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Autore: serelily    19/08/2012    15 recensioni
La prima volta che Michele ebbe un appuntamento romantico, la cosa divenne affare di famiglia. La madre ne era così entusiasta da dirlo a tavola, facendo un annuncio a beneficio di tutti.
«Michele ha un appuntamento» furono le parole compiaciute.
Suo padre rise sotto i baffi, la sua sorellina, Betta, ridacchiò senza capire (aveva solo due anni). Sua sorella maggiore, Eleonora, gli diede una pacca sulle spalle.
«Sono contenta per te, fratellino» disse «spero almeno che sia Giorgio, quel tipo è così figo!»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa OS è nata per caso, mentre mi divertivo in Chat con una delle protagoniste di questa storia (Eleonora, LunaBlu89) e mentre mi lavavo i denti. Questa storia fa parte della Challenge Dal nome alla storia  di Nonnapapera!

 

 

Di sorelle yaoiste e spazzolini da denti.

MICHELE


La prima volta che Michele ebbe un appuntamento romantico, la cosa divenne affare di famiglia. La madre ne era così entusiasta da dirlo a tavola, facendo un annuncio a beneficio di tutti.
«Michele ha un appuntamento» furono le parole compiaciute.
Suo padre rise sotto i baffi, la sua sorellina, Betta, ridacchiò senza capire (aveva solo due anni). Sua sorella maggiore, Eleonora, gli diede una pacca sulle spalle.
«Sono contenta per te, fratellino» disse «spero almeno che sia Giorgio, quel tipo è così figo!»
Suo padre per poco non si strozzò con la pasta, sua madre la guardò sconvolta.
«Che diamine stai dicendo?» fece Michele «Guarda che esco con Giulia.»
«COSA?» fece Eleonora «Ma… ma… non è possibile. Non puoi deludermi così.»
Intanto, i genitori la guardavano stralunati.
«Ele, ma cazzo dici?»
«Ti prego, dimmi almeno che sei bisex? O meglio, che questa è una fase e poi passerà» continuava a dire stritolandogli un braccio «Mio fratello non può essere etero. Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?»
Nonostante il totale sconvolgimento di Michele e dei suoi genitori, la cosa si protrasse per tutta la cena, fino a quando Eleonora sdegnata si chiuse in camera sua, dicendogli quanto si sentiva offesa.
Michele sospirò, scuotendo il capo.
Urgeva una chiamata con Lorenzo.
Lorenzo era il migliore amico di Michele da quando andavano all’asilo, era il suo confidente, il fratello che non aveva mai avuto.
Era a lui che si rivolgeva quando stare in casa con tre donne diventava troppo pesante.
In quel momento sentiva un disperato bisogno della sua voce. Lorenzo però era lontano, e più precisamente a 100 chilometri di distanza.
Studiava a Bologna, frequentava il primo anno di Lettere. Michele, di due anni più piccolo, era ancora in quarta liceo e aspettava solo il momento in cui i due avrebbero potuto condividere insieme l’appartamento.
Ci avevano riso insieme un sacco di volte. Infatti Lorenzo voleva dire proprio Bosco di Lauro, o Alloro, la pianta che decorava le teste dei laureati.
Nemmeno a farlo apposta, il sogno più grande di Lorenzo era proprio laurearsi e diventare professore di Lettere.
Michele chiuse la porta della sua camera dietro di sé e si stese sul letto, telefono in mano, pronto a chiamarlo.
Dopo appena due squilli rispose la sua voce allegra.
«Ehi, ti disturbo?» fece timidamente Michele.
«No, no, Mickey Mouse, dimmi tutto»
Michele arrossì nel risentire l’appellativo con cui l’altro lo chiamava quando erano piccoli.
«No è che volevo parlarti di una cosa…»
All’improvviso ci fu un grosso trambusto dall’altro lato del telefono e una voce maschile, che di sicuro non era quella di Lorenzo, prese a ridere.
«Oh, scusami Mickey ma c’è qui un mio coinquilino che fa il coglione» fece Lorenzo «facciamo che ti chiamo in un altro momento?»
Chiuse la chiamata senza nemmeno aspettare che Michele rispondesse. Il ragazzo rimase immobile, con la cornetta in mano a fissare il vuoto.
Non era mai successo che Lorenzo non avesse tempo per lui. Aveva voglia di raccontargli di Giulia, della sorella psicopatica e di tutto il resto.
Contrariato, si buttò sul letto spegnendo la luce.

