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Destinati a diventare fantasmi
di Trick
«Remus, se non ti dai una mossa faremo questa foto quando avremmo già i
capelli bianchi!» brontolò Sirius Black. «Senza offesa, professore» aggiunse in
fretta, voltandosi verso Albus Silente.
Il vecchio mago scoppiò a ridere.
«Nessun risentimento, Sirius!» esclamò con un gran sorriso. «Confesso di aver
scoperto solo recentemente che il gentil sesso trova le chiome candide – e qui
ti cito le testuali parole – magnificamente sexy».
Il giovane mago, colto alla sprovvista
da quell'osservazione, sputacchiò parte del vino elfico che stava
bevendo.
Sfioro con un dito il volto del ragazzo della
fotografia.
E chi ci pensava, allora, ad Azkaban?
«Ehi!»
strillò Peter Minus, mentre il getto di vino lo colpiva in pieno.
Peter... perchè?
«Frank!»
Alice Paciock stava
fissando il marito con aria severa. «Frank, per tutti i folletti, è già il
quarto bicchiere che bevi!»
Per tutta risposta, Frank Paciock le cinse la
vita con un braccio e la baciò appassionatamente, scatenando un coro di applausi
e ululati.
«Madame e messere, stasera offro io! La mia signora è
in dolce attesa!» La tua voce esaltata mi rimbomba nelle orecchie un'altra
volta, mentre vi guardo sorridere.
«Ah, be'...» mormorò lei con
un sorriso malizioso, dopo che le loro labbra si furono staccate. «Se la metti
su questo piano...»
«Non c'è nulla in questo mondo in grado di
fermare l'amore, Remus, neppure la tua licantropia».
Mi scostasti un ciuffo
di capelli dal viso, con quella dolcezza di cui solo tu sembravi disporre. «È
ora che te ne renda conto».
Dio, quanto ti sbagliavi,
Alice...
«Lupin, ma che stai facendo dietro quel dannato
marchingegno!?» sbottò Malocchio Moody, mentre il suo nuovo occhio sinistro
esaminava curioso la Macchina Fotomagica.
«Ah, Malocchio...» disse James
Potter con aria risoluta. «Te lo spieghiamo Edgar ed io cosa sta facendo là
dietro quello sporcaccione!»
«Voldemort ci sta cercando? Bene,
avrà quello che si merita!»
Non hai idea di quante lacrime ho versato quella
notte, amico mio.
«Lupin, hai bisogno di una donna vera!» gridò
Edgar Bones con un sorriso raggiante. «Domani ti presento mia
sorella!»
Alla fine, non fosti tu a presentarmi Amelia. Il destino
ci fece incontrare alla tua cerimonia funebre.
«Fabian, cos'hai
fatto qui?» domandò curiosa Dorcas Meadowes, indicando un leggero livido sul
viso del giovane.
«Sirius...»
«Remus! Che succede?»
«Dorcas
è morta... stanotte».
Fabian Prewett si toccò leggermente lo
zigomo e sorrise. «I miei nipotini... non puoi immaginare quanto siano
pestiferi».
«Non dargli retta, Dorcas» disse Gideon Prewett, mentre offriva
galantemente un bicchiere di vino alla strega. «Sono adorabili, è lui che ha dei
problemi... qui dentro».
E colpì il fratello con una manata violenta
sulla fronte.
Sorrido tristemente, mentre il ricordo della prima
volta in cui vidi Molly Weasley riaffora dalla mia memoria.
«Le mie più
sentite condoglianze». Fu l'unica cosa che riuscii a dire.
«Remus!»
urlò Elphias Doge dall'ultima fila. «Vuoi che ti porti le istruzioni, vecchio
mio?»
«Basta che non gli porti anche quello stupido cappello, Doge!» ribattè
sarcastico Sturgis Podmore.
«Almeno lui qualcosa sotto il cappello ce l'ha,
Sturgis!» gridò Caradoc Dearborn, semicoperto dall'imponente figura di
Hagrid.
«Mi stai dando dell’ignorante, Caradoc?»
«Certo che no...» rispose
l'altro, ironico. «Figurati, Sturgis... sono già in troppi a farlo.»
«Sei
finito, Caradoc!» urlò battagliero Sturgis, prima di scavalcare il tavolo e
saltare addosso al compagno.
«Ci vediamo alle nove, al Paiolo
Magico, ok, Sirius?» mi dicesti, mentre infilavi il mantello. «E vedi di essere
puntuale, questa volta!» aggiungesti con un ghigno.
Ti aspettai seduto al
tavolo del locale per ore.
«Incantesimi RivoltaPelle su una capra
viva, signor Aberforth? - esclamò scandalizzata Emmeline
Vance.
Aberforth Silente scosse la testa. «Oh, no, signorina Vance! Non era
una capra! Era un Fornuncolo Gallico», concluse con noncuranza.
«Ehm...»
balbettò incerta Emmeline, lanciando un'occhiata preoccupata a Marlene McKinnon,
alla sua destra.
- Signor Aberforth, cosa dovrebbe essere un Fornu...
insomma, Fornu-quello?» chiese Marlene, ancora incerta se si trattasse di uno
scherzo o meno.
"McKinnon assassinati", era il titolo che
troneggiava sulla Gazzetta del Profeta quell'afosa mattina di luglio.
Mi
lasciai cadere sulla sedia più vicina, e affondai il viso fra le
mani.
«Vi stracceremo alla prossima partita, Lux» sibilò
minaccioso Benji Fenwick al piccolo Dedalus Lux . «I Tornados non hanno scampo!»
concluse, colpendo con un poderoso pugno il tavolo.
Dedalus Lux si arrampicò
su una sedia e si erse in tutta la sua minuta altezza.
«Senti un po',
sottospecie di Bubotubero tutto muscoli e niente cervello» squittì spazientito,
«non ti è passato per la testa che se i GreenWizards non hanno ancora vinto una
sola partita del campionato, un motivo deve esserci!? Inizia a fare testamento,
perché vi faremo a pezzi, Fenwick!»
Non dimenticherò mai quella
notte... raccogliemmo pezzi del suo corpo fino all'alba
successiva.
«Andiamo, Ded, che poi ci scoppi» lo interruppe
Hagrid, con un gran sorriso, sollevandolo senza la minima fatica dalla sedia e
depositandolo a terra con la stessa grazia che avrebbe potuto offrire a un sacco
di patate. «Remus ci è riuscito a far andare quella cosa, facciamoci la
foto».
«Era ora, Lupin!»
«Ve l'avevo detto che dovevate dargli le
istruzioni!»
«Lupin, non fare come al solito! Mia sorella è una bella
donna!»
«Pensavo di dover tirar fuori il sacco a pelo!»
«È l'ultima volta
che lo fate macchinare con quell'arnese, vero?»
«Un applauso a Remus, che è
stato capace di posizionare una Macchina Fotomagica in soli trentacinque
minuti!»
Le mani dei membri dell'Ordine della Fenice batterono all'unisono
per almeno dieci secondi, accompagnati da fischi ironici, battutine volgari, e
imbarazzanti commenti sulla scarsa famigliarità di Lupin con le Macchine
Fotomagiche.
«Povero, Remus...» sghignazzò Lily Evans all'orecchio del
giovane licantropo, mentre si preparavano alla tanto agognata fotografia.
«Nessuno ti capisce» disse, baciando affettuosamente la sua guancia. Lupin si
voltò a guardarla e sorrise.
«Lily, come farei senza di te?» rispose
scherzosamente.
«Non sono io la spia, Lily...» mormorai sotto la
pioggia, con un filo di voce.
«Lo so, Remus». Pronunciasti quelle parole in
un sussuro che racchiudeva tutta la fiducia che il mondo non era in grado di
dare a me. «Tu non sei capace di tradire qualcuno. E neanche Sirius lo
è».
Dimenticai quelle parole poche ore più tardi, mentre fissavo gli Auror
del Ministero trascinare via Sirius, con un'immensa voglia di
morire.
«Sorridete!» gridò James Potter. «E pensate a quando
riguarderemo questa foto fra quindici anni, e ci diremo: "Ma guarda che capelli
da deficiente aveva Sturgis!"».
Fantasmi.