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Autore: SylviaGi    27/08/2012    0 recensioni
(Western) Kelly Joe è una scrittrice appena giunta a RedCity. Attorno a lei ruoteranno il giovane falegname Nick McKey e il fratello maggiore Angus, ex pistolero futuro uomo di legge. Mentre tra i due cresce la rivalità la donna verrà presa in ostaggio dallo spietato bandito Aspide.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kelly stava leggendo nel suo portico quando vide il carro di Nick arrivare. Si alzò per riceverlo, contenta di rivederlo e lui la raggiunse sorridendo, allegro come sempre. 
"Ciao Kelly".
"Ciao Nick. Vuoi un po' di limonata?".
Come era solito fare, Nick si servì da loro. Ripose poi la brocca sul tavolino traballante lentamente, per paura di romperla, e si sedette nella poltrona vicina dando un lungo sorso al bicchiere, prima di chiederle:
"Ma che fine avevi fatto? Sono tre giorni che dalla falegnameria non ti vedo passare". 
Nick non si preoccupava di far trasparire l'interesse che aveva ancora per Kelly, nonostante sapesse di non essere contraccambiato.
Kelly sorrise nel rispondergli:
"Avevo intenzione di andare in paese proprio oggi. Ho la credenza vuota".
"Hai saputo dello sceriffo Perkins? Lo hanno trovato morto nei paraggi di BrightHomes insieme ai suoi uomini".
Lei chiuse gli occhi, non volendo sentire altro, ma Nick aggiunse:
"E' stato un ricercato di nome ...".
"Lo so chi è stato" lo interruppe Kelly. 
Non voleva risentire il suo nome ed il suo intervento brusco insospettì il giovane.
"E da chi lo hai saputo?".
Lei abbassò lo sguardo, posando il libro sul tavolino:
"C'ero anch'io" confessò.
Nick la guardò sorpreso:
"Cosa?".
"Sono stata l'ostaggio di quell'uomo per due giorni. Ecco perchè non mi hai vista in paese".
Nick si alzò facendo traballare il tavolino:
"Che cosa ti ha fatto quel bastardo?".
"Niente. Come vedi sono a casa sana e salva".
"Kelly servono testimoni. Tu te ne stai qui a casa quando tutta la città vuole sapere com'è stato ucciso Perkins. E lo zio dei McDonald? Sua sorella ieri al funerale pregava vendetta". 
Sentire questo la fece tremare:
"E dunque è morto davvero ..." sussurrò. 
Nick era sbalordito:
"Tu c'eri ... Hai assistito a tutto questo e te ne stai in disparte senza fare nulla?". 
Ora Kelly s'innervosì:
"Che cosa dovrei fare? Non è stata un'esperienza piacevole. Mi da fastidio solo parlarne".
"Vieni in paese e racconta quello che hai visto". 
"No". 
Nick si mise a girare in tondo sul portico, cercando di calmarsi:
"Va bene ... non è stata un'esperienza piacevole, te lo concedo, ma la gente a RedCiy è infuriata. Con la tua testimonianza potresti aiutare a catturare quell'assassino".
"Non posso ... non voglio esserne immischiata".
Lui gesticolò animatamente aggredendola:
"Hai rischiato la pelle per salvare un'intera tribù d'indiani e non alzi le chiappe per aiutare il tuo paese?".
Kelly lo fissò attonita:
"Perchè ti accanisci così tanto su di me Nick? Qual'è il vero problema?". 
Lo guardò passarsi nervosamente una mano sul viso, prima di udirlo dire:
"Hanno eletto un nuovo sceriffo. Angus". 
"Oh no ...". 
"E sia lui che il sindaco vogliono soddisfare gli abitanti di RedCity".
Ci fu un attimo di silenzio tra i due, poi Kelly disse tristemente:
"Non posso pensare ad Angus contro quel fuorilegge. Aspide è pericolo".
Nick la fissò negli occhi:
"Per questo lo devi aiutare". 
 
Non appena Nick se ne andò, Kelly rimase immobile per infiniti minuti a fissare il vuoto.
Cos'è che le faceva più paura? L'incolumità di Angus o la cattura di Aspide?
Entrambe. 
Sperò che il bandito fosse ormai lontano e che Angus non avrebbe più potuto raggiungerlo. 
Era quasi sul confine della giurisdizione di RedCity, e quindi non era sicuramente più nei dintorni.
Ma le sorse un dubbio. E se Aspide fosse ancora nel territorio per causa sua? 
Ricordò le sue parole "E tu mi stai portando sulla forca" e un brivido la percorse. 
Forse il fuorilegge era ancora in zona. 
Decise di recarsi in paese. Era l'unico modo per restare aggiornata sulla situazione.
Non si accorse nemmeno della strada che percorse a piedi.
All'emporio comperò qualcosa a casaccio e quando ne uscì, vide Angus fuori dalla prigione.
E anche lei fu vista da lui. 
Avrebbe tanto voluto andargli vicino con un sorriso e dirgli "Ehi bella quella stella sul gilè" invece si recò da lui a capo chino, salutandolo con uno sforzo:
"Ciao Angus".
"...Kelly". 
Le prese gentilmente la spesa, posandogliela all'ombra, ma il suo gesto non l'aiutò a sentirsi più serena. 
"Così sei il nuovo sceriffo di RedCity" farfugliò.
"Nel periodo sbagliato" fece lui "Quando tutto il paese vuole che io prenda quell'Aspide. Il suo manifesto è ancora appeso al muro, ma con una taglia più alta".
Angus finì con la messinscena e guardò la donna dritta negli occhi:
"Mio fratello è appena andato via". 
Kelly sospirò amareggiata:
"Angus io ...". 
"No ascoltami tu. Farò questa cosa con o senza il tuo aiuto perciò risparmiami la predica. Ma se sai anche la più piccola cosa su quel bastardo, io ti chiedo di dirmela, per affrontarlo nel modo giusto. Se invece non vorrai dirmi nulla, lo affronterò lo stesso. Non ho paura e questo lo sai bene". 
