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Autore: Dm_Nothing    24/08/2012    3 recensioni
Helen non è una ragazza come le altre. Ne ha viste di tutti i colori. La morte del padre le ha cambiato la vita. Però ci sono dei ragazzi che forse riusciranno a migliorarla? Chi lo sa..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera faceva piuttosto freddo a Ware; pioveva a dirotto e nessuno sembrava essere uscito di casa. L’inverno si stava facendo sentire sempre di più, ormai. Helen era abituata al freddo e alla pioggia; nella sua città questo tempo si faceva vivo frequentemente. Amava passare le ore di pioggia seduta sull'ampio cornicione della finestra sporgente della sua camera al secondo piano con una coperta e il suo computer sulle gambe. Appoggiava i suoi lunghi capelli neri e molto mossi al muro stranamente verniciato di un insolito marrone chiaro con sfumature beige sulla parte più alta. Gli occhi grandi e verdi con due piccoli puntini neri sulla parte più esterna erano fissi questa volta sulla strada ampia ma così desolata che Helen si chiese se non fosse davvero quello il motivo per cui sembrava così grande. Il suo giardinetto era colmo d’acqua e la pioggia fitta ora batteva imperterrita sulla finestra.

Distolse lo sguardo dopo parecchi minuti. Stava pensando alla sua vita; ci pensava sempre quando pioveva. Pensava a ciò che ha dovuto passare e quasi impazziva per trovare una risposta alla sua domanda, possiamo dire, retorica: “Perché?” 

Quando era sola, persino urlava per quanto le faceva male la sua storia e il suo ricordo. Aveva solo quindici anni e aveva perso suo padre, Dave, un uomo alto, magro con gli stessi occhi verdi di Helen, ma con i capelli biondi. Era morto a causa di un cancro; quando lo scoprirono ormai si era diffuso al cervello e non potevano più fare niente. Era morto quando Helen aveva solo tredici anni e da allora non era più la stessa. Sua madre, Vittoria, originaria di Boston, anche lei alta e magra, con i capelli neri e gli occhi di un marrone intenso, amava guardare negli occhi di sua figlia Helen, perché le sembrava in quel momento di rivedere suo marito che aveva così tanto amato. Sua madre se n’era accorta, di quanto Helen piangesse quando era sola nella sua camera e cercava di convincerla a restare forte usando come pretesto il fatto che gli occhi le stavano diventando sempre più piccoli. Ma Helen non ascoltava il consiglio della madre, perché la notte anche lei la sentiva piangere, dopo che apriva la camera della figlia e controllava per bene che stesse dormendo. Le loro camere erano una difronte all’altra ed era facile ascoltare anche solo un bisbiglio. 

Però quella sera pioveva così forte che stranamente non si riuscivano ad udire suoni fuori dalla camera. Helen pensava che forse questo era dovuto al fatto che si trovava così vicino alla finestra che la separava dall’esterno, che non riusciva ad udire altro che la pioggia fitta che batteva sul tetto e, ad ogni cambiamento del vento, anche sulla finestra.

Si era fatto tardi, erano le 11 p.m. ma Helen solitamente andava a dormire molto più tardi e non sentiva minimamente alcun segno della stanchezza. Non aveva mangiato, quella sera. In realtà non era uscita dalla sua camera per tutto il giorno. Non aveva bisogno di uscire, da lì secondo lei. Aveva un  grande bagno tutto suo, ricoperto di mattonelle color ceramica e sempre profumato perché sua madre ci teneva ad avere tutta la casa ben pulita. Aveva anche un mini-frigo e lì ci metteva ogni tipo di cosa che desiderasse: dai dolci, alle bibite; ma non prendeva quasi mai niente. 

Una volta scoprì di nascosto che sua madre le stava riempiendo il frigo, cosa che di solito faceva lei personalmente, anche se non abitualmente dato che non lo usava spesso; sospettò che forse credeva che non stava mangiando abbastanza. Nei giorni precedenti, infatti, sua madre l’aveva rimproverata perché desiderava non mangiare.

Si alzò e si spostò dalla finestra; “Finalmente” bisbigliò Helen imitando il tono di sua madre. Vittoria era preoccupata perché passava troppo tempo lì seduta anziché uscire, approfittando delle poche belle giornate. Ma lei preferiva rimanere lì. 

Senza stare a discutere, Helen non aveva amici. Proprio nessuno. Sua madre si intrometteva spesso nella sua vita, ma sapeva che lo stava facendo per il suo bene e non per altro.  Asociale era il termine giusto per definirla. Lo usava anche lei, consapevole del fatto che non poteva contare su nessuno. In tutta la sua vita aveva avuto solo un migliore amico: Peter, un ragazzino piuttosto basso per la sua età, con strani capelli rossicci e occhi quasi grigi. Ma purtroppo, i genitori si trasferirono in una città lontana 65 km da lei e di conseguenza anche lui.

Con lui aveva un’amicizia speciale, sapeva di potersi confidare senza timore, senza paura di pregiudizi, cosa che la preoccupava parecchio. 

A scuola sentiva parlare sempre male di lei, addirittura aveva scoperto che scommettevano su cose della sua vita: “Io scommetto che esce una volta al mese oltre che per andare a scuola”, “Secondo me invece non esce mai, non ha amici”.

A quell’ora della sera non aveva molto da fare, se non controllare il suo profilo Twitter, o leggere un buon libro.

Erano le uniche due cose che le piacevano davvero. Su Twitter si sentiva libera di essere se stessa, d’altronde nessuno la conosceva, eppure molti la apprezzavano. Poi c’erano i libri “Cari vecchi amici” li definiva. Erano davvero gli unici amici di cui si fidava. Per lei erano come un diario segreto, come fogli da riempire non con le parole, ma con le proprie emozioni. 

Erano ormai l’ 1 a.m., decisamente tardi secondo gli orari di sua madre. Ma lei era ancora sveglia ed era tornata, come al solito, vicino alla finestra. Questa volta la strada non era isolata. C’era un ragazzo con una felpa grigia con il cappuccio che gli copriva il viso e, trovandosi al secondo piano, Helen non riuscì a capire chi fosse; correva abbastanza velocemente, forse non voleva bagnarsi ancora, forse non era a casa e quindi stava rientrando sotto la pioggia. Insomma, sembrava un tipo misterioso, soprattutto perché girovagava correndo sulla strada della casa di Helen, bagnato fradicio. Helen si sentiva al sicuro in casa sua, le dispiaceva per quel ragazzo che probabilmente si sarebbe ammalato presto viste le circostanze; si sentiva relativamente tranquilla, ma aveva uno strano presentimento. Infatti, poco dopo, quel ragazzo corse verso il giardino di casa sua e.. *Ding dong*

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