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Autore: shiya_euphie    27/08/2012    0 recensioni
«Io… ho sempre desiderato un André al mio fianco»
Kurogane sbarrò gli occhi. "Ma che dannazione sta dicendo?"
 «Pensavo che lo sarebbe stato il mio caro Yuui, ma mi ha lasciato troppo presto! Desiderare che nessuno sia in pericolo a causa mia è altruismo o egoismo?»

Piccola one-shot Kurofay con mezzo cross-over nel mondo di Versailles no bara. Dedicata a chi ama il cosplay, le fiere e questa coppia magnifica!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Vi posto questa one-shot nata così, per caso, dall'unione di una mia grande passione, TRC, e la scoperta di quel capolavoro che è Versailles no Bara.
Siccome si parla di cosplay e fiere del fumetto, in particolare una, voglio dedicarla a tutte le amanti del KuroFay che parteciperanno a queste fiere, sperando che un giorno io possa raggiungervi!
L'ho scritta con tutto il mio cuore, spero che vi piaccia!


Da notare che le parole e le frasi in corsivo provengono tutte dalla mente di Kuro-rin! È stato lui ad inserirle!! >.<

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I suoi occhi, stretti come in una morsa tagliente, lo osservavano fissi mentre lavorava a quel… quell’affare! Ovviamente la polpetta era al suo fianco e si divertiva ad aiutarlo con pizzi e… lustrini…
 
Ma cosa diamine…
 
Erano giorni che non si dedicava ad altro. Proprio qualche settimana prima l’idiota biondo era irrotto in casa tutto entusiasta sventolando uno strano foglietto.
 
«Sakura-chaaan!! Guarda, guarda!»
 
«Uh? Cos’è, Fay-san?»
 
«Puu!»
 
«Oh, guarda anche tu, Mokona! È il volantino che annuncia l’inizio di Lucca Comics & Games di quest’anno.
C’è anche la solita sfilata di cosplay e credo che potremmo parteciparvi! E che dovremmo coinvolgere anche quei due timidoni…»
 
Il ragazzo dagli occhi ambrati rizzò le orecchie, mentre il moro rimase del tutto indifferente.
 
«Ma Fay-san, quali personaggi interpreteremmo?»
 
«Ho pensato che dovremmo formare un gruppo di “Versailles no bara”! Sakura-chan, vorrei tanto vederti nei panni della divina Oscar e Shaoran-kun sarebbe perfetto in quelli del fedele André!»
 
I due ragazzi arrossirono.Quello stupido non perde occasione per metterli in imbarazzo.
 
«Kuro-sama, tu sarai il conte Fersen! Sei sexy e attraente come lui, fortunello!»
 
«COOOOSAAA??? Non azzardarti nemmeno…»
 
Lo interruppe Mokona saltandogli sulla faccia: «E tu Fay, chi interpreterai?»
 
«Io sarò… Maria Antonietta!»
 
Il gelo calò nella stanza. Non si erano ancora abituati alle stramberie del biondo dopo tanto tempo. Fu l’animaletto a rompere il ghiaccio: «E io? E io?»
 
«Mmm…  tu sarai… il conte di Mercy!» e le appiccicò un paio di baffoni sul musetto. Mokona saltellò tutta contenta per la stanza.
 
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Da quel pomeriggio Fay non si dedicò ad altro e già aveva portato a termine con una velocità sovrannaturale - ma è uno stregone o cosa?-  i costumi di Sakura e Shaoran. Ora si stava dedicando a quello di Kurogane, e per questo era scrutato a distanza dall’omaccione, sexy e attraente a detta dell’idiota.
Sexy… attraente… Queste parole continuavano ad occupargli prepotentemente la testa, nonostante egli le provasse a cacciare ogni volta, senza successo. Quando le aveva pronunciate, il biondo indossava ancora quel sorriso cretino e falso che lo caratterizzava, ma negli occhi tradiva una certa aria sognante, che puntualmente tentava di nascondere attraverso gli ampi movimenti delle braccia.
Kurogane sapeva che Fay voleva mantenere le distanze il più possibile tra loro, ma aveva notato anche una relativa “apertura” da parte sua da quando, per proteggerlo, il moro si era ferito al braccio sinistro. Giorno dopo giorno quella “apertura” si era trasformata in qualcosa di più profondo, ma sembrava essersene accorto solo lui.
 
«Kuro-chan! Ho bisogno di una misura!»
 
«Va’ al diavolo! Me le hai prese una cinquantina di volte!»
 
Ma non ci fu verso; si alzò e si avvicinò per farsi misurare quelle spalle sexy e… attraenti… ecco! Ci stava pensando di nuovo!»
Fu la vista dell’abito che avrebbe dovuto indossare a distoglierlo da quel pensiero.
 
«Aaaargh!!! E io dovrei indossare quella roba?? Quante cavolo di paillettes ci hai attaccato??»
 
«Ho dovuto abbondare! Altrimenti, con il tuo bagliore, avresti offuscato il vestito…»
 
Ancora quel sorriso…
 
«Anche ai ragazzi hai calcato la mano!»
 
«Ma loro non si sono lamentati…»
 
«Sono obbligati a non lamentarsi!!! Non vogliono che tu ci rimanga male!» E nemmeno io, ma non è nel mio stile, diamine!
 
«Mi dispiace, Kuro-pippi, purtroppo è il mio stile, ahahah!»
 