"Vorrei che non fossi tu sceriffo ...".
Si appoggiò alla parete esterna dell'edificio. 
Fece un lungo sospiro, prima di chiedergli:
"E' ancora in zona?".
"Si". 
Kelly si sentì quasi mancare. 
Poi scosse il capo, decidendo di dirgli a raffica:
"E' veloce. Intelligente. Una mira perfetta. Lui non aspetta. Lui spara. Devi prenderlo e basta. Non hai tempo di giocare con lui: un'istante in più e sei già morto". 
Angus l'ascoltò attentamente. Poi le chiese:
"Ti ha fatto del male?". 
"No".
Lei non si sentiva fiera di ciò che aveva appena fatto. Ma pensò che tra non molto Angus sarebbe partito rischiando la sua vita:
"Quando parti?".
"Stasera".
Kelly annuì tristemente, poi si riprese la spesa, desiderosa di tornare a casa al più presto. 
"Stai attento Angus" e si allontanò sulla strada.
 
Il mattino dopo in paese Kelly scoprì che tra gli uomini di Angus c'era anche Nick. La notizia la scosse al tal punto che non tornò a casa. Si diresse al Saloon, avvicinandosi in fretta a Bill: 
"Connie è di sopra?".
Lui fece si col capo. 
Salì le scale e cercò la stanza dell'amica. Bussò ripetutamente.
"Ma chi è che bussa in questo modo?".
"Kelly!".
Connie le aprì subito:
"Mi hai fatto prendere un colpo".
Guardò Kelly entrare impetuosa nella sua stanza in disordine, scavalcando i vestiti che vi erano sul pavimento e giungendo rapidamente alla finestra.
"Non guardare il disordine" si scusò abitualmente lei, poi le chiese preoccupata  "Ehi, ma che succede?".
"Posso rimanere qui fino al ritorno di Angus e dei suoi uomini?".
Connie sorrise, tranquillizzandosi:
"Non vuoi perderti lo spettacolo vero? Certamente, ma stai tranquilla. Sai quant'è bravo Angus no? Tornerà con quel fuorilegge sano e salvo. Non devi agitarti".
Kelly non la stava più ascoltando. Vide un gruppo di persone radunarsi in strada.
Spalancò la finestra per sentire.
"Il nuovo sceriffo ha preso Aspide! McKey ha catturaro l'assassino!".
Il suo cuore ebbe un sobbalzo, mentre Connie rideva soddisfatta:
"Hai visto? Io già lo sapevo. Vieni, andiamo a vedere".
Si precipitarono fuori dalla stanza e giù per le scale. Raggiunsero di corsa la prigione, circondata da un'infinità di gente. Connie si fece largo curiosa tra la folla tenendo una tremante Kelly per mano.
Tra le persone, Kelly individuò Angus mentre riceveva onori e complimenti dal sindaco e dai cittadini; Nick più lontano si stava apprestando a legare i cavalli innervositi e stanchi. E poi vide Aspide, tirato giù in malo modo da cavallo, con le mani legate dietro la schiena, finire con il viso tra la polvere della strada. Cercò di alzarsi ma qualcuno gli diede un calcio e lui finì ai piedi di Connie.
"Finalmente ti hanno preso viscido serpente!" lo insultò Connie dall'alto.
Aspide alzò il viso impolverato e la penetrò con lo sguardo.
"Taci, strega" le sibilò a denti stretti.
E poi vide Kelly al suo fianco.
Vide quanto stava male. Tutti intorno a lei stavano esultando, lei no, era zitta e triste.
Lo trascinarono via e Aspide non tolse gli occhi dalla donna nemmeno un istante, fino a quando scomparì all'interno della prigione.
Nick arrivò tutto contento tra Kelly e Connie:
"Avete visto ragazze?" si vantò "Lo abbiamo preso".
A Kelly vennero le lacrime agli occhi e non riuscì più a restare.
Sconvolta corse via sotto gli occhi di tutti.
 
Pianse nella sua cucina. Perchè era contenta che i fratelli McKey erano tornati incollumi, ma non lo era per Aspide. 
Perchè diamine non era andato oltre confine? Angus lo aveva sicuramente catturato nei paraggi perchè era rimasto fuori per troppo poco tempo. Non poteva rimanere senza far niente. Doveva fare qualcosa.
Tornò in paese, e fuori dalla prigione oltrepassò la poca gente rimasta, spingendo inutilmente la porta dell'edificio. Si sollevò sulle punte per vedere qualcosa dai vetri e Angus all'interno la vide. Si mosse ad aprirle e a farla entrare. Richiuse la porta a chiave. 
Kelly si accorse della presenza del sindaco, poi voltò lo sguardo alla cella, scoprendola vuota.
"Dov'è Aspide?" chiese. 
Angus gl'indicò il pavimento:
"Nelle celle di sotto".
"Quando lo impiccherete?".
"Domattina alle nove precise". 
A Kelly mancò per un attimo il respiro, poi gettò tutto d'un fiato:
"E non gli farete nemmeno un processo?". 
Il sindaco si rivolse ad Angus:
"Chi è questa signorina?".
"Kelly Joe è stata l'ostaggio di Aspide" spiegò.
La donna parlò a raffica:
"Lo sceriffo Perkins mi raccontava che tutti i fuorilegge che prendeva venivano spediti a Riverton. La città è grande e ha spazio per fare regolari processi prima di un'impiccagione. Se per una volta RedCity vuole farsi giustizia da sola poichè Aspide la riguarda da vicino, perchè non fare le cose fatte in grande? Abbiamo la sala dei congressi. Possiamo benissimo esserne all'altezza". 
Angus si sedette alla scrivania:
"La gente vuole fare giustizia subito. Abbiamo rinchiuso Aspide nelle celle sotto perchè abbiamo fatto fatica a tenere tutti fuori di qui".
