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Autore: Lenn chan    10/03/2007    3 recensioni
Quando un equivoco può portare a far vacillare un solido equilibrio…perché forse, molti problemi dipendono solo dall’insicurezza…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Un anno

Hola! Dite la verità, non mi aspettavate così presto!!! Questa volta non ci ho messo tanto ad aggiornare, no?? Sono contenta!! So che voi stavate sicuramente brindando pensando che sparissi per un altro po’…e invece…questa volta no!! :P

Scherzi a parte, con questo capitolo finisco davvero la fic!! Spero vi piaccia!! A voi la lettura e il giudizio finale!! (oddio, “giudizio finale” fa un po’ troppo drastico…^^’ ) ehm…

 

 

Un anno. Erano trascorsi esattamente dodici mesi da quando Kai ed Hilary si erano lasciati, dopo una storia durata quattro anni, cominciata nel pieno della loro adolescenza.

C’è chi dice che le relazioni che si instaurano a quell’età difficilmente si protraggono a lungo. Probabilmente fu questo il motivo della loro rottura, il bisogno di cambiamenti che accompagna il naturale processo di crescita, quel periodo della vita in cui cominci a mettere in dubbio ciò a cui credevi fino a poco tempo prima, e ti rendi conto che forse la frase “Quando si ama è per sempre” è soltanto una favola. Una bella favola per bambini.

-Nella vita ci si prende e ci si lascia- era la frase di rito di Hilary, quando qualcuno le domandava il perché lei e Kai si fossero lasciati.

Rimanere amici era difficile, e forse solo un’illusione. Ma entrambi si sforzavano di esserlo, d’altra parte tutti i loro amici erano in comune e non avrebbero potuto evitarsi in eterno. Una condizione dettata dalla necessità.

Una condizione che se non ci fosse stata li avrebbe divisi per sempre.

Era un caldo lunedì di Maggio, i fiori erano tutti sbocciati, e le rondini attraversavano in volo il cielo.

Hilary era andata nella cucina di villa Kinomiya, trovandoci anche Kai, occupato a bere. Per un momento si fermò sulla soglia della porta rimanendolo a guardare in silenzio. Poi, esitante, si avvicinò a lui.

-Fa caldo oggi, eh?- gli domandò per non sentirsi troppo a disagio.

Il russo annuì poggiando il bicchiere nel lavello, una volta finito di bere.

-Ero venuta a prendere lo zucchero, Takao ha fatto un caffé completamente amaro!-

Il ragazzo la fissò in silenzio per qualche istante, prima di spostarsi per permetterle di aprire lo sportello della credenza.

Hilary si alzò in punta dei piedi per raggiungere il contenitore dello zucchero, ma involontariamente urtò contro il sacco della farina, posto accanto ad esso, facendolo cadere.

-Oh…oh, mi dispiace Kai, non l’ho fatto apposta!- si scusò mentre il ragazzo davanti a lei era ricoperto di farina dalla testa ai piedi. Il sacco che la conteneva si era rovesciato per intero su di lui, prendendolo in pieno.

-Adesso prendo un asciugamano e…mmfffhh!- si portò una mano davanti alla bocca, sforzandosi di non scoppiare a ridere, ovviamente invano. La sua risata si sparse per tutta la cucina.

-Scusami! Scusami Kai, ma…ah ah ah! Sei così buffo! Mi sembri un pupazzo di neve!- si giustificò mentre gli spolverava via la farina dalle spalle, continuando a ridere.

-Non certo per opera mia- ribatté il blader, incrociando le braccia al petto.

-Beh… ti ho già detto che mi dispiace- fece la brunetta, prendendo un asciugamano. Si avvicinò a lui cominciando a pulirgli delicatamente il viso. Gli passò prima il panno sulla fronte, poi scese sul naso, sulle guance e poi sempre più giù vicino alla bocca. Quella bocca che così tante volte l’aveva baciata…si riscosse, indietreggiando all’improvviso, quasi spaventata, come preoccupata che quei pensieri potessero arrivare fino al russo. Lui lo notò.

-Cosa c’è?- le chiese.

-No…niente…- mentì Hilary, tornando a riavvicinarsi. Non stavano più insieme, doveva metterselo nella testa. Doveva dimenticarlo.

