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Autore: ___MoonLight    23/08/2012    3 recensioni
Dal Capitolo 2: [...] sentì un fragore di vetri infranti. Si voltò interdetta, già pronta a scagliare la lama, ma vide il sicario barcollare in avanti, un fiotto di sangue che gli colava lungo il collo.
Natasha lanciò uno sguardo fulmineo al vetro della finestra con un foro e un reticolo di crepe che lo circondava. Sulla parete opposta era infissa una freccia grondante di sangue.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter 3
-
Bad Rain

 
 
 


Hawkeye strinse la presa sull’arco mentre il riflesso delle fiamme filtrava attraverso la finestra. La tentazione di piantare una freccia in testa a quei bastardi era stata troppo forte.
Intravide Nat che si precipitava verso l’uscita e si mosse a sua volta, tenendo d’occhio il capannello di gente che si era accalcato davanti al portone della palazzina.
Si bloccò un istante, notando che erano armati, poi riprese a correre sotto la pioggia incessante, scendendo il più rapidamente possibile in strada e scivolando di nascosto verso il retro dell’edificio: doveva assolutamente intercettarla prima che si trovasse circondata dagli scagnozzi di Avanindra e dei suoi oppositori. Imprecò tra i denti.
Scavalcò una recinzione metallica, fiondandosi verso le scale antincendio, e vide un’ombra muoversi furtivamente nel vicolo.
Con uno scatto provò a raggiungerla, ma quella si sottrasse alla sua presa e gli sferrò a sorpresa un pugno sul naso.
 
-Ah! Porca puttana... ma sei matta?!- imprecò con voce ovattata, accasciandosi contro il muro mentre si teneva il naso sanguinante.
 
La donna si arrestò a metà di un secondo pugno, stupita.
 
-Clint?- tentò, cautamente.
 
-Merda, mi hai rotto il naso...-
 
Prima che potesse continuare, si sentì afferrare per il bavero e sbattere contro il muro senza tante cerimonie. Hawkeye frappose l'arco fra loro due per limitare la pressione sulla sua gola. Avrebbe potuto metterla a tappeto, ma era più preoccupato per il comitato di benvenuto là fuori che per un ipotetico pestaggio da parte di Nat.
 
-Che cazzo ci fai qui?- sibilò lei furente, a pochi centimetri dal suo volto.
 
-Provo a pararti il culo, brutta ingrata.- ringhiò allora di rimando lui, opponendo resistenza alla sua stretta e sentendo il sangue che continuava a scorrergli lungo il labbro; non era molto sorpreso dalla sua aggressività: la conosceva troppo bene per aspettarsi di essere accolto a braccia aperte.
 
-Chi ti manda?- stavolta Natasha gli strappò dal volto gli occhiali, fissandolo finalmente negli occhi e aumentando la pressione sulla trachea, tanto che gli strappò un respiro affannoso.
 
Hawkeye fece per rispondere a tono, ma poi si bloccò e spalancò appena gli occhi.
 
-Nat, lasciami ora.-
 
-Non chiamarmi “Nat” e rispondi alla mia fottuta...-
 
-Nat! ora!- riprese con più veemenza, ma lei non fece una piega e si limitò a spostare la sua testa e il corpo di Clint di qualche centimetro, schivando la coltellata dell’uomo dietro di lei.
La lama si piantò a un millimetro dal viso di Clint, dopo avergli tracciato una striscia vermiglia sullo zigomo.
L’aggressore si ritrovò presto con un pugnale nel collo, sfoderato con rabbia da Natasha.
 
“Ma che giornata di merda...”pensò Barton tastandosi il taglio sul volto, finalmente libero dalla stretta di Natasha e con lo sguardo fisso sulla dozzina di uomini che adesso sbarravano l’uscita del vicolo.
 