Il sindaco intervenne a dire la sua:
"Un nuovo sceriffo in gamba, un perfetto assassino, un regolare processo e infine un'impiccagione ... Potremo telegrafare per avere giudici e avvocati. Attirare l'attenzione anche dei giornali ... Non è una brutta idea". 
L'uomo fece un sorrisino compiaciuto e si diresse alla porta:
"E' un'ottima idea. Non m'interessa cosa dirà la gente, tanto si tratta di rinviare la corda al collo a quel bandito solo di qualche ora. Faremo un processo. Vado subito a spedire i telegrammi. E chissà che un giorno RedCity possa avere un giudice tutto suo" guardò Angus prima di dirgli "Domattina alle nove invece di un impiccagione ci sarà un processo".
Uscì in fretta e Angus si alzò per richiudere la porta a chiave.
Poi di voltò a Kelly: 
"Perchè lo hai fatto? E non dirmi che è la regola ...". 
Lo sguardo duro di Angus non la intimorì.
"Ha diritto ad un processo, innocente o colpevole".
"Non prendermi in giro". 
Angus si spostò verso la scrivania, ma le parlò ancora con tono grave:
"Tutta la città vuole un'impiccagione e tu vuoi uno stupido processo?". 
"Posso dire la mia siccome ho visto tutto quello che è successo". 
"E' stato Aspide ad uccidere Perkins?" chiese Angus a bruciapelo.
"Lo ha fatto per leggittima difesa" buttò lì Kelly.
Angus scosse il capo incredulo e restò ancor più basito quando Kelly disse:
"Voglio vederlo". 
Lo aveva detto con il cuore che le martellava nel petto, con la speranza che Angus non le dicesse di no.
"No".
Lei lo supplicò:
"Ti prego Angus ... solo un minuto". 
E lui intuì tutto quanto. 
Si avviò verso la scala che scendeva ai sotterranei e Kelly lo seguì al volo.
Le celle erano poco illuminate, fresche. 
Angus si avvicinò a quella centrale:
"Hai visite. Ma solo un minuto" annunciò, poi si rivolse alla donna a bassa voce "Se hai bisogno ...  io sono di sopra ...". 
Li lasciò soli. 
Kelly vide Aspide tra le sbarre. Stava appoggiato con la schiena al muro, le gambe distese, e quando la vide sollevò le ginocchia per appoggiarci sopra i gomiti.
"Hai fatto un gran bel discorsetto ... di sopra" le disse.
"Hai sentito tutto?".
"Sai essere convincente quando vuoi". 
"E' l'unica cosa che ho potuto fare al momento ...".
Lui la interruppe:
"Non dovevi fare nulla, non voglio assistere a nessun processo". 
"E' la sola piccolissima speranza che hai per salvarti". 
Aspide si alzò avvicinandosi alle sbarre per poter parlare a bassa voce, e lei fece altrettanto aggrappandosi alla cella con entrambe le mani. 
La guardò, mentre in un solo minuto lei voleva dirgli tutto quanto. 
"Non potrò mentire sotto giuramento".
"Non te lo avrei mai chiesto".
"Ma tenterò l'impossibile. Io ... non voglio vederti al centro di quella piazza ...". 
"Bè ... non sei obbligata ad assistere allo spettacolo". 
Kelly divenne all'improvviso triste immaginandosi la scena.
Il fuorilegge le vide gli occhi riempirsi di lacrime. L'aggredì per farla smettere.
"Non puoi metterti a piangere per un uomo che conosci appena, Kelly".
Alla sua affermazione, lei ribattè a disagio:
"Siamo stati ... insieme per due giorni ...".
"Non è stato abbastanza. E non dimenticare che ti ho usata come scudo mettendo a repentaglio la tua vita". 
"Non l'ho dimenticato ...".
"E allora piantala di frignare".
Aspide continuava a fissarla e Kelly abbassò lo sguardo, prima di chiedergli con voce tremante:
"Perchè sei rimasto in questo territorio?".
"Che cosa vuoi sentirti dire? Che sono rimasto per rivederti?".
Ci era riuscito fino a quel momento a parlare con lei con un tono duro e distaccato. 
Ora cedette. La guardò dritta negli occhi, infilando una mano tra le sbarre per posarla protettiva sulla sua guancia, sotto il suo orecchio.
Le mormorò convincente:
"Promettimi che non mi seguirai all'inferno se riuscirai in qualche modo a salvarmi".
Kelly trasalì al suo tocco e fece si col capo.
Poi fuggì via, risalendo la scala turbata, e senza salutare Angus tornò a casa disperata.
 
Quella sera Kelly ricevette l'inaspettata visita di Connie e Nick. 
Li accolse in cucina, chiedendosi il perchè di quella strana comparsa.
Non tardò a scoprirlo, perchè Connie intavolò il discorso subito:
"Angus ci ha detto che hai convinto il sindaco a fare un processo ad Aspide".
"Non c'è voluto molto ... a convincerlo" puntualizzò Kelly.
Connie le era seduta vicina e le disse amichevolmente:
"Se salterà fuori che quell'uomo è innocente saremo ben felici di non assistere ad alcuna impiccagione".
"Innocente?" a Kelly sfuggì una risata nervosa e Connie chiese confusa:
"Vuoi dire che Aspide è colpevole?". 
Nick ebbe uno scatto d'ira ed alzò la voce:
"Ma allora perchè hai voluto un processo? Se è un assassino perchè non vuoi che venga giustiziato?". 
A Connie non piacque la reazione di Nick e lo invitò gentilmente a sbollire la rabbia fuori sul portico.
Lui uscì sbattendo la porta.
Kelly abbassò lo sguardo tristemente.
La sua amica le prese le mani e cercò di guardarla in viso mentre le chiese dolcemente:
"Kelly ... Perchè difendi quell'uomo?". 
Lei titubò, poi disse tutto d'un fiato gesticolando nervosamente:
"Mi piace ... e tanto. Non ho potuto farci nulla ... Mi è piaciuto dalla prima volta che l'ho visto, ancora prima che io arrivassi qui". 
