NoN Parlare nel Mio silenzio
La sveglia luminosa segna le 3:45 del mattino.
Sono rinchiuso in questa stanza 4x4 da circa
un’ora nella stessa posizione.
Non è che ci sia posizione migliore,tanto in
qualunque modo sento fitte in tutte il corpo.
Almeno questa è migliore della cella nei
sotterranei, almeno qui che è la mia stanza posso dare libero sfogo a tutto
quello che ho dentro.
Sento i polmoni graffiarmi dall’interno,la gola
bruciare,la testa farmi un dolore atroce e iniziare a girare.
Porto le mani alla testa per fermarla, per
riacquistare un pò di pace. Come si fa' a farla star ferma se il tuo stesso
corpo non smette di tremare?
Mi passo le mani sul volto in un tentativo di
soffocare i singhiozzi, cosa mal riuscita perché il mio corpo sobbalza.
Porto le mani all'altezza degli occhi per notarle
scarlatte,con gocce che ricadono sul pavimento.
Sangue dappertutto, da qualunque lato mi volto
vedo soltanto sangue. Dalle lenzuola del letto per finire sulle pareti.
Sangue che in questa stanza è soltanto mio. Mi
viene voglia di urlare,ma non posso se non voglio finire nei guai dopo soltanto
60 minuti.
Faccio per alzarmi, ma la testa prende a
vorticarmi furiosamente facendomi cadere carponi sbattendo la testa contro il
muro. Sulla mia fronte si apre una ferita perché sento il sangue caldo
scivolarmi lungo il naso,sugli zigomi per poi ricadere per terra.
Sento il suo odore ferroso invadermi le narici,
non trattengo un conato di vomito, che è come se sentissi il mio corpo
spezzarsi a metà, ogni volta che il mio corpo ha degli spasmi.
Sto vomitando l'anima, sono 2 giorni che non
mangio niente, cosa diavolo dovrei vomitare?
Questa è la punizione per aver detto la verità.
L'unico che ha avuto il fegato di spifferare tutto.
Ma, chi crederebbe ad uno stupido bambino di
appena otto anni.
Nessuno.
Erano venuti i controlli di sicurezza al monastero
e io avevo una ferita lungo tutta la faccia. A tutti quelli che come me avevano
una ferita così visibile hanno chiesto come avessimo fatto a procurarcela,
risposta: rissa.
Man mano che i controlli si facevano positivi
vedevo il monaco ghignare vittorioso.
Quando quel vecchio signore en venuto a chiedere a
me, non ho aperto bocca.
Sono stato zitto e muto a guardarlo negli occhi.
Lui però insisteva accarezzandomi una spalla e io continuavo a vedere quel
monaco sorridente. Il sangue mi ribolliva nelle vene,mentre sentivo quelle
sulla fronte pulsare. Ho sentito una strana adrenalina scorrermi al posto del
sangue, ho alzato la mano puntando il dito contro Vorkov e dicendo tutto quello
che ci aveva fatto. Mi ero sentito invincibile,neanche Vorkov che mi guardava
con gli occhi iniettati di sangue e' riuscito a placarmi.
Ma infondo le parole di un bambino possono essere
anche piene di fantasia.
Come ha sostenuto il suo accompagnatore.
Non è servito a niente quello che ho fatto. La
vita ingiusta e questo l'ho capito da quando sono entrato in questo posto. Otto
anni pochi per dire di conoscere tutte le sfumature della vita, otto anni per
poter affermare di averne abbastanza e desiderare morire.
Pochi per vivere ma giusti per morire.
Cerco con la mano di rialzarmi per poggiare la
schiena contro la parete, ma il risultato è ritrovarmi disteso a terra dopo
aver sbattuto la schiena con i punti ancora freschi.
Il respiro mi si mozza in gola, facendomi tossire
così violentemente da far uscire liquido scarlatto anche da lì.
La guancia ha ripreso a farmi male, avevo osato
lasciarmi sfuggire un lamento quando mi mettevano i punti, che l’infermiera mi
aveva mollato un ceffone.
