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Autore: Sherlock Holmes    19/08/2012    5 recensioni
Holmes, abbattuto per la morte della sua amata, si rifugia a Whitechapel, cercando conforto per il suo cuore distrutto tra braccia (s)conosciute…
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sherlock Holmes, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non dormivo da giorni.
Non era una novità, per me: quando ero immerso in un caso, il sonno svaniva, e la mente lavorava, inarrestabile, tenendomi sveglio…
Era una novità, invece, non dormire per colpa del cuore
 
Sospirai, chiudendo, per un attimo, gli occhi.
 
Nei miei pensieri, la vidi.
Irene Adler…
La Donna.
L’unica che mi aveva fatto palpitare.
 
Dall’istante in cui avevo visto il suo fazzoletto insanguinato sulla scacchiera del professore, avevo capito che non l’avrei mai più rivista…
 
L’avevo persa…
Irrimediabilmente.
Per sempre.
 
Mai più avrei avvertito i suoi baci; mai più l’avrei sfiorata… Mai più avrei fatto l’amore con lei…
 
Riaprii gli occhi.
 
Dopo pochi passi, smisi di camminare.
Il vicolo scuro di Whitechapel in cui mi ero infilato era popolato da fin troppo generose donzelle e loschi figuri.
 
Avevo bisogno di adrenalina. Di sentire il sangue scorrermi nelle vene… Per ricordarmi che, anche se lei era morta… Io ero ancora vivo.
Avrei attaccato bottone con uno degli energumeni che mi squadravano da sotto i berretti logori, facendolo indispettire, e avrei ingaggiato con lui una lotta all’ultimo respiro…
 
Oppure…
 
Una donna di facili costumi, dai capelli scompigliati color fuoco, mi occhieggiò.
No.
Io appartenevo ad una ed una sola…
Un pensiero mi attraversò la mente...
“Ma… lei non c’è più…”
 
Il freddo Sherlock Holmes aveva bisogno di calore umano…?
Ridicolo.
 
Eppure…
 
Mi appropinquiai a lei.
- Quanto, per una notte?-
Mai avevo pensato di pronunciare una simile frase a tale interlocutrice.
Esaminò i miei abiti, giudicandomi di borghesia media.
- Non meno di mezza corona…-
Con uno sbuffo, mi tastai le tasche, trovandoci null’altro che uno scellino.
Glielo mostrai.
- Sei sordo, cocco?- mi domandò.
- Non ho altro.- feci, apatico.
- Per quello ti concedo tre minuti…-
Una bionda dal rossetto sbavato, con la gonna strappata e macchiata di fango in più punti e il corpetto leggermente slacciato, si fece avanti.
- Se lo rifiuti tu, me lo prendo io. Sempre se ti vado bene…- mi sussurrò, con voce strascicata.
Abbozzò un sorriso stanco.
Prese il mio silenzio per un sì, strappandomi, avida, la moneta dalla mano.
Doveva essere veramente povera per concedersi a così poco prezzo…
- Una notte intera… Bene…- commentò.
Mi afferrò la mano, trascinandomi con sé…
  
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