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Autore: Teikci Ni Kare Suh    22/08/2012    0 recensioni
Voi credete alla magia?
Vi piacciono le storie fantastiche?
A Elizabeth, no.
Ma dovrà ricredersi, se vuole vivere la più grande avventura della sua vita, che la cambierà per sempre...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La verità
 

 
 Salutai mia madre con un cenno del capo
“Ci vediamo a cena”
“Si, tuo padre arriverà tra qualche ora. Dovrebbe esserci del sugo in frigo. Potete preparare una pasta”
“Certo” le risposi, e partii a tutta birra.
Una cosa che condividevamo tutti in famiglia era l’amore per la cucina, soprattutto quella italiana.
Dopo una quindicina di minuti arrivai a casa, aprii il cancelletto, pregustando già l’ottima pasta al sugo che avrei cucinato con mio padre, quando vidi qualcosa di strano.
Sul davanzale della finestra c’era un animale, ma non un animale qualsiasi: un gufo.
Non sembrò spaventato dalla mia presenza, anzi mi guardò come si mi stesse aspettando…e da anche troppo tempo.
Chiusi il cancelletto alle mie spalle, dopo aver portato dentro la bici, e cercai di avvicinarmi piano al volatile, senza metterlo in allarme.
Poi notai qualcosa di strano legato alla sua zampa sinistra: una lettera, con un particolare sigillo in ceralacca.
Mi avvicinai ancora di più, allungando la mano, fino a quando quasi non lo sfiorai.
Lui sembrava piuttosto spazientito e fece degli strani versi.
Io slegai la lettera attaccata alla zampa con un nastrino  d’oro, ed appena l’ebbi nelle mani, il gufo se ne andò via; lo osservai finché non scomparve all’orizzonte.
Poi osservai la busta: sembrava di pergamena, sul retro vi era stato scritto con inchiostro verde smeraldo il mio nome e l’indirizzo, mentre sul d’avanti la busta era stata chiusa con un simbolo impresso nella ceralacca, rappresentante un’aquila, un tasso, un leone e un serpente.
Entrai in casa, guardando ancora incuriosita la lettera.
Mi sedetti sul divano, ruppi la ceralacca e tirai fuori il contenuto della busta.
C’erano due fogli, uno sembrava una lettera, mentre l’altro un elenco della spesa.
Lesse la lettera:
 

Cara signorina Crane
Siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
                                                                                                                     
                                                                                                                       Con ossequi,

                                                                                                                       Minerva McGranitt
                                                                                                                       Vicedirettrice
Ma che scherzo era quello?

Una scuola di magia e stregoneria?
Diedi un’occhiata all’altro foglio e lo accartocciai insieme alla lettera.
Una bacchetta magica?
Guanti in pelle di drago?
Chi poteva mai avere certe idee balzane?
Andai  in cucina e butte le carte nella spazzatura.
Poi tornai in camera mia dove, finalmente, potei ascoltare la musica.
Verso le otto, sentii dei passi pesanti e alzata la testa vidi mio padre.
I suoi occhi grigi erano stanchi, e i capelli biondi e leggermente lunghi piuttosto spettinati.
Il sorriso però era felice, e io gli corsi incontrò
“Mamma ci ha lasciato un importante missione”
“Mi dica capitano”
“Dobbiamo avventurarci alla ricerca del misterioso sugo, nella valle desolata del frigorifero, per poi portarlo a fondersi con la gustosa pasta a nostra disposizione, e cucinare la cena”.
“Sarà un compito molto arduo e difficile, ma credo che potremo poterlo a termine, capitano Crane”
“Conto su di lei, tenente!”
E ridendo, corremmo a svolgere la nostra pericolosa missione.
Mentre aspettavamo il ritorno di mia madre, e la pasta riposava nella pentola al caldo, raccontai a mio padre dello strano scherzo
“Sai, pà. Oggi è successa una cosa strana…”
“Dimmi” mi disse con aria incuriosita.
E così gli riferii tutto.
“Beh, in effetti è strano. Oggi è il 27. Tra qualche giorno, potrebbe farsi presente questa…McGranitt e spiegarti quanto strana e magica sei” mi disse con un sorriso provocatorio.
Lo guardai corrucciata
“Lo sai che non mi piace la magia”
“Certo che lo so” mi rispose “Ma che ne dici, se domani andiamo a giocare con alcuni amici a cricket, lo sai poi come Michael ci tiene a vederti”.
O mamma, ci mancava solo Michael.
Era un mio compagno alla scuola materna, ed era un po’ strano.
Ok, tutta la sua famiglia era strana, ma i suoi e i miei genitori si conoscevano da moltissimo tempo e cosi ero stata costretta a conoscerlo.
“Non voglio vedere Michael, ne per di più giocare a cricket”.
“Ma…”

In quel momento suonò il campanello che segnalò l’arrivo di mia madre.
 
***
Il giorno dopo mi ritrovai appiccicata a Michael, durante una stupida partita di cricket.
Dio, quanto lo odiavo, con quella sua aria di superiorità e quella, quella…stranezza.
Quando la partita finì, la mia famiglia, quella di Michael e altre due famiglie di amici ci riunimmo per un picnic.
Ad un certo punto sentii mio padre parlare al padre di Michael, John.
“Già, una scuola di magia. Che cosa stupida vero? Mi pare si chiamasse Hogwarts, o qualcosa del genere…” si mise a ridere.
Ma non mi sfuggi lo sguardo tra il padre e la madre di Michael
“Charles, posso parlarti? In privato?” gli chiese John.
“Certo” rispose sospettoso mio padre.
Si allontanarono parecchio e tutti li guardarono stupiti.
Mi alzai in piedi e dissi a mia mamma
“Sai per caso se c’è un bagno pubblico qui?”
“Certo vicino al chioschetto. Pensi di riuscire ad arrivarci?”
“Si, credo di si. Grazie, ma” le dissi, e corsi via.
Mi diressi verso il piccolo sentiero che portava al chioschetto, ma senza distogliere lo sguardo dai due uomini, che si stavano avvicinando a un boschetto.
Non parlavano, ma vedevo chiaramente che mio padre era preoccupato.
Il  sentiero che avevo intrapreso entrava in un fitto bosco, e se ricordavo bene lo percorreva per qualche centinaia di metri.
Entrata nel bosco, scartai a destra, tenendomi ai margini, ma cercando di non farmi vedere.
Dopo qualche minuto arrivai vicino a dove si trovavano John e mio padre, mi nascosi dietro un albero, cercando di non farmi vedere e di fare il meno rumore possibile.
Per fortuna non si accorsero di me.
Non c’era nessuno nei dintorni.
“Devi sapere una cosa importante, Charles” iniziò il padre  di Michael.
“Sono tutt’orecchie, John” gli rispose mio padre.
“Io e Clara, avevamo dei sospetti, ma non siamo mai stati sicuri delle nostre supposizione”, fece una pausa e poi riprese a parlare “Non credo che la lettera fosse uno scherzo”.
“Cosa?” disse mio padre, cercando di non ridere “Vorresti farmi credere che quella scuola esiste veramente? Ma per favore!”
“Charles, non è una cosa banale. Tua figlia è come me e mia moglie, come Michael. Tua figlia è una strega!” 
 

  
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