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Autore: one directioner    19/08/2012    11 recensioni
Loro non mi conoscono. Io, invece, si.
Loro sono la perfezione. Io non mi piaccio.
Loro sono famosi. Io non sono nessuno.
Loro sono lontani. Io sono qui.
Ma, per favore, lasciatemi sognare la mia vita con i One Direction.

*** Era la sensazione più forte che avessi mai provato: come se tutto il resto fosse finito e c’era solo lui, come se non riuscissi più a pensare a niente, come se ci fossero terremoto, pioggia, sole e ghiaccio contemporaneamente. Le nostre labbra si muovevano con armonia e le nostre lingue danzavano il più bello dei valzer. Tutto ciò per cui valeva la pena di vivere io l’avevo appena trovato e non lo avrei mai lasciato andare.
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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comincio col chiedervi SCUSA. ho tantissimi motivi per cui chiedervi scusa e non so con quale coraggio posto il capitolo dopo che sono assente da più di un mese ..
abbiate pietà di me, vi avevo promesso che avrei postato ma poi la preparazione per il viaggio ha complicato le cose e quando sono tornata non ho avuto la connessione per quasi due settimane!
nonostante ciò se c'è ancora qualche anima buona ahahah questo capitolo ci tenevo molto a postarlo perchè ci ho messo davvero tutta me stessa ..
inoltre chiedo scusa se non sono passata a leggere le vostre storie e a rispondere alle recensioni, il motivo è che mi sono resa conto che passavo tipo tre ore al giorno su EFP .. non era più una cosa fattibile, seguivo tipo 46 storie contemporaneamente! mi dispiace ma ero diventata una nerd assurda ahahahahah
detto ciò .... buona letture bellezza(:
ps: avete visto i One D. alle Olimpiadi? il mio cuore ha fatto un tuffo ahahahahahahahah #soproudof1D





quando è reale, non puoi scappare.

 


