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Autore: xXx Veleno Ipnotico xXx    21/08/2012    4 recensioni
Indris Oakby, detentrice di uno dei titoli di Mago del Mese, si mette a nudo per raccontare la sua infazia e di come sia nata in lei l'idea di fondare la S.S.M. (società per il supporto dei Magonò).
ATTENZIONE: il personaggio protagonista di questa storia appartiene alla fantasia di J. K. Rowling
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Nella mia famiglia sono sempre stata ritenuta un elemento inutile, sullo stesso livello dello zero. Una pecora nera!

D'altronde, quando si nasce privi di poteri magici in una famiglia di maghi Purosangue, è questo il destino che ti viene riservato.

Ma non voglio la comprensione di nessuno. No. Perché è proprio questo il bello della mia situazione: essere cresciuta in un ambiente del genere mi ha forgiato un carattere forte e combattivo e pur sapendo che non potrò mai avere la mia famiglia a fianco, sono sicura che in questo mondo esiste un posto anche per me.

Il mio nome è Indris Oakby e vivo in Gran Bretagna, in un piccolo paesino di pochi abitanti. Ho due sorelle e un fratello; tutti eccellenti maghi nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e forse è proprio per questo che mia madre quasi ci lasciò la pelle quando a undici anni compiuti non ricevetti la mia lettera.

Esatto, sono una Magonò. E non me ne vergogno.

Ammetto che a volte, mentre osservo i miei fratelli cimentarsi nelle più folli magie, provo un po’ di… Io non la definirei invidia. L’invidia è un sentimento amaro e subdolo e io non mi considero così. Diciamo che provo dispiacere. Mi rattrista non essere lì con loro, a fare magie; mi rattristo perché una cosa tanto straordinaria come la magia è riuscita a separarci, invece che unirci.

È una fredda e nuvolosa mattina di Dicembre e io, mezza addormentata, me ne sto seduta sulla finestra della mia camera a osservare i miei fratelli che, nel cortile imbiancato dalla neve, si divertono a lanciare incantesimi sulle case vicine.

«Spregevole!» commento con disgusto quando mia sorella aumenta la quantità di neve davanti alla porta dei vicini «Così non potranno uscire per un bel po’!» gongola lei divertita, dopo essersi fatta una grossa risata.

Mi domando, a volte, come certi maghi possano approfittare così esageratamente del loro dono, quando potrebbero utilizzarlo per cose molo più importanti e utili.

I miei pensieri vengono per un attimo interrotti dagli strepiti di mio fratello che, puntando la bacchetta verso la cassetta postale del colonnello Lloyd, grida «Reducto!».

Le mie sorelle scoppiano in una fragorosa risata.

Mi fanno schifo; mi vergogno di essere loro sorella!

Si credono i padroni del mondo solo perché hanno in mano una stupida bacchetta.

Discriminano e sbeffeggiano Babbani e Magonò solo perché li ritengono feccia; spazzatura indegna addirittura di respirare.

Non li tollero; non ci riesco.

Una forte rabbia inizia ad annebbiarmi la mente, ma prima che io possa commettere qualche cosa di cui poi mi pentirei in futuro, la nebbia si dissolve e lascia spazio a un'idea.

Finalmente vengo a capo del dilemma che tortura tutti noi fin dalla nascita: “Qual è il nostro scopo nella vita?”

Ebbene, io in quel momento l’ho capito. Ho capito qual è io mio scopo: se nessuno può aiutare queste persone disagiate, che vivono situazioni di sconforto, lo farò io.

Senza perdere tempo prendo un foglio di pergamena e una piuma e con decisione inizio a scrivere: S.S.M. Società per il supporto dei Magonò.

   
 
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