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Autore: Ihavenothing    27/08/2012    3 recensioni
Lontananza.
È una parola così semplice, così piccola. Insignificante direbbero in molti, riparabile risponderebbero gli altri.Ma quando la si prova nella propria pelle non è mai così facile.
*****
[Klaine.]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lontananza.

È una parola così semplice, così piccola. Insignificante direbbero in molti, riparabile risponderebbero gli altri.

Ma quando la si prova nella propria pelle non è mai così facile.

Dirla a parole era una cosa. Provarla era un'altra.

Come si vivono settimane intere lontane dalla persona che si ama? Come si vivono giorni di solo telefonate, di video-chiamate su skype e mms? Come si vive con la consapevolezza di star perdendo momenti importanti della vita dell'altro? Momenti che non sarebbero ricapitati che avresti voluto vedere ma che hai potuto solo ascoltare?

Come vivi senza la tua aria? Non c'è vita senza Kurt. Non c'è vita senza uno dei suoi sorrisi. Se non c'è Kurt, non c'è Blaine.

E Blaine si sentiva così solo. Perché mi hai lasciato solo Kurt?

 

 

 

Blaine era in uno di quei momenti in cui avrebbe voluto spaccare tutto e rinchiudersi nella sua camera con la musica messa ad alto volume così da poter sentire solo l'incessante rimbombo delle casse e i suoi inutili pensieri.

In ogni parte della città - nelle parti che Blaine frequentava più spesso - ogni oggetto o strada gli ricordava Kurt. In ogni cosa sentiva la sua presenza e faceva male.

Kurt in quel periodo non l'aveva chiamato quanto avrebbe dovuto, aveva saltato tutto le serate-skype, non gli inviava più tutti quei sms sdolcinati. Diceva che era impegnato. E tutto ciò faceva schifo. 

Sbatté la porta della sua camera forte. Era appena tornato dalla riunione col Glee Club e tutto quello era soffocante perché accanto a lui c'era solo un inutile sedia vuota, una sedia che prima apparteneva a Kurt ma che adesso faceva solo d'arredamento. Nessuno l'avrebbe toccata, era un ricordo. Gli faceva rivivere i loro momenti in quella aula e nessuno ci sarebbe seduto, nessuno gli avrebbe tolto quello. 

Scivolò lungo la parete bianca e spoglia della sua camera, rannicchiandosi su se stesso piangendo. La sua testa si infilò nel mezzo delle sue gambe in un disperato tentativo di non cercare di sbatterla contro il muro. 

Con mani tremanti prese il telefono e provò a chiamare Kurt.

Questa è la segreteria telefonica di Kurt, se non vi ho risposto è perché sarò impegnato al mio nuovo lavoro per vogue, lasciate un messaggio e vi richiamerò”

FANCULO!” urlò Blaine lanciando il telefono dall'altra parte della stanza frantumandolo in piccoli pezzi. “Fanculo, fanculo, fanculo” continuò a imprecare. “Kurt, mi manchi” sussurrò a se stesso.

Gli mancava più di qualsiasi cosa. Più di stare alla Dalton, più del rapporto che aveva con suo padre prima del coming out. Era la cosa più importante che aveva, la cosa migliore che aveva. 

Kurt rispondi. Kurt ti prego. Ho bisogno della tua voce, ho bisogno del tuo sorriso anche se attraverso uno schermo. Ho bisogno di te, semplicemente te. 






Rimase nella stessa posizione per un'ora, fin quando non si alzò per andarsi a fare una doccia.

Non si levò di dosso solo il sudore ma anche il segno delle lacrime. Ma quelle lacrime invisibili , quelle che a pelle non si vedono, non erano quelle degli occhi erano ma della sua vita. 

Le lacrime amare della solitudine, che non se ne sarebbero andate finché Kurt non sarebbe tornato. 





Disteso nel suo letto, Blaine guardava il soffitto buio dato che aveva chiuso le finestre e spento le luci. Voleva rimanere nell'oscurità della sua stanza maa sua madre bussò alla porta,entrando.
Blaine.. è Kurt al telefono”

La fissò con stupore prima di prendere il telefono dalle sue mani e portarselo vicino al viso. 

Pronto..?” 

Sua madre uscì dalla stanza mentre lui si distendeva di nuovo sul suo morbido letto.

Oh Blaine grazie al cielo. Credevo tu fossi morto”

Può sentirlo: Il calore della voce di Kurt.
Può sentirlo: Il suo cuore che ricomincia a battere.

Dov'è finito il tuo telefono?” aveva chiesto lui.

