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Autore: Joan Douglas    20/08/2012    3 recensioni
Mi sono chiesta varie volte come fosse andato l'incontro di Edward con i Volturi in New Moon, e cosa ne è uscito? Beh, questa cosa qui.
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«No!» ringhiai, accucciandomi a terra, in posizioni di difesa. Non pensai a niente. L'unica cosa che frullava nella mia testa da vampiro centenario era l'ira. Stavo per attaccarlo quando un dolore lancinante mi attraversò il corpo, da capo a piedi, costringendomi ad abbandonare la posizione d'attacco e a rannicchiarmi a terra, cercando di sopportare quel bruciore incontenibile. Trattenni le urla, mi morsi la lingua. Ma non era nulla a confronto di quello che avevo passato. «Voi non capite!» urlai.
Quando Jane terminò la sua tortura, boccheggiai, alla ricerca d'aria.
«Ti consiglio di portare rispetto, Edward» sibilò Jane, con gli occhi ridotti a due fessure.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
- Questa storia fa parte della serie 'Può un cuore morto, ricominciare a battere?'
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Al cospetto dei Volturi.


Osservai gli occhi cremisi di Aro. Esprimevano pietà nei miei confronti, sentivo che era compassionevole, ma non ci sarei cascato: il suo unico obbiettivo era avermi nella guardia per potermi usare e sfruttare come un nuovo giocattolo. I suoi pensieri erano un insieme di euforia nel vedermi al suo cospetto e di tristezza nel vedermi così sciupato. Ma comunque non si lasciava intimorire e continuava a puntare al suo bersaglio: me.

«Mio giovane amico» cominciò il capo dei Volturi, con quella sua costante espressione impregna di eccitazione. «era da tanto che non ti vedevamo da queste parti, a Volterra» parlò lui. Non volevo che ci girasse intorno, volevo solo arrivare al punto: mi avrebbero ucciso? Avrebbero messo fine alle mie sofferenze da eterno innamorato?

In tutta risposta annuii esprimendo il mio disappunto nel vedere che non voleva arrivare subito al nocciolo della questione. «Cosa ti porta da queste parti? Dal tuo viso capisco che non si tratta di una visita di piacere» affermò in tono sicuro, scendendo dalla scalinata e girandomi intorno, esaminandomi da capo a piedi.

Prima di rispondere a quella domanda che sapevo sarebbe stata la chiave di una nuova porta, osservai la luce che filtrava dalle vetrate colorate delle finestre affusolate. I granelli di polvere si disperdevano nell'aria. In quel momento avrei tanto voluto tornare indietro nel tempo, quando lasciai la mia Bella nel bosco, tremante e rassegnata. Lasciarla era stato il più grande sbaglio della mia vita. Ogni suo gesto mi riscaldava il cuore muto da tempo, mi rinvigoriva, mi dava nuova vita. E mi perdevo nel suono del suo cuore che batteva solo ed esclusivamente per me. Ma probabilmente non l'avrei mai più sentito. Lei era morta, portandosi via il mio cuore. Adesso non avevo nemmeno più quello. Lei mi aveva donato tutto, ogni sua cellula era esistita per me, ma io avevo continuato per la mia strada, credendo che lasciarla fosse la cosa più giusta da fare. Era stato un enorme sbaglio, il più grande tra tutti quelli che avevo compiuto con lei. Guardai gli occhi rosso sangue di Marcus e Caius scrutarmi, perplessi per il mio improvviso silenzio.

«Vi devo chiedere un favore enorme» dissi con la mascella contratta per quella rabbia improvvisa che avevo verso me stesso. «Ma penso che questo possa bastare a sciogliere i vostri dubbi, Aro». E gli porsi la mano in una chiara richiesta di farmi leggere nel pensiero.