Sembravano decisi a farli fuori...
Non ebbe neanche bisogno di guardare Nat: incoccò tre frecce e le scagliò, impalando contemporaneamente tre uomini, mentre lei ne abbattè altri due con i coltelli a farfalla.
Clint incordò con ostentata lentezza un’altra freccia, e gli uomini indietreggiarono involontariamente di un passo; l’arciere non potè trattenere un sorrisetto compiaciuto, che si spense all’istante quando sentì le sirene della polizia in avvicinamento. Non potevano permettersi di scontrarsi con dei poliziotti.
 
-La prossima volta che vuoi “pararmi il culo” evita di portare la tua banda di amichetti.- commentò tra i denti Nat.
 
-Amichetti? Dico, ma li hai visti?- Hawkeye si girò risentito verso di lei, scagliando nel frattempo una freccia che si conficcò nello stomaco di un nemico che aveva appena sfoderato la pistola.
 
-Non voglio guai con la polizia: se scoprono l’intervento dello S.H.I.E.L.D. solleveranno un polverone.- lo ignorò Nat.
-Noi due risolveremo più tardi. Ora andiamocene.- tagliò corto, facendogli cenno di coprirla.
 
Clint si limitò ad annuire mentre le luci rosse e blu delle auto si riflettevano sui muri del vicolo. Nat scattò verso la recinzione metallica, scalandola agilmente, e in pochi secondi fu dall’altra parte.
Barton era impegnato a contenere la banda armata, adesso più numerosa di prima, che aveva iniziato a sparargli contro. Al contrario dei suoi, nessun colpo andò a segno.
Aveva abbastanza frecce per abbatterli tutti, e soppesò quell'idea un istante di troppo: una squadriglia di poliziotti fece irruzione nel vicolo, e molti componenti della banda mafiosa si diedero alla fuga, aprendogli un varco per fuggire ma esponendolo al tiro degli sbirri.
 
-Clint!- la voce di Nat lo raggiunse sopra il coro di urla e sirene e, dopo aver assestato l’ultimo dardo, iniziò a scalare la recinzione a tempo di record.
 
Una detonazione squarciò l’aria un istante prima che saltasse dall’altra parte, ed un dolore lancinante al fianco lo colpì.
Barcollò per un istante sul tubo metallico, ma riuscì a darsi la spinta per cadere dall’altra parte.
Rovinò a terra urtando il fianco ferito e trattenne un lamento tra i denti mentre si rialzava all’istante, un po’ sbilenco. Natasha lo spinse di nuovo in avanti, evitando che un proiettile trapassasse la testa. Fece per girarsi per controllare la situazione, ma Clint la afferrò per un braccio costringendola a voltarsi.
 
-Seguimi! Corri, cazzo, corri!- la incitò, rimettendosi in piedi più faticosamente di lei e zoppicando verso l’angolo del vicolo, finalmente fuori tiro.
 
Corsero il più velocemente e il più lontano possibile, finchè le sirene non furono solo un eco lontano dietro di loro.
Clint si accasciò contro un muro, ansimante. Erano arrivati nei pressi del suo appartamento, il primo luogo sicuro a cui era riuscito a pensare.
Natasha si fermò non sentendo più il rumore dei suoi passi e si voltò.
Hawkeye inspirò bruscamente, tentando di parlare, ma aveva la gola secca nonostante fosse bagnato fradicio e non ci riuscì. Si strinse il fianco e riuscì finalmente ad articolare parola:
 
-Sopra...- indicò con un gesto vago i tetti, –vai sopra.-
 
Nat lo raggiunse a passo marziale con la sua solita espressione fredda e lo aiutò a raddrizzarsi, facendolo appoggiare a forza a lei e notando con preoccupazione il pallore innaturale del suo volto striato di sangue. Lui cercò di sottrarsi, ma Natasha fece una lieve pressione sulla ferita e lo costrinse a camminare.
 