Si è rotto”

E com'è possibile?”

Non avrebbe potuto dirgli la pura verità. “Sai che sono maldestro.”

Oh Blaine. Perché sei tu Blaine”

La felicità è tornata. E lui può sentirla.







Kurt ha sul serio provato a chiamarlo più volte che poteva. Ha provato, a volte ce l'aveva fatta altre no. 

E Blaine era stanco di aspettare. 

Non dava assolutamente la colpa a Kurt perché capiva i suoi impegni ma la vita gliela stava facendo pagare e non capiva cosa di male avesse fatto.

Erano giorni che non si sentiva con Kurt, solo con qualche sms la sera prima di dormire e tutto ciò era così asfissiante.

Anche solo in minuto con lui mi basta. Un minuto. 

È mai esistito un rimedio alla lontananza? Un rimedio per dimenticarla,per cercare di non pensarci? 

Se c'era sperava di poterla scoprire presto.




Ci sono momenti dove vorresti che il mondo si fermasse e che lasciasse tutto com'è perché quel momento è perfetto e non lo vorresti cambiare.

Ma anche in quei momenti perfetti qualcosa va pur sempre storto.



Erano cinque mesi che non si vedevano e quando finalmente Blaine era riuscito ad andare a trovarlo la ferocia in cui si erano abbracciati, baciati era stata così intensa da fare quasi male.

Non aveva trovato quel famoso rimedio ma aveva trovato la speranza. Quella che ti dice che tanto vi vedrete, di non preoccuparsi. 

Kurt, mi sei mancato” disse in un sussurro continuando a stringersi alle braccia di Kurt, che sembravano una corazza. 

Anche tu” rispose lui sospirando di sollievo.

Kurt era lì. Kurt era reale, finalmente lo vedeva e lo toccava. 

Non ce la faccio senza di te. Io... non ce la faccio”

Non voleva mostrarsi debole.

Non voleva mostrargli quanto stava male.

Ma era difficile.

Kurt guardami e vedi. Guarda i miei occhi e nota quanto dolore contengono.

Sono qui adesso Blaine.”

Ma poi io me ne andrò e tutto sarà di nuovo uno schifo per tantissimi altri mesi. È uno schifo andare a scuola e non sapere di trovarti davanti all'ingresso che mi aspetti. È uno schifo non poterti venire a trovare a casa e abbracciarti ogni giorno. Non sentire la tua splendida voce sempre, quando voglio. È uno schifo tutto Kurt. E sono stanco di questo.”

Che vuoi dire?” chiese lui.

Non voglio dire niente. Voglio solo che tu capisca quanto tutta la mia vita fa schifo senza di te”

E dirlo ad alta voce cambiava tutto. Perché non gli aveva mai detto che i suoi stati d'animo andavano a tempo con i suoi, non sapeva che avrebbe fatto qualunque cosa, sarebbe stato qualunque cosa pur di farlo felice.

Perché questo si fa quando sai che quella è la persona della tua vita.

Blaine..”

No Kurt lo so. È il tuo sogno questo, la tua vita. Ma è difficile per me,ok? Penso che potrei perderti così. Troverai qualcuno più bello, più simpatico, più tutto di me. E ti stancherai di dovermi chiamare ogni giorno e fare ogni sera una video-chiamata. Ti stancherai già fra un mese...”

Pensi davvero che io potrei mai stancarmi di te Blaine?” gli chiese lui staccandosi dall'abbraccio e guardandolo irritatop. “Pensi che io possa mai lasciarti per qualcun altro? Riponi così poca fiducia in me?”

Io no. Ma...”

Non mi aspettavo questo da te.” 

Se ne andò affranto,piangendo e correndo via mentre Blaine avrebbe sofferto in silenzio lì rimanendo immobile. 

In quel parco, pensando a tutto ciò che avevano passato, a tutto ciò che avevano affrontato, forse stava tutto per finire.







Non si erano parlati per quei giorni a seguire. Blaine era rimasto a New York e aveva cercato di parlare con Kurt ma quest'ultimo non lo voleva vedere e il riccioluto ne era rimasto distrutto.

Se ne andò senza neanche averlo salutato, con un groppo in gola per aver rovinato anche quel poco che per ora avevano.