Le lacrime riprendono il loro corso sul mio viso
ormai imbrattato di sangue lasciando scie nel rosso ormai raggrumato. I miei
capelli sono completamenti immersi nel liquido vitale che si trova sul
pavimento, ma non credo faccia poi tanta differenza il colore è simile se non
uguale. Sono completamente scompigliati e sparpagliati sul pavimento diventato
un ammasso di poltiglia.
“Voglio uscire da qui”, è la frase che riesco
appena a pronunciare con voce roca.
Eravamo cosi vicini alla libertà, perché quel
vecchio aveva detto che ci sarebbe stata un altra ispezione il giorno dopo per
chiudere definitivamente il monastero; ispezione mai avvenuta.
Il Signore dopo quella sera è sparito dalla
circolazione senza lasciar tracce.
Ho sentito un rumore dentro di me, il mio cuore
andare in frantumi insieme alle mie speranze, come uno specchio, quando si
rompe.
Tutti qui dentro sostengono che non abbia avuto il
fegato di denunciare Vorkov, io invece dico che e' stata la persona più
coraggiosa che abbia mai conosciuto.
Lui è morto, e ad ucciderlo è stato Vorkov. Non
sono fantasticherie. Io l' ho visto.
Gli occhi mi si appannano tanto da non distinguere
neanche più il soffitto.
Non ho più voglia di raccontare niente a nessuno,
non dopo averci quasi rimesso la vita in quelle celle.
La verità non esiste, non e' mai esistita. Ognuno
la vede dal proprio punto di vista.
“Quel vecchio ha
creduto alle tue parole, perchè quei tuoi maledetti occhi l'hanno impietosito.
Occhi sfrontati e tristi che raccontavano cose spaventose per quell'idiota.
Occhi così limpidi e cristallini che per forza doveva crederti. Ma Ivanov
questa la paghi cara. I tuoi occhi non mi impietosiscono"
Questa è l'unica cosa che quel pazzo ha
pronunciato, parole cariche di rabbia e disprezzo, prima di sbattermi la testa
contro il muro e prendermi a calci in ogni angolo del mio corpo.
Ma lui non è mai stato bambino?
Questo era il suo aperitivo, infondo ho solo
mandato quasi in fumo il suo piano di una vita.
Ho desiderato morire in quella cella, volevo non
esistere più. Sapevo che mi avrebbe tenuto in vita per i suoi scopi, non volevo
sentire un macigno addosso e una voce nel cervello che continua a
sussurrarmi" È stata colpa tua? dovevi star zitto. A quest'ora il vecchio
poteva essere ancora vivo. “E se aveva una figlia che non vedeva l'ora di
riabbracciare il suo papà! Colui che è morto per una tua confessione.".
Sta zitta maledetta! Non ti voglio ascoltare, non
voglio sentire più nessuno.
Un dolore forte al petto mi toglie il respiro. Non
so se siano le costole rotte oppure il mio cuore che urla.
Cerco di fare il meno rumore possibile anche con i
singhiozzi altrimenti le guardie vengono a darmi il resto. Mi riesco a mettere
con fatica di nuovo seduto, devo ripulire lo schifo che ho combinato. In questa
camera non si respira più. Mi rimetto in piedi e barcollano raggiungo la
finestra che spalanco facendomi investire dalla corrente gelida.
Le gambe non reggono più il mio peso, e mi ritrovo
in ginocchio a sentire le forze abbandonarmi.
Chi non avrebbe voglia di passare un compleanno
come il mio.
Solo in una stanza circondata dal sangue, seduto
in fase di dissanguamento, con una morte sulla coscienza e la voglia del
suicidio.
La testa gira sempre più velocemente e inizio a
sentire tutto ovattato. Un luccichio sul pavimento attira la mia attenzione e
facendomi forza con le mani riesco a prenderlo.
Si tratta di un pezzo di vetro, precisamente dello
specchio che nella rabbia ho rotto due giorni fa.
