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Autore: TerryWolf    19/08/2012    1 recensioni
Gli irlandesi sembrano folletti . Sì,Lex sembra avere una di queste caratteristiche : è così che la definiscono i pestiferi gemelli Ellen e Leonel, bimbi di 7 anni di una bellezza spietata. I figli della proprietaria del pub situato a Dublino in cui lavora Lex , sembrerebbero essere indubbiamente non umani. Dopo l'incidente che hanno combinato , il fatto che sia diventato uno scoop di un nerd giapponese, sembra essere un danno irreparabile. Lex è scossa dall ' avvenimento e cerca di minacciare il ragazzo, ma allo stesso tempo è curiosa di sapere. Cosa sono realmente quei bambini?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 
 
I vetri delle finestre principali del Pub I Told You so” si appannarono di scatto mentre mi apprestavo a finire la lucidatura : roteai gli occhi dall’esasperazione ma non ebbi il tempo di pronunciare oscenità che un odorino invitante mi sedusse dalle narici del mio naso. Per forza , era l’ora della merenda, un evento che avrebbe fatto felice i bambini : come predetto, Ellen e Leonel scattarono da dietro le mie spalle e per poco non fecero cadere l’acqua del secchiello. Quello che avevo davanti era il solito dejavù giornaliero : i sorrisi beffardi e affamati dei gemelli non cambiavano di una virgola ; Ellen però rispetto al fratello era una bimbetta educata e mentre stava seduta al tavolino non la smetteva di muovere le gambe esili come una cagnolina che faceva le feste. Leonel con i suoi capelli a scodella biondo platino e i suoi occhi blu, sembrava uno di quei bimbi predestinati a un futuro da modello o attore, senza tralasciare niente alla sorellina, con la sua dolce chioma bionda ramata e liscia come la seta. Gemelli diversi sui sette anni, di una bellezza spietata mi sorridevano da lontano, in attesa del mio arrivo per lo spuntino.   
-Qualcosa mi dice che non sono normali.- mi dissi fra me e me , scostando i miei capelli ondulati dalla visuale : come mi definivano loro, io sembravo una folletta , con capelli di un castano chiarissimo quasi rosso ,dagli occhi verdi e la carnagione chiara contornata da lentiggini ; non ero nemmeno tanto alta per avere 24 anni. Beh, esistevano le scarpe coi tacchi per questo , no? Feci una risatina amara pensando a me in versione donna modaiola … No, non faceva per me quello stile. Trasportata da quel profumo croccante mi accostai vicino a Ellen che intanto contava le figurine della loro fantomatica collezione :
-Che mania vi è presa stavolta?-  commentai sarcastica.
-Draghi!- risposero all’ unisono come gemelli di film spettrali, era buffo pensarlo.
-  Ehi Lex, vuoi vedere il mio Draco occidentalis magnus ? – esclamò il biondino che passò la figurina attraverso la sua Play Station Portable : il drago si materializzò nello schermo come se fosse vivo, insomma.
- Gesù, fin dove sono arrivate le tecnologie oggi?!-
- Vecchia, non sai nemmeno usare il touchscreen! – rispose di rimando.
-Io ai miei tempi manco l’avevo un cellulare!-
- Ecco, parli come una vecchia!-
- Leo, piantala, altrimenti il tuo turno con la psp me lo prendo io, così gioco il doppio!- intervenne la saggia Ellen.
-Tsk, un giorno cavalcherò un drago!!- disse deciso il fratello.
Oh, ecco che arrivò con i vassoi, ci aveva messo parecchio! Le sue labbra carnose si piegarono in un sorriso e i suoi occhi azzurri come il ghiaccio si rivolsero a me in tono implorante: - Scusami se ho interferito con il tuo lavoro, Lex! Il forno era terribilmente caldo e…-
-Non importa Neeva, tu sai sempre ripagarmi con le tue leccornie.-
Sentii la mia saliva aumentare drasticamente alla vista di quei waffles appena sfornati che affogavano in un lago di crema al cioccolato.
I corti capelli neri di Neeva la facevano sembrare mascolina ma per me era un gran donna e anche una bravissima cuoca. Aggiunse sul tavolo anche una bomboletta di panna montata e una brocca di succo di arancia rossa… Il mio  preferito. Feci dondolare un po’ il bicchiere, era una strana sensazione vedere quel liquido: così rossiccio, di un odore forte e elettrizzante, sembrava il colore del sangue ; anche i gemelli ne andavano matti. Con Neeva che aveva trenta anni e ne dimostrava dieci in meno, mi sentivo proprio in una comunità di vampiri, ahah.  Il Pub era momentaneamente chiuso, nessuno sarebbe passato alle cinque del pomeriggio di un sabato autunnale , e mi andava benissimo così: l’amore materno che dimostrava Neeva per i bimbi mi faceva commuovere… Eppure, non era la loro vera madre. Ellen e Leonel erano stati trovati dalla mia amica sette anni prima davanti alla sua porta di casa, piangenti in un fagottino come orfanelli da film.   Di loro ne era rimasto solo un biglietto anonimo con il solito messaggio strappalacrime da parte del genitore indegno e l’indicazione dei nomi : ciò era stata una fortuna, almeno quella, perché Neeva non era molto fantasiosa ,  li avrebbe chiamati nei modi più assurdi, come Wito e Gwendoline, tanto per citare. Orribili.  Da brava modesta continuava a negare che non sarebbe mai stata una buona mamma,  si era predisposta più a rimanere zitella a vita e l’amore le faceva schifo … qualcuno le aveva spezzato il cuore quando era adolescente, ma non me ne aveva mai voluto parlare. Da vera tosta com’era, sarebbe stata capace di aggredirti dietro l’angolo con una massa da baseball nei momenti critici  : in passato era stata famosa  come la ragazza più cruenta di tutta la scuola , ma in cuor mio, sapevo che non era vero. C’ era da aggiungere che quei bambini l’ avevano benedetta. E io sognavo di essere come lei , ma non avevo le palle : tutto quello che sapevo fare era allenarmi a cucinare dolci e sperare in un futuro di pasticcera d’ elitè sin da bambina, avevo sempre amato i dolciumi e in questo non risparmiavo il mio povero stomaco ; ciò spiegava perché ero abbastanza in carne e non con un fisico da grissino come le modelle da passerella , ma a me non importava.  Finito la merenda, mi misi a lavare i piatti sporchi rimasti per poi dedicarmi ad allestire i tavolini per la sera: ci sarebbe stata una serata di DJ e karaoke che equivalevano al casino totale.
