Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: minaharker    27/08/2012    11 recensioni
cosa succede quando Alec Lightwood cede al fascino femminile, lasciandosi incantare da una bella mondana una notte al Pandemonium.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Occhi. Quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l’amore solo a guardarli.

(C. Bukowski)

 

Il Nephilim guardò la sua preda, mentre si beava della luce dell'alba seduta al lato del letto. 

Fingeva di dormire, per guardarla mentre avvolgeva una ciocca di capelli biondi intorno al suo indice, per poi lasciarla cadere sulla pelle candida delle spalle. 

Era il suo rituale mattutino, si lasciava trasportare dai pensieri torturando i suoi capelli. 

Il raggi del sole penetravano la sua blusa di lino bianco, leggera come un alito di vento primaverile, facendo trasparire le sue forme delicate e il suo intimo di pizzo bianco. 

Stanco di starla ad osservare, si sedette e le avvolse i fianchi veloce e silenzioso come un ghepardo che si muove tra la steppa della savana, baciandole la tempia delicatamente e sfiorando, con il movimento quasi impercettibile di un dito, come un leggero battito d'ali, il segno che le aveva lasciato sul collo la notte precedente. 

La magia di quella mondana era più forte di qualsiasi altro incantesimo. 

Era un incantesimo puro come l'amore, ma la passione bruciante tra i due lo rendeva proibito come la magia nera degli stregoni. 

Le era bastato uno sguardo per rendere preda quel cacciatore, che non aveva armi contro quegli occhi da cerbiatta. 

Un solo rapido movimento le fece cambiare posizione, ora si trovavano faccia a faccia,  fronte a fronte, come la notte precedente. 

Lui la incastrò tra le sue braccia gelide come ghiaccio, e lasciò che lei si rannicchiasse e usasse il suo corpo come un rifugio. 

Le sue lunghe ciglia gli accarezzavano delicatamente il petto ogni volta che le palpebre di lei si aprivano e richiudevano in un movimento tenue e flemmatico, con la stessa calma le sue dita delicate tracciavano i segni delle cicatrici argentate lasciate dalle rune. 

Le prese il viso tra le mani incatenando ancora una volta i loro sguardi.
Quei profondi occhi verdi, contornati di un anello color dell'ambra.
Occhi. Quei maledetti occhi lo fottevano sempre. Ci faceva l'amore solo a guardarli. 

Il cacciatore azzerò la distanza tra i loro visi, le loro labbra si univano, si bramavano, con delicatezza e con veemenza. 

Un bacio, poi un altro ancora, non poteva farne a meno, mentre recitava nella sua mente i versi di una poesia, che si ripetevano all'infinito, cantilenanti e ossessivi. 

Dammi Mille baci, poi cento

Poi altri mille, poi ancora cento

poi altri mille, poi cento ancora. 

Quindi, quando saremo stanchi di contarli,

continueremo a baciarci senza pensarci. 

Era in trappola dalla prima volta che l'aveva vista al Pandemonium, come un fiore sbocciato in un deserto di pelle, peccato e tinte eccessive.
Era li, semplice in un abitino blu e un paio di scarpe rosse che facevano pendant con il fiocco rosso tra i lunghi capelli biondi.
La sua pelle candida luccicava senza l'aiuto di lustrini e i suoi occhi lo scrutavano da lontano. 

Lasciò Jace, in pista mentre si dirigeva con fare sicuro verso di lei, mentre nascondeva il nervosismo scaricandolo sullo stilo che aveva in tasca, rigirandoselo tra le mani. 

Si appoggiò allo stesso muro, lanciandole un solo sorriso magnetico, nascondendo tutta la sua timidezza e la sua insicurezza. 

« Ciao. Mi chiamo Alec. E tu? »

« Rose. »

E Da quel momento era sempre stata sua, sempre di più.
C'erano state delle carezze, dei baci e due corpi che si univano in una delle camere dell'istituto.
Un solo corpo e una sola mente che si appartenevano. 

Come poteva qualcosa di così proibito e peccaminoso, essere così puro e perfetto. 

Cosa c'era di più puro dell'amore che lui provava per lei? 

 

Ritornò al presente, a lei stesa tra le sue braccia, a quanto detestasse il pensiero di riportarla a casa.

« Amore.. Devo riportarti a casa. »

Lei annuì, e avvicinò le sue labbra all'orecchio di lui sussurrandogli due semplici sillabe che lo fecero rabbrividire. 

« Ti Amo. »

Si alzò, velocemente ma non abbastanza. Lui la prese e la trascinò di nuovo tra le sue braccia. La sua mano navigò delicatamente sulla schiena di lei. 

Il corpo della mondana poteva a stento resistergli, ma doveva tornare a casa prima che sua madre si rendesse conto che il suo misterioso ragazzo l'aveva portata via dal letto a notte inoltrata.  

Come un cavaliere oscuro, aveva percorso la scala anti-incendio che portava fino al suo appartamento e grazie al suo stilo non aveva incontrato porte troppo difficili da aprire, fino a quelle dalla camera della sua Rose, dove si era insinuato tra le sue lenzuola agile e delicato e l'aveva avvolta con le sue braccia cullandola dolcemente. Dopo averla svegliata, la portò via come faceva spesso ormai. 

Ricordava ogni istante di quella notte, loro due che correvano a piedi scalzi nell'aria fetida della città, lasciando che l'umidità notturna li inondasse, i loro baci all'entrata dell'istituto, la runa che rendeva la sua camera una fortezza inespugnabile e insonorizzata, i loro gemiti, e le loro dichiarazioni d'amore, il modo in cui si appartenevano, e il modo in cui lui non aveva mai desiderato nessuna cacciatrice e nessuna nascosta più di lei. I corpi imperlati di umidità e sudore. 

Le sue mani sul viso glabro di lui, mentre gli baciava la punta del naso, il suo bacio gli ricordava tanto il tocco di un bocciolo di rosa, fresco e leggero.  

Mutavano la loro essenza, erano entrambi cacciatori e prede, e sapevano qual era il momento giusto per essere decisi e prendere il controllo o quando dovevano soltanto amarsi. 

 

Una volta usciti dall'istituto, la pioggia li invase inumidendo il pigiama di lei e I Jeans stretti di lui.
Si guardarono e dopo uno sguardo complice iniziarono a ridere, e a correre fino a casa sua. 

Una volta arrivati la riaccompagno su, e la rimise a letto bagnata fradicia. 

Aspettò che si addormentasse, e poi sparì nella coltre di nebbia e di smog, tornandosene allegro tra le sue lenzuola che sapevano ancora di lei. 

---
Note dell'autore:
OOC ovviamente. 
Ho letto tantissime Malec, e devo dire che non posso fare a meno di adorarli. 
Ma volevo staccarmi dalla trama principale dipingendo uno scenario un po' diverso. :)
Volevo lavorare un po' di fantasia. 
Spero che questa OS vi piaccia. Accetto critiche anche negative. 
Segnalo due citazioni importanti. Carme dei baci di Catullo e una citazione di Bukowski all'interno del testo. 

 

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: minaharker