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Autore: nevaeh    27/08/2012    5 recensioni
!ONESHOT partecipante al contest "Revival: Leeds 2011" indetto dal #THEGAYS.
«Pronto?» gli chiese il suo amico, mentre metteva in moto «Vedrai, passeremo un weekend bellissimo e non penserai a nulla.». Harry annuì e si stese sul sedile posteriore, le gambe contro il petto per starci tutto. Non era del tutto convinto di quello che Liam gli aveva appena detto, o almeno non credeva che qualche giorno a fumare erba in compagnia di sconosciuti lo avrebbe aiutato a dimenticare. Il viaggio sarebbe durato tutta la notte, ma a lui non importava; mentre uscivano da Londra, un attimo prima di addormentarsi, riuscì solo a pensare: Leeds, stiamo arrivando.
A DONATELLA.
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ad aspera per aspra

Pairing: Larry

Raiting: Verde

Parole: 2684

Prompt:44.Stelle

Avvertimenti: AU/OOC

Riassunto:"«Pronto?» gli chiese il suo amico, mentre metteva in moto «Vedrai, passeremo un weekend bellissimo e non penserai a nulla.». Harry annuì e si stese sul sedile posteriore, le gambe contro il petto per starci tutto. Non era del tutto convinto di quello che Liam gli aveva appena detto, o almeno non credeva che qualche giorno a fumare erba in compagnia di sconosciuti lo avrebbe aiutato a dimenticare. Il viaggio sarebbe durato tutta la notte, ma a lui non importava; mentre uscivano da Londra, un attimo prima di addormentarsi, riuscì solo a pensare: Leeds, stiamo arrivando."

 

 

 

 

Ad aspra per aspera

Carry my soul into the night

May the stars light my way

I glory in the sight

As darkness takes the day.

 

 

Harry finì di caricare la macchina con uno sbuffo, facendo mente locale su quello che aveva portato. Sicuramente aveva dimenticato qualcosa, non ci pioveva, ma si augurava sinceramente di aver messo almeno un paio di boxer di ricambio. Sbadato com'era, non gli risultava impossibile dimenticare anche una cosa del genere. Liam e la sua ragazza, già comodi sul sedile anteriore, gli sorrisero dallo specchietto mentre saliva in auto. Sembravano una coppia sposata, e per un inquietante momento Harry si sentì come un bambino che andava portato a spasso.

«Pronto?» gli chiese il suo amico, mentre metteva in moto «Vedrai, passeremo un weekend bellissimo e non penserai a nulla.». Harry annuì e si stese sul sedile posteriore, le gambe contro il petto per starci tutto. Non era del tutto convinto di quello che Liam gli aveva appena detto, o almeno non credeva che qualche giorno a fumare erba in compagnia di sconosciuti lo avrebbe aiutato a dimenticare. Il viaggio sarebbe durato tutta la notte, ma a lui non importava; mentre uscivano da Londra, un attimo prima di addormentarsi, riuscì solo a pensare: Leeds, stiamo arrivando. E sperò che tutto potesse andare bene.

***

«Sono stato sospeso a Maggio, Zayn. Te lo scordi che ti accompagno là.» il tono di Louis era tutto tranne che accondiscendente, mentre con il suo migliore amico entrava nella Sala Grande. Non c'erano molti studenti, dal momento che la maggior parte non era ancora rientrata dalle vacanze estive, ma sia lui che Zayn – settimo anno corvonero – avevano preferito tornare un po' prima per trascorrere un po' di tempo insieme. Il castello, quando non era gremito di studenti e professori, era il luogo più affascinante che il ragazzo avesse mai visto, e gli piaceva un sacco trascorrerci le giornate, quando la cosa più impegnativa da fare era trovare un posto abbastanza all'ombra per dormire in riva al lago. Entrambi presero una mela dal cestino dei Tassorosso e fecero un cenno di saluto a Niall Horan, sesto anno, che pranzava in compagnia di un paio di amici. Avevano tutti gli occhi rossi e piccoli, come se si fossero appena svegliati, e a giudicare dal grossi sbadigli e dal fatto che uno di loro, Josh, dormiva praticamente con la testa nel porridge, non era poi tanto difficile da immaginare.

«E dai, Lou!» cominciò a piagnucolare il Corvonero «partiamo dopo pranzo e saremo di ritorno domani per colazione. Non se ne accorgerà nessuno, te lo giuro!»

Louis, che del l'impavido cuore Grifondoro in quel momento non ne mostrava nemmeno l'ombra, scosse la testa e si sedette sotto un albero e allungò i piedi incrociando le caviglie. Diede un morso alla mela e guardò il suo amico «Cosa ti fa credere» borbottò con il boccone ancora in bocca «che io accetti di venire con te al Leeds, rischiando l'espulsione, solo per farti fare un'esperienza eccitante?»