I giorni passavano e le chiamate di Kurt non arrivavano. 
Blaine si sentiva solo e con un vuoto nello stomaco. Gli mancava la parte più importante di sé. Spesso gli capitava di dimenticare l'odore di Kurt così si spruzzava un po' della colonia che usava sempre e l'annusava fino alla nausea. Ma non era lo stesso: non era l'odore naturale che emanava Kurt. Perché lui aveva una sua particolare fragranza che lo faceva stare bene, che lo faceva rilassare.
Kurt sapeva di paradiso e lui voleva ritornare tra quelle braccia che erano il suo cielo.

Quello stesso pomeriggio Blaine si recò a casa Hummel. Non sapeva bene che fare appena arrivato, semplicemente bussò il campanello e aspettò che qualcuno gli venisse ad aprire. Immediatamente una figura maschile, quella di un uomo che ormai conosceva bene gli venne ad aprire e lui senza un perché, senza nemmeno dargli il tempo di capire chi fosse lo abbracciò di slancio. Perché tutto di quella casa gli ricordava di Kurt. Le luci, le decorazioni, i mobili che Kurt aveva scelto erano così visibili, quella casa esprimeva Kurt da tutte le parti. L'uomo che stava stringendo, dopo lo stupore, ricambiò l'abbraccio perché capì subito qual'era la fonte del suo dolore, era lo stesso dolore che provava lui ma forse quello del ragazzo era più intensa. Burt Hummel sapeva che all'inizio stare lontano dall'amore della propria vita non era facile, ma a differenza di Blaine lui l'aveva perso ma il ragazzo poteva sempre rimediare. C'è sempre un rimedio quando vuoi veramente che le cose si stimano.
Sentì una dolce lacrima scivolare sulla sua spalla e notò che quel ragazzo stava singhiozzando su di lui. Lo staccò dall'abbraccio e lo portò dentro casa. 
Lo fece sedere sul divano e gli portò un bicchiere d'acqua.

Mi scusi signor Hummel. Sono venuto qui senza preavviso e-e- ..”

Non dirlo nemmeno Blaine. Lo sai che ormai sei parte della famiglia”

Non ne sono poi così sicuro ormai...”

 

 

Ho saputo che è successo con Kurt. A quanto pare quando Rachel scopre qualcosa va a dire tutto a Finn e il ragazzo non si sta stare zitto”

Blaine abbassò la testa affranto. Non voleva parlarne, voleva solo il suo ragazzo indietro.

Kurt ritorna da me. Ho bisogno di te.

Blaine.. Kurt è orgoglioso , lo sai. Aspetta solo che tu faccia la prima mossa.”

Blaine sbottò:”E se non volessi farla? Sono sempre io il primo che chiede scusa per errori che nemmeno ha fatto. Io non ho fatto niente, ho solo detto quello che provavo non era un modo per dire: ti voglio lasciare. Voglio solo che sappia che è tutto per me e che anche se sono contento che lui viva la vita che ha sempre voluto è difficile. E non capisco come non possa esserlo anche per lui.”

Non hai mai pensato che potrebbe essere difficile anche per Kurt ma che lui non riesca a essere così sincero? Conosco mio figlio. Non farebbe mai così l'egoista. Blaine fidati, per lui tu vieni prima di tutto e tutti. Lui solo non è riuscito ad accettare il fatto che tu possa pensare che Kurt si dimentichi così facilmente di te.’’

Il più piccolo abbassò di slancio la testa sospirando. Non voleva tornare strisciando da Kurt, ma che doveva fare? 

Non rispose a Burt gli chiese solo:”Posso andare nella stanza di Kurt?”

Burt gli fece un cenno con la mano e Blaine mormorando un grazie, piano, si avviò verso la camera. 

Aperta la porta tutto gli sembrò un po' più luccicante. La camera di Kurt era metà vuota,il letto era senza coperte, i mobili erano vuoti. Anche se era così spoglia e bianca i colori delle pareti urlavano Kurt, quella era assolutamente il covo di Kurt; il suo covo prima di trovare Blaine, prima di trovare la sua felicità. 

L'unica cosa che c'era in quella stanza era un bigliettino accanto al comodino. Blaine si avvicinò e lesse Per Blaine, con quella perfetta calligrafia del suo ragazzo.

La prese, l'aprì e ne lesse il contenuto:” Ciao Blaine, sapevo che prima o poi saresti venuto qui. Sicuramente, in questo momento tu sarai triste,noi due magari avremmo litigato; quindi tu sarai in una delle tue crisi e io a New York a piangere sulla spalla di Rachel. Nessuno dei due avrà il coraggio di andare dall'altro, ma sappiamo che dobbiamo risolvere il fatto. Rimani un po' nella mia camera, pensa un po'. Vedi questa camera vuota? Presto sarà solo un ricordo perché tu sarai nella grande mela con me e quel brutto anno lontani sarà solo qualcosa che abbiamo dovuto affrontare di cui ne siamo usciti più forti. Ti amo, Kurt.”  (*)

Blaine si mese il foglio in tasca e si buttò a peso morto sul letto, distendendosi e spalancando le braccia. Prese il cuscino di Kurt e annusò ancora l' odore che era rimasto.