-Andiamo sopra. Idiota.-
 
 

***

 
 
Erano al sicuro. Per ora.
Clint tirò un sospiro di sollievo un po' stentato, stringendosi il fianco intriso di sangue.
Non era una ferita troppo profonda, visto che il proiettile lo aveva colpito di striscio, ma sanguinava abbondantemente e si sentiva girare la testa: doveva stendersi al più presto, e sperare che Nat fosse d'umore abbastanza buono per aiutarlo a curarsi. Ne dubitava.
Si era appena adagiato sul letto sfatto che si sentì afferrare per il retro della divisa e fu sbattuta di schiena a terra.
Ogni briciolo d'ossigeno rimastogli in corpo schizzò via dai suoi polmoni, lasciandolo a boccheggiare sul pavimento con la schiena inarcata e la ferita che sembrava aver preso fuoco.
Nat lo fissava dall'alto, più minacciosa che mai. Quella scena aveva un che di familiare, ma era abbastanza sicuro che le somiglianze si sarebbero fermate lì. Purtroppo.
Fece uno sforzo per tirarsi a sedere, ma Natasha lo inchiodò a terra, un pugnale premuto sulla sua giugulare.
 
-Te lo chiedo ancora: cosa ci fai qui?- scandì lentamente, gli occhi ridotti a due fessure.
 
Hawkeye sentì il suo peso che gravava sulla ferita e trattenne un grido strozzato.
 
-Te l'ho detto- ansimò, strizzando gli occhi per il dolore, -ero il tuo agente di supporto in incognito, dovevo...- la pressione della lama sulla sua gola troncò il resto della frase.
 
Una goccia di sangue stillò lungo il filo dell'arma e Clint si ritrasse istintivamente, ottenendo solo di essere schiacciato ancor di più contro il terreno.
 
-Non dire stronzate. Ho dato un'occhiata al tuo palmare. Che diavolo significa "Obiettivo: sorveglianza e/o eliminazione"?-
 
"Quando ha guardato il mio..."non terminò di formulare il pensiero che Natasha piantò di proposito un ginocchio sul suo fianco ferito, strappandogli un sussulto.
 
-Ti ho fatto una domanda.-
 
Clint sapeva che le doti di torturatrice della sua "compagna" erano tutt'altro che scarse, affinate in decenni di attività, e che volendo avrebbe potuto farlo soffrire come un cane per ore senza ucciderlo, ma sapeva anche che probabilmente avrebbe avuto qualche riserva nell'applicare su di lui quei metodi, così ricambiò la domanda con uno sguardo ostinato.
Fu sicuro di intravedere un sorrisetto divertito sulle labbra di Natasha, prima che gli togliesse il coltello dalla gola.
Respirò a fondo, ma prima che potesse rilassarsi sentì in un lampo di rosso la mano della donna che gli premeva con violenza sul fianco. Accecato dal dolore e dalla sorpresa, rispose con un calcio diretto al suo volto, che lei bloccò senza alcuna difficoltà; facendo leva con l'anfibio sulla sua mano, le sferrò un altro calcio con la gamba libera, costringendola a togliere la mano dalla ferita. Invece di colpirla al volto, piegò di colpo il ginocchio in una finta e la colpì allo sterno, sbalzandola all'indietro.
Cadde di schianto sulla schiena, ma riuscì a fare un keep piuttosto stentato e a balzare in piedi, appena in tempo per parare il pugno di Natasha diretto alla sua spalla.
Le intrappolò la mano nella sua e cercò di farle perdere contatto col terreno, ma quella si districò fluidamente dalla sua stretta e gli assestò una ginocchiata, ancora una volta sul fianco ferito. Nonostante il dolore, un fiotto di adrenalina gli permise di rimanere in piedi e di scambiare una rapida successione di attacchi corpo a corpo con Natasha. Era in netto svantaggio e se ne rendeva perfettamente conto: raramente riusciva ad avere la meglio su di lei in condizioni normali, figuriamoci ridotto in quello stato. Finse un cedimento e indietreggiò di un passo verso il muro, piegato in due. Come previso, lei tentò di intrappolarlo nell'angolo sferrandogli un calcio diretto alla testa, ma lui lo schivò e con una spazzata le fece perdere l'equilibrio.
Non le diede alcuna possibilità di rialzarsi: le balzò addosso e le inchiodò le braccia a terra, lottando per immobilizzarle anche le gambe; le puntò le ginocchia nello stomaco, togliendole il fiato, per poi spostarle sulle cosce e toglierle qualsiasi libertà di movimento.
Natasha si divincolò, ma lui non si mosse, stringendo i denti nel sentire la ferita che si allargava e gli inzuppava la giacca di sangue. Adesso il mondo aveva assunto una sfumatura grigiastra.
Spostò la presa ai polsi, passandola a una mano sola, e con quella libera le afferrò il viso, costringendola a guardarlo.
 
