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Autore: elasticheart    19/08/2012    7 recensioni
-Clove..- continuavo a ripetere il suo nome, beandomi di quel suono. Beandomi del suo sguardo, degli ultimi momenti assieme.
-Non lasciarmi!- dissi poi, con più forza, con più tristezza, con più disperazione.

CatoxClove.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cato, Clove
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Never let me go.




-Cato! Cato!- qualcuno urlava. Avrei riconosciuto quella voce fra mille: Clove.
Cosa stava succedendo? Aveva trovato la Ragazza di Fuoco? O il bestione del Distretto 11?
Ma no, pensai. Sciocco. Non era un grido di vittoria; era un grido di paura. –Clove!- gridai, in risposta. Inutile, sciocco. Sarei dovuto correre là, controllare che lei stesse bene, e l’unica cosa che riuscivo a fare era urlare? Patetico.
Ma ero troppo, troppo lontano e la cosa migliore che mi fosse venuta in mente era urlare il suo nome con tutto il fiato in gola. Quasi imprecando, o gemendo dalla paura mentre lo gridavo. Sentivo l’adrenalina scorrermi nelle vene, sentivo il sangue defluire dal cuore al cervello.
Quando non sentii più la sua voce, mi sentii morire.
Corsi, corsi, corsi a perdifiato. Ripensandoci a mente lucida, risparmiai la vita a Faccia di Volpe, ma in quel momento non me ne fregava niente di quella ragazzina: volevo solo assicurarmi che Clove stesse bene, che fosse viva e che avesse ucciso qualcuno.
E poi vidi tutto: era Thresh, quello enorme dell’undicesimo Distretto. Un grido strozzato mi morì in gola.
L’avrebbe uccisa, lo sapevo. Per la prima volta mi sentii pervaso dal panico. Ero immobile, fermo. Non riuscivo a correre, a respirare, a lanciare la mia lancia, a gridare. Riuscivo solo a stare immobile. E tremavo, senza rendermene conto. Di paura, di rabbia. L’adrenalina di un minuto prima era svanita completamente, lasciando spazio alla paura cieca, quella che ti prende e ti entra nelle vene senza lasciarti respirare. Che ti uccide.
Vidi Thresh stringere Clove, come se fosse una bambolina di pezza. Era così piccola e leggera in confronto a lui. Provai a gridare il suo nome, ma niente uscì dalla mia bocca. E fu orribile.
Vidi Thresh prendere un sasso e calarlo sulla testa di Clove. Forte, senza darle vie di scampo.
Ci misi qualche secondo a realizzare il tutto.
Le aveva fracassato il cranio con un sasso.
Oh, Dio. Dio, no. No. No.


And it's breaking over me,
a thousand miles onto the sea bed,
found the place to rest my head.



Non c’era sangue. Non c’erano ferite orribili. Solo il grido strozzato di Clove, e poi il silenzio. Il sasso cadde. E io mi sentii morire.
Capii che sarebbe morta, lasciandomi solo. Mi guardai attorno, disorientato, senza sapere cosa fare. L’unica cosa che mi veniva in mente era piangere. Senza nemmeno rendermene conto, Thresh e la Ragazza di Fuoco erano scappati, lasciandomi solo con lei. Lasciandomi solo con la morte.
Corsi fino al punto dove avevo visto Thresh, e quando la vidi, credetti di morire. Una parte di me voleva suicidarsi, così da morire con lei. Insieme. Senza lasciarla sola.
-Clove!-
Ancora. Idiota. Cosa credevo, che ripetendo il suo nome l’avrei salvata.
-Oh, Clove.- dissi, imprecando. Perché? Perché? Le presi la mano e le baciai il palmo, mentre qualcosa che assomigliava ad un piccolo sorriso compariva sul viso di Clove.
Senza nemmeno rendermene conto, il mio pensiero tornò ai ricordi sepolti nel mio cuore.

-Cato?-
La sua voce era bassa, calda, roca, ancora eccitata. Avevamo fatto l’amore, l’amore quello vero, quello che ti cambia.
-Mh?- feci, baciandole il collo.
-Domani c’è la Mietitura..- disse lei, deglutendo, un po’ a disagio. Si interruppe, e io mi puntellai sui gomiti per guardarla meglio.
Lei mi fissò di rimando: -Hai intenzione di offrirti come volontario?-
La sua domanda mi lasciò spiazzato. –Io..-
Non riuscii a concludere la frase. Non sapevo cosa rispondere. La verità era sì. Avevo passato tutta la mia vita allenandomi, pronto per offrirmi volontario e vincere gli Hunger Games, portando gloria e ricchezza al mio Distretto e alla mia famiglia. Ma tutto questo prima di conoscere Clove. Prima di innamorarmene.
-Non lo so.- ammisi, abbassando lo sguardo.
-Tu.. Io.. Non..- emise solo sillabe. Non riusciva ad esprimersi, e io non potevo aiutarla.
-Clove. Guardami.- le ordinai, alzandole il mento.
-Se non vorrai, non mi offrirò come volontario.-
Lei sorrise. Un sorriso piccolo e timido, ma infinitamente grato. Mi lasciò un bacio sulla punta del naso, prima di scoppiare a ridere.