Connie lasciò le sue mani e fece un sorriso:
"Angus ci ha visto giusto ..." accennò.
"Che c'entra Angus? Vi ha mandato lui?".
"No, no" spiegò in fretta Connie "Si è solamente accorto che hai un interesse per il bandito. Noi siamo qui perchè vogliamo starti vicina e capire".
"Non spifferatelo ai quattro venti per favore" la pregò Kelly.
"Non diremo niente stai tranquilla, ma muoio di curiosità adesso. Tu piacci a lui?".
Kelly arrossì violentemente:
"Adesso non cominciare a farmi domande di cui non conosco le risposte".
"Andiamo Kelly ... a me puoi dirlo. Cos'ha fatto quell'uomo per farti perdere la testa?".
"Niente ... decisamente niente".
"Io lo detesto perchè mi ha chiamata strega".
La maniera con cui Connie lo disse fece ridere di gusto Kelly.
La sua amica si alzò soddisfatta:
"Ora ce ne andiamo. Ti auguro tanto che Aspide non venga impiccato. In caso contrario Kelly, avrai tutto il mio appoggio".
Nick rientrò con il broncio e Connie sorridente lo portò via.
 
Ore nove. Kelly si recò alla sala dei convegni, affollata fuori da gente che protestava.
Per fortuna in pochi sapevano che il processo lo aveva voluto lei.
Riuscì ad entrare e a sedersi in seconda fila.
Tra la gente presente, lei riconobbe la signora McDonald, ancora vestita a lutto.
Appoggiato alla parete in piedi, stava il contadino che Aspide aveva colpito con il calcio della pistola: teneve tra le mani un vecchio cappello e lo attorcigliava nervosamente.
Se fuori si udivano grida di protesta, dentro la sala c'era un lieve brusìo. 
Davanti alle prime file era stata costruita una pedana, dove troneggiava una scrivania e un paio di sedie.
Poco più lontano un banco di scuola era pronto per il cancelliere.
Nella prima fila opposta alla sua, Kelly vide il sindaco seduto accanto ad Angus. 
L'uomo stava parlando animatamente allo sceriffo, ma Angus sembrava non lo stesse ascoltando. Voltava spesso lo sguardo su di lei. E nei suoi occhi Kelly lesse tanta delusione. 
Un uomo vestito elegantemente si aggirava guardando fisso la porta da dove sarebbe entrato il giudice.
Kelly intuì che doveva essere un avvocato, ma non ne vide altri. E non vide nemmeno Connie e Nick.
Finalmente il cancelliere si alzò e nella sala si fece silenzio. Il processo ebbe inizio.
"Presenti in sala l'avvocato George Gadon, il sindaco di RedCity Henry Dollar, lo sceriffo Angus McKey e il sottoscritto Jim DuLain. Entrino in sala il giudice Luis Patrics e l'imputato Aspide.
La porta di aprì e il giudice entrò sedendosi nella poltrona dietro la cattedra.
Dovette ordinare il silenzio piccchiando il suo martello quando due uomini scortarono Aspide facendolo sedere in un angolo.
Il fuorilegge alzò lo sguardo su tutta la folla, cercando Kelly.
Non appena la trovò, la donna lesse l'espressione del suo viso.
Guarda cosa mi stai facendo fare. Mi sento un idiota.
Il cancelliere continuò, leggendo su di un foglio:
"L'imputato Aspide, nome di battesimo sconosciuto è accusato di: quattro rapine a diligenze, furto di cipo e merce in sette empori, furto di due cavalli in due ranch, per aver trattenuto un ostaggio e per l'omicidio di sei persone. Questi sono gli ultimi dati risalenti agli ultimi anni. Non abbiamo informazioni di più addietro".
Il cancelliere ripose il foglio e si risedette aggiungendo:
"Venga a testimoniare la signora Patricia McDonald".
Rigida e seria, la donna si alzò per avvicinarsi alla sedia posizionata accanto alla scrivania del giudice.
DuLain le mise la mano sinistra sulla Bibbia e le fece alzare l'altra:
"Giuri di dire tutta la verità ... dica lo giuro" si sbrigò e lei giurò.
L'avvocato parlò immobile a lato della sala:
"Signora McDonald ... ci racconti cosa è successo".
"Mio fratello stava cavalcando l'ultimo cavallo che aveva comprato. Io stavo in cucina quando ho sentito un colpo di pistola. Ho guardato dalla finestra ed ho visto mio fratello disteso a terra nel recinto. Ho preso il fucile e sono uscita: ho visto Aspide e quella donna".
Kelly fu indicata.
Nella sala si levò un leggero chiacchierìo.
La signora McDonald continuò:
"Ho sparato due colpi ma i due erano già in sella ad un mio cavallo e sono fuggiti via". 
"Quindi non ha visto l'imputato sparare su vostro fratello ..." indagò l'avvocato.
La donna non seppe cosa rispondere. Alla fine ammise di non averlo visto, ma aggiunse irata:
"E' ovvio che è stato lui".
"Conoscete la donna che stava con l'imputato?". 
"Di vista".
"E' salita volutamente a cavallo con Aspide?".
"Ha esitato, ma poi è salita".
"Va bene signora McDonald, può riaccomodarsi in sala".
Il cancelliere annunciò:
"Il signor Mike Nicholson".
L'uomo del fienile si mosse.
DuLain lo fece giurare e lui si sedette.
L'avvocato gli chiese di raccontare ciò che aveva visto.
Il contadino strinse a sè il cappello, dicendo:
"Bè avvocato ... Io non ho visto quell'Aspide. Sono entrato nel mio fienile come faccio tutte le mattine ed ho visto una ragazza tra il fieno. Poi qualcuno mi ha colpito qui ... alla nuca, e sono svenuto".
S'indicò il punto dolente ed aspettò che l'avvocato dicesse qualcosa.
"Guardate bene la signorina in seconda fila, là. Sapreste dirmi se c'era lei nel fienile?".