Sembra che il distino mi abbia dato l’occasione
per mettere fine alle mie sofferenze. Osservo il mio riflesso in quel
pezzettino e osservo i miei occhi che somigliano tanto a quelli della mamma
quando era stesa senza vita sul pavimento.
Si uccise il giorno del mio compleanno, quando
compivo tre anni.
Infondo era infelice con noi. Chi vorrebbe un
marito alcolizzato che ti maltratta, vivere in povertà e avere persino un
figlio in quel triste quadro.
Io però a lei volevo bene.
Chissà se quando sarò morto la rincontrerò e lei
se mi riconoscerà.
Stringo il pezzo di vetro in mano, procurandomi un
taglietto su un dito, e lo avvicino al polso.
Prendo un respiro e taglio con forza sul polso.
Almeno è quello che tento di fare, perché un
improvviso gelo ha invaso la stanza, facendo congelare quel pezzo di vetro e
mandarlo in frantumi.
Guardo il mio polso sul quale c’è un taglio, ma
non profondo come desideravo.
Questo mi basta soltanto per farmi perdere altro
sangue.
Alzo gli occhi incontrandone un paio azzurri, che
non appartengono ad un essere umano.
Ma tutto il sangue che ho perso non mi fa neanche
restare sorpreso nel trovarmi davanti un lupo argentato quasi bianco, con ali
di ghiaccio che mi osserva invaso da una luce luminosa.
Evidentemente no, perché l’unica cosa che faccio è
squadrarlo con rabbia.
“Cosa vuoi?” chiedo sprezzante al suo indirizzo,
mentre con cerco qualche altro pezzo di vetro nella stanza.
Un soffio gelido fa diventare il pavimento di
ghiaccio, e invade anche me, la cosa strana è che io non ho freddo.
Alzo di nuovo il viso, trovandomi il suo muso a
qualche centimetro di distanza,il suo alito è gelido.
Mi fissa intensamente tanto che io riesco a
specchiarmi in quelle pozze cristalline.
Cosa ci fa questo strano lupo nella mia stanza?
“Puoi anche smettere di cercare, ho tolto di torno
tutti i vetri che c’erano”
Perché neanche il fatto che stia parlando mi
stupisce? Sono diventato indifferente a tutto.
“Perché lo hai fatto mi servivano!” gli dico
lanciandogli contro il mio bey.
Forse li ha tolti di mezzo perché è venuto ad
uccidermi lui stesso.
Spero tanto che sia così.
“Cosa, per ucciderti?”, sbaglio o è un ringhio
quello che uscito dalla sua bocca? Dannazione, neanche la paura di morire mi
contagia più?
“SI” gli rispondo con lo stesso tono fissandolo
con rabbia, finche non mi ritrovo contro il muro a causa della sua zampa che mi
ha graffiato la faccia spingendomi lontano.
Non sento dolore, ne per la botta ne per il
graffio. Sembro diventato insofferente a tutto.
Alzo lo sguardo verso quella bestia che inizio ad
odiare con tutto me stesso.
“Mi dici perché sei venuto ad irrompere in questa
stanza!”
Lui con passo felpato mi si avvicina “Cercavo
qualcuno come custode, un ragazzino che dovrebbe abitare in Giappone, ma mi
sono ritrovato in queste zone e ho avvertito un cuore con un senso di colpa.”
“Non sono affari tuoi quello che provo io! E poi non soffro di sensi di colpa!” sto urlando, spero che le guardie abbiano il sonno pesante. Poi perché lo sto negando? Voglio rendermi forte agli occhi di un animale?
“Allora perché stai piangendo?” quella domanda mi
lascia sorpreso, mi tocco il viso e lo sento bagnato,non solo dal sangue, ma
soprattutto da un liquido salato che mi arriva persino in bocca. Da quanto
tempo stavo piangendo senza accorgermene?
“Bene, adesso ti degnerai di ascoltarmi?”
“Io non ti voglio ascoltare! Tu non devi
azzardarti a parlare!Io voglio solo il mio silenzio!”