Zayn non dovette nemmeno pensarci «il fatto che nemmeno tu vedi l'ora di fare quest'esperienza eccitante.» rispose con un ghigno. Poi, notando che non lo aveva ancora completamente convinto aggiunse un «e potremmo sempre considerarla una ricerca di Babbanologia. La Calder sarebbe fiera di noi.» che fece ridere Louis. Ormai era fatta, i due rimasero ancora una decina di minuti all'aperto, poi tornarono ai rispettivi dormitori per preparasi. Louis maledisse Zayn, se stesso e quella stramba idea per tutto il tragitto, ma con un sorriso sulle labbra.

***

Quando arrivarono a Leeds era da poco passata l'ora di pranzo, non avevano dormito per niente e si sentivano eccitati come mai prima. Harry si mise lo zaino in spalla e si incamminò controvoglia con i suoi amici verso il prato su cui erano già montate centinaia di tende. Da alcuni punti saliva del fumo biancastro di un fuocherello improvvisato, da altri quello più denso delle sigarette. Tutt'intorno c'era l'odore dell'erba sciolta, e Harry ebbe una gran voglia di aprire una birra e di correre a fare qualcosa. C'era musica che veniva da lontano e ragazzi che chiacchieravano e ballavano e cantavano e bevevano e fumavano. C'era il sole, la birra e l'erba. Nulla di più perfetto, si disse mentre lasciava andare lo zaino contro quello di Liam, che stava mettendo fuori la tenda.

«Vai un attimo alla macchina e mi prendi il sacchetto verdone nel bagagliaio?» urlò quello, mentre alzava precariamente il tessuto impermeabile. Harry annuì e cominciò a correre di corsa verso l'auto, lasciata poco distante da lì. Prese il sacchetto e anche la borsa frigo che, ne era sicuro, si era sentita davvero sola lì sola soletta. Poi chiuse tutto e mise le chiavi nella tasca dei bermuda. E quando alzò lo sguardo pensò che, sì, c'era qualcosa di ancora più perfetto.

***

Zayn aveva preparato tutto già il giorno prima, e non ebbero difficoltà ad uscire attraverso il corridoio segreto trovato anni primi da un gruppo di ragazzi che alcuni chiamavano “Malandrini”, e che si diceva essere gli antenati di un non specificato Mago Salvatore, Harold o Harry, per quello che Louis ricordava dalle lezioni di Storia della Magia. Comunque non era troppo importante, considerando che ormai erano fuori dal perimetro scolastico e potevano Smaterializzarsi senza troppi problemi. Zayn fu il primo a mettere la bacchetta in tasca, dopo aver dissolto il “Lumos” con un gesto affrettato della mano. «Pensa solo “Leeds”.» consigliò al suo amico, che lo guardò non poco sconvolto.

«Se mi smaterializzo in Messico vienimi a prendere, se non altro.» commentò scontento.

Zayn represse un sorriso «magari porto i teli e ci facciamo un bagno, dicono che lì l'acqua sia favolosa.» e senza lasciargli il tempo di rispondere, chiuse gli occhi e fece mezzo giro su se stesso. Louis rimase solo, sospirò e si concentrò sul nome di quella città Babbana che non aveva mai sentito nominare prima. Fece mezzo giro imitando il Corvonero, e fu colto per un istante dalla sensazione di fastidio all'ombelico. Quando riaprì gli occhi, però, trovò il suo migliore amico che lo guardava sorridendo, comodamente seduto sul prato. Un sacco di tende erano sparpagliate in lontananza, un enorme tendone rosso e giallo sorgeva esattamente alle loro spalle e da musica arrivava ovattata alle loro orecchie. Ce l'avevano fatta, erano al Leeds Festival.

«Devo bere qualcosa.» annunciò Louis, mentre si incamminava seguito da Zayn. Si accesero entrambi una sigaretta lunga e sottile, di chiara manifattura artigianale.

«Dovremmo montare una tenda.» fece presente Zayn.

«Non fosse che non abbiamo una tenda. Ci arrangiamo, dai. Ormai siamo qui...»

Zayn annuì, poi indicò un ragazzo in bermuda che prendeva qualcosa da un'auto «Magari chiediamo a lui come funziona.» propose, mentre dava l'ultimo tiro alla sigaretta. Louis fissò per un istante quel ragazzo, e fu come se il tempo si fosse fermato: aveva i capelli ricci e scuri sormontati da un berretto nero, pantaloni beige e una maglia a mezze maniche nera. Louis rimase incantato dalle braccia muscolose che posavano a terra uno strano rettangolo azzurro e dalla curva del collo. Lo scollo della maglia, troppo profondo, lasciava intravedere l'inizio di uno strano disegno nero, che continuava lungo il braccio; il Grifondoro se ne accorse quando il ragazzo alzò le mani per chiudere il bagagliaio dell'auto.