Nicholson guardò con attenzione la persona indicata dall'avvocato, socchiudendo gli occhi:
"Si, mi pare lei. Anche se quando l'ho vista io era semisvestita".
La sala alzò un'improvviso mormorìo. Kelly si sentì al centro dell'attenzione e scrutò prima Aspide, che fece un lieve sorriso ironico, e poi Angus che scosse il capo incredulo chiudendo per un istante gli occhi.
Gadon lo ringraziò e lo invitò a lasciare la sedia dei testimoni.
"La signorina Anne March" chiamò il cancelliere.
Kelly guardò una donna più vecchia di lei alzarsi e raggiungere il giudice. Si sedette e dopo aver giurato parlò a raffica:
"Ero sulla diligenza BrigthHomes - RedCity quando quel bandito l'ha assalita. Oh si ... era lui ne sono certa. Ha rapinato i soldi a tutti i passeggeri, anche i miei, poi ha visto il ciondolo d'oro che portavo al collo, con la mia iniziale, è l'ha preteso. Se l'è messo in tasca, e io ora voglio sapere se posso riaverlo". 
Il giudice si rivolse ad Aspide:
"Ha ancora il ciondolo della signorina March?".
Aspide esitò per un istante, poi rispose:
"No. L'ho venduto".
"Possiamo sapere a chi?".
"Ad un ciarlatano di passaggio. Mi ha reso bene". 
"Mi dispiace signorina March" fece il giudice "Immagino avesse un valore affettivo".
Anne March s'infuriò dicendo:
"Spero che lo impicchiate quel farabutto!".
La gente parlò in confusione e il giudice dovette ristabilire la calma.
Il cancelliere si alzò chiamando:
"La signorina Kelly Joe".
E Kelly si mosse, sentendo le proprie gambe tremare.
DuLain si avvicinò a lei con la Bibbia:
"Giuri di dire la verità, solo la verità, nient'altro che la verità. Dica lo giuro".
Kelly restò stupida dal fatto che il cancelliere pronunciò la formula intera con lei. Giurò.
Anche l'avvocato si mosse a camminarle davanti.
"Signorina Joe ... Lo sceriffo McKey mi ha detto che siete stata voi a dargli consigli su come catturare Aspide".
Kelly rimase di marmo. Guardò l'intera folla dinnanzi a sè, poi vide Aspide alzarsi di scatto dalla sua sedia.
Le guardie lo trattennero con forza.
"Lurida puttana!" gli urlò contro.
Siamo pari, pensò Kelly nel panico, tu hai giocato con la mia vita e io ho giocato con la tua.
Magra consolazione, perchè in realtà Kelly si sentì una vera carogna agli occhi di Aspide.
L'imputato fu rimesso a sedere e lei potè parlare:
"Sono stata con lui per due giorni" spiegò.
"Dove vi ha catturata Aspide?".
"Si palesò all'improvviso a casa mia, chiedendomi se avevo un cavallo. Gli risposi di no, ma sapevo che al ranch dei McDonald ce n'erano molti ...". 
"E cos'è successo al ranch?" la interruppe l'avvocato.
"Ci siamo avvicinati ad un cavallo, poi un cowboy ci ha visto ed ha impugnato una pistola. Se Aspide non gli avrebbe sparato ci avrebbe colpiti di sicuro. Poi la signora McDonald è uscita di casa con un fucile. Ha sparato, io ho avuto paura e sono salita a cavallo con l'imputato".
"Ha preferito fuggire con un bandito a cavallo piuttosto che allontanarsi di corsa?".
"La signora McDonald ha sparato tre colpi rischiando di colpirmi. Non due come ha dichiarato lei prima. Tre. Aspide in quel momento mi ha salvata. Non avrei fatto in tempo ad allontanarmi a piedi, o a ripararmi".
"Quindi secondo voi ... Aspide avrebbe ucciso quel cowboy per legittima difesa?".
"Quell'uomo ci avrebbe sparato, sicuramente".
"Ma lui stava rubando il cavallo, è esatto?".
"Credo fosse questa la sua intenzione ... si". 
"Che cosa ci facevate nel fienile del signor Nicholson?".
"Eravamo stanchi ed era molto tardi. Abbiamo deciso di dormire lì".
"Chi ha colpito il signor Nicholson quando entrò nel fienile il mattino dopo?".
"Quando il portone si è aperto il sole mi ha accecata ...".
L'avvocato la interruppe di nuovo:
"E Aspide dov'era in quel momento?".
"Si stava infilando gli stivali".
Ad Aspide sfuggì un sorrisino. Com'era brava Kelly a tergiversare sulle cose. Non c'era nessun altro nel fienile a parte loro. Ma intuì che l'avvocato non intendeva metterla alle strette. 
"Chi ha rapinato la diligenza con a bordo la signorina March?".
"Non lo so ... non c'ero".
La gente parlottò tra sè e l'avvocato chiese:
"Dove si trovava allora?".
"Sotto una pianta".
Qualcuno rise e Gadon abbassò le sopracciglia ripetendo:
"Sotto una pianta?".
"Esatto. Sotto una pianta".
"Aspide l'ha lasciata da sola?".
"Si".
"Legata suppongo".
"No". 
"E non è fuggita?"
"Avevo perso l'orientamento". 
L'avvocato fece una breve pausa, prima di chiederle:
"Arriviamo al momento cruciale ... Come sono stati uccisi lo sceriffo Perkins ed i suoi uomini?".
Nella sala si fece assoluto silenzio. 
"Era notte fonda quando sono arrivati. Io e Aspide stavamo ... quasi dormendo. Qualcuno ha cominciato a sparare al buio. Aspide si è alzato ed ha risposto al fuoco". 
"Uccidendoli tutti?".
"Si".
"Avrebbe potuto arrendersi ...".
"Loro aveva già iniziato a sparare per primi" e lo disse quasi arrabbiata.