Sono contraddittorio penso una cosa e ne dico
un’altra.
“A volte il silenzio è il più brutto suono del
mondo”
“Fai anche perle di saggezza stupido lupo, non so
cosa sei, ma un essere inutile lo sei di sicuro”
Quello che ho chiamato in modo così gentile, mi ha
inchiodato al muro, e ha aperto la bocca. Chissà, se lo provoco abbastanza
decide di uccidermi.
“Non ci provare Ivanov, non sono qui per stare ai
tuoi subdoli giochetti di suicidio”
E come ha capito quello che penso? Forse legge nel
pensiero.
Cioè, quello mi chiama persino per cognome senza
conoscermi e io mi stupisco per tutt’altro.
Cerco di liberarmi della zampa che mi preme contro
il muro ma i tentativi che provo sono tutti inutili.
Mi arrendo all’evidenza,non ho forza neanche per
reggermi in piedi. Se lui mi libera io cado a terra come una marionetta a cui
si spezzano i fili.
“Mi degni un po’ della tua attenzione?” Annuisco
lentamente con la testa, mi mancano le forze.
“Ascoltami, quello che hai fatto è una prova di
coraggio. Volevi la libertà e ti si è presentata un occasione per provarci.
Quello che è successo non è stata colpa tua. Quel signore sapeva tutto su
questo posto, gli serviva una testimonianza diretta. Sarebbe morto lo stesso
per mano di quel monaco.”
“Ma non è servito a niente..” cerco di parlare ma
un singhiozzo mi blocca la frase.
“Tu dici così, ma qualcuno troverà le sue ricerche
e inizierà ad indagare. Così potrai uscire da questo posto”
“Come fai a sapere tutte queste cose?” gli chiedo
mentre sento gli occhi bruciare, non so neanche per quale motivo.
“Io sono una creatura speciale. Tutti i bit power
sono esseri molto potenti. Non ti stupire per queste sciocchezze”
Annuisco, perché non riesco più a parlare. Ho un groppo in gola che continua a salire. Mi sento al sicuro a parlare con lui, non voglio se ne vada. Rimarrò di nuovo solo immerso nel silenzio.
“Promettimi una cosa Yuri. Non carcera più di
ucciderti, hai una vita davanti. Quel vecchietto ci sarebbe rimasto male a
sapere una cosa del genere. Poi vorresti lasciare il tuo amico Boris solo in
questo posto?”
“N-no” sento il lupo lasciarmi, e io cadere a
terra. Si avvicina con il muso al mio viso. Il mio respiro si fa irregolare,
“N-on voglio neanche che tu te ne vada” gli dico abbracciandolo.
Mi aggrappo stretto e a differenza di come mi ero
aspettato emana calore.
Il lupo volta lo sguardo verso di me, che ho preso
a piangere di nuovo cercando di nascondere i singhiozzi nella sua pelliccia.
“Non serve che ti nascondi. Anche se piangi so
benissimo che sei forte. Hai una grande forza dentro di te, sei capace di
rialzarti sempre anche dopo i perieodi più brutti. Una grande forza d’animo per
un bambino. Se fossi stato debole a quest’ora non mi avresti ascoltato.”
Mi asciugo le lacrime. Le parole di questo strano
animale mi hanno dato forza.
“Non voglio morire adesso. Devo prima fare pagare
a Vorkov tutti i mali che ha fatto”.
Vedo il primo sorriso farsi largo sul suo muso.
“Era questo che intendevo. Sei un bambino
intelligente, non dimenticare mai il tuo vero carattere. Questa tua
sfrontatezza è quella che più spaventa quel monaco.”
“Mi dispiace per come ti ho tratto all’inizio.
Davvero.” gli dico abbassando lo sguardo.
“So che sei sincero. Un tiretto orgoglioso come te
difficilmente chiede scusa”
Un sorrisino mi increspa le labbra, il primo dopo
settimane. Non dura molto perché diventa subito amaro.