«Lou? Ci sei?» chiese Zayn reprimendo una risata. Sapeva che il suo amico si fermava troppo spesso a guardare parti del corpo dei maschi quando avrebbe dovuto concentrarsi su quelle delle donne, ma non gli dispiaceva più di tanto. E comunque era qualcosa con cui doveva venire a patti da solo.

«Eh? Sì, ci sono.» borbottò «tu rimani qui?» aggiunse poi. Zayn si chiese per un istante perché avrebbe dovuto rimanere da solo, poi soffocò una risata e annuì, decidendo per un'altra sigaretta. Aveva bisogno di erba, si rese conto, ma decise che ci avrebbe pensato poi.

***

Harry rimase immobile mentre il ragazzo gli si avvicinava. Indossava come lui un paio di pantaloni corti sopra il ginocchio, una t-shirt e una camicia di jeans lasciata aperta. Si rese conto di star trattenendo il respiro mentre la mano, ancora in tasca, stritolava le chiavi dell'auto. Per un istante si sentì un idiota colossale, ma quando il ragazzo si fermò esattamente di fronte a lui, Harry non riuscì a fare a meno di sorridere.

«Ciao.» disse quello con un sorriso imbarazzato «io e il mio amico siamo appena arrivati e volevamo sapere se c'era un posto in cui comprare qualcosa da bere o...» si interruppe un attimo, mentre Harry rimaneva impalato al suo posto, per schiarirsi forse le idee.

«E' il primo anno anche per me, non lo so.» rispose semplicemente. Il ragazzo si grattò la nuca imbarazzato e si voltò per andarsene. No! Era l'unica cosa che Harry avrebbe voluto urlare, vieni qui, non andare via! E quasi credette di averlo detto ad alta voce davvero quando il ragazzo si voltò nuovamente verso di lui, sorridendo. Si avvicinò di qualche passo e gli tese una mano «Mi chiamo Louis.» disse solo. Harry accettò la mano, che aveva una forza vigorosa, e gli sorrise puntando lo sguardo in quello di lui, azzurro.

«Harry. Mi dispiace, non volevo essere sgarbato...»

Louis rise e scosse la testa «tranquillo. Devo andare.» e per la seconda volta lo lasciò lì impalato, fino a quando Harry non ebbe il coraggio di richiamarlo.

«Se... se siete da soli io sono con due miei amici. Potreste...»

Louis chiamò un ragazzo con la carnagione scura seduto sull'erba poco dietro «ti offro una birra, vieni.» disse solo, e si incamminarono entrambi verso l'area delle tende.

 ***

La prima cosa che aveva notato di lui, nel momento in cui si era fermato a parlargli, erano stati gli occhi. Louis avrebbe potuto giurare che non avrebbe mai visto mai più occhi tanto malinconici in vita sua. Poi, la voce. Chi aveva una voce tanto bella, si era chiesto mentre Harry gli rispondeva in malo modo. Lui lo sapeva, però, che quella non era che una facciata. Se Zayn avesse saputo che aveva usato la Legimanzia su un Babbano avrebbe dato di matto, ma proprio non era riuscito a resistere. Così aveva letto i suoi pensieri in quel momento, mentre gli chiedevano di tornare in dietro, e così aveva intenzione di capire cosa lo tormentasse tanto. Nel frattempo gli camminava affianco, e si accontentava di sentire il suo respiro irregolare e l'odore di tabacco che veniva dai suoi vestiti. «Vieni, i miei amici sono lì infondo.» annunciò dopo qualche minuto Harry, voltandosi appena per guardarlo. Louis annuì e con il Corvonero si affrettò a seguirlo. Presto si ritrovarono seduti sul prato di fronte a una tenda che si teneva in piedi per opera di chissà qualche spirito, bevendo una birra che gli era stata messa in mano senza troppi complimenti da una bella ragazza di colore. Liam e la sua ragazza, gli amici di Harry, si erano subito dimostrati felici di poter stare in compagnia di altri ragazzi, e non ci avevano messo molto a mettere lui e Zayn a proprio agio. «E voi da dove venite, ragazzi?» chiese Danielle, mentre legava i capelli in una coda di cavallo. «Da Londra.» rispose Zayn. «Davvero? Anche noi! E che scuola frequentate?»

I due maghi si guardarono un secondo «noi... frequentiamo una scuola privata... tipo un collegio.» a prendere la parola fu Louis, che poi per evitare altre spiegazioni rigirò la domanda ai ragazzi. Li avrebbero uccisi, realizzò il Grifondoro, quando fossero tornati al Castello; ma non riuscì a darci peso più di tanto, troppo impegnato a guardare Harry seduto di fronte a lui. Aveva quasi finito la birra che stringeva tra le mani e non aveva detto una parola da quando erano arrivati. Louis ebbe una tremenda voglia di sapere cosa fosse successo a quel ragazzo, ma per la seconda volta non ebbe il coraggio di farlo. Era come se avesse dovuto violare la sua intimità, e non se la sentiva.

