Il cielo piange lacrime amare.
La pioggia gelida mi si infiltra nei vestiti, raggiungendomi il cuore.
Solo il silenzio di quelle strade vuote mi circonda suggerendomi di scappare, affermando che noi due non abbiamo mai avuto possibilità.
Affermando e urlandomi attraverso il silenzio che noi due non eravamo niente.
Il silenzio mi urla nelle orecchie che sono stata una stupida a fidarmi di nuovo.
Vuole farmi credere che non ci siano più possibilità per me, ma è vero?
Sono davvero così disperata?
Non avrò più possibilità?
Non avrò più la felicità?
La pioggia fredda fa bruciare i miei sentimenti, li fa evaporare, scappare.
Come se niente fosse tu stasera mi hai rubato tutto quello che mi appartiene, hai preso il mio cuore e semplicemente lo hai calpestato.
Hai rotto tutto quello che io ero, le mie convinzioni, il mio amore, la mia gioia.
Avevi rapito il mio cuore e stasera lo hai solo calpestato.
Mi sento trasparente, come vetro, come se tutti quelli che mi incontrassero potessero distinguere le mie lacrime dalla pioggia che mi riga il viso, come se fosse così evidente che tu stasera mi hai tradita, come se la gente potesse vedere attraverso la corazza che hai distrutto, raggiungere il mio cuore e vedere il mio dolore.
Mi sento un pezzo di carta che vola nel vento, senza una meta precisa, senza uno scopo e sento come se questa pioggia mi stesse sciogliendo da dentro.
Ero sulla soglia di quella che una volta era la nostra stanza, di quello che era il nostro luogo sicuro.
Ti osservavo tra le braccia di un'altra, una biondina tinta, una nullità.
Ti osservavo buttare al vento i nostri anni d'amore.
E più osservavo più venivo distrutta da dentro.
Tu mi hai distrutta, mi hai abbattuta, come se non valessi niente.
Ma il tempo passerà, le ferite si rimargineranno, il sorriso tornerà, la pagina si volterà e io finalmente potrò rialzarmi da terra e urlare al mondo che non è finita.
Così vago per queste vie, senza una meta, senza riconoscere luoghi o persone.
Improvvisamente un cantiere mi si staglia davanti.
Si anche io un giorno potrò rialzarmi, proprio come sta accadendo a questo grattacielo.
Mi rialzerò più forte, per non crollare più, per non essere più manipolata dal tuo stupido amore.
Mi rialzerò e tutto questo sarà solo una brutta storia chiusa nel mio passato, mi rialzerò e pian piano costruirò una corazza di cemento, come questo grattacielo.
Come il fumo, le nuvole e la nebbia liberano il cielo anche questo dolore un giorno libererà il mio cuore, lasciandolo limpido e puro.
Con delle cicatrici, perché le cose rotte non tornano mai come e nuove.
Con delle cicatrici che mi ricorderanno di non essere stupida di nuovo.
Con delle cicatrici che mi insegneranno a essere caute.
Con delle cicatrici che mi ricorderanno questo giorno.
Questa pioggia così gelida sembra svegliarmi da un sogno, dal nostro sogno.
Sembra dirmi che il cielo non è sempre azzurro, che le cose non vanno sempre come vogliamo.
La pioggia gelida che rende i miei capelli una massa gocciolante, che rende il mio trucco una poltiglia nera, che rende il mio cuore un pezzo di carta sciolto sembra ricordarmi che devo liberarmi da te, che devo scappare da ciò che mi fa male, e tu sei una di queste cose.
In quel secondo in cui dalla soglia della nostra porta vidi ciò che mi stavi facendo tu alzasti lo sguardo, mi guardasti, con espressione indecifrabile.
Io rimasi li immobile e incredula, era quello il momento in cui tu mi pugnalasti dritto al cuore, li presi a sanguinare, ti sei divertito a guardarmi?
Ti sei divertito a vedere i miei occhi annebbiarsi?
Le mie sicurezze incrinarsi?
I miei sorrisi scappare definitivamente da me?
Il mio amore dissiparsi in odio?
Ora sto entrando in casa, il mio cane rimbalza per il salotto, felice di vedermi, ma tutto quello che posso provare ora è qualsiasi cosa, meno la felicità.
Mi dirigo decisa in bagno e mi appoggiò al lavandino.
Mi guardo.
Guardo il mio viso riflettere il mio cuore spezzato.
Guardo il mio viso chiedere pietà.
Guardo il mio viso rimpiangere tutto.
Guardo il mio viso urlare il dolore che dentro mi sta divorando.
Guardo il mio viso distrutto.
E come senza pensarci il mio pugno frantuma il vetro, odiavo ciò che vedevo, odiavo quel dolore, odiavo quel senso di debolezza.
La mano sanguina, ma non mi importa, lascio gocciolare il sangue sulle piastrelle immacolate di marmo.
Mi rannicchio in un angolino di quel bagno ormai freddo, ormai macchiato del mio sangue e una risata isterica mi pervade.
Per un secondo il mio cuore a voluto credere che tutto questo fosse solo un sogno.
Per un secondo ho creduto che fosse uno scherzo.
Che stupida ero stata a farti raggiungere il mio cuore così rapidamente.
Il mio piccolo golden retriver mi raggiunge, anche lui ora capisce che qualcosa non va, mugugna, imita un pianto.
Improvvisamente tutta quella rabbia verso me stessa si trasforma in dolore e le lacrime iniziano a crollare dai miei occhi.
Mi rialzo in piedi, qui, ora, dentro di me è nata la consapevolezza che mai più sarei crollata per te.
Mai più tu avresti potuto attirarmi con una trappola tra le tue mortali mani e poi distruggermi lentamente.
Ma più mi avresti sciolto il cuore.
Ma più saresti stato parte della mia vita.
Perché ora dovevo riaggiustare i pezzi della mia.
E con quei pezzi costruire una fortezza impenetrabile, un grattacielo, tra me e te, e girarmi verso il futuro, logorata dal dolore, ma pronta ad andare avanti.
 
 
 
Spazio autrice

Skyscraper per me vale tanto come canzone, descrive cose che mi è capitato di provare, io ho voluto interpretarla a mio modo, non è l'unico modo ma ero ispirata così...