-Tra poco si avvicina Halloween , e noi dobbiamo essere i migliori mostriciattoli di almeno, tutto il quartiere. – raccontava entusiasta Leo:
- Mamma, per quest ’anno mi compri il vestito da Dracula?-  
-Oh, per fare colpo sulle femminucce , vero? – strizzai un occhio.
-No, perché ho scoperto di essere davvero speciale!-
-Ma tu lo sei sempre stato, tesoro.- commentò ironica Neeva baciando quel caschetto di capelli biondi. 
-Ma ho i super poteri!!!- 
Io e Neeva ci mettemmo a ridere pensando nostalgiche alle nostre illusioni infantili. Leo girò sui tacchi e se ne andò offeso , ma anche in quello stato era troppo carino. Ellen invece andò ad aprire la porta dalla quale  da almeno una decina di minuti si sentiva il suono assiduo del campanello che non avevamo notato : ecco lì che spuntò Rowan, il nostro caro DJ. Negro, muscoloso e col sorriso sempre sulle labbra, avrebbe potuto benissimo fare il personal trainer o che ne so, giocatore di Rugby o bagnino; nonostante tutto aveva seguito la sua passione sfegata della musica in generale, aveva fatto bene. Quando lavori a braccetto con il tuo hobby preferito, non sembra nemmeno che stai lavorando, ti diverti e basta. Appena si avvicinò al banco gli diedi un batti cinque e gli offrii un po’ di whiskey e nocciola:
-Sono pronto anche per stasera!-
- Ro, hai programmi per Halloween?- 
- Ehm, no perché? Oh, no. Non mi starai chiedendo di…-
- Puoi portare a spasso i gemelli per favore?- chiese persuasiva Neeva.
-Siamo alle solite!!- roteò gli occhi e fischiò per chiamare qualcosa o qualcuno. Improvvisamente scese dalla sua Jeep un pastore tedesco australiano da mozzare il fiato, almeno per me. Fece le feste a tutti e i bambini gli si attaccarono come cozze tanto che volevano strapazzarlo di coccole : il cagnone si accorse di me e mi saltò addosso , aveva sentito la mia mancanza, si vedeva:  
- Akira , per favore, non mi rovinare il vestito da lavoro!!!- esclamai mentre mi leccava dappertutto.
-Sarebbe corso per tutta Dublino a cercarti oggi! – rise Rowan.
Purtroppo con le attività del pub non avevo mai tempo da dedicare al cane di mio nonno , tornavo a casa sempre stremata per i turni di notte : Rowan lavorava da noi una volta a settimana e perciò lo teneva lui al campo di addestramento di suo padre …. Senza il suo aiuto non avrei mai mandato avanti la promessa fatta a nonno Loughlin . Erano 7 anni che conoscevo Akira , ormai avevo instaurato un rapporto indissolubile ; il suo nome era di originario dal Giappone perché mio nonno era appassionato di quella grandiosa cultura, aveva influenzato anche me!
-Ro, sai bene che non possiamo tenerlo con tutto quel casino che faranno stasera. – esclamai : - Neeva mi licenzia se lo terrò qui!-
-Appunto!- sorrise beffardo, con i suoi occhi scuri  puntati verso Neeva.
- E’ un ricatto!!! –
-Se fai tenere il cane qui per stasera, io il prossimo sabato di Halloween tengo i gemelli. Semplice, no?-
-Ricattatore!!!- rispose secca Neeva : - Un cane che gironzola attorno non sempre è molto gradito dai clienti. –
- Andiamo, è Akira stesso ad avermelo chiesto. Vuole stare un po’ con Lex. –  
- Per Giuda ballerino , accetto, ma ad una condizione! –
- Sì?- roteò gli occhi il negro.
- Per stasera darai una mano a sparecchiare i tavoli prima della chiusura.-
- Ai vostri ordini, mie Signore. – fece un inchino scherzoso e andò a sistemare il piccolo palcoscenico e controllò i riflettori.  
- Wow, come una vera disco.  Se esce  la musica House faccio saltare la corrente!- minacciai il mio amico scherzosamente mentre dedicavo tutte le mie attenzioni ad Akira .  Notai però che mentre lo accarezzavo, il mio cane aveva lo sguardo altrove … Direi preoccupato, verso il grande riflettore ; per distrarlo lo portai fuori nel cortile in compagnia di Elly e Leo .Bene , era l’ora di rimboccarmi le maniche ! Girai il cartello da “chiuso” ad “aperto” e accesi l’insegna luminosa come solevo fare i sabato sera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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