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Autore: I_me_mine    24/08/2012    2 recensioni
Juditte Evelyn Wood : una ragazza come tante,sognava una vita come quella di tante ,una famiglia come quella di tante.
Invece il destino la ricondurrà al luogo dove tutto il suo dolore ebbe inizio anni addietro ,il luogo che la cambierà ancora una volta e per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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24 aprile 1958 ,Londra



~ELEANOR~


Era una tiepida mattina di primavera,una di quelle in cui il tuo risveglio è accompagnato dalla  carezza della brezza mattutina che delicatamente ti sfiora portando con sé un dolce profumo di ciclamino che invade la stanza e ti solletica le narici con la sua fragranza.

Era per questo semplice attimo che ogni notte lasciavo leggermente aperta la finestra della mia stanza.

In realtà i motivi erano molteplici: amavo osservare il cielo.

Quando comprai questo piccolo appartamento nella periferia di Londra la cosa che mi colpì  più di tutte fu questa stanza: era stata adibita all’origine a biblioteca e questo si poteva notare dagli scaffali anticati che ricoprivano totalmente ogni parete;l’odore era quello forte dell’umidità ,sintomo che doveva esser rimasta chiusa per molto tempo e su ogni libro la polvere aveva creato una coltre spessa .

Era buia.

Vista in queste condizioni nessuno mai la volle comprare e solo Dio sa quanto ho speso per ristrutturarla da cima a fondo,ma quando spalancai le finestre e sentii il vento fra i capelli,quel vento che per troppo tempo non aveva trovato via d’accesso,quello stesso vento che la mattina mi avvolge,capii che aveva qualcosa di speciale.

Diventò la mia camera da letto.

Dipinsi le paresti di un azzurro più intenso dell’oceano e  collocai il letto  in modo tale che,una volta stesa,avrei potuto scrutare le stelle attraverso i vetri d’inverno o perdermi nell’immenso blu delle fresche notti estive.

Osservare il cielo mi aiutava a pensare,era sempre stato così,fin da bambina.

                                                                             
                                                                                             

                                                              ♦



Mi spostai in cucina per fare colazione col mio solito tè .
Non amavo mangiare molto al mattino,ma il sapore di quella bevanda mi dava la carica giusta per iniziare la mia giornata.


Ma in quel giorno nemmeno una tazza di Earl Grey avrebbe potuto  infondermi la serenità sufficiente per affrontare quello che per me fu il momento più doloroso della mia intera esistenza.
 





Conobbi  Harry che ero poco più di una ragazzina e mi lasciai facilmente abbindolare da quello che a me sembrò essere amore.

Lui era un affascinante operaio di Liverpool,città in cui nacqui ,conosciuta allora ,se vogliamo,solo per la sua fama di città portuaria; ed era infatti solo questo quello a cui poteva ambire un uomo che non volesse tentare la fortuna altrove:lavorare in un cantiere navale e con questo impiego crescere i propri figli,che a loro volta avrebbero preso il posto del padre una volta adulti.

Ma io non cercavo un buon partito disposto a darmi tutto,cercavo solo serenità .
Così  ci sposammo appena possibile e dopo un anno nacque Juditte.

Eravamo le persone più felici del mondo,la nostra vita era tranquilla e con l’arrivo della piccola Jude tutto sembrava andare migliorando; era la principessa della casa,una bambina adorabile,dolce e bella come il sole.

Ma si sa bene,tutto è destinato a finire.
E così anche la farsa ,durata anni,di mio marito venne alla luce.

Un’altra donna ,l’ennesima a quanto scoprii,era entrata a far parte della sua vita da tempo,ma questa volta  la scaltra fanciulla era riuscita ad incastrarlo con un figlio.

Non gli diedi nemmeno il tempo di inventare qualche scusa: feci le valigie e partii con la piccola.

Definitivamente.

Jude aveva 3 anni.

Non avevo più saputo nulla di Harry per anni,finché un giorno,non molto tempo fa,mi giunse una lettera che mi annunciava la sua morte .