Dopo aver afferrato la mia mano con decisione cominciai a ricordare tutto, ogni singolo momento che avevo trascorso con lei. I nostri baci, le nostre carezze. Non me le sarei mai scordate. Mi specchiai negli occhi di Aro e vidi il mostro che ero: quello che aveva ucciso la sua amata. Era tutta colpa mia, se non mi fossi esposto così tanto con lei, se fossi rimasto in Alaska dopo che i nostri occhi si incontrarono per la prima volta in mensa, se mi fossi trattenuto dal dirle "ti amo" probabilmente adesso sarebbe stata ancora viva e si sarebbe costruita una vita, senza vampiri o quant'altro. Senza di me, il peggiore pericolo che le potesse capitare. Io avrei sofferto come un cane, ma almeno lei non si sarebbe lasciata andare, non sarebbe... morta. Non sapevo come avesse esalato il suo ultimo respiro, non avevo voluto saperlo.

Attraverso i pensieri di Aro mi rivissi i miei ricordi: i primi sguardi sfuggenti a scuola, i miei tentativi di allontanarla da me senza successo, la paura di perderla nella scuola di danza, l'estate trascorsa insieme, passata a conoscerci meglio, il sapore del suo sangue dolce e dissetante sulla mia lingua e in seguito la repulsione verso me stesso. La radura, il nostro primo bacio. Il clan di James. E infine gli occhi duri e inespressivi della mia Bella quando l'avevo mollata lì tra gli alberi, nel bosco. Io che spaccavo il pregiato tavolo di casa Cullen in preda alla rabbia, dopo il suo diciottesimo compleanno. Il mio pianto senza lacrime dopo la notizia della sua morte e la consapevolezza che non potevo continuare a vivere sapendo che lei non esisteva più, che non avrei mai più sentito il suo cuore battere per me.

Sentii Aro sussultare. "Quanto dolore in un solo corpo" pensò quasi allibito. "E' possibile per un vampiro provarne così tanto?"

«A quanto pare sì, Aro» risposi alla sua domanda, anche se era retorica.

Lui si riprese da quell'ondata di tristezza e mi guardò. «Cosa vorresti da noi?».

«Come hai visto, sono completamente tormentato. Non riesco a vivere così, sapendo che non potrò più vederla, non potrò osservare più le sue guance imporporarsi per l'imbarazzo. Perciò vi chiedo: sareste disposti a mettere fine alla mia esistenza e al mio dolore?».

Vidi i loro volti incupirsi, ma nelle loro menti c'era solo confusione. "Perché dovremmo ucciderti, solo perché hai perso un'umana? Dacci una motivazione valida" proruppe mentalmente Caius.

Lo guardai cercando di fargli capire con un solo sguardo cosa provassi in quel momento, ma poi sospirai e dissi: «Vi siete mai innamorati?». Era una domanda retorica, ma fecero ugualmente cenni negativi. «Se aveste provato quello che ho provato io sapreste che ti senti come... un satellite che trova la sua orbita intorno ad un pianeta. Ti senti completo, felice come non sei mai stato perché sai di aver trovato l'altra metà di te stesso. Ma poi quando perdi tutto ciò al quale ti eri abituato, l'euforia lascia il suo posto alle sofferenze. E' per questo che non sono in grado di resistere alla mia vita» affermai, portandomi le mani al cuore. Probabilmente Bella aveva portato via con sé anche quello.

Li sentii pensare e poco dopo mi congedarono. Sperai con tutto me stesso che accettassero la mia proposta.

 

***

 

Per l'ennesima volta mi avviai al palazzo reale dei Volturi. Ultimamente trascorrevo molto tempo con loro, ma il loro scopo era solo uno: convincermi ad aggiungermi alla guardia. Lo lessi nella loro menti più e più volte, ma la conclusione era sempre la stessa: non avevano intenzione di uccidermi, di donarmi quella pace che desideravo tanto. Solo Marcus vacillava. Comunque, in ogni caso, sperai con tutto me stesso che quella fosse la volta buona, dove si sarebbero decisi definitivamente. Passavo il tempo in loro compagnia, parlandogli della mia Bella, di com'era, della mia attrazione verso di lei, non solo per il suo sangue estremamente dolce ed invitante. E ogni volta provavo un dolore intenso che mi trafiggeva il petto.

