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Autore: harrys    20/08/2012    14 recensioni
La prima volta che fummo complici, avevamo sei anni.
La prima volta che ci confidammo, avevamo quindici anni.
La prima volta che mi baciò, avevamo diciotto anni.
La prima volta che mi sentii davvero sola, avevo ventidue anni.
La prima volta che sorrisi dopo sedici anni, fui davvero certa di avere un Angelo custode.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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No one can hurt you now

 I remember tears
streaming down your face

 

La prima volta che fummo complici, avevamo sei anni.
«Harry, quando saremo vecchi saremo ancora amici?» chiesi, incrociando le gambe.
«Perché no?»
sorrise il bambino, stendendosi sul prato a pancia in su – poi andremo insieme a fare lunghe passeggiate al parco coi nostri nipotini»
«Ci scommetto»
risi, passando tra le dita i suoi riccioli color cioccolato. Mi piaceva toccarli, era una sorta di gioco e mi divertivo a vedere le sue guance arrossire di colpo e i suoi occhi dilatarsi per l’imbarazzo.
«Harry, Hayley, rientrate subito!» ci richiamò Mrs. Green, nonché la madre di Harry, ma che io chiamavo semplicemente Mary. Era come una madre per me, una di quelle donne che si prendono cura di te sempre, che darebbero la vita per vederti felice in ogni momento della giornata, che si disperano quando ti vedono versare una lacrima e che ti porterebbero in ospedale per una semplicissima sbucciatura al ginocchio.
«Venite a fare merenda, su.. oh, ma come vi siete ridotti?» si agitò, indicando una macchia di fango sulla maglietta di Harry e le mie trecce spettinate cadenti sulle spalle.
Io e Harry ci lanciammo un’occhiata complice: cosa poteva essere ciò, se non il risultato di un’avvincente battaglia a colpi di fango? Mary fece un sospiro, seppure fosse divertita dal nostro scarso tentativo di nascondere le nostre sadiche avventure.
«Fate merenda e poi andrete di corsa a fare una doccia!» sorrise, stringendoci con fare materno in un caloroso abbraccio, di quelli che sembrano risucchiare tutta l’angoscia che c’è in te e che riescono a trasmetterti soltanto serenità e affetto.
«Andiamo, allora» sorrisi. Harry annuì, e insieme ci dirigemmo verso casa. 



L
a prima volta che ci confidammo, avevamo quindici anni.
«Amo il cioccolato» dichiarai entusiasta, ficcando in bocca l’ennesimo cioccolatino.
«Ehi, non mangiarli tutti, ci sono anche io qui!»
sbottò Harry, tirandomi un leggero buffetto sul braccio. Scoppiai a ridere, continuando a masticare pigramente quella delizia.
«Come va con tuo padre?»
chiese improvvisamente, mordendosi quasi immediatamente le labbra, per poi sventolare la mano a mo’ di scuse. Forse aveva paura che non volessi parlare di quell’argomento, forse aveva paura che potessi considerarlo troppo sfacciato e potessi dare un taglio alla nostra amicizia, a quel particolare rapporto che ci legava da ormai sette anni?
«E’ sempre il solito»
risposi, fissando la vetrata di fronte con sguardo vacuo. «Viene tardi la sera, fuma e beve in continuazione e non so quante donne porta a casa.. è uno schifo, non lo sopporto più, io lo odio» sibilai, voltandomi dal lato opposto al ragazzo. Non volevo che Harry vedesse le lacrime rigare copiosamente le mie guance, non volevo che diventasse triste per me. Conoscevo alla perfezione il suo carattere, sapevo quanto il suo umore potesse mutare in base a quello delle persone a lui care.
«Ieri sera è tornato a casa ubriaco fradicio e mi sbraitato contro, vuole che io vada via da casa.. non so come fare, Harry, non so cosa fare» sibilai, gettandomi d’impeto in lacrime sul suo petto. Passò delicatamente una mano tra i miei capelli, poggiando il mento sulla mia testa, facendomi sentire quell’affetto paterno che mai, mai mio padre mi aveva dato.
Mi sussurrava in continuazione che andava tutto bene, che mi avrebbe ospitato lui e mi avrebbe aiutato a superare quel periodo orribile, perché lui mi voleva bene e non voleva vedermi soffrire. Cercai di sussurrargli un ‘grazie’, non potevo far altro che ringraziarlo per tutto il bene che mi aveva dato e tutto l’affetto che aveva riservato nei miei confronti.
«Grazie, Harry» balbettai, accennando un sorriso.
«Tutto per te, Hayley».


La prima volta che mi baciò, avevamo diciotto anni.
«Quando ammetterai che sono un genio?» scherzò Harry, mostrando uno dei suoi migliori sorrisi. Scoppiai a ridere, feci per tirargli un pugno sul petto ma si scansò e bloccò agilmente il mio braccio sospeso in aria, facendomi la linguaccia soddisfatto.
Sbuffai. «Perché non vuoi darmi la soddisfazione di farti male e vederti soffrire?»
borbottai, incrociando le braccia al petto con fare offeso.
«Perché ti voglio troppo bene per farlo»
ridacchiò lui, avvicinandosi d’impeto al mio viso.
Spalancai gli occhi, perdendomi nei suoi; sentivo il suo respiro soffiare sulle mie labbra, il suo naso sfiorare delicatamente il mio.
«Allontanati se non vuoi che lo faccia» sussurrò.
Non so se successe perché ormai era troppo tardi, il mio corpo si rifiutava di reagire o, semplicemente, volevo farlo; le sue labbra si posarono con delicatezza sulle mie, in un bacio intenso ma nello stesso tempo dolce, che solo due migliori amici potevano scambiarsi. Ma io e Harry potevamo essere considerati migliori amici?
I migliori amici non si baciano, pensai.
Quando Cenerentola calzò la scarpetta, combaciava perfettamente col suo piede. E lo stesso succedeva con noi: le nostre labbra, i nostri corpi a contatto, sembravano combaciare alla perfezione, come se Dio ci avesse creati per stare uniti eternamente.
Come due pezzi di un puzzle: singolarmente sono inutili, privi di alcun significato, ma uniti possono formare la cosa più bella di questo mondo.
«Ti amo, Harry» balbettai, imbarazzata. Non avevo mai detto ‘ti amo’ a qualcuno, e dirlo per la prima volta al mio migliore amico faceva uno strano effetto. 
Mi sentivo in errore, come se avessi tradito la nostra amicizia.
Ma, se avevo commesso davvero un errore, ero felice di averlo fatto.
Perché quello era stato l’errore più bello della mia vita.

