Le ricordanze.
“La
civetta s'è
destata,
la somma Atena l'ha
chiamata,
dalla mia Barbara sta
viaggiando,
e del mondo tutto il
sapere su di te si sta posando.”
(Raffaele Papantuono).
Nella
tua casa a rimembrare
il tuo
acume si va a manifestare:
tra
delle carte, gialle ma leggere,
ricordanze
per me affatto passeggere.
Il tuo
poetare, da me solo conosciuto
era lì,
da sempre taciuto.
Un
piccolo scritto a me dedicato,
che mai
non hai ultimato.
La
Regina Nera ti ha chiamato a sé
e tu
l'hai accolta, senza un perché.
Ora sono
qui, con una soave tristezza,
“malinconia”
chiamerei tale oscura allegrezza,
mi
manchi tanto, quotidianamente,
ma il
tuo amore si vede costantemente.
Sette
anni sono passati,
velocemente
sono sfumati,
Ma il
tuo sorriso bianchissimo
dinanzi
lo specchio mi appare chiarissimo.
Ci
somigliamo
sebbene
è tanto che non ci incontriamo.
E mentre
i pensieri navigano a frotte,
il vento
gentile dalla finestra mi dà la tua buonanotte.
Ed
anch'io te la auguro con tanto amore,
come se
mi abbracciassi ancora con vigore.
I
versi
in corsivo ad inizio pagina sono di mio nonno, Raffaele Papantuono,
nell'ultima lettera che mi scrisse sette anni fa, che io non lessi
mai, prima di morire.
L'ho
scoperta un mesetto fa circa, facendo le pulizie con mia madre a
casa sua.
Egli si
cimentava a scrivere versi per diletto, non è un poeta
famoso, e
diceva che io, la Barbara da lui citata appunto, avessi ereditato il
sapere di Minerva.
Me lo
diceva sempre ed io, piccina, gli credevo.
È
lui che mi ha trasmesso la passione per lo scrivere e per la
letteratura; se non si nota, dal titolo, Leopardi è il mio
poeta
preferito.
Era
anche quello preferito del nonno.
Scrissi
questa poesia di getto, ed ho pensato poi, leggendo questo contest,
che potesse partecipare, se mi è concessa un po' di
arroganza.
Spero
possa piacervi così come a me è piaciuto
ricordare la mia guida, il
mio papà dell'animo, una parte del mio cuore.
Grazie
a tutti per l'attenzione.
Layla_Morrigan_Aspasia.