«Sai cosa sarebbe magico, invece?» chiese d'un tratto Danielle. Louis ritornò con la mente alla conversazione, attirato dalla piega che aveva preso la conversazione «una pioggia di stelle. Da queste parti non si vede da almeno vent'anni. Pura magia...»

Harry sbuffò, poggiando la bottiglia ormai vuota sull'erba «non essere infantile, Dani. Sai che la magia non esiste.»

«Non fare il solito guastafeste, Harry. Ho detto solo che sarebbe bello!»

Louis rimase in silenzio per tutto lo scambio di battute. Sapeva che i Babbani non credevano nella magia e che era bene così, ma si sentì stranamente male alle parole del ragazzo «perché non ci credi?» chiese allora d'un tratto. Non guardò Zayn, anche se sapeva che in quel momento lo stava fulminando, e si rivolse a Harry, che smise per un attimo di giocare con un filo d'erba.

«Dici sul serio, amico?» rise quello, senza gioia «è una cosa da bambini. E' ridicola.» e detto questo si alzò e tornò in tenda. Tutti rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Liam si schiarì la voce.

«Scusalo, è un po' sottotono ultimamente. Non ce l'aveva con te.» disse solo, poi si alzò e raccolse le bottiglie vuote dal prato. Louis annuì e rimase seduto per un po', poi si alzò e si pulì i pantaloni. Entrò in tenda in silenzio e si sedette sul sacco a pelo di fronte a quello di Harry. E decise di farlo. Lo guardò negli occhi e pronunciò sottovoce la formula che conosceva a memoria.

Ciò che vide lo lasciò addolorato, e senza la forza di fare nulla. C'era un'auto, c'era la notte e c'era una ragazza bellissima con i capelli scuri e i suoi stessi occhi verdi. C'era la radio accesa e la voce della ragazza che esclamava “se mamma viene a sapere che le abbiamo preso la macchina...” divertita e anche un po' spaventata. E poi c'era un'altra auto, e dei fari che venivano verso di loro a contromano, e la ragazza che urlava. E c'era senso di colpo, frustrazione e tanto, tanto dolore. Si sentiva responsabile, e non c'era nulla che potesse fargli cambiare idea.

«Mi... mi dispiace.» mormorò solo, senza pensarci. Solo in quell'istante si accorse dell'errore che aveva commesso: Harry lo fissava senza parole, con le mani che passavano sulle tempie senza sosta.

«Cosa sei tu?»

«Posso aiutarti. Vuoi essere aiutato?» Louis si avvicinò a gattoni al ragazzo, che stava rivivendo tutto nella mente. Una lacrima gli solcava una guancia, senza scuoteva la testa.

«Puoi farla tornare da me?»

«No, non posso.» mormorò dolcemente il mago.

Harry annuì con gli occhi chiusi, poi chiese nuovamente: «cosa sei tu?»

«Non importa. Posso fare qualcosa per te, però.» e prese la bacchetta dalla cintura dei pantaloni. Si era ricordato di quella formula che aveva studiato l'anno prima, controvoglia e solo perché doveva fare un test. Senza pensarci mormorò poche parole toccando appena il ragazzo con la punta della bacchetta. Harry aveva un'espressione confusa, mentre l'Oblivion faceva effetto «non ricorderai nulla di quello che è accaduto in questa tenda, ma sai che non è stata colpa tua. L'altra auto andava contromano, non potevi averne colpa. Lei ti vuole bene e non vuole che tu ti senta in colpa, perché non ce n'è ragione.»

Harry, in trance sotto l'effetto della bacchetta, annuì. Louis sorrise e lo aiutò a stendersi, prima di dargli un bacio sulla fronte «addio, Harry.» mormorò solo, poi uscì dalla tenda.

***

Quella sera, dopo che l'ultimo cantante si era esibito, i ragazzi erano rimasti davanti alla tenda a chiacchierare e fumare in tranquillità. Harry, quando si era svegliato, aveva sorriso rendendosi conto di sentirsi leggero, ed era uscito ad abbracciare Liam.

D'un tratto, quando stavano per tornare in tenda, una pioggia di stelle invase il cielo. Per un attimo fu come se si fosse fatto giorno, e da tutta la campagna venivano esclamazioni di stupore.

Danielle sorrise, stretta al suo ragazzo «non è magico?»

Anche Harry, con il naso all'insù verso quello spettacolo, sorrise annuendo. Tutto quello gli ricordava qualcosa, come un sogno sbiadito.

«Sì, magico.»

   
 
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