-Nella cosa??- chiesi.
-“Casa dei desideri”.- ribadii Zayn con un sorrisetto malizioso.
-Sai, è così che le ragazze chiamano casa nostra perché … - iniziò Liam.
-Ok, ok! Posso immaginare il perché. – interruppi il ragazzo dato che non volevo sapere il seguito.  Ci riflettei un attimo e poi scoppiai a ridere per quello stupido nome, ed i ragazzi con me. Le risa acute di Niall sovrastavano quelle di tutti noi .
-Zayn accosta! C’è il supermercato. – urlò ad un tratto Liam.
-Allora ragazzi chi viene a comprare qualcosa da bere con me?- domandò Louis uscendo dall’auto.
-Vengo io!- rispose Niall tutto contento.
-Bene, qualche preferenza?- chiese sempre Louis come se fosse un cameriere.
- Martini !- strillò Harry.
- Vodka!- urlammo io e Zayn insieme, poi lui si girò battendomi il cinque.
-Poi anche un po’ di birra, rum, gin … - aggiunse Liam con sguardo perso nel vuoto mentre fantasticava già sulla serata.
-Ok ragazzi ci vediamo dopo a casa!- concluse Zayn e partimmo.
Una volta arrivati nella nostra abitazione però si era scatenato il caos: quei tre erano peggio delle ragazze! Avevano litigato per decidere chi faceva la doccia per primo e, dato che non trovavano una soluzione, ero intervenuta e avevo stabilito che il primo bagno lo occupavo io mentre, per il secondo, avevo suggerito di sfidarsi a chi faceva più flessioni. Mentre ero sotto l’acqua calda sentivo i loro urli: chissà chi stava vincendo ... Quando uscii dalla doccia mi precipitai in camera ed aprii l’armadio color panna per prendere uno dei pochi vestiti che mi ero portata dall’Italia: era argentato, ma senza brillantini o strass, senza spalline, aderente e corto fino a metà coscia. Mi truccai e raggiunsi i ragazzi che mi chiesero di aiutarli a prepararsi. Harry era andato a farsi la doccia: era l’ultimo rimasto dato che la gara l’aveva vinta Liam e secondo era arrivato Zayn, così intanto io avevo deciso di aiutare quei due. Aiutai Liam ad allacciarsi la cravatta dato che facendosi il nodo da solo stava per soffocare e poi pettinai i capelli a Zayn anche se ad ogni nodo che la spazzola incontrava si metteva ad urlare come un bambino. Ad un tratto sentii il campanello suonare.
- Oh sono arrivati Niall e Louis, vado ad aprire!- li avvertii e poi corsi giù per le scale dove per poco non ci rimisi la caviglia per colpa dei tacchi alti.
-Avanti!- esclamai sorridendo ed aprendo la porta come se fossi la portinaia di casa “Horan-Payne-Tomlinson-Styles-Malik". A Louis e Niall piacque il mio vestitino a giudicare dalle facce, l’unica differenza era che uno dei due aveva cominciato a guardarmi intensamente, mentre l’altro, dopo avermi salutata, si era precipitato al piano superiore.
-Quando hai finito di fissarmi pensi che ce la farai ad entrare?- gli chiesi ironica mentre gli indicavo con un cenno l’ingresso dato che era ancora sulla porta. Senza dire niente Louis fece due passi avanti e io gli chiusi la porta alle spalle, dopo di che mi girai verso il ragazzo che non aveva di certo perso tempo e mi stava fissando il fondoschiena.
-Ti sta davvero d’ incanto questo vestito.- sussurrò togliendo la distanza che c’era tra noi e avvicinando il suo viso al mio. Io mi allontanai subito cercando di reprimere la voglia di saltargli addosso e baciarlo.
-Grazie. Ma penso che me lo toglierò. – risposi e, ancora una volta, lui mi raggiunse piazzandosi a pochi centimetri da me.
-Perché mai dovresti toglierlo?- chiese parlando nel mio orecchio con una voce fin troppo smielata.
-Per quelli come te. Che non fanno altro che fissarmi.- risposi e poi gli presi il viso con le mani alzandoglielo in modo che il suo sguardo finisse sui miei occhi e non sul mio seno. Lui si concesse un sorrisetto.
-Ma sei tu che mi provochi .- disse e mi afferrò entrambi i polsi tenendoli stretti con una mano sola. Con l’altra iniziò ad accarezzarmi la schiena mentre il suo viso affondava nei miei capelli. Non so esprimere quanti brividi invasero il mio corpo in quel momento e quanta era la voglia che avevo di cedere a lui: il suo viso a pochi centimetri dal mio, il suo respiro caldo sulla pelle, la sua mano che mi accarezzava ... Ma cominciai a pensare che gli era bastato farmi due moine e dirmi qualche parola dolce che mi ero lasciata ammaliare da quegli occhioni deliziosi.  Nonostante ciò la forza che avevo per respingerlo era pari a zero. Solo quando realizzai che quella scenetta molto probabilmente l’aveva allestita con altre decine di ragazze, mi sentii un oggetto, niente di più che un’altra delle tante e così mi liberai le mani dalla sua presa e lo respinsi sicura. Ceraci di non soffermarmi a lungo sul suo sguardo da cucciolo che aveva e mi precipitai al piano superiore dove mi catapultai in camera di Harry. Lo trovai intento ad allacciarsi i bottoni della camicia bianca e, senza pensarci, mi buttai tra le sue braccia sentendo gli occhi che iniziavano a pizzicare.
-Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo?- mi chiese lui dolcemente dopo avermi fatto sedere sul suo letto. Evidentemente aveva deciso di prendere con calma la situazione, ma io proprio non ci ero riuscita ed iniziai a piangere.
-Dai … su … non abbatterti così piccola. Dimmi tutto, che succede?- mi sussurrò.
- È che … credo che ormai lui mi piaccia e … non posso più tornare indietro … ma non so cosa fare … io non lo so … non riesco a fare a meno di lui … è così difficile … - riuscii a dire tra i singhiozzi.
-Non piangere … - mi suggerì lui.
- … - non trovavo più le parole.
-Senti, guardami bene. – disse Harry sollevandomi il viso e asciugandomi con il dorso della mano due lacrime silenziose che mi attraversavano il viso.
-Secondo me ti sei lasciata un po’ troppo scoraggiare da quello che ti ho detto l’altro giorno … io ti volevo solamente parlare del rapporto di Louis con le ragazze, ma non volevo dire che se ti piace davvero ti devi arrendere! – spiegò.
-Sì, ma io … ora … oddio cosa faccio?- balbettai.
- Perché fai così? Perché ti sottovaluti?  Se ti piace davvero vai e conquistalo … perché ti fai questi problemi?- mi domandò.
- Harry io non sono il suo tipo … - dissi cercando di aggirare il problema.
- Questa scusa è davvero patetica. – rispose rivolgendomi un sorriso complice.
- Non è il problema principale, ma è pur sempre una complicazione. – risposi sostenendo il suo sguardo. In quel momento eravamo quasi uno contro l’altra: lui che cercava di incoraggiarmi, io che mi ero già abbattuta in partenza.
- È vero. Potresti non piacergli, ma lo sai meglio di me l’effetto che fai ai ragazzi.- . Tralasciai quest’ultima sua affermazione e ritornai ad affrontare il problema principale.
-Ma se poi fa come ha sempre fatto con tutte? Harry è questo che mi blocca … lo sai che quando mi lego ad una persona è la fine … Se poi lui mi fa soffrire?- ricominciai a piangere.
-Beh, io sono qui per aiutarti e per far si che questo non accada. – mi disse. E le lacrime ricominciarono a scendere, ma questa volta erano lacrime di gioia: era fottutamente perfetto il mio migliore amico.
-Sei un angelo Harry, il mio angelo. Non volare mai via da me ti prego. -.
 