LORENZO

Lorenzo chiuse la chiamata con un sospiro sconsolato mentre Giancarlo, il suo coinquilino, continuava ad osservarlo perplesso.
«Era chi pensavo che fosse?» chiese.
Lorenzo annuì.
«Perché hai riattaccato? Vi avrei lasciati parlare in pace»
«Non ho voglia di sentirmi dire che finalmente uscirà con una ragazza, che finalmente troverà l’amore della sua vita e di quanto è irritante che la Ele lo consideri gay da quando è nato» disse tristemente «E prima che tu me lo chieda, è stata lei a dirmi che il fratello esce con una ragazza. Mi ha mandato un sms un minuto fa»
«Dovresti dirgli quello che provi per lui, una buona volta» disse saggiamente Giancarlo «Da quando sei qui vi sentite tutti i santi giorni, tre volte al giorno. Se dovete allontanarvi, allora vale la pena farlo per qualcosa di sostanzioso»
Lorenzo sbuffò.
«Ora ho altro a cui pensare, devo studiare» disse per toglierselo di torno.
Giancarlo sbuffò contrariato, alzandosi per uscire dalla sua stanza. Sapeva quanto Lorenzo ci tenesse ai voti e quanto irritabile poteva diventare se qualcuno lo disturbava durante le ore di studio. Lo lasciò solo, dicendogli di non fare troppo tardi con i libri in mano.
Lorenzo gli rispose che doveva ancora studiare un sacco di cose e che sarebbe andato a dormire solo quando avesse finito.
Non era vero, ovviamente. Quello di cui aveva bisogno in quel momento era distrarsi per non pensare a Michele.
Per quanto il suo più grande sogno fosse quello di laurearsi, Michele veniva sempre prima di tutto. Era stato così per tutti gli anni della loro amicizia, e così sarebbe stato in futuro. Solo che era una cosa a senso unico.
Michele era etero, nonostante le insistenze di Eleonora e le speranze di Lorenzo, quindi prima o poi si sarebbe arrivati a quel punto: non poteva rimanere accanto alla persona di cui era innamorato e sapere di non poterla avere mai.
Nel momento in cui aveva realizzato che Michele stava per uscire davvero con una ragazza, aveva capito che stargli vicino sarebbe stato impossibile. Non era così masochista.
Era triste, ma era così che le cose dovevano andare.
Stancamente prese in mano il libro di italianistica, mettendosi sul letto steso a sottolineare. Gli venne in mente che forse Mickey era in quella stessa posizione, intento a fissare il telefono dopo che lui l’aveva congedato.
La voglia di richiamarlo era tanta, sul serio, ma non sarebbe servito a niente. Mickey gli avrebbe parlato di Giulia e lui avrebbe dovuto stringere i denti e far finta che andasse tutto bene. Non era sicuro di poterlo più fare.
Eppure il pensiero non faceva che correre a lui, ai suoi bellissimi occhi neri, ai suoi capelli altrettanto scuri, tagliati a caschetto che gli ricoprivano la fronte.
Le sue labbra erano piccole e delicate, il naso dritto e leggermente all’insù.
Tutto di lui era delizioso, invitante.
Scosse la testa; di questo passo non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi, se ad ogni minima cosa pensava a lui.
Lasciò perdere Italianistica, prese l’mp3 e si mise ad ascoltare la musica a tutto volume, sperando che il rumore nelle sue orecchie servisse in qualche modo a fargli dimenticare.
 