"Un'ultima domanda. Ostaggio significa: persona trattenuta dal nemico. Signorina Joe, vi siete sentita un ostaggio?".
Kelly esitò, poi rispose sincera e mesta:
"No" poi si voltò a guardare Aspide, aggiungendo "Mi ha sempre trattata ... bene". 
A parte sul finale, ricordò amareggiata Kelly.
"Ho finito vostro onore" terminò finalmente Gadon.
Kelly tornò al suo posto.
Il cancelliere prese la parola:
"Non abbiamo le testimonianze di vetturali, dei commercianti, del proprietario di ranch Phitterson ... Abbiamo finito". 
Kelly fece un sospiro. Tutto sommato non era andata così male, pensò. 
Si voltò a guardare Angus, che stancamente si era passato una mano tra i capelli biondi.
Il giudice rileggeva gli appunti del cancelliere, mentre nella sala la gente chiacchierava.
Connie e Nick riuscirono ad avvicinarsi a Kelly. Nick rimase in piedi di lato, mentre Connie si accostò all'amica facendole un sorriso di conforto. Le prese la mano quando il giudice alzò la voce, e gliela strinse.
"Dunque ..." cominciò "Alla base delle testimonianze appena udite, vorrei fare personalmente qualche domanda all'imputato Aspide prima di stabilire la mia sentenza". 
Aspide alzò lo sguardo sull'anziano giudice, lievemente stupito. 
"Avete rapinato voi quattro diligenze?".
Il bandito non esitò a rispondere:
"Si".
"Avete rubato voi in sette empori?".
"Si". 
"Avete sparato voi per primo a ranch Phitterson?".
"No". 
Kelly strinse forte la mano a Connie, mentre il giudice faceva le sue domande una dietro l'altra.
"Avete sparato voi per primo al ranch dei McDonald?".
"Si".
"Avete sparato voi per primo allo sceriffo Perkins e ai suoi uomini?".
"No".
"Avete trattenuto la signorina Joe contro la sua volontà?".
Aspide voltò lo sguardo su di lei, guardandola mentre stringeva la mano all'amica. Rispose:
"Più volte la signorina Joe mi ha supplicato di lasciarla tornare a casa. E non l'ho fatto". 
Il giudice emise la sentenza:
"Dichiaro l'imputato Aspide colpevole! Per i reati commessi pagherà la sua pena mediante impiccagione" e così dicendo battè il suo martello più forte.
 
I presenti avevano esultato, tranne Kelly, Connie, Nick e Angus. 
Connie aveva abbracciato l'amica con affetto:
"Mi dispiace tanto Kelly ...". 
Nick si era spostato per chiedere qualcosa al fratello.
Aspide fu portato via.
Poco dopo Nick tornò indietro, dicendo alle donne:
"Lo impiccheranno stasera al tramonto. Costruiranno il patibolo oggi pomeriggio".
Lo sguardo di Kelly era disperato.
Connie diede un'occhiata di sfuggita ad Angus poi si rivolse all'amica:
"Chiedigli se te lo fa vedere un'ultima volta ...".
"No" e Kelly si alzò "Voglio andare a casa". 
"Vuoi che venga con te?" si offrì Connie premurosa.
"No ... grazie". 
Si allontanò, lasciando rammaricati i suoi amici. 
 
Kelly attese il primo pomeriggio. Il momento più caldo, più tranquillo.
Non poteva permettere che Aspide venisse impiccato. Avrebbe fatto qualunque cosa per salvarlo. 
Si recò alla prigione, in quel momento deserta fuori, dopo aver oltrepassato la piazza dove alcuni uomini stavano già costruendo il patibolo sotto il sole cocente. 
Quando entrò nell'edificio, Kelly si accorse subito che Aspide era stato rinchiuso nella cella dell'ufficio. 
Lo guardò di sfuggita, con il cuore che le batteva all'infuriata, rivolgendosi poi allo sceriffo.
Angus non fu contenta di vederla:
"Che cosa vuoi ancora Kelly?" le chiese stancamente.
Non c'era nessun altro nell'ufficio e Angus si stava riponendo scartoffie dietro la scrivania.
Non avendo ottenuto risposta, lo sceriffo alzò il viso sulla donna, scoprendola armata di pistola. 
"Liberalo" gl'intimò Kelly puntandogliela contro.
Angus non si scompose. Fece solamente un sospiro scocciato:
"Lascia perdere Kelly" le consigliò "Metti via quell'arma e facciamola finita". 
"No. La facciamo finita come voglio io".
Aspide guardò la donna con orgoglio, e fece un tiepido sorriso soddisfatto. 
Angus si alzò lentamente dalla scrivania:
"Non voglio farti del male Kelly" l'avvisò.
"Potrei fartene io. Liberalo ho detto!".
"Non hai il coraggio di uccidermi".
"Questo è vero. Ho intenzione di ferirti solamente, ma la mia mira potrebbe sbagliare in questo momento". 
Angus non sembrava arrabbiato, ma deluso.
Kelly lo tenne attentamente sotto tiro:
"Prendi le chiavi!" gli ordinò.
Lui prese le chiavi.
"Ti stai cacciando in un guaio molto grosso, lo sai questo vero?".
Kelly non lo ascoltò. Era impaziente di vedere la cella aperta.
"Non farmi scherzi Angus. Sono troppo nervosa. Una piccola mossa sbagliata e premo il grilletto". 
Stavolta fu lo sceriffo a non ascoltarla. Mise la chiave nella toppa e la girò:
"Non credevo saresti arrivata a tanto" disse spalancando la cella.
Aspide ne uscì. 
Kelly continuò a tenere a bada lo sceriffo ma parlò al bandito:
"Prendi il suo cavallo qui fuori e vattene!" gli ordinò. 
"Pure ..." fece Angus.
Il fuorilegge esitò sulla porta.
Per un istante Aspide pensò di chiedere alla donna di fuggire con lui. Ma Kelly gli tarpò ogni intento dicendogli seccamente:
"Non ti seguirò all'inferno Aspide. Vattene ti ho detto". 