 

When all those shadows
almost killed your light


La prima volta che mi sentii davvero sola, avevo ventidue anni.
Guardavo con sguardo vuoto il cielo, distesa su quel prato.
Come sedici anni prima.
Ma, a differenza di sedici anni prima, ero sola.
Non c’era nessuno che potesse giocare col fango insieme a me, nessuno che potesse prepararmi la merenda, nessuno con cui potessi confidarmi, nessuno che riuscisse a baciarmi come faceva lui.
Una stupida automobile, uno stupido guidatore, una stupida bottiglia di vodka.
Loro. Loro avevano portato Harry via da me.
«Io parlerò lo stesso» sibilai.
Chiusi gli occhi.
Immaginai il suo viso sorridente di fronte al mio, i suoi riccioli morbidi che tanto mi piaceva sfiorare, la sua risata inconfondibile quando, finendo i cioccolatini, guardavo disgustata la scatola vuota e non riuscivo a credere di averla svuotata in un solo pomeriggio. I suoi occhi verdi dentro i quali vedevo l’oceano, le fossette che gli si formavano sulle guance ogni qual volta scoppiava a ridere.
«Mi è difficile parlare adesso, forse perché vorrei averti qui con me, sai che lo vorrei tanto»
mi bloccai un attimo, ripresi fiato e continuai. «Sai che quando parlo con qualcuno lo guardo fisso negli occhi, perché mi piace, perché gli occhi sono lo specchio della verità. Ma adesso non posso farlo» sibilai, arricciando le labbra.
Avvertii un brivido correre lungo la schiena, causato dal leggero venticello che caratterizzava quel prato.
Quel prato, il prato dove io e Harry avevamo scambiato il primo bacio.
Nonostante fossi in lacrime, i residui del mascara fossero colati lungo le guance e non riuscissi quasi a parlare, volli continuare. Sapevo quanto Harry odiasse lasciare i discorsi a metà, ricordo ancora quando lo facevo e lui non faceva altro che sbuffare e fare il broncio per almeno una decina di minuti.
«Harry, forse è banale da dire ma mi manchi da morire, darei la mia stessa vita per riaverti qui con me. Sai,  mi viene spesso da pensare: “Perché non ci diamo un taglio, Hayley? Perché devi rimanere ancora qui, in questo schifo di mondo? La tua vita non ha più senso, Hayley, tu non hai più senso”. Ma poi penso, saresti felice se lo facessi? Ho bisogno della tua opinione, Harry, farò ciò che vuoi, ma ho bisogno che tu ti faccia sentire»

Mi bloccai, un senso di vuoto perforò il mio stomaco: silenzio. Nient’altro che silenzio.
Speravo davvero che Harry sarebbe ricomparso e mi avrebbe consolato, dicendomi che Lassù andava tutto bene? E che io dovevo tenere duro e farmi una nuova vita?
Mi stesi sul prato, lasciando libera la cascata di riccioli rossi, avvertendo l’odore di rugiada di cui i ciuffi d’erba erano impregnati. L’arancione dei miei capelli e il verde brillante dell’erba facevano contrasto, e giuro che se qualcuno avesse potuto guardare dall’alto quella scena, mi avrebbe scambiato per una carota vivente.
«Harry, forse se tu potessi scendere un attimo qui mi diresti “Hay, amore, ti prego non piangere. Sorridi, sei bellissima quando lo fai” e magari mi intimeresti di trovare qualche altro uomo con cui condividere la mia vita, ma Harry, sappi che» mi interruppi, mentre una lacrima attraversava fugace la mia guancia. «Sappi che il mio cuore apparterrà a te. Per sempre, Harry. Per sempre»
Le chiazze grigie che ricoprivano il cielo e presagivano l’arrivo di un temporale sembrarono affievolirsi, lasciando trapelare i raggi curiosi del sole. Socchiusi gli occhi, abbagliata, continuando però a fissare la scena come in trance.
Giurai, però, di vedere, luminoso proprio come il sole, il suo viso. Vidi i suoi occhi acquosi, le sue labbra sottili sciolte in un sorriso a trentadue denti, i suoi riccioli color cioccolato cadenti sulla fronte.
«Ti amo, Harry» sussurrai.
«Ti amo anche io, Hayley.»


L
a prima volta che sorrisi dopo sedici anni, fui davvero certa di avere un angelo custode.

 - -

Questa è la prima One Shot che ho scritto, lo so che fa schifo cwc
Ma ci ho messo il cuore a scriverla, quindi spero che vi abbia trasmesso qualcosa :)
Lasciate una recensione, solo per farmi sapere cosa ne pensate!
Ah, nello scriverla mi sono ispirata a 'Safe and Sound' di Taylor Swift, una canzone a dir poco meravigliosa uù
Grazie se siete arrivati fin qui.
-lu (:



  
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