Il  vizio dell’alcool lo aveva consumato fino a distruggerlo.

Lasciò una discreta quantità di denaro alla figlia,convinto probabilmente che questo avrebbe compensato gli anni di assenza ,ma c’era di più: Marianne,la madre di Harry,nonna di Jude,mia suocera.

Era sempre stata una donna severa,non mostrava  il suo affetto per nessuno. Per nessuno tranne che per Jude.

La adorava e mi chiese di poter riallacciare i rapporti con la nipote. Soffrì molto quando lasciammo Liverpool.

Mai ho avuto un ottimo rapporto con lei ,né ho mai sperato che provasse anche per un singolo istante ad accettarmi ,ma quello che facesse stare bene me non aveva importanza,il mio mondo iniziava e finiva dove c’era mia figlia,l’unica cosa che mi rimanesse.


Così,In comune accordo con Jude,non con poco dolore,accettai.

 
 
                                                                                                                          


La valigia di Jude era sul letto,pronta.

Mi guardò con i suoi occhi cerulei bagnati da qualche lacrima che le rigò le guance rosa.

“starò bene mamma..mi mancherai..non immagini quanto”

Era la prima volta da quando l’avevo messa al mondo che mi separavo da lei.
La strinsi in un abbraccio forte prima di guardarla allontanarsi.

I dieci minuti più lunghi della mia vita.

Mia figlia si allontanava da me e andava incontro ad una nuova vita ,si allontana da me e dalla protezione che le avevo sempre dato,si allontanava da me e lasciava per sempre la bambina che era stata.
 Una nuova città che forse la cambiò per sempre,come anni prima aveva cambiato me: Liverpool  la attendeva.

                                                                    
                                                                                               

                                                         ♦

 


~JUDE~

La mattina in cui partii il tempo era piuttosto umido .

La notte prima aveva piovuto,ma era stata una di quelle piogge delicate e rinfrescanti;il terreno era bagnato e qualche gocciolina di rugiada si poteva notare posata sui fiori attorno a quella che fino a quel momento era stata casa mia.

Arrivai alla stazione prendendo un taxi,non avrei potuto sopportare la presenza di mia madre fino alla partenza del treno,lasciarla per me era più doloroso  di quanto volessi dare a vedere.

A dire il vero ero terrorizzata perché non sapevo quel che mi aspettasse laggiù .

Osservai ogni minimo particolare,come a voler fissare nella memoria quell’immagine, mentre l’auto attraversava una Londra ancora addormentata  le cui luci della notte erano state spente per lasciar spazio ai raggi imminenti del sole. Gli orologi segnavano le 6 e un quarto.
 
Salii sul treno che sarebbe partito di lì ad una mezz’ora ,diedi un ultimo sguardo fuori dal finestrino:c’era più gente in partenza di quanto credessi ,gente pendolare,gente che si allontanava per un tenero weekend in campagna,gente che lasciava per sempre la propria città e gente che,come me,doveva salutare i propri cari e partire alla volta di qualcosa che non sapeva nemmeno lei stessa come sarebbe stata.

Afferrai il ciondolo di mia madre e chiusi gli occhi immaginandola accanto a me.

Il treno partì ed io dormivo  già da un bel po’.





I_me_mine:  salve a tutti coloro che spero leggeranno! 
Volevo spendere un paio di parole riguardo la mia storia.
Allora,so che quello che avete (spero) appena letto possa sembrare confusionale,ma era necessario per spiegare quella che era stata la vita di Jude,l'effettiva proagonista,e quindi cambiare focalizzazione dalla madre a leiPer il momento non appare ancora nessuno,come avrete notato,dei nostri beniamini,ma tutto perchè siamo solo all'inizio!
Prometto emozioni più forti nei prossimi capitoli.
Mi scuso per eventuali errori e spero vivamente che apprezzerete e magari lascerete qualche recensione,che è sempre gradita.

un abbraccio ai lettori :)

   
 
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