-Sono qui per tenerti d'occhio.- articolò, affannato e con la coscienza che fluttuava qua e là senza essere del tutto lucida.
 
Nat girò di scatto il volto, ma lui strinse la presa, impedendole di girarsi.
 
-Sei compromessa.-
 
A quelle parole lei spalancò gli occhi, presa del tutto di sorpresa.
 
-Lasciami. Cosa vuoi dire?- sibilò, facendo leva sul bacino per tentare di scrollarselo di dosso.
 
Hawkeye concentrò tutto il peso del suo corpo per tenerla ferma, mordendosi il labbro quando una stilettata gli punse il fianco.
 
-Neanche per sogno. E sai a cosa mi riferisco.-
 
Lei rimase in silenzio, gli occhi inespressivi come al solito.
 
In quel momento Clint ebbe l'impressione che la sua testa fosse impazzita e si fosse staccata dal corpo. Ebbe un violento capogiro e senza neanche rendersene conto gli cedettero le gambe e crollò di peso addosso a Natasha.
Lei ne approfittò all'istante, ribaltandolo di lato e facendo per metterlo KO, ma lui non fece il minimo tentativo di proteggersi o contrattaccare. Aveva gli occhi serrati e la mascella contratta, mentre si premeva d'istinto una mano sulla ferita cercando di arginare l'emorragia.
Natasha si portò al suo fianco e fece per girarlo sulla schiena, ma lui le bloccò il polso con un movimento fulmineo, alzando gli occhi nei quali brillava uno sguardo ostile velato dal dolore. La sua presa era debole, neanche lontanamente sufficiente a trattenerla: le bastò scrollare il braccio e la mano di Clint ricadde inerte mentre lo aiutava a mettersi supino. Stavolta non si ribellò, troppo impegnato a respirare lentamente per non farsi girare ancor di più la testa.
Socchiuse gli occhi rilassandosi per un istante e gli sembrò di cadere all’infinito.


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Note Delle Autrici:

Siamo imperdonabili, ce ne rendiamo conto. Questo capitolo era bello che pronto da circa... uhm, un po'. Da mesi... MESI! E noi pubblichiamo solo ora *arriva un vaso a tramortirle*
E niente, finalmente eccolo qui. E diciamo "finalmente" perché EFP si ribella al nostro volere divino (e forse alla schifezza qui sopra) non pubblicandoci i capitoli. Oh, gioia.
Alla fine, eccoci qui. Per vostra sfortuna!
Ringraziamo tanto Rogue92, KeepLove_Jeremy, Sherlock_Watson, renney e ___Nick che hanno recensito lo scorso capitolo e hanno aggiunto la storia alle seguite/preferite/ricordate :)
Thank you so much ;D
Ora ci fanculizziamo (isteria? è il caldo... =_=)

Sunset In The Darkness aka Moon&Light

P.S. Informiamo i gentili lettori che le sopra presenti figherrime *schivano vasi volanti* cambieranno il nickname in MoonLight___ perché fa figo. Epecchéssì. 
Bye bye <3
   
 
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