Kurt aspettami. Sarò da te prima che tu possa aspettartelo.




Blaine aveva tutta l'intenzione di andare Kurt, chiedergli scusa baciarlo e fare l'amore tutta la notte. Avrebbe finito quella noiosa lezione di biologia e appena scoccata la campanella si sarebbe precipitato all'aeroporto.

Quello era il suo piano.

Era perfetto, perché sapeva che Kurt appena l'avrebbe visto gli sarebbe saltato addosso e senza nemmeno dirsi ciao si sarebbero rintanati nella camera da letto.

Infatti così fece. Si precipitò fuori dalla classe alla velocità della luce e andò di corsa in auto. Andò a casa, prese la valigia e dicendo un ciao veloce ai genitori andò all'aeroporto dove gli attendeva il viaggio verso il suo posto felice. 

Non aveva constatato però che arrivato lì si sarebbe trovato una sorpresa.
Non sapeva nemmeno che Kurt aveva progettato il suo stesso identico piano. 

Semplicemente i due ragazzi si trovarono uno di fronte all'altro, con due fiatoni, una voglia di saltarsi addosso e abbracciarsi. E fu quello che fecero.

Si avvicinò Kurt per primo che buttò la sua valigia a terra senza importanza facendo un brutto tonfo che fece girare della gente e così fece anche Blaine che lo strinse a sé così forte da soffocarlo. Inspirò il suo odore. Adesso era reale. 

Kurt....” 

Lo so Blaine. Anche tu mi sei mancato.”

Non c'era imbarazzo tra loro, nemmeno parole non dette o sentimenti nascosti. Sapevano tutte e due cose provano per l'altro, sapevano cosa significa quel momento e sapevano che avrebbero fatto di tutto pur di far sapere all'altro che ci sarebbe stato.

Come poteva mai finire qualcosa di così forte come il loro amore? Non era una stupida cotta adolescenziale la loro. Non erano come tutte quelle altre coppie, loro erano diversi. Loro si appartenevano.

In una stanza della Dalton si erano trovati, in un parco si stavano perdendo, ma in un aeroporto si erano ritrovati e nei loro cuori ci sarebbero sempre stati. 

Si baciarono e sorrisero tra le labbra dell'altro racchiudendo in un gesto tutto ciò di quello che avevano bisogno.





Oh tesoro stringimi a te. 
Non pensare ai momenti tristi, non pensare ai pianti e ai dolori.
Pensa a me che ti amo.
Pensa a me che ti bacio.
Pensa a noi che ci apparteniamo.
Non allontanarti mai più da me. Sorridi e ridi.
Riempi il tuo cuore di gioia e felicità.
Io sarò lì con te a stringerti la mano.
Siamo una cosa sola.

E nessuno ce lo toglierà. (**)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) Non è specificato bene ma la lettera Kurt l'ha messa prima di partire per New York perché sapeva che prima o poi Blaine ci sarebbe andato dopo una discussione tra loro.

(**) Poesia scritta da me.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice che non smette mai di scrivere angst:
allora mi dispiace di avervi fatto attendere molto per una nuova shot. Spero veramente che vi sia piaciuta; io non ho commenti da fare, solo che dopo che erano usciti quegli spoiler sulla Klaine (non so se tutti li avete letti, ma penso di si) ero depressa e mi sono detta che dovevo scriverci qualcosa. Quindi, eccola qui. Io domani faccio una mini-vacanza di tre giorni con delle mie amiche perciò non potrò pubblicare presto la mia seconda shot Klaine, che è finita e solo da betare.

E poi per i fan della Kurtbastian sto scrivendo una long che a breve pubblicherò, aspetto di aver scritto almeno un po' di capitoli.

Grazie a chi leggerà, vi amo tutti e mi dispiace se non ho risposto alle recensioni che mi avete lasciato nelle altre shot ma sono semplicemente senza parole e non ho la più pallida idea di cosa dirvi di intelligente uscirebbero solo cose come slksjfaslk, ma sappiate che vi adoro uno per uno, siete fantastici e bellissimi.

-Anna

https://twitter.com/_instagrant se volete seguirmi. 
   
 
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