Appoggi delicatamente la foto sul comodino.
Come ogni sera.
Ti avvicini alla finestra della tua camera per osservare l’ambiente fuori.
Oggi c’è nebbia.
Il vetro è appannato, non riesci a vedere l’esterno.
Nemmeno la verità.
Trascini la pelle dell’indice sulla superficie umida, tracciando una linea.
Sembra una freccia che squarcia il nulla.
Vi passi la mano per intero e accosti il viso.
Fuori la gente passeggia tranquilla; e ignara.
Esamini ogni figura catturata dai tuoi occhi.
Come un illusa credi di poter intravedere una giovanile chioma castana.
Sospiri e ti allontani, non prima di aver adocchiato di nuovo la foto.
Perché invece sai benissimo che non lo rivedrai più.
Nessuna lacrima solca le tue guance; hai già pianto tutto il tuo dolore.
Ora c’è solo nostalgia e rammarico.
Sono passati alcuni anni, ma non puoi dimenticare.
Devi ricordare.
Suona il telefono; scendi le scale per andare a rispondere.
Perché la speranza c’è sempre.
“Claire? ... L’abbiamo trovato.”
Lacrime.
...
Corri, corri, nell’ospedale; cerchi quella chioma castana.
Non ti accorgi nemmeno di tuo fratello.
Perché lui è lì, tutto fasciato, che ti fissa sorpreso. E felice.
“Steve...!”
Wesker l’aveva detto che era ancora vivo. Ma rimane sempre un bastardo, vero, Claire Redfield?