

Ambientazione e personaggi (alcuni)

“Non se ne parla nemmeno! Sei un punizione, di uscire te lo puoi scordare.” Lo dice mentre  cerca i gioielli da abbinare al vestito elegante e scollato. Nello specchio le due figure riflesse creano uno strano contrasto.
Già, io sembro una pazza in cura psichiatrica.
Si sistema i capelli biondo scuri, riavviando quello che dovrebbe essere un tuppo approssimato, con ciuffi che escono da tutte le parti. La maglia larga e usurata si alza a rivelare i corti pantaloncini jeans. Ad assicurarle l’appellativo di malata terminale è lo sguardo: stanco, abbattuto e annoiato.
La signora Agnese però non aveva finito il suo discorso.
“Per non dire che in quei giorni non potrei nemmeno accompagnarti: le piccole sono state invitate a passare la notte a casa della loro amichetta in campagna, insieme ad altre bambine della classe.”
Si muove verso il bagno zampettando a causa dell’abito stretto alle ginocchia, costringendola a seguirla mentre continuava il suo monologo. Ora comincia a coprirsi la faccia di fard, esageratamente.
“La mamma della bimba, per altro, ha proposto di riunirci per un thè, noi madri, per conoscerci meglio nello stesso pomeriggio. E poi ordineremo delle pizze per noi e le ragazzine.”
Adesso era partita a cercare le scarpe alte, quelle che danno le vertigini a guardarle. Una sotto il letto, l’atra vicino alla porta della stanza in disordine.
“Farò tardi, quindi. Per le piccole questo è un momento delicato della loro crescita, hanno bisogno di confidarsi con coetanee. A te stare un po’ a casa non ti farà certo male e vedi di riflettere sulle tue azioni.”
Già. Non vale nemmeno la pena di protestare: loro avevano bisogno di confidarsi, di parlare con le amichette.
Avevano otto anni le dolci gemelline, che avevano il cellulare e facevano a turno per occupare la telefono di casa giusto negli spazzi di tempo libero che aveva dallo studio, che facevano sport e andavano a ogni singolo invito che veniva loro proposto. Tanto la loro mamma le avrebbe accompagnate persino sulla luna per garantire il loro “spazio ludico”.
La loro mamma che si stava preparando per uscire, lasciando in sua custodia i teneri angioletti che si trovava per figlie.
Cercava marito, di nuovo.
Si era sposata con papà non molto dopo che la mamma se ne andasse, e non molto prima che lui la raggiungesse.
Da figlia unica e con due amati genitori, la ragazza si era ritrovata a quattordici anni a fare la sorella maggiore e le pulizie di casa con una matrigna tutta indaffarata nei molteplici lavori che svolgeva per sbarcare il lunario, garantire una vita da favola alle sue orchessine –come le amava definire lei-  e cercare un marito che potesse provvedere ad aiutarla nel sostentamento della famiglia.
Una famiglia nel quale lei si sentiva ormai estranea, ultimo petalo di un fiore ormai quasi appassito, che si teneva aggrappato alla realtà solo da un sottile stelo: la sua amata zia un po’ stravagante, sorella di suo padre.
La vedeva sempre meno spesso perché alla nuova padrona di casa non piaceva. L’aveva sentita parlare di lei al telefono con una sua amica d’ufficio.
“…Ti giuro quella donna mi guarda in modo inquietante e cerca sempre di ficcanasare in quello che faccio. Una volta si è persino permessa di giudicare come ritengo giusto trattare la mia figliastra! Dovrebbe innanzi tutto guardarsi lei come si veste e come si comporta!”
Come se sua zia fosse un’anziana puzzolente!
Rachele ha trent’anni da poco e vestiva in modo originale, seguendo uno stile tutto suo che prendeva ispirazione dalle forme orientali, con stoffe dai colori vivaci ma mai troppo accesi. E’ effervescente di carattere, con una luce le brillava dentro.
Lei la adorava.
Forse si sentiva affine a lei perché aveva perso presto i genitori, più o meno alla sua stessa età. I nonni erano già avanti con gli anni quando l’avevano avuta.
“Mi ascolti?! L’acqua è sul fuoco e le bimbe devono essere al letto per le nove al massimo, non ti voglio trovare alzata quando torno altrimenti puoi star certa che la tua punizione non passerà tanto in fretta! AMORI MIEIII!!”
Eccolo il momento cruciale prima di uscire, meglio ancorarsi al muro per non essere travolti.
Si catapultano giù come una valanga chiassosa, pur essendo due sole bambine, sommergendo la cara mammina di frigna e capricci perché una aveva giocato con i pupazzi dell’altra e riempendosi a vicenda di insulti infantili, urlandosi addosso.
La signora Agnese, da brava educatrice, senza degnarsi nemmeno di suggeriredi smettere di gridare, acchiappa la prima smaccandole l’impronta del rossetto acceso sulla fronte.
“Buonanotte, Any. Fai sogni d’oro, ci vediamo domani.”
Acchiappa la seconda stampandole un bacio sulla guancia paffutella.
“Sogni d’oro anche a te, Genny.”
Un rapido “Vi voglio bene tesori miei!” e ha infilato la porta con la giacca e la borsetta sotto braccio.
 