Forse a quell’ora lo avrebbe già fatto se non avesse pianto per lui ogni notte, durante i primi mesi dalla loro rottura; e se avesse tolto dal suo comodino l’unica foto che aveva di loro due insieme. A Kai non era mai piaciuto essere fotografato.

Abbozzò un sorriso mentre adesso passava l’asciugamano sulla testa di Kai, cercando di togliergli la farina dai capelli, e non si accorse che su di loro era calato un silenzio irreale. Solamente il suono dei loro respiri era appena udibile…e sincronizzato.

Kai guardò la brunetta, a pochi centimetri dal suo viso, che non si accorse del suo sguardo. Era così bella…lo era sempre stata. E pensare che lui non glielo aveva mai detto…non era esattamente un tipo da frasi romantiche…

Fu con questi pensieri che si ritrovò ad afferrare i polsi della brunetta, bloccandola dolcemente. In un attimo le sue labbra furono su quelle di lei, in un bacio delicato e breve.

Si separò poco dopo, ma senza allontanarsi, rimanendo vicino al viso della ragazza che lo guardò sorpresa. Non le diede però nemmeno il tempo di parlare perché la baciò di nuovo.

Hilary lasciò cadere in terra l’asciugamano, lasciandosi andare all’emozione che sentiva crescere in lei sempre più forte.

Kai la sentì corrispondere e spostò la presa dai suoi polsi alle sue mani, portandole poi sul proprio petto e stringendole a sé.

Quando si separarono si guardarono negli occhi in silenzio, per qualche istante.

-Mi sei mancato tanto Kai…- gli disse la ragazza, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. -Perché ci siamo lasciati?- gli domandò.

Il russo la abbracciò.

-Io non me lo ricordo più…- gli disse, lasciandosi cullare dalle forti braccia del ragazzo.

-Nemmeno io…-

-Allora, forse, era un motivo stupido-

-Sicuramente- le sussurrò prima di baciarla ancora. Hilary gli circondò il collo con le braccia e Kai le cinse la vita. Questa volta il bacio fu molto più passionale dei precedenti, di una passione che cresceva di volta in volta, incontrollabile, insaziabile, quasi volessero rifarsi di tutti quei baci che non si erano scambiati durante quell’anno.

Si separarono a fatica, entrambi col respiro affannato.

-Ti amo tanto…non ho mai smesso di amarti- gli confessò la brunetta. Il ragazzo la osservò per qualche istante prima di parlare.

-Mi vuoi sposare?-

-Cosa?- gli chiese, quasi senza fiato, credendo di aver capito male.

Kai le prese il viso tra le mani. –Siamo stati lontani un anno, Hilary. Abbiamo perso troppo tempo. Vuoi recuperare questo tempo? Mi vuoi sposare?-

Gli occhi di Hilary si riempirono nuovamente di lacrime.

-Si! Si, certo che ti voglio sposare!-

 

Alle sette precise il suono di una sveglia si azionò all’istante. Kai si svegliò immediatamente, quasi di soprassalto, e il momento dopo il trillo era cessato. Shine, che si era accoccolata sul suo petto, sbadigliò e si stiracchiò, scendendo poi dal letto con un agile salto.

Istintivamente, con gli occhi ancora semichiusi, Kai allungò un braccio accanto a lui, sul lato del letto che solitamente occupava Hilary, ma tutto ciò che tastò fu un materasso vuoto. Si voltò e impiegò qualche secondo a ricordare che quella notte la ragazza non era rientrata a casa. Lo aveva avvertito che sarebbe rimasta a dormire da un’amica. Si levò a sedere e come prima cosa, ancora prima di alzarsi, prese il telefono dal comodino e compose il numero di sua moglie. Si portò il telefono all’orecchio ma dopo pochi secondi sentì soltanto una voce registrata che gli diceva di riprovare a chiamare più tardi perché in quel momento il numero non era raggiungibile. Come la sera precedente.

Kai pensò che c’era qualcosa che non quadrava, perché Hilary teneva il cellulare spento? E poi era strano…era uscita altre volte con le sue amiche, ma da quando erano sposati non aveva mai passato la notte fuori casa, non senza di lui almeno. Senza contare che lo aveva avvertito con un semplice messaggio lasciato in segreteria e questo non era da lei. Non era neppure passata a salutarlo…voleva sbagliarsi, ma aveva una brutta sensazione addosso…sensazione che lo aveva assillato anche per tutta la sera, impedendogli di dormire tranquillamente. Non si era nemmeno spogliato prima di mettersi a letto.