Non udendo ancora aprirsi la porta alle sue spalle, Kelly si ritrovò ad urlare:
"Vattene per Dio! Esci da quella maledetta porta!".
Quando finalmente Kelly sentì la porta sbattere e lo scalpitìo del cavallo allontanarsi, abbassò l'arma sollevata. 
Angus gliela strappò di mano seccato:
"Dai qui stupida idiota!". 
Non lo guardò in volto mentre s'infuriava:
"Lo sai cos'hai fatto? Lo sai?".
Si, ho liberato Aspide, pensò lei. 
Angus la prese per le spalle scuotendola:
"Che cosa dovrei farti io adesso?".
L'afferrò per un braccio e la spinse violentemente nella cella.
"Che divaolo hai nel cervello?" la insultò. 
La chiuse dentro e in quel momento il sindaco entrò nell'ufficio, ignaro di tutto:
"Allora McKey. Abbiamo quasi finito di ..." la sua frase restò sospesa nell'aria, quando si accorse che Aspide non era più in prigione e che al suo posto c'era la donna.
"Che è successo?" chiese sbiancando.
"Aspide è fuggito" comunicò lo sceriffo allontanadosi dalla cella.
"Che cosa?" fece il sindaco ancora incredulo "E tu dove diavolo eri?".
"Di sotto". 
Kelly guardò di scatto Angus. 
"E che cosa aspetti? Raccogli i tuoi uomini e riprendilo!" gli ordinò il sindaco.
"Non è una buona tattica e lo sai" tagliò corto Angus.
L'uomo indicò severamente Kelly nella cella:
"E' stata lei?".
"Non ne ho le prove. Dice che Aspide l'ha minacciata con la pistola di aprirgli la cella".
Stupefatta dalle parole di Angus, Kelly rimase a bocca aperta.
Stava mentendo spudoratamente. 
Il sindaco era disperato:
"E che cosa faccio io adesso? Tra qualche ora ci sarà un sacco di gente in quella piazza e chi impicchiamo? Lei?".
Angus abbassò il capo:
"Mi dispiace Henry".
"Non posso crederci!".
Nella stanza di fece silenzio.
Con un filo di voce Angus chiese:
"E di lei che ne facciamo?".
Con una lunga falcata il sindaco spalancò la porta:
"Duemila dollari di cauzione o se ne resta lì per due mesi!" urlò infuriato "Una sola, piccola cortesia a quella vipera e ti licenzio!" concluse andandosene.
Angus si sedette alla scrivania posandovi sopra i gomiti. Si mise le mani nei capelli e rimase così, fino a quando Kelly gli chiese:
"Perchè hai mentito Angus?".
"E tu perchè hai fatto fuggire Aspide?" fu la sua risposta "Ti ho difesa per la stessa ragione che ti ha spinto a liberare quell'uomo".
Kelly indietreggiò nella cella e si sedette lentamente. Le sue parole l'atterrarono.
Si sentì all'improvviso stanca e si raggomitolò chiudendo gli occhi.
Non voleva sentire le grida di protesta della gente, non aveva più la forza di affrontare Angus. 
Pregò che il sonno l'accogliesse subito, mentre serena pensava ad Aspide ancora libero. 
 
Lo sceriffo svegliò Kelly al tramonto. Era uscito a prendere la cena, aveva aperto la cella per posagliela accanto, poi l'aveva richiusa dirigendosi alla scrivania.
Kelly si guardò attorno ancora assonnata, ricordando dove si trovava. Prese la ciotola ed iniziò a mangiare senza appetito.
Udì la voce di Angus:
"Ho parlato con Nick e Connie. Unendo i nostri risparmi non arriviamo a mille dollari".
"Non importa ... sconterò i due mesi" fece lei. 
"Connie ha detto che passerà domani a portarti qualcosa ... che so un libro, della biancheria ...".
"Mm ... bene". 
Angus si preparò a stendere una coperta su di una branda in un angolo dell'ufficio:
"Non posso dormire a casa quando c'è un prigioniero. Mi toccherà dormire qui per due mesi di fila" brontolò. 
Spense i lumi, poi si sdraiò sulla branda, mettendosi le braccia dietro la nuca. 
"Non mi svegliare se non riesci a dormire" l'avvisò.
"Va bene".
Passarono ore e Kelly non fece altro che rimanere straiata sulla vecchia branda a guardarsi intorno.
Dedicò interi minuti ad ammirare Angus, che dormiva a poca distanza da lei. I suoi lineamenti forti e decisi erano rilassati ed armoniosi, il suo petto si alzava ed abbassava al ritmo di ogni suo respiro.
Angus. Aveva sempre avuto un debole per lui, ma probabilmente Kelly non era mai stata contraccambiata perchè per diverso tempo, lui non aveva mai fatto nulla per avvicinarla, anche se piccoli segnali nei suoi comportamenti ogni tanto le avevano fatto credere il contrario. 
Ripensò ad Aspide, ormai chissà dove. 
Aveva mantenuto la sua promessa. Non lo aveva seguito. 
Per Kelly l'importante era che lui fosse sano e salvo, anche se lontano da lei. 
Si strinse sulla branda iniziando a sentire freddo cercando almeno di appisolarsi. 
In piena notte sentì Angus alzarsi ed aprì gli occhi vedendolo avvicinarsi alla cella: tra le mani aveva una coperta.
"Tieni ..." le disse facendola passare tra le sbarre "Ma ricordati di ridarmela domattina. Non ho voglia di sentire ancora prediche dal sindaco".
Kelly si alzò per prenderla, ringraziandolo. 
"Come mai non dormi?" gli chiese. 
Angus non le rispose: rimase in silenzio appoggiato alle fredde sbarre con una spalla, una scatola di fiammiferi che rigirava di continuo in una mano. 
"Non ho più sonno ... ti va di parlare un po'?".
Kelly annuì, poi colse l'occasione per dirgli:
"Grazie ... per tutto ciò che hai fatto per me". 