ELEONORA
 
Eleonora: Non ci posso credere, guarda!
Diletta: Ma dai, Ele! Sei proprio sicura?
Eleonora: Certo, Dile, stasera a cena ha fatto l’annuncio ufficiale.
Martina: E vabbè, che sarà mai? In fondo sono tutti tuoi film mentali, no?!
Diletta: Macché mentali, Marti? Io ho conosciuto il fratello della Ele, e ti posso assicurare che è gayssimo.
Martina: Sì, ma se esce con una ragazza, non lo è poi così tanto!
Eleonora: Che poi mi sta pure antipatica, la tizia in questione! Cioè, se ne poteva trovare una migliore! Comunque qua ci vuole un piano. Dobbiamo assolutamente farlo mettere con Lore, che porello è una vita che gli muore dietro.
Martina: E chi è Lore?
Diletta: Ma, Marti, dove vivi? Lore è Lorenzo, il migliore amico del fratello della Ele. Gayssimo pure lui, e non fa nemmeno finta di essere etero. A quanto pare ha una cotta stratosferica per Michele, solo che non glielo dice perché pensa che sia etero.
Martina: °_°! Ma, Dile, come sei pettegola!!!
Eleonora: A parte gli scherzi, dobbiamo trovare un modo per farli stare insieme. Sarebbero così pucciosi e teneri!!!!
Martina: Ahahah! Voglio vedere cosa direbbe tuo fratello di tutti ‘sti piani che hai in mente.
Diletta: Prova a far ingelosire Michele. Magari digli che Lorenzo ha un ragazzo.
Eleonora: Ottima idea, ma prima devo fargli scoprire che è gay. Mi metto all’opera, vi tengo informate, ragazze!
 
MICHELE
 
Giornata noiosa. E irritante. E noiosa.
Questi erano i pensieri di Michele, mentre, seduto in biblioteca, cercava di concentrarsi sulla versione di Latino da finire per l’indomani.
Era decisamente di cattivo umore. Non soltanto l’appuntamento con Giulia si era rivelato disastroso, ma Lorenzo non si era fatto più sentire da quella sera. Lui aveva provato a chiamarlo un paio di volte, ma o era fuori casa, oppure era troppo impegnato per rispondere al telefono.
Non era mai successo, in tutti gli anni della loro amicizia, che si fossero allontanati in quel modo.
Se almeno lui fosse rimasto al suo fianco, invece di abbandonarlo in quel modo, adesso il fallimento con Giulia sarebbe risultato meno amaro.
All’improvviso il suo cellulare si illuminò. Era arrivato un messaggio da parte di Giulia. Per un attimo aveva sperato ardentemente che fosse Lorenzo, ma evidentemente non era così fortunato.
Lo aprì, e quello che lesse lo lasciò a bocca aperta.
Lo sai qual è il gossip del momento?! Pare che Lorenzo e Giancarlo, quello che abita con lui, se la intendano. Perché non mi hai detto che il tuo migliore amico era gay?!
Cosa? Come? Da quando?
Non era possibile una cosa del genere! Lui l’avrebbe certamente saputo, se fosse stato così! Insomma, lui sarebbe stato il primo a cui Lorenzo avrebbe detto di essere gay.
La sera, a casa, era ancora turbato, quando sua sorella irruppe nella sua stanza.
«Visto?» disse indispettita «Lorenzo non ha affatto deluso le mie aspettative. Quando ti deciderai ad ammettere anche tu che sei gay e ti metterai con lui una buona volta?»
«Ma sei pazza? E poi perché io non ne sapevo nulla, di questa cosa?»
«E secondo te come doveva fare Lorenzo, poverino? Venirti a dire che è gay quando tu sei tutto preso dalla tua Giulia da non vedere il resto?»
Michele cominciava ad infuriarsi sul serio. Non era certo stato lui ad allontanarsi da Lorenzo, semmai il contrario, quindi perché doveva sentirsi in colpa?
La sorella notò il suo sguardo minaccioso e sospirò, sedendosi all’angolo del letto e assumendo l’espressione da “devo insegnarti sempre tutto io”.
«Mickey, Lorenzo ha una cotta per te. Ormai lo sanno anche i muri. Quindi perdonalo se non è corso a fare coming out da te nel momento in cui ha scoperto che stavi per uscire con una ragazza. Già per lui è stato difficile dirlo in famiglia, figurati parlarne con la persona che gli piace e che ancora è convinta di essere etero…»
«Ma io sono etero.»
«Non interrompermi» lo bacchettò «Comunque, dicevo… Lorenzo è cotto di te, e tu dovresti fare un attimo di chiarezza. Di chi è lo spazzolino blu di fianco al tuo, in bagno?»
«Di Lore» rispose Michele.
«Vedi? Ti pare normale che Lore abbia un suo spazzolino qui da te e che tu ne abbia uno sia a casa sua sia al suo appartamento a Bologna?»
Non attese risposta, ma gli lanciò un’occhiata significativa e poi uscì dalla stanza, lasciandolo solo a rimuginare su ciò che gli aveva appena detto.
 