Si riscosse quando sentì echeggiare il campanello della porta. In fretta attraversò il salone e si diresse all’ingresso, sperando che si trattasse di Hilary.

Le sue speranze però furono vane, ma la persona che c’era dall’altro lato della soglia lo lasciò piuttosto stupito, non si aspettava di trovarselo davanti a quell’ora.

-Che ci fai qui?- gli domandò.

-Posso entrare?- gli chiese Takao.

Kai lo lasciò passare, richiudendo la porta alle sue spalle. Poi si voltò verso l’amico attendendo una qualche spiegazione sul perché si trovasse lì, la mattina presto della Vigilia di Natale.

-Senti…sono venuto qui per Hilary…- esordì il giapponese, decidendo che fosse meglio non perdersi in inutili giri di parole.

-Le è successo qualcosa?- fece l’altro, preoccupato.

-No, sta bene…almeno fisicamente…comunque è a casa mia in questo momento-

-Cosa ci fa a casa tua?- domandò, più confuso che mai.

-Ha dormito da me…-

-Perché ha dormito da te? Mi aveva detto che stava da una sua amica- ribatté ricordandosi il contenuto del messaggio in segreteria.

-In effetti le ho suggerito io di dirti così…- gli rispose. Il russo guardò Takao senza capire. Lo vide abbassare lo sguardo a terra e sospirare, come se dovesse fare o dire qualcosa di particolarmente difficile. Talmente tanto che non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi. Si avvicinò a lui, costringendolo a risollevare lo sguardo, fermandosi a pochi centimetri di distanza, lanciandogli un’occhiata glaciale e minacciosa che lo trapassò da parte a parte.

-Cosa diavolo stai cercando di dirmi?-

Il tono di quella domanda fece rabbrividire impercettibilmente il suo interlocutore. Non aveva urlato, anzi la sua voce assomigliava di più ad un sussurro, o ad un sibilo letale.

-So a quello che stai pensando…- trovò il coraggio di dire. –Hilary è rimasta da me questa notte, è vero…ma non è successo niente tra noi…anzi…non sono certo io quello che tradisce le persone a cui tiene-

Quell’affermazione lasciò Kai spiazzato. Che intendeva dire?

-Certo, sempre se tu tieni ancora a lei…o non te ne importa più niente di Hilary?-

Il russo continuò a guardarlo senza capire.

-Dimmi perché Kai…perché devi rovinare tutto in questo modo?-

-Ma si può sapere che diavolo stai dicendo?- ribatté Kai alterato a quello che per lui era un discorso del tutto privo di senso.

-L’altro ieri sei andato a casa di quella donna…Tamara- disse l’altro, semplicemente.

-E tu come fai a saperlo?-

-Allora è vero!- esclamò Takao. –E sei anche un bugiardo, che non mantiene…le promesse- sussurrò abbassando lo sguardo.

Glielo aveva giurato. Gli aveva giurato che non avrebbe mai fatto soffrire Hilary, il giorno stesso del loro matrimonio. Il giapponese non poteva crederci, come poteva Kai aver fatto una cosa del genere? D’accordo, forse quello era un problema dal quale avrebbe dovuto starne fuori, perché non lo riguardava direttamente. Ma lui odiava veder soffrire i suoi amici. Specialmente Hilary. Ci aveva pensato per tutta la notte, ma alla fine aveva deciso di andare a parlare direttamente con Kai. In un modo o nell’altro doveva fare qualcosa.

-Takao, per favore…- fece il russo, riuscendo a mantenere a fatica un tono di voce controllato. –Mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo? E tu…che stai dicendo?-

-Dovresti saperlo meglio di me cosa sta succedendo…sei tu in fondo che sei stato con un’altra donna!-

-Che cosa?!-

-Hilary mi ha detto tutto…- dichiarò. Gli disse che il pomeriggio prima era andata a casa sua, sotto shock, e gli aveva raccontato ogni cosa. Della camicia su cui aveva trovato ricamate quelle iniziali, di quello che Tamara Johnson le aveva detto a proposito di lei e Kai.