Non c’era tattica più vincente per avere un po’ di pace che fare mangiare quei diavoli con il televisore acceso, pena urla e proteste che la ragazza neanche con il suo polso di ferro era riuscita mai smontare.
Appollaiata sulla poltrona un po’ in disparte e con la musica sparata nelle morbide cuffie (regalo delle sue migliori amiche per i diciassette anni, qualche mese fa) che le coprivano le orecchie e le dita che scivolavano sulla tastiera del portatile (regalo di suo padre qualche anno prima che…) scrive il suo diario elettronico che teneva gelosamente sotto password, si era estraniata da quel posto e dalle orchessine che si erano addobbate a principesse per il film della serata.
Notifica da facebook: A Rachele Fabrizi piace Danza del ventre.
Le sfugge un sorrisetto sulle labbra morbide, eccolo là il motivo del castigo di cui, tra l’altro, non si era affatto pentita… forse.
 
Lo scorso martedì pomeriggio stava impazzendo in quello sputo di condominio, non riusciva a respirare. Così aveva mandato un messaggio alla sua preferita, nonché unica, zia.
-Ti prego vienimi a salvare! Sto soffocando in questo posto!
Le aveva risposto con dopo trenta secondi netti.
-Chi c’è a casa?
-Nessuno. Le orchessine sono a danza, la signora  Agnese è a lavoro.
-Passo a prenderti tra un quarto d’ora al massimo. Ti porto alla mia palestra ;)
E così aveva abbandonato la casa claustrofobica, piena di ricordi bellissimi, angoscianti e tristi per andare a scoprire un favoloso mondo di sonagli e sinuosi ancheggiamenti.
Era stato uno dei più belli pomeriggi della sua vita.
Peccato che la cara Agnese dopo la spesa, invece di andare a prendere le bimbe, era passata da casa e non aveva trovato traccia della figliastra, che non rispondeva neanche al cellulare.
La sfuriata che le aveva fatto sarebbe stata memorabile, se l’avesse seriamente ascoltata. Tanto non le importava per nulla di nulla, non era certo la prima punizione ingiusta che scontava.
Allora cosa è questo sapore acido in bocca?
Scrollando la testa scaccia quel pensiero scomodo.
 
La sveglia del telefono vibra: le orchessine devono essere messe a dormire.
Fortunatamente il film è appena finito, sulla nota del bacio dei due innamorati Disney.
Sovraeccitate come sono sarà la solita impresa farle coricare ma lei ha l’arma migliore che sua madre le avesse potuto donare: Le mille e una notte.
 Afferra il telecomando e spegne il televisore.
“Bene orchessine, è l’ora della nanna. No, Any! Il secondo lo vedete un’altra volta. Silenzio, Genny! Se urli la favola prima di dormire ve la scordate! Filate in bagno, di corsa! Avete quindici minuti per prepararvi e sono sufficienti!”
Sola in soggiorno, si passa una mano sul viso.
Merda! Mi sento a pezzi…
Quella notte non avrebbe dormito per niente bene, se lo sentiva. Per non parlare che domani sarebbe stato il suo turno per andare interrogata in storia.
Adesso le pesti si erano messe a fare salotto in bagno.
No, non è serata.
“Come siete tranquille… magari vi racconto di nuovo la storia di Pollicino?”
L’ aveva minacciato alla porta chiusa del bagno che tempo un minuto si era aperta rivelando le canaglie pronte per le coperte.
Nella storia che aveva usato per spaventarle il protagonista Pollicino, per salvare i suoi fratelli da un orco, effettua uno scambio per cui l’antagonista si ritrova a scoprire di avere ucciso le sue piccole, dolci (per quanto sia possibile) orchessine.
Una piccola vendetta per anni di rancore non è forse lecita?
 
Quelle pesti, nei loro pigiamini con cuoricini e unicorni, si erano appisolate dopo meno di metà fiaba.
Adesso veniva il turno dei piatti da lavare, il soggiorno da riordinare e la biancheria a stendere da mettere al riparo dall’imminente pioggia, il tutto prima che arrivasse la signora Agnese.
Magari prima di dormire do un’ultima occhiata al capitolo di storia.
Sospira e si avvia verso la porta della stanza con il libro magico in mano.
“Buonanotte, orchessine.”
Il suo orecchio recepisce una risposta, che è uno strano miscuglio di sonno, malizia, vendetta e complicità.
“Buonanotte, Cenerentola.”
 
N.A.
Vorrei premettere che mi sono imbarcata in un’esperienza completamente nuova e inesplorata, partendo addirittura dal fatto che solitamente non uso il presente per realizzare i miei attacchi ossessivo compulsivi di scrittura –perché di questo si tratta- ma preferisco utilizzare l’imperfetto. Ho preferito questo tempo verbale per dare più contemporaneità alla storia alla realtà.
Non ho assolutamente idea di dove mi porterà questa storia ma spero di avere il vostro supporto ma prima di tutto di aver suscitato almeno un pizzico della vostra curiosità. Secondo voi cosa ha proibito categoricamente la matrigna, la signora Agnese? E quale è, sempre secondo voi, il nome di questa Cenerentola?
Per piacere ditemi se vale la pena continuare o se è meglio che cambi lo stato di scrittore a lettore di efp ;)
Grazie a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui :) fatemi sapere che ne pensate e se servono chiarimenti non fatevi problemi a chiedere ^^
 
Baci grandi
Kimera
 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Disney / Vai alla pagina dell'autore: Kimera_96