LORENZO
 
Vieni al cinema con me, stasera? Dai, è un po’ che non ci vediamo.
Lorenzo non sapeva perché aveva accettato. Nonostante tra Michele e Giulia le cose non erano andate, era ben consapevole che prima o poi sarebbe spuntata qualcun'altra a portarglielo via.
Eppure non se la sentiva di dirgli di no, soprattutto dopo che si erano chiariti riguardo il suo coming out. Michele c’era rimasto male per il fatto che non si fosse confidato con lui, ma l’aveva perdonato ed era tornato ad essere il migliore amico dolce e affettuoso di sempre. Soprattutto dopo che Lorenzo aveva chiarito che tra lui e Giancarlo non c’era assolutamente nulla.
Giancarlo era etero fino al midollo, e pure fidanzatissimo. Tutta questa storia era nata dalla pazza idea di Eleonora di far ingelosire in qualche modo Michele.
Tutto inutile ovviamente.
Si era ritrovato davanti al cinema quasi senza saperlo, e in lontananza vide arrivare Michele con il sorriso sulle labbra. Forse valeva la pena rimanergli accanto, nonostante tutto.
Pagò per lui, quel giorno, offrendogli anche i pop-corn. Adorava vedere la sua espressione sorpresa e felice.
Si sedettero vicini e per tutta la durata del film la tentazione di stringergli una mano era fortissima. Ma erano lì come amici, e farlo sarebbe stato controproducente per la loro amicizia e la sua salute mentale.
Dopo il cinema, avevano deciso di andare a passeggiare sul lungomare, nonostante fosse ancora freschino la sera.
Per farlo, dovettero prendere la macchina (quella di Lorenzo ovviamente, visto che Michele era troppo piccolo per la patente).
Una volta arrivati, parcheggiarono e cominciarono a camminare in direzione del porto. Era sempre bella quella zona, soprattutto all’Ancora; un monumento che si trovava proprio all’inizio del porto e dove erano soliti darsi appuntamento.
Erano quasi arrivati, quando videro che nella loro direzione stava arrivando una coppia. Era Giulia, che camminava mano nella mano con il ragazzo della settimana.
Quando li vide, storse la bocca e disse:
«Oh, che piccioncini. Lorenzo, ma tu non stavi con il tuo coinquilino?»
Lorenzo arrossì, un po’ per il fastidio, un po’ per l’imbarazzo. Michele invece fece una cosa sorprendente.
Tirò fuori la mano dalla tasca e prese quella di Lorenzo nella sua, stringendo forte.
«Beh, che problema hai con il mio ragazzo?» disse, guardandola in cagnesco.
Per poco a Lorenzo non venne un infarto, sentendo quelle parole. Giulia li guardò furiosa, per poi alzare i tacchi ed andarsene.
Lorenzo e Michele ripresero a camminare, ma il più piccolo non lasciò la mano al più grande, che era completamente scioccato.
«Non c’era bisogno di fingerti il mio ragazzo» disse.
«E chi fingeva?» fece Michele stringendogli la mano ancora più forte e sorridendogli angelico.
«Ma che stai dic…»
«Hai il tuo spazzolino a casa mia, e io ce l’ho a casa tua» disse semplicemente Michele.
Allo sguardo stranito di Lorenzo, Michele rispose con un’alzata di spalle, come se quello che aveva appena detto fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Che ne dici se torniamo a casa mia?» chiese Michele ad un certo punto, continuando a tenergli saldamente la mano.
Lorenzo annuì, non sapendo che cosa aspettarsi.
 
ELEONORA
 
Diletta: Daiii, Ele, fa loro una foto e mandacela.
Martina: Sì, sì, dai!
Eleonora: Ma come faccio? Si sveglieranno di sicuro ed è la volta buona che mio fratello mi strozza! No, ragazze, meglio di no.
Martina: Eh dai, su, ci hai rotto le scatole con questa storia, adesso vogliam vedere i risultati.
Eleonora: Sì, ma non posso andare a fare una foto a mio fratello che dorme abbracciato al suo ragazzo. E poi se fossero svegli a fare le porcate? Che figura ci faccio?
Diletta: Vabbè, ma domani cerchi almeno di fargli una foto mentre si sbaciucchiano.
Eleonora: Ok, ci provo! Ah, voglio proprio vedere che faccia faranno mamma e papà domani mattina quando si ritrovano a colazione anche Lorenzo xD

FINE

   
 
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