Il russo guardò l’amico incredulo. –Cosa…non è possibile! Io non sono mai stato con…sono stato a casa della Johnson, è vero, ma non per il motivo che pensi tu!-

-Ah, davvero?- ribatté l’altro in tono ironico.

-Si, davvero- lo gelò Kai, lanciandogli uno di quegli sguardi seri e penetranti che solo lui sapeva fare. Takao vacillò sotto quell’occhiata. –Ma…non capisco, allora…-

Prima che potesse finire la frase, il russo prese a spiegargli come erano andate esattamente le cose. Del caffè che Tamara gli aveva versato sulla camicia e del fatto che si era offerta di lavargliela dandogli momentaneamente in cambio quella, praticamente identica, del fratello.

Il suo interlocutore lo ascoltò in silenzio riconoscendo che le parole del ragazzo avevano senso e potevano quadrare perfettamente con la situazione che si era venuta a creare.

Quando Kai ebbe finito, Takao lo guardò per qualche istante prima di domandargli:-E’ la verità?-

-Si-

-Allora perché non hai detto ad Hilary che eri stato a casa di Tamara?-

-Ad Hilary non è mai piaciuta quella donna. Pensavo potesse fraintendere e non volevo farla preoccupare- gli rispose in breve.

-Così hai ottenuto esattamente quello che volevi non accadesse. Se non peggio- concluse il giapponese.

-Già…avrei dovuto dirglielo subito invece-

-Beh…sta a casa mia adesso. Corri da lei e spiegale come stanno le cose- gli suggerì l’amico.

-Si…ma non ora. Prima c’è una cosa che devo fare- Kai si avviò a grandi passi verso la porta d’ingresso, si infilò il cappotto ed uscì di casa.

-Kai, dove stai andando?- gli urlò dietro Takao. La sua domanda però non ottenne risposta, il russo era già entrato nell’ascensore, lasciandolo solo nell’appartamento. 

 

Non poteva credere che quella donna fosse arrivata a tanto. Cosa diavolo voleva? Doveva smettere di interferire con le loro vite. Ricordò quello che Hilary le aveva detto pochi giorni prima riguardo a lei…a quanto pareva aveva ragione a non fidarsi, aveva ragione a dire che non le piaceva per niente. E lui era stato uno stupido a non dare troppo peso alle sue parole, e soprattutto a non dirle la verità quando era andato a casa di Tamara. Avrebbe evitato tutto questo.

Scosse la testa, ormai era inutile piangere sul latte versato. Avrebbe detto una parolina, non molto piacevole, alla Johnson e poi sarebbe andato dritto a casa di Takao, per spiegare ad Hilary come stavano esattamente le cose. Sperando che lei avesse almeno voluto parlargli. Altrimenti sarebbe rimasto davanti alla porta di villa Kinomija fino a quando lei non si fosse decisa.

Qualsiasi cosa pur di riportarla a casa.

Ma non dovette andare troppo lontano. Tamara Johnson lo attendeva sotto il portone.

-Stavo cercando proprio te- le disse appena se la trovò di fronte.

-Davvero?- fece la bionda, compiaciuta.

Kai si avvicinò alla donna, squadrandola con espressione dura. –Cosa ti è saltato in mente di venire qui, ieri, e di dire tutte quelle cose ad Hilary?- le domandò in tono minaccioso.

-Perché? Se l’è presa?- ribatté fintamente dispiaciuta. –In fondo ho detto solo la verità-

-Erano tutte menzogne invece-

-Beh…a parte il fatto che lei è poco più che una bambina-

-Non ti conviene giocare col fuoco. Non ti azzardare a interferire mai più con le nostra vite. Se mi arrabbio posso diventare pericoloso…soprattutto quando si tratta di Hilary- dichiarò.

-Andiamo Kai, tu puoi avere di meglio che quella ragazzina. Lo sai benissimo- replicò Tamara, per nulla intenzionata a cedere.

-Lei è il meglio…per me-

La sua risposta, breve e concisa, lasciò la bionda incapace di ribattere subito. Non poteva crederci. Il suo fascino non aveva avuto alcun effetto? Era un boccone amaro da mandare giù.

-Non posso crederci…ami sul serio quella ragazzina?- domandò stupita.