Entrai nella sala circolare sperando. Era l'unica cosa che mi restava. Ma le mie speranze furono infrante non appena sentii i loro pensieri forti e chiari, non si preoccupavano neanche di nasconderli. Dentro di me, montò una rabbia insormontabile, ed io non feci nulla per fermarla: volevo solo sfogarmi e non mi importò delle probabili conseguenze.

«Edward! E' un vero piacere rivedert-» esclamò Aro, scendendo la scalinata e ritrovandosi di fronte a me, con la sua solita euforia. Lo interruppi, incapace di sopportare così tanta gioia in mia presenza.

«Evita i convenevoli, Aro» ringhiai, scosso. Non mi capivano, non ci riuscivano proprio e non si erano neanche sforzati di farlo. Caius e Marcus sembrarono indignati da quel mio attacco d'ira e non erano da meno Jane e Alec, presenti come sempre.

Aro congiunse le mani, guardandomi negli occhi. «Bene allora» affermò un po' intristito. «E' chiaro che tu abbia capito già tutto, ma comunque te lo dico: troviamo che ucciderti sia un enorme spreco». Si interruppe dandomi il tempo per assimilare la notizia, beh, non ce l'avrei fatta. «Ma in compenso... ti proponiamo di unirti a noi, come nuovo componente della guardia. Che ne pensi?».

La sua tranquillità mi stravolse. Lui sapeva quanto stavo male, quanto avevo sofferto, ma comunque aveva deciso di seguire il suo egoismo. In questo era senz'altro peggio di me. La rabbia che avevo provato prima, ora crebbe a dismisura.

«No!» ringhiai, accucciandomi a terra, in posizioni di difesa. Non pensai a niente. L'unica cosa che frullava nella mia testa da vampiro centenario era l'ira. Stavo per attaccarlo quando un dolore lancinante mi attraversò il corpo, da capo a piedi, costringendomi ad abbandonare la posizione d'attacco e a rannicchiarmi a terra, cercando di sopportare quel bruciore incontenibile. Trattenni le urla, mi morsi la lingua. Ma non era nulla a confronto di quello che avevo passato. «Voi non capite!» urlai.

Quando Jane terminò la sua tortura, boccheggiai, alla ricerca d'aria.

«Ti consiglio di portare rispetto, Edward» sibilò Jane, con gli occhi ridotti a due fessure. Vederla così devota ai suoi padroni mi fece rabbrividire. Io non volevo diventare un assassino come lei.

Mi rialzai con fatica come se avessi un macigno sulle spalle. «Credo che voi abbiate capito quale sia la mia risposta» dissi, con voce dura, rivolto ad Aro, Marcus e Caius.

Aro sospirò, afflitto come se da quella mia scelta dipendesse la sua stessa vita. «Bene, allora arrivederci» rispose.

Non me lo lasciai ripetere due volte e mi girai per uscire dal salone, ma prima che potessi uscire percepii un pensiero: "Quale spreco..."


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Ehm ehm... ciao. Spero che quello che ho scritto vi sia piaciuto!
Oggi non sono di molte parole perciò vi dico solo che questa One-shot è collegata in qualche modo all'altra mia OS (
Accecato dalla Meteora) su il nostro caro Eddy. Anche se in quella os l'incontro con i Volturi andava in un modo diverso secondo i suoi pensieri. Beh, non mi andava di lasciarla così tranquilla, ecco. xD
Beh, che altro dire? Fatemi sentire la vostra voce e ditemi se questo mio esperimento è stato di vostro gradimento pleeeease ^^ Accetto anche critiche costruttive, eh! :)

Spero di sentirvi. Buona giornata ^^

Chocolate

  
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