Never let me go, never let me go.



-Clove..- continuavo a ripetere il suo nome, beandomi di quel suono. Beandomi del suo sguardo, degli ultimi momenti assieme.
-Non lasciarmi!- dissi poi, con più forza, con più tristezza, con più disperazione.
Una lacrima le solcò la guancia, mentre io scuotevo la testa. –Avevamo promesso.. Non ci saremmo mai lasciati.. Tu mi stai lasciando!- gridai, irato, mentre lei gemeva dal dolore.
Non ci saremmo mai lasciati.

-Sei impazzita?! Offrirti volontaria? Come hai potuto?- dissi, adirato, mentre le correvo incontro, nel Palazzo di Giustizia.
-Sapevo ti saresti offerto volontario e..- sputò, fredda, ma si fermò a metà frase.
-E?- continuai, guardandola incredulo.
-Non volevo lasciarti.- sussurrò, abbassando lo sguardo.
Rimasi spiazzato, mentre qualcuno guizzava nel mio cuore. Non voleva lasciarmi. Non voleva lasciare me.
-Oh, Clove.- sospirai, circondandole i fianchi con le braccia e baciandola sulla bocca. Con forza, con amore, con passione, con irruenza.
-Ascoltami.- disse lei, dopo essersi allontanata da me per riprendere fiato.
-Ti ascolto.- dissi, accarezzandole la guancia.
-Devi giurare.-
-Lo farò.-
-Bene, allora. Devi giurare che non mi lascerai mai. Mai.-
-Non ti lascerò mai sola. Mai.-
Mi abbracciò, con impeto, mentre io affondavo il viso nei suoi capelli.
-Cato?-
-Sì?-
-Ti amo.-


-Clove.. Ti amo.- esplosi, mentre lacrime salate mi appannavano gli occhi.
-Ti amo. Ti amo. Mi senti? Non lasciarmi. Clove, ti prego. Non lasciarmi.-
Andai avanti così per lunghi minuti, lasciandole baci sul viso, sulla bocca, mentre lei sospirava e gemeva, e la vita la lasciava lentamente, come lei stava lasciando me.


And the arms of the ocean are carrying me,
and all this devotion was rushing out of me,
and the crashes are heaven, for a sinner like me,
the arms of the ocean deliver me.



Ci vollero dieci lunghissimi minuti. Morì tra le mie braccia, mentre per la milionesima volta le gridavo di amarla, e che no, non poteva lasciarmi solo ad affrontare tutto questo.
Non poteva lasciarmi solo, ma lo aveva appena fatto. Mi aveva lasciato, abbandonato, dimenticato per andare in un posto migliore.. per non soffrire più.
La strinsi tra le mie braccia, singhiozzando. Ma poi mi ricordai che Clove non aveva giurato. Lei non aveva giurato di rimanere per sempre con me.
Continuavo a darmi dello stupido. Stupido, innamorato, addolorato, adirato.
Li avrei uccisi tutti, uno per uno, lentamente. Avrebbero sofferto come ha sofferto Clove. Avrebbero pianto, invocato la morte. Mi avrebbero pregato di ucciderli, per far cessare le loro sofferenze. Ma io sarei rimasto là a guardare, minuto per minuto, fino a vincere. Per me. Per Clove. Per la mia famiglia e il mio Distretto. Avrei vinto, avrei alzato lo scettro della vita e della vittoria.
Sì, pensai, mentre un sorriso sadico mi si dipingeva sul volto. Avrei vinto.
Mi girai un’ultima volta verso Clove. Giaceva a occhi chiusi, così piccola e indifesa. Sembrava addormentata. Le avevo detto che l’amavo. Aveva sentito?
Non lo sapevo, ma io gliel’avevo detto, urlato, sussurrato. Mi leccai le labbra, rincorrendo per l’ultima volta il suo sapore. Sentivo il suo profumo su di me. Ne ero impregnato.
-Ti amo.- sussurrai un’ultima volta, girandomi e scappando nel bosco, mentre sentivo l’hovercraft avvicinarsi.
Clove, hai visto? Ho giurato. Non ti ho lasciata. Mai. Nemmeno mentre morivi.


Never let me go, never let me go.
and it’s over, and I’m going under,
but I’m not giving up, I’m just giving in.


 


Angolo Autrice
Os scritta per il Florence and the machine fanfiction contest, organizzato dal Fanfiction Italia.
Che dire? E' una Clato, e spero di non essere risultata banale descrivendo la scena della sua morte. Recensite, se vi va.
ps: il titolo, 'Never let me go', è una canzone dei Florence and the Machine.

















 






 

  
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