-Si, amo sul serio “quella ragazzina”- le rispose senza pensarci un secondo. –E adesso vattene. E non farti trovare più sotto casa mia, sono stato chiaro?- continuò, con un’espressione che non ammetteva repliche.

-Come vuoi Kai…quando però ti accorgerai di aver bisogno di una donna, una vera donna, sai dove trovarmi-

-Non ti verrò mai a cercare-

Tamara si morse un labbro con un’espressione stizzita che non si preoccupò di nascondere. Non poteva aver perso. Non poteva essere stata battuta da una ragazzina, era assurdo.

Sollevò gli occhi verso Kai e fu allora che vide, oltre la sua spalla, uscire da una macchina grigia appena parcheggiata una ragazza dai capelli castani. Hilary.

Gli angoli della sua bocca si piegarono in un sorriso sghembo. –Questo è da vedere- ribatté, mentre a grandi passi si avvicinava al russo. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò con forza.

Successe tutto molto velocemente e il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di reagire.

-Kai…- fu una voce che conosceva bene a farlo staccare violentemente dalla donna. Si voltò, e incontrò lo sguardo shockato e ferito della moglie.

-Hilary…- aveva visto. Aveva visto e aveva equivocato.

-Hilary, non è come…- fece un passo verso di lei, ma la brunetta indietreggiò, continuando a guardarlo con occhi delusi e vicini al pianto. Poi gli diede le spalle e cominciò a correre, lontano da lui.

-Hilary! Fermati!- la chiamò, invano.

-Oh, povera piccola…ora cosa le dirai? “Non è come sembra”? Chissà se ti crederà-

Kai si voltò verso Tamara, lo sguardo glaciale e penetrante. Dalle labbra della bionda sparì immediatamente il sorriso malizioso.

-Dopo le vacanze di Natale non azzardarti a tornare in ufficio…sei licenziata- le intimò, tagliente. Non aveva gridato, il suo tono non era irato, eppure c’era qualcosa nella sua voce…paradossalmente le avrebbe fatto meno paura se le avesse urlato contro.

La Johnson trovò infatti a stento le parole per ribattere:-Non…non puoi farlo. Sono stata impeccabile dal punto di vista professionale. Non puoi licenziarmi per motivi personali. Se lo fai…ti posso denunciare!-

Questa volta fu il turno di Kai sorridere soddisfatto. –Fallo pure. Sono uno dei migliori avvocati della città…è la tua parola contro la mia-

E senza attendere oltre si precipitò ad inseguire Hilary.

 

La ritrovò poco dopo, che ancora correva.

-Hilary, fermati!- la raggiunse e la afferrò per un braccio, costringendola a fermarsi.

-Lasciami!- ribatté la ragazza, col respiro corto. Aveva corso più in fretta che aveva potuto, ma il russo era più veloce di lei.

-Lasciami spiegare- le disse. La brunetta non si voltò, cercando di divincolarsi dalla sua stretta, invano. Non voleva starlo a sentire, non voleva ascoltare le sue spiegazioni, ciò che aveva visto parlava da solo.

-Hilary, ti prego…voltati-

La moglie si calmò, ritenendo inutile ogni tentativo di liberarsi dalla presa del ragazzo. Lentamente si girò verso di lui, tenendo gli occhi abbassati, non avendo il coraggio di guardarlo in faccia.

-E’ tutto un equivoco- sentì l’altro dire.

-Certo…è quello che dicono tutti- ribatté incrociando le braccia al petto. –Ma non sono una stupida Kai, so quello che ho vist…-

-Non sai niente invece!- esclamò, interrompendola bruscamente. Hilary sussultò. Poche volte aveva alzato la voce con lei.

Il russo sospirò poggiando le mani sulla spalle della ragazza, sperando di riuscire a farle sollevare lo sguardo.

-Ascolta quello che ho da dire. Se dopo ciò vorrai ancora andartene…allora io ti lascerò andare-

La brunetta incrociò gli occhi di Kai aspettando che parlasse. Il ragazzo si allontanò da lei iniziando a spiegarle come stavano esattamente le cose.