 
 
- E ora che diavolo combinano?- chiesi quasi a me stessa sentendo una gran confusione. Harry mi guardò interrogativo e così entrambi ci dirigemmo nella stanza di Niall, da dove proveniva la confusione. Trovammo la camera in condizioni disastrose: c’erano calzetti, maglie, felpe, pantaloni, mutante e scarpe sparsi ovunque, e poi c’erano i ragazzi che stavano trafficando disperatamente nell’armadio.
-Ma che cazzo?... – esclamai entrando. Niall, appena mi vide, mi era piombò addosso. Indossava il suo accappatoio blu e iniziai a capire cosa stava succedendo …
-Sere! Sere, Sere ti prego aiutami non trovo più il completo che volevo mettere!- iniziò lui piagnucolando. Proprio quello che sospettavo. Con il dorso della mano mi pulii la parte inferiore degli occhi che si era sporcata di trucco a causa delle lacrime, poi presi un bel respiro.
-Allora: ragazzi voi andate disotto che altrimenti vi sgualcite i vestiti Ni, tesoro, che vestito cerchi precisamente?-
- È blu scuro con la camicia bianca e dovrebbe essere qui! – mi spiegò il biondo.
-Non è che l’hai messo da lavare?- avevo chiesto.
-No! Deve essere qui!- ripeté. Così lo aiutai nella ricerca e dopo circa dieci minuti lo trovammo fuori nella piccola terrazza che dava, come quella della mia camera, sul cortile interno. Niall mi ringraziò per un centinaio di volte, ma poi gli intimai di sbrigarsi dato che gli ospiti, tra cui Annah, sarebbero arrivati a breve.
 
Quando suonò il campanello  i ragazzi già pronti erano andati ad aprire. Niall si vestii in fretta e, prima di scendere, mi chiese:
-Augurami buona fortuna!-
-Solo se anche tu la auguri a me!- risposi io girando il volto in direzione di Louis per fargli capire a cosa mi riferivo.
-In bocca al lupo!- esclamammo insieme, poi gli diedi un bacio sulla guancia e lui si precipitò al piano inferiore.
-Sere! Puoi venire un attimo?- era Louis. “Ok, mantieni la calma” mi dissi.
- … sì!- Entrai nella sua camera e lo trovai alle prese con il pettine.
-Volevo un parere: secondo te sto meglio così … - chiese spostandosi i capelli verso destra.
- … oppure così?- portandoseli a sinistra. Sorrisi . “Mi piaceresti anche pelato!” pensai dentro di me.
-Fammi vedere … - dissi però avvicinandomi a lui. Subito sul suo volto apparve un sorriso malizioso e feci per allontanarmi, ma lui mi afferrò per il polso riportandomi a qualche centimetro dal suo corpo. Ancora una volta non ero stata incapace di fermarlo e in quel momento mi trovavo troppo vicino a quel viso angelico. Per tranquillizzarmi Louis cominciòad accarezzarmi le spalle, ma quando capii dove sarebbero finite quelle mani lo fermai in tempo.
-No Louis. Smettila di fare il pervertito, via quelle mani. – gli dissi spostandogliele.
-Sempre colpa del tuo vestitino.- si giustificò lui alzando i palmi.
-Smettila, fra poco ne vedrai tanti di vestitini di sotto!- . Fece una smorfia.
-Ma a me non interessano le altre.- non capivo dove volesse andare a parare, ma quello era il momento perfetto per parlare.
-Bene, perché io non intendo essere una di loro. – cercai di sostenere il suo sguardo.
-Devi solo darmi la possibilità di farti diventare qualcosa di più. –
- Potrebbe essere un errore. –
-Hai paura di sbagliare?- chiese accennando un sorriso furbo.
-Sì. – lo dissi dopo una breve pausa. Avevo deciso di dirgli la verità senza nascondermi in qualche stupida bugia. Lui sembrò sorpreso: evidentemente pensava che non mi sarei mai esposta così tanto.
- … vedi, anche io ho paura. - . Questa volta fui io a rimanere scioccata. Aprii la bocca e la richiusi. Alzai le mani per gesticolare qualcosa di incomprensibile e poi le rimisi lungo i fianchi. Infine mi avvicinai a lui.
-Andrai via da me come fai di solito?-
-Quando è reale non puoi scappare. – disse serio. I suoi occhi erano dentro ai miei. E mi infondevano amore. Un amore che, nei pochi giorni in cui ero rimasta a convivere con i ragazzi, mi aveva confusa. Avevo cercato di scacciare Louis, poi ero caduta nei suoi occhi profondi, ma mi ero ripromessa di stargli lontano. Infine ci ero ricascata. Prima di unire le mie labbra alle sue pensai che aveva ragione: se l’amore è reale, non puoi mentire a te stesso, non puoi ignorarlo o soffocarlo, non puoi scappare. I nostri visi si avvicinarono ancora di più fino a che i nostri respiri diventarono uno solo. Ci avvicinammo quel tanto che bastava per eliminare quel briciolo di spazio che separava le nostre bocche e, finalmente, sentii le sue labbra sulle mie. Era la sensazione più forte che avessi mai provato: come se tutto il resto fosse finito e c’era solo lui, come se non riuscissi più a pensare a niente, come se ci fossero terremoto, pioggia, sole e ghiaccio contemporaneamente. Le nostre labbra si muovevano con armonia e le nostre lingue danzavano il più bello dei valzer. Tutto ciò per cui valeva la pena di vivere io l’avevo appena trovato e non lo avrei mai lasciato andare.








  
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