Senza ribattere alla sua ultima affermazione si girò e lasciò che gli misurasse le spalle, anche se gli sembrava che indugiasse troppo a lungo. Il biondo richiuse il metro e si allontanò. L’entusiasmo che aveva poco prima era morto, al suo posto c’era una strana timidezza, tanto che le mani gli cominciarono a tremare. Non poteva lavorare in quello stato e così si avviò verso la cucina per prepararsi il suo solito tè super zuccherato.
 
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Due giorni dopo anche l’abito da conte svedese era magicamente terminato.
Sì… magicamente…
Shaoran riferì a Kurogane di aver scoperto Fay a cucire anche di notte. Le ore in cui si riposava erano davvero poche. Kurogane si chiese perché ci tenesse così tanto; si alzò e si diresse nella stanza in cui il biondo si trovava tutto il giorno e, a quanto era parso, tutta la notte.
Fay aveva chiesto a Mokona di lasciarlo lavorare da solo al suo abito: probabilmente soltanto dedicandosi ad esso sarebbe stato totalmente sincero con se stesso, diversamente da come accadeva con i suoi quattro coinquilini.
La porta era infatti serrata.
 
Non intendo di certo bussare! Tornerò stanotte.
                                                                                                                                                         
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Buio pesto. La porta della stanza di Fay era solo socchiusa. Kurogane la aprì il giusto e si fermò sull’uscio.
 
«Perché Maria Antonietta?»
 
Il biondo rimase interdetto e terrorizzato: non si era accorto della sua presenza.
 
«Beh… perché, come lei, io sono giocoso e… intelligente…»
 
«Lei non era molto intelligente. Inoltre era chiusa di mente, cosa che tu non sei affatto.»
 
«Uuh, Kuro-tan! Hai letto un manga shoujo? Eheheh!»
 
Kurogane cercò di rimanere serio e di non arrossire. Sì, aveva letto il manga: si trovava nella sala d’aspetto di un dentista e le uniche letture a disposizione erano una raccolta di punti del latte e quel manga.
 
«Ti si addice più una come quel generale donna… è sveglia, ha sete di conoscenza…»
 
«Quanti complimenti…»
 
«… e dietro l’apparenza nasconde una profonda solitudine.»
 
«Anche Maria Antonietta, se è per questo…», disse Fay con una voce così flebile da non essere sentito da Kurogane.
 
«Come fai a lavorare al buio?», riprese il moro che si avvicinò al costume mentre l’altro voleva che ne stesse lontano. Ma non ci riuscì.
Kurogane restò senza parole. L’abito era quello che la regina indossò prima di andare al patibolo: nero e semplice, senza fronzoli vari.
 
«Non pensavo» disse Kurogane «che saresti stato così sincero con un abito… Ecco perché vuoi interpretare Maria Antonietta: così puoi indossare quest’abito ed essere te stesso senza dover dare nessuna spiegazione!»
 
«…»
 
«Fa’ quello che vuoi, ma pensa ai ragazzi: se ti vedessero con questo coso addosso ci rimarrebbero male», e stava per lasciare la stanza.
 
«Io… ho sempre desiderato un André al mio fianco»
 
Kurogane sbarrò gli occhi. Ma che dannazione sta dicendo?
 
«Pensavo che lo sarebbe stato il mio caro Yuui, ma mi ha lasciato troppo presto! Desiderare che nessuno sia in pericolo a causa mia è altruismo o egoismo?»
 
Kurogane si voltò. Non aveva mai parlato esplicitamente del fratello prima d’ora! Si diresse verso Fay con un ardore tale che spaventò quasi il coinquilino.
Si bloccò di fronte a lui, lo fissò a lungo, fin quando non si decise a dargli un pugno sulla fronte.
 
So che mi pentirò di ciò che sto per dire.
 
«Eccomi» fece il moro «ma non ti aspettare che ti prepari la carrozza.»
 
Il biondo lo guardò sbigottito, confuso; poi, come se tutte le sue paure lo lasciassero all’istante, scoppiò in un pianto liberatorio. Si aggrappò al collo di Kurogane e unì le proprie labbra alle sue. Erano morbidi e calde, erano il suo rifugio, il suo conforto. Un’istante, un solo istante e si sarebbe staccato.
Ma ciò non fu possibile, perché l’altro lo teneva stretto a sé e non gli permetteva di scappare via. Il bacio fu lungo e pieno di passione e solo le quattro mura furono complici silenziose di ciò che accadde quella notte.
Eppure si ritrovarono così, con i cuori così vicini da confondere i battiti1, i corpi abbracciati e una promessa eterna.
 
--
 
Qualche giorno dopo Fay mostro a Sakura e gli altri il suo capolavoro. Il vestito era completamente diverso da quello del progetto precedente: sfarzoso ed elegante, esageratamente imbellettato, ma di un tenero azzurro che rispecchiava il colore dei suoi occhi.
Kurogane lo guardò da lontano. Sorrise soddisfatto.
 
Per fortuna nessuno ci riconoscerà in quella gabbia di matti!




-1: Citazione dal manga di Versailles no bara



Che dire, spero che vi sia piaciuta! Non so se quando pubblicherò la prossima, ma per ora devo dedicarmi all'università ^^''
Grazie a tutti quelli che arriveranno a leggerla per intero!
Regalino! -> Mokona baffuta! http://ametohana.deviantart.com/#/d5crfsj
A presto,
Shiya!
  
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