Hilary lo ascoltò in silenzio, rendendosi conto che le cose che lui le stava dicendo coincidevano perfettamente con quanto era successo. E dentro di lei si faceva spazio una nuova consapevolezza…era stata davvero un stupida. Però c’era una cosa che non le tornava…

-Ma adesso…perché lei era sotto casa nostra? Ti ho visto mentre la stavi baciando…-

-No- le rispose. –Volevo andare da lei per dirle che doveva smettere di interferire con le nostre vite…ma l’ho trovata sotto casa nostra, non so cosa volesse. E’ stata lei a baciarmi. Io volevo allontanarla ma tu sei arrivata prima che potessi avere il tempo di farlo…e sei scappata via, così ti ho inseguito-

La ragazza rimase in silenzio, non sapendo cosa dire.

-L’ho licenziata- fece Kai.

-Davvero?-

-Si- le rispose, passandole una mano tra i capelli. –Mi credi?-

Hilary lo guardò negli occhi in silenzio. Qualcosa di freddo e bagnato si posò sul suo naso sciogliendosi, pochi istanti dopo, in acqua. Sollevò lo sguardo al cielo. Numerosi fiocchi di neve avevano preso a scendere. Aveva cominciato a nevicare.

La ragazza tornò ad incrociare le iridi ametista del marito. Le aveva domandato se lei gli credeva. Sentì i suoi occhi bruciare mentre si rese conto che quelli della persona che amava non potevano mentire.

-Si…- sussurrò in risposta, cominciando a piangere. –Sono stata una vera stupida! Scusami…è solo che…Tamara è così bella, attraente, provocante…io invece…-

-Tu- le disse prendendole il viso tra le mani –tu devi smetterla di paragonarti ad una come lei. Non ha senso. Hilary, io ti amo. Tu vinci su tutti i fronti…smettila di sentirti così insicura-

La brunetta annuì, tirando su col naso. –Kai…io però, devo dirti una cosa-

Prese un profondo respiro prima di continuare. Non sapeva come avrebbe reagito, ma sapeva di doverglielo dire. Non voleva avere segreti con lui.

-Quando sono rimasta a dormire a casa di Takao…io e lui…io…l’ho baciato- gli confessò. Chiuse gli occhi prima di continuare.

-Io…io ero confusa. Credevo che tu fossi stato con quella donna, e volevo fartela pagare in qualche modo. Mi dispiace…-

Kai la abbracciò dolcemente, stringendola contro il suo petto. –Shhhh…va tutto bene- la zittì.

-Normalmente ucciderei chiunque osa anche solo sfiorarti…ma penso che per questa volta posso fare un eccezione-

Hilary abbozzò un sorriso. –Ti amo tanto- sussurrò, mentre l’abbraccio del ragazzo si faceva più forte.

-Andiamo a casa ora. Takao ci aspetta questa sera per cena- le disse lui.

La brunetta annuì.

Kai si tolse la giacca coprendo se stesso e la ragazza sopra la testa, riparandosi dai fiocchi di neve che li andavano a bagnare.

-Andiamo?- le domandò con un sorriso.

-Andiamo- rispose lei, ricambiando.

 

THE END

 

 

Salve gente!! Finish della fic!! Spero vi sia piaciuta!! E spero che voi lasciate un commentino, anche piccino piccino, per darmi un’impressione generale e completa della storia!! Così mi regolo anche io su come è venuta!!

In ogni caso ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino alla fine e i commentatori del cap precedente: Siana^^; Hilaria (eccomi qui, hai visto?? Questa volta non sono sparita per molto!! Spero di riuscire ad aggiornare presto anche la mia altra fic!!); Hilly89 (davvero hai letto tutte le mie fic e le hai salvate in una cartella?? Sono commossa!! ^///^); Ria (allora, secondo te la segretaria ha avuto quello che si meritava??); ValeHiwatari^^.

Bene…ora non mi rimane altro che salutarvi e rivedervi alla prossima fic!! A proposito…squillate le trombe…sto riprendendo a scrivere “La linea illusoria dell’orizzonte”!! L’avevo un po’ mollata tra mancanza d’ispirazione e problemi vari…ma adesso la sto riprendendo!! (non si fa pubblicità!! Nd.tutti) (ma la mia è pubblicità occulta…così nessuno la vede!!^^nd.me) (…nd.tutti). Ok, sto cominciando a delirare, quindi è meglio se vi lascio!!

Un bacione e alla prossima!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

  
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