"Tu per Aspide hai fatto molto di più". 
Si spostò a prendere una lanterna e ad accenderla. 
La tenue luce tremolante illumininò debolmente la stanza.
Angus l'appoggiò sul pavimento, e si sedette lì, rimanendo appoggiato alla cella e non alzò mai lo sguardo su di lei mentre parlava:
"Sai ... mi sono ritrovato ad apprezzare per una sola cosa quell'Aspide: è riuscito a farti perdere la testa. Lo stimo per questo". 
Anche Kelly si sedette, accanto a lui, ma oltre le sbarre.
"Ci saresti riuscito anche tu, se solo lo avessi voluto" disse amaramente. 
"Sai benissimo perchè non mi sono esposto" si giustificò lui "Non volevo fare un torto a Nick".
"Io e Nick siamo solo amici" spiegò Kelly "Tuo fratello sa benissimo che non provo nient'altro che affetto per lui". 
"Si. Mi sono accorto da un po' che Nick si è serenamente rassegnato ... e quando finalmente ho pensato che  potevo farmi avanti, è spuntato fuori un bandito che mi ha portato via la donna che ho creduto di avere già in pugno. Alquanto scocciante direi ...".
Kelly fece una pausa, prima di dire brevemente:
"Io non sono innamorata di Aspide. Ne ero solo attratta". 
Ad Angus sfuggì una breve risata nervosa: 
"Andiamo Kelly ... Non prendermi in giro. Ho visto come lo guardavi al processo, o come sei fuggita da qui dopo che gli hai parlato ... e ci sei stata pure a letto" abbassò il capo aggiungendo affranto "Non ho creduto alle mie orecchie quando quel contadino ha raccontato di averti vista semisvestita nel suo fienile".
Kelly si sentì a disagio. Non aveva scusanti, e non riuscì più a dire nient'altro. Ma di una cosa era certa.
Angus le piaceva. Le era sempre piaciuto, e non intendeva perderlo.
Lo guardò alzarsi e spostare la lanterna sulla scrivania. 
Si alzò anch'essa, aggrappandosi  alle sbarre che la dividevano da lui.
"Angus" lo chiamò debolmente "Ho qualche speranza che tu possa volermi ugualmente al tuo fianco?".
Rimase sospesa al silenzio che seguì la sua domanda guardandolo voltato di spalle, immobile accanto alla scrivania, e all'improvviso tutto ciò che aveva fatto per Aspide le sembrò banale e privo di senso. Si rese conto che l'avrebbe fatto anche per lui, o per Nick, o per chiunque le stesse a cuore.
Ma nè con Nick, nè con Aspide lei aveva desiderato il suo futuro. Con Angus si, ora più che mai.
Lo vide spostare lentamente una mano sul piano della scrivania, afferrare le chiavi della cella e stringerle forte in un pugno, prima di voltarsi e avvicinarsi alle sue sbarre. 
Guardò il suo capo biondo chino sulla toppa, mentre apriva la cella.
"Che stai facendo?" gli chiese con un filo di voce vedendolo entrare.
Angus si avvicinò a lei guardandola finalmente negli occhi poi sollevò le mani per catturarle il viso, per accarezzarglielo delicatamente con i pollici, prima d'inumidirsi le labbra e scendere a baciarla.
Il corpo di lei s'incurvò al suo, mentre Angus abbassò le mani per poterla abbracciare e stringere, continuando a baciarla, invadendo la sua bocca, sentendola gemere di piacere. 
La fece indietreggiare fino ad imprigionarla contro il muro, e con dolce prepotenza la tenne contro di sè, obbligandola a sentire il suo desiderio. Lei lo respinse lievemente staccandosi dalle sue labbra, prendendo fiato, e poi chiese in un sussulto:
"Questo sarebbe un si?".
"Al diavolo Kelly ... sono stanco di aspettare" le rispose lui con voce roca.
E tornò a baciarla con foga, perdendosi in lei completamente.
 
Connie stava dormendo nel suo letto semisommerso da vestiti già indossati, quando udì un strano rumore che la svegliò.
Ancora assonnata prese la lanterna sul comodino e l'accese, facendo luce nella camera.
Non vide nulla di anormale attorno a lei, ma per niente convinta si alzò infilandosi una vestaglia.
Poi si accorse che la finestra era aperta. Si mosse per richiuderla, e quando si voltò cacciò un grido acuto nel vedere un uomo al centro della sua stanza. Aspide le tappò rapidamente la bocca:
"Non urlare per favore" la pregò lui sottovoce e Connie quando lo riconobbe si calmò, tornando a respirare liberamente.
"Che ... che cosa vuoi?" gli chiese quasi balbettando. 
"Sei l'unica che ho visto consolare Kelly. Ho dedotto che sei sua amica". 
"Si, lo sono" sussurrò lei.
Aspide indietreggiò per sollevare una borsa da cavallo che aveva posato su di una sedia. Gliela mostrò spiegandole:
"Qui dentro ci sono tremila dollari. Sono i soldi per la sua cauzione". 
Connie iniziò a tranquillizzarsi e le sfuggì un timido sorriso.
Guardò il bandito capendo, riconoscente.
Lui annuì, oltrepassandola per dirigersi alla finestra da dove era entrato.
Ma Connie gli chiese:
"Devo dire qualcos'altro a Kelly?". 
Aspide esitò per un istante, poi s'infilò una mano in tasca prendendo qualcosa.
Tornò dalla donna.
"Si. Dille che quando riceverà questo, io sarò ormai lontano".
Connie guardò il ciondolo d'oro con l'iniziale e sorrise stringendolo al petto.
Guardò Aspide con occhi quasi sognanti:
"Lo farò" gli promise, poi lo seguì con lo sguardo mentre saliva sul davanzale della sua finestra.
Lui le sorrise tra i vetri aperti, mentre le disse:
"Grazie ... strega" poi scomparve nel buio della notte. 
 
 
                   Fine
  
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