“Adesso te ne andrai vero? Da quel ragazzino?”
perché devo avere una voce cosi balbettante nei momenti meno opportuni.
Si siede di fronte, facendomi poggiare a lui in
modo che non sbatti la testa a terra da un momento all’altro.
“Sai cosa sono i bit power vero?”
“Si, Boris ne ha uno. Si tratta di un falco”
“Non sai però che siamo capaci di decidere il
nostro custode in base alle caratteristiche che cerchiamo. Di avvertirlo a
chilometri di distanza, e di conoscere il suo cuore. Perché solo quello è
capace di mostrare la verità.”
“Con questo cosa cerchi di dirmi? Che tu e quel
ragazzino siete legati da una specie di filo”
“Hai capito quello che intendo. Ma, non proprio
tutto. Il ragazzino che cercavo doveva essere testardo,cocciuto,orgoglioso,
forte e strafottente, con una gran forza d’animo per contenere il mio potere”
Si ferma facendo una pausa.
“Queste sono le caratteristiche che mi ero
prefissato. Una cosa non avevo messo in conto, che a fermare la mia corsa
sarebbe stato un cuore solitario che cercava disperatamente attenzioni.
Il cui proprietario voleva fare una sciocchezza,
ma in fondo a se stesso aveva voglia di rialzarsi e continuare a lottare.
Che aveva tutto quello che si può volere da un
custode, e aveva due occhioni azzurri in grado di sciogliere persino me”
Lo guardo sorpreso mentre ascolto quello che dice.
Il mio cuore inizia a battere velocemente.
“Si sciocco sei tu quello che cercavo. Mi assomigli, più di quanto credi. Non c’è animale più pericoloso al mondo, di un lupo ferito. Frase più adatte di queste per te non ce ne sono”
Sono felice, anche se ormai so che sto per svenire
mi lascio scappare un sorriso. Riesco solo a sentire un vento gelido che si
insinua dentro di me, provocandomi una bellissima sensazione, prima di
sprofondare nel buio più assoluto.
Quando riapro gli occhi, mi accorgo di essere nel
mio letto. Mi alzo facendo attenzione alla testa che mi fa ancora male. Mi
guardo intorno.
Non c’è traccia ne del vomito ne del sangue che
circondava la stanza, è sparito tutto.
Quello che ho fatto, allora era un sogno? un
incubo?
Per la frustrazione sbatto un pugno contro il
muro, facendomi un po’ troppo male.
Osservo il polso e vedo una fasciatura intorno ad
esso.
Mi volto sul comodino accanto a me e prendo il mio
bey in mano. Osservo meglio è noto che al centro è raffigurato un lupo con le
ali spiegate.
Quindi non è stato un sogno!
Non riesco neanche a concretizzare il pensiero,
che sento la porta della mia camera sbattere e non riesco a vedere la persona
che è entrata perché uno schiaffo in viso mi fa voltare la testa.
Sento un dolore lancinante alla guancia. Ma tutti
quella devono centrare?
Ho la ferita che si sta ancora cicatrizzando, i
residui degli schiaffi e pugni ricevuti da Vorkov,il ceffone dell’infermiera,
ci mancava soltanto questo.
Mi porto una mano alla guancia offesa e alzo gli
occhi per incontrarne due smeraldini che mi fissano arrabbiati.
“Boris?”
“Si razza di idiota sono io! Mi dici cosa diavolo
ti è saltato in mente?” prima che Boris riesca a fare combo sul mio viso,
Sergey lo prende alle spalle.
“Boris vedi di calmarti” “Come mi faccio a calmare
me lo spieghi?”.
Iniziano ad urlare fra di loro mentre io seguo la
scena. Non ci sto capendo niente.
“SILENZIO!” al mio urlo si fermano entrambi. I
vantaggi di essere capitano. “Davvero? la sberla te l’hanno tirata lo stesso,
capitano o no” riconosco questa voce è quella del lupo. Forte posso sentirlo
anche via telepatia! Si dice così?bo..
“Boris mi spieghi cosa ti è preso?” chiedo al mio
migliore amico, che mi guarda stralunato e poi di nuovo arrabbiato.
“E me lo chiedi pure?! Entro in stanza per vedere
se sei ancora vivo da quella stramaledetta punizione, e ti ritrovo a terra con
un taglio sul polso e pezzi di vetro ovunque!” respira a fatica, ha sbraitato
come un ossesso.
Ora capisco perché ho il polso fasciato e la
stanza è in ordine, sono stati loro.
Improvvisamente quello che ha detto Boris mi fa
sentire in colpa. Li ho fatti preoccupare tantissimo mentre io credevo di
essere l’unico a soffrire.
Sento le guance calde, è umiliante quando capisci
di aver fatto un errore così stupido facendo preoccupare i propri amici.
Abbasso gli occhi e cerco di articolare un
discorso sensato. “Per quello che è successo stanotte, io non volevo. No,
volevo dire si ciò provato a fare quello che pensi ma qualcuno mi ha fatto
cambiare idea..” porto istintivamente uno sguardo al bey che stringo in mano.
Prendo un respiro e alzo gli occhi a fissare
quelli ancora ostile di Boris “Mi dispiace di avervi fatto preoccupare”. Vedo
Boris sbuffare, questo vuol dire solo una cosa. Ho vinto! Mi ha perdonato.
“Maledetto tu e quegli occhi da cucciolo bastonato” dice abbracciandomi. Mi
piacciono gli abbracci di Boris, devo tentare qualcosa di meno pericoloso ma da
farlo preoccupare un pochino, così da farmi riabbracciare.
“Oggi Vorkov ti ha dato giornata libera, per
startene nel letto. Credo tu non te ne sia accorto ma sono le quattro del
pomeriggio”
Le quattro? Ho dormito tantissimo, e per una notte
senza incubi.
Guardo il mio bey, ma Boris lo toglie dalla mia
visuale.
“E questo cos’è?”
“Sembrerebbe un bit power”
“Yu da quando hai un bit power?”
“Da stanotte” gli rispondo e vedendo la faccia di
Boris credo abbia capito che è merito suo se ho cambiato idea.
“Boris dannazione!Noi dovremmo essere agli
allenamenti!” dice Sergey allarmato prendendo Boris per la manica e
trascinandolo fuori. Quest’ultimo mi guarda preoccupato ma quando gli sorrido
mi ricambia prima di uscire.
Finalmente posso massaggiarmi la guancia in santa
pace, lasciandomi sfuggire una piccola smorfia. Boris c’ è andato abbastanza
pesante, non credo ora mi venga di nuovo voglia di fare qualcosa del genere. Per
fortuna Sergey l’ha fermato.
Sento qualcuno sghignazzare e voltando lo sguardo
trovo il mio caro Bit power. Ma non dovrebbe obbedirmi e uscire quando lo dico
io? Lasciamo perdere.
“Non dirmi che ti ha fatto così male?”
“SI, invece”
All’improvviso mi viene in mente una cosa, che non
mi fa affatto piacere.
“Questa è opera tua! Li avevi frantumati tutti i
vetri che c’erano, è impossibile che Boris lo abbia trovato a meno che non ce
lo abbia messo qualcuno!”
Vedo che si fa sempre più divertito e anche compiaciuto.
“Complimenti. Si ho creato un pezzo di ghiaccio
sottile molto acuminato, facilmente confondibile per un pezzettino di vetro”
“Ma perché?”
“Perché avevi bisogno di una piccola lezioncina.
Ho l’impressione che mi divertirò molto”
“Bastardo!” ma che razza di bit power i è toccato?
FINE
Fanfiction scritta in un momento in cui non avevo
niente da fare. (Alle tre di notte…ndyuri)
Mi sono messa a computer ed è uscita questa
piccola storia.
Chiedo a chiunque la legga di farmi sapere cosa ne
pensa anche in un piccolo commento